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Forumisti e Wikipediani...
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Autore:  saint [ sabato 21 luglio 2007, 16:30 ]
Oggetto del messaggio:  Forumisti e Wikipediani...

Oltre ad Alessandro Crisafulli ed al sottoscritto, chi contribuisce a Wikipedia ?

Autore:  Coccodrillo [ sabato 21 luglio 2007, 21:43 ]
Oggetto del messaggio: 

Io: http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Coccodrillo

Anche se poco, in pratica correggo gli errori che trovo senza aggiungere molto.

Autore:  Mauro C. [ sabato 21 luglio 2007, 22:34 ]
Oggetto del messaggio: 

Io abbozzai un articolo sulla E.636, rifatto poi in grande stile (ed a mia insaputa) da un utente di Wikipedia molto pieno di sé, con il quale ci sono state diverse accese discussioni in merito. Tali discussioni riguardavano la veridicità o meno di certe affermazioni che io sostenevo (in merito a rodiggi, unità storiche ed altre cosette), le quali in presenza di prove inconfutabili da me fornite non venivano più poste in dubbio dal suddetto sceriffo di Wikipedia, nemmeno fosse il depositario della conoscenza ferroviaria assoluta.

http://it.wikipedia.org/wiki/E636

Autore:  freccia della versilia [ domenica 22 luglio 2007, 0:06 ]
Oggetto del messaggio: 

Scusa, ma la pagina del link è quella del "sapientone"?
In una velocissima lettura ho trovato un po' di errori ed imprecisioni!!
:?
Alla faccia del "so tutto io!!" :D :wink:

Autore:  Il Basso di Genova [ domenica 22 luglio 2007, 8:53 ]
Oggetto del messaggio: 

Ci sono parecchi pasticci in quella pagina di Wikipedia!! :shock: :shock: :shock:

Comunuqe io NON ci scrivo.. anche se delle volte potrei farlo...

Autore:  Mauro C. [ domenica 22 luglio 2007, 9:40 ]
Oggetto del messaggio: 

Se me li segnalate ci penso io a correggere tutto. Diciamo che è stato fatto ampio copia-e-incolla dal mio sito, per cui eventuali errori potrebbero provenire proprio da lì.

Autore:  Brejlovci [ domenica 22 luglio 2007, 23:48 ]
Oggetto del messaggio: 

Ci sono parti trattate seguendo lo schema causa>effetto che forse vanno bene a livello discorsivo ma non rispecchiano la realtà a volte rasentando la fiaba, l'incidente di Sulmona del 1996 non ha nulla a che vedere con gli interventi di revamping del 2002 visto che vi fu un guasto all'impianto frenante.. (alcune E636 XMPR sono state accantonate ancora con in dotazione il vecchio rubinetto FS 5 posizioni) ; idem la questione relativa alla Camilla.. non è legata alle legge 626/94 varata appunto nel novembre 1994 visto che la Camilla è uscita da Verona nel 1990 ... !

A margine non condivido il fatto che le E636 siano tre serie, quella postbellica è semplicemente stata aggiornata nel corse degli anni a costruzione in corso, ma pur essendo presenti differenze si è sempre parlato di 1^ e 2^ serie.. a prescindere dal tipo di trasmissione del moto agli assi...
Ciau
Teo

Autore:  Brejlovci [ lunedì 23 luglio 2007, 0:01 ]
Oggetto del messaggio: 

Circa il rubinetto del freno, anche la 293, una delle primissime modificate manteneva il vecchio 5 posizioni con dietro la macchinetta del caffè, ilarità generale a Taggia quando venne esposta nell'estate 2002.
Ciau
Teo

Autore:  andicoc [ lunedì 23 luglio 2007, 10:30 ]
Oggetto del messaggio: 

Nella pagina di Wikipedia sulle E 636 si dice, tra l'altro, che la Camilla subì un incidente a Bologna e non ci furono vittime. Illuminatemi: io credevo che la Camilla fosse quella macchina che quasi vent'anni fa, in una sera di fitta nebbia, andò a schiantarsi su un treno di bisarche vuote sulla seconda promiscua di Villastellone, a causa di un erroneo "via libera" dato dal capostazione (non era stato girato lo scambio che immette sul binario di corsa da quello di precedenza). Morì un macchinista.
Qual è la 636 incidentata a Villastellone, se non è la Camilla?

