COMPAGNIA FERROVIARIA VALCONCA
STORIA di una FERROVIA
Vincenzo Cecchini era nato a Mondaino da umile famiglia contadina nel 1819. Ragazzo turbolento e idealista, nel 1837 aderisce alla Giovine Italia di Mazzini e ne diventa uno dei più controllati protagonisti, tanto che durante i moti insurrezionali e Mazziniani del 1843-45 diventa, in Romagna, un personaggio non più desiderabile e la milizia lo ricerca; per sua fortuna, il parroco di Mondaino (in Romagna anche certi preti sono anticlericali....) lo aiuta a fuggire. Giunto fortunosamente fino a Ravenna, si imbarca come mozzo su una nave che, dopo molti mesi lo sbarca a Napoli. Qui trova posto su una nave diretta negli Stati Uniti d'America, dove giunge nel dicembre del 1845. Riesce a sbarcare e comincia a lavorare mentre impara un po' di inglese. Nel settembre del 1846 riesce a farsi assumere alla Baltimore & Ohio, già fortunata Compagnia Ferroviaria. Qui, senza dargli troppo peso, incontra uno dei soci fondatori, Philip Thomas e riesce a diventargli talmente simpatico che la sua carriera, all'interno della B&O diventa una velocissima ascesa. Philip ha una figlia, Virginia, bruttina ma simpatica, che, influenzata dalla simpatia del padre per Vincenzo, non si lascia sfuggire l'occasione. L'occasione è duplice; Vincenzo non ha ancora un documento, è ricercato in Italia per attività politiche rivoluzionarie, la sua carriera (sebbene veloce) sarebbe comunque ben poca cosa... i due si sposano nel 1849 e Vincent Cecchini diventa cittadino americano. Adesso è tutto interesse del suocero che egli diventi abbastanza ricco e lo indirizza come meglio crede; Vincent non si fa certo pregare e, dietro i consigli di Philip, nel 1851 fonda una nuova compagnia ferroviaria, la Pittsburgh & Cliveland RR, collegandola alla linea della B&O che collega Chicago a New York, passando per Pittsburgh; per correttezza politica, coinvolge nella società diversi personaggi in vista che lo aiuteranno a far evolvere la sua ferrovia. Nel 1852 nasce suo figlio Philip Cecchini... il nonno è molto fiero dell'evento. Naturalmente, ora che ha anche un erede, Vincent deve riuscire a mantenere un certo rango ed il suocero lo consiglia negli investimenti, abituandolo a diversificare; la passione restano le ferrovie ma non disdegna tutta una serie di investimenti industriali che saranno la fortuna di tutta la famiglia. Nel 1858 si trasferisce in California e fonda la Sacramento RR, collegando San Francisco; qui avviene anche la nascita del secondogenito, nel 1859, al quale viene dato il nome di Thomas (era ovvio...). Nel 1861, fatta l'Italia, Vincenzo non ha più ragione di nascondersi e decide di tornare a Mondaino per la prima volta. La famiglia, entusiasta dell'accoglienza, si ferma alcuni mesi. Nel 1865, purtroppo, muore Philip Thomas che, in compenso, lascia una enorme eredità a Virginia e Vincent. Il tarlo delle radici doveva essere decisamente molto forte, tanto che Vincent, già nel 1871, passa tutta l'estate in Romagna, nella villa che si è fatto costruire a Morciano di Romagna. L'anno successivo, durante il solito soggiorno estivo, comincia a pensare alla ferrovia, una linea ferroviaria che possa arrivare fino a Mondaino, che dia libertà di movimento alle genti e alle cose, che sia un trasporto di progresso... Mondaino è a 400 metri sopra Morciano, in 10 chilometri occorre scalare rapidamente il monte ma le sue esperienze americane, le montagne attorno a Sacramento, i progressi della tecnica, lo aiutano a fantasticare. Nel 1873 riesce perfino a farsi ricevere dal direttore generale delle Strade Ferrate Meridionali, che gestiscono la ferrovia Bologna-Ancona, per provare a trovare un accordo con loro per la costruzione della sua ferrovia. Naturalmente, le Meridionali mostrano un distacco e un disinteresse tale che, per il suo concetto di democrazia, dovrebbero poter chiudere nel giro di due mesi... con le pive nel sacco se ne torna a casa ma non abbandona l'idea. Cerca un ingegnere a Bologna e lo incarica di stendere un progetto per una ferrovia a scartamento ridotto che colleghi Cattolica a Mondaino. Nel 1874, costituita a