noboibend ha scritto:
Rifacimento o demolizione? Secondo alcuni "espertoni" le prime 464 andrebbero demolite. Comunque stiamo facendo tanti bei discorsi quando Trenitalia, forte del suo essere statale (campare col sussidio delle Regioni) fa il bello e cattivo tempo, almeno fin quando le regioni si stancheranno di finanziare la Banda e, si spera, cercheranno alternative nelle altre compagnie ferroviarie europee. Le stesse che continuano a far circolare locomotive elettriche ed elettroniche degli anni 70 senza grossi inconvenienti di sorta.
Fin dagli anni '70 si parlava di
coefficiente di esercizio delle ferrovie. Lo leggevo su Ingegneria Ferroviaria, a cura dell' ing Santoro. E' una semplice divisione da scuole medie :
coefficiente di esercizio = introiti / costi.
Si distinguevano le linee per gruppi di coefficiente di esercizio.
A memoria c' erano linee ordinarie con coefficiente di esercizio intorno al 50..60%, poi c' erano le linee a scarso traffico, con coefficienti di esercizio del 30% o anche molto meno.
Questo portò porre la domanda successiva :
chi paga ?In Italia le FS decidevano treni ed orari, e lo Stato pagava. Ovvero, ripianava il deficit. Ma non c' era un controllo sulla bontà e sulla utilità del servizio offerto. Ci si basava sull' esperienza e sull' onestà delle FS. E ne avevano.
Ma c' era il pericolo che su di essa fossero scaricati costi non propri. Per esempio, la spinta politica ad assumere personale, portava al peggioramento del coefficiente di esercizio.
Così succedeva che le località più rappresentate politicamente erano quelle che più facilmente spendevano. E nessuno riusciva ad opporsi (le cose sarebbero andate diversamente se ci avesse invaso e comandato la Svizzera, ma ciò non avvenne...).
All' estero trovarono un' altra soluzione : nacquero, così i contratti di servizio. L' azienda ferroviaria potè essere
gestita come un' azienda, con obbiettivo di efficienza, ovvero di minimizzazione di costi e sprechi. E questo fù il primo passo importante, forse il più facile da fare. Ma questo, da solo, avrebbe portato al
fallimento dell' azienda ferroviaria. Così il costo in deficit dell' esercizio venne accollato al pubblico, tramite contratto di servizio con ogni Regione.
La Regione acquista servizi a prezzo pattuito, ovvero compensa la differenza frà il costo ed il prezzo del biglietto che vuole far pagare.
Recentemente lo si è fatto anche da noi.
Si potrebbe pensare che, Stato o Regioni, sempre soldi pubblici sono. Vero, ma con una
differenza : le Regioni possono controllare meglio se ai soldi spesi corrisponde il servizio richiesto. E, avendo la responsabilità diretta della spesa, sono più vicine a modulare la spesa.
E gli elettori possono decidere se accettare o meno la politica che la Regione adotta, votando diversamente alle elezioni successive (ricordo ancora la mancata invasione da parte della Svizzera).
Il
confronto frà il trasporto integrato della
provincia di Bolzano e quello di
altre provincie ci mostra che non c' è automatismo frà contratto di servizio ed efficienza. A monte di questo ci sono
volontà e capacità della Regione (ovvero di chi ricopre le cariche).
Il servizio di trasporto della provincia di Bolzano
richiede una scelta precisa : spenderci soldi. Per far questo
occorre un bilancio non gonfiato da sovracosti dovuti a favori fatti ad amici degli amici che poi ricambiano con altrettanti favori vero i partiti politici affamati.
Stefano Minghetti