Ciao
Andy

Autore:  Mauro C. [ lunedì 23 luglio 2007, 18:11 ]
Oggetto del messaggio: 

Da quel che so io sulla Camilla non ci furono vittime, almeno secondo quanto riportato dalla fonte che utilizzai per redarre il paragrafo relativo. Il problema è che in questo campo il "sentito dire" purtroppo impera, ed è difficile risalire a quella che è la realtà.
Per quanto riguarda il discorso delle tre serie la mia fonte attendibile è la stessa rivista "Tuttotreno", numero speciale di Luglio-Agosto 2001, pagina 48, didascalia in basso a destra della foto.

Autore:  Ale Sasso [ martedì 24 luglio 2007, 13:10 ]
Oggetto del messaggio: 

Cita:
Il problema è che in questo campo il "sentito dire" purtroppo impera, ed è difficile risalire a quella che è la realtà.
Per quanto riguarda il discorso delle tre serie la mia fonte attendibile è la stessa rivista "Tuttotreno", numero speciale di Luglio-Agosto 2001, pagina 48, didascalia in basso a destra della foto.


Personalmente avevo collaborato a qualche pagina, ma non avendo tempo da dedicare sistematicamente a wikypedia, per ora non rientro.

Però mi si consenta un paio di appunti.

- in questo campo il "sentito dire" non vale niente. Occorre documentarsi direttamente, tanto più che esiste un'ampia bibliografia.

- pescare da una unica fonte, non primaria, è sempre sbagliato.

Dunque, a mio avviso, meglio nons crivere niente che pubblicare pagine piene di strafalcioni che inducono fatalmente a propagare errori. Con tutto il rispetto per il Tuo lavoro.

Autore:  Mauro C. [ martedì 24 luglio 2007, 21:03 ]
Oggetto del messaggio: 

Io mi sono limitato a fare un sito sul 636, mentre la pagina su Wikipedia non è farina del mio sacco, come avevo già specificato.
Le fonti disponibili per chi voglia fare ricerche su argomenti simili sono o le riviste del settore (in questo caso la monografia della Elledi e Tuttotreno), che si spera siano il più attendibili possibile, oppure rivolgersi direttamente a persone che lavorano da decenni in ambito ferroviario e che conoscono a menadito ogni pelo cresciuto sopra un locomotore. Come puoi sicuramente capire non è facile raggiungere una precisione assoluta, per cui secondo me è importante documentarsi come si può, per poi correggere eventuali ed inevitabili errori grazie all'aiuto di chiunque voglia mettersi a disposizione. Questo purtroppo non è accaduto frequentemente, per cui mi assumo ogni responsabilità in merito ad eventuali inesattezze pubblicate sul mio sito, sperando sempre che qualche anima buona mi contatti e mi dia una mano per fare quelle correzioni che da tempo vado cercando di fare ma che per le cause di cui sopra non sono ancora riuscito a mettere in pratica.
Nella vita mi occupo di curare le persone malate, purtroppo non lavoro in ferrovia e non ho la possibilità di scavare dentro archivi o setacciare depositi per scovare i dettagli più assurdi sulla storia della E.636, e come molti sanno qui a Genova le porte chiuse per noi appassionati sono tante.
Quindi si fa come si può.

Autore:  andicoc [ giovedì 26 luglio 2007, 12:34 ]
Oggetto del messaggio: 

Dalle foto della macchina incidentata che si trovano sul sito http://www.e636.it/fuoriserie.html (Mauro, è il tuo, giusto?) e su http://www.trenomania.it/TMF2004/storia ... i/art4.htm, mi convinco sempre più che la Camilla fosse proprio la macchina incidentata a Villastellone. La botta sul frontale sembra proprio dovuta all'urto con una "bisarca".
D'altronde, nel primo dei siti sopra citati, si afferma che "venne ricostruita in seguito ad un gravissimo incidente accaduto nel mese di Luglio del 1988, mentre si trovava impegnata in un servizio per Bologna." Non a Bologna, che è diverso.