Morciano di Romagna la “Compagnia Ferroviaria Valconca”, della quale non si è dimenticato di far soci i personaggi illustri della zona, compreso un fabbricante di fisarmoniche di Mondaino, presenta il progetto al Ministero dei Lavori Pubblici a Roma, da poco divenuta Capitale d'Italia. Nel 1875, ad approvazione ottenuta, tutta la famiglia si trasferisce a Morciano, anche se i figli restano in America per finire gli studi. Cominciano i lavori e, come gli ha sempre insegnato il suocero, Vincenzo (che ha riacquistato la sua identità...) non si fa mancare le pubbliche relazioni, tanto che Francesco Crispi, futuro Primo Ministro, non potrà fare a meno di essere presente all'inaugurazione della linea, il 14 marzo 1877, qualche giorno dopo la chiusura della famosa Fiera di San Gregorio, uno dei maggiori mercati italiani del bestiame, con particolare attenzione al mercato del cavallo. Ma l'inaugurazione si rivelerà un pochino prematura... molti lavori sono ancora da fare, un ridotto traffico è possibile solo fra Cattolica e Morciano, Mondaino è ancora del tutto irraggiungibile. Poco male, anche perché il Vincenzo sa sempre come muoversi e riesce a non far pesare la cosa a nessuno. Verso la fine del 1877 riesce a terminare i lavori e iniziare il traffico più o meno regolare. Nel 1878, fresco di laurea americana, sbarca in Italia anche Philip Cecchini che assume la dirigenza della linea e il traffico cresce molto bene.
Nel 1879 Vincenzo vuole ancora di più... ha capito che la potenzialità dei suoi luoghi natii è decisamente più elevata di quanto sia visibile. Allora decide di fondare una Banca per dar modo a tutte queste genti di sviluppare tutta la loro potenzialità. Nasce la Banca Valconca, istituto privato che egli vuole democratico e solido; non gli mancano i mezzi, naturalmente e, con una attenta gestione delle assunzioni, ne farà un moderno pilastro dell'economia locale. Philip, nel 1881, sposa una ragazza di Morciano, Eleonora e Vincenzo gli fa costruire una villa accanto alla sua. Morciano è un paese in espansione, residenza di commercianti e artigiani, ancora frazione del vicino comune di Saludecio. Siccome il traffico ferroviario è decisamente in aumento, Vincenzo fa redigere un progetto per il collegamento di Morciano a Santarcangelo di Romagna, raccogliendo lungo il percorso un bacino d'utenza assai considerevole, rasentando perfino il confine della Repubblica di San Marino. Il progetto viene depositato al Ministero nel settembre 1882 ma la risposta si fa attendere... le aderenze politiche di Vincenzo son sempre più che buone ma il Ministero non intende rilasciare la concessione ad un'altra ferrovia in miniatura... nel maggio 1883 riceve la risposta: la ferrovia si può anche fare ma ad una condizione: che sia eseguita tutta la tratta, da Santarcangelo a Cattolica, a scartamento ordinario, onde facilitare l'instradamento di treni della SFM anche su quell'itinerario, nel caso non sia possibile, per qualsiasi motivo, servirsi della loro ferrovia... Vincenzo, scottato dall'esperienza di qualche anno prima, ha tutta la voglia di lasciar perdere la faccenda, ma comprende che non si può buttare via un'occasione del genere, anche in relazione a quanto progresso può portare, la sua ferrovia, lungo tutto quel percorso. A malincuore decide perciò di accettare le condizioni Ministeriali e incarica il suo ingegnere di rifare tutto il progetto.
La linea da Cattolica a Morciano non pone problemi neppure per le opere d'arte che erano state già eseguite per il doppio binario a scartamento ridotto ed accoglieranno lo scartamento ordinario tranquillamente. Il problema è la stazione di Morciano che, non avendo tanto spazio a disposizione e dovendo accogliere due scartamenti diversi, sarà una sorta di miniatura. Poco importa, la linea per Mondaino non si può modificare, curve troppo strette e salite troppo ripide... aggiungendo carne al fuoco decide di far collegare anche Montefiore Conca, che gli piace troppo! Non sono certo i soldi che gli mancano, pertanto non ha necessità di immediato ritorno. Quel che ha fatto finora gli ha dimostrato che Philip Thomas aveva