Quella sera di tanti anni fa stavo tornando da Torino a Villastellone con un locale che fu fermato a Trofarello. I viaggiatori furono fatti trasbordare su autobus sostitutivi. L'autobus transitava sulla SS 393, circonvallazione di Villastellone, piuttosto lontano dalla ferrovia. Per tornare a casa mia dovevo comunque raggiungere la stazione, attraversare il sottopassaggio e proseguire, costeggiando i binari per circa 300 m. Arrivato lì vidi la scena. A quei tempi, a Villastellone giungevano ogni settimana vari treni di automobili, che venivano scaricate in un terminale raccordato a sud della stazione. Prima e dopo le operazioni di scarico, le bisarche venivano ricoverate su una parte della "seconda promiscua", il binario di precedenza in mezzo ai due di corsa, la cui lunghezza consentiva di accogliere due treni (a metà percorso, quasi davanti al f.v., ci sono delle comunicazioni con i binari di corsa). Quella sera, un treno di bisarche vuote era fermo nella metà "nord" del binario di precedenza, mentre nella parte "sud" c'era un treno merci in partenza con in testa una E 636(direzione nord, verso Trofarello, da lì poi si può proseguire verso Torino o invertire la marcia e andare verso Genova /Piacenza). Se tutto fosse andato come doveva, il treno in partenza avrebbe impegnato uno scambio in deviata e si sarebbe immesso sul binario pari della linea Savona/Cuneo - Torino. Quando passai di lì, invece, quel che vidi fu questo: la locomotiva era incastrata nell'ultima bisarca, che nell'urto era stata sollevata e il cui telaio aveva sfondato la cabina, subito sopra il pancone; il piano superiore della bisarca aveva invece strisciato sul tetto della cabina, la quale rimase quindi "incastrata" tra i due piani del carro. Le lamiere della cabina, deformate dall'urto, erano uscite fuori sagoma, invadendo la sagoma del binario dispari (da Torino verso Savona/Cuneo). Un treno con E 636 e carrozze di vecchio tipo (probabilmente il locale che precedeva quello da cui ero sceso io a Trofarello) era fermo sul binario dispari in una posizione "irregolare", qualche decina di metri prima del luogo dell'incidente, parecchio fuori banchina. In quella zona ci sono varie abitazioni; diverse persone furono testimoni dell'accaduto. Chiesi alle persone che incontrai che cos'era successo: mi dissero di aver sentito un gran botto e di aver poi visto il disastro; di aver udito le urla disperate di uno dei macchinisti, in attesa dei soccorsi; che uno degli abitanti delle case vicine, accortosi del sopraggiungere di un treno, lo aveva fermato richiamando l'attenzione del macchinista con una torcia elettrica, agitandola in modo da far capire che qualcosa non andava (in quel punto una strada, via Borgo Nuovo, costeggia la ferrovia proprio all'altezza del p.d.f., per cui è facile tendere un braccio con una torcia al di là della staccionata; procedura sicuramente non contemplata dal regolamento segnali, ma che in quel frangente si rivelò efficace).

In seguito, in paese girò la notizia che uno dei due macchinisti era morto.

Non so se quella E 636 fosse proprio la 284 (date le circostanze, con i soccorsi in atto e la presenza delle forze dell'ordine, non potevo certo intrufolarmi dicendo "scusi neh, vorrei vedere il numero sul pancone della macchina"), ma molte cose sembrano coincidere: l'epoca di quell'incidente (1988, ma non mi pare fosse luglio: faceva buio presto e c'era nebbia) con quella della trasformazione in Camilla, e la meccanica dell'incidente con le foto del danno alla cabina.

Non ho la pretesa di affermare che la macchina coinvolta nell'incidente sia per forza la E 636 284; ho riportato fedelmente, per quanto la memoria mi consente (ma non sono cose che si dimenticano facilmente) ciò che vidi quella sera e ciò che mi dissero le persone accorse sul luogo.
Mi pare che si fosse già discusso di quell'incidente sul forum: se qualcuno è in grado di confermare o smentire, si faccia avanti.

Ciao
Andrea[/list]

Autore:  piomboadaletta [ sabato 28 luglio 2007, 8:31 ]
Oggetto del messaggio: 

Si, la camilla e' proprio la macchina di Villastellone. era un invio come 70000 o giu di li da Villa a Torino San Paolo di una decina di bisarche vuote della gefco e stante il fatto che la precedenza promiscua non fosse circuitata fu possibile per il povero D.M. in servizio aprire il segnale di partenza semaforico (si trovava molto piu a nord del F.V, quasi all'altezza del raccolrdo OLIO FIAT) pur avendo ancora dei carri fermi sullo stesso binario a qualche centinaia di metri a nord verso Trofarello. Avrebbe docuto fare rovescia la comunicazione che sta quasi di fronte l'UM ma poi non avrebbe potuto per condizioni di impianto predisporre l'itinerario con l'ACE e questo fu il suo terribile errore. Era peraltro un capostazione estremamente preparato e attento e tutti coloro come il sottoscritto che lo conoscono si stupirono di quella leggerezza che poi, a posteriori, qualcuno imputo alle pressioni fattegli per rendere libera la precedenza promiscua in quanto Carmagnola desiderava liberarsi di un altro merci verso Trofarello e sarbbe stato opportuno farlo solamente avendo la possibilita' di fatgli fare una nuova precedenza a Villastellone visto un discreto traffico pari in atto.

Saluti

Autore:  piomboadaletta [ sabato 28 luglio 2007, 8:32 ]
Oggetto del messaggio: 

mi sono mangiato qualche lettera come sempre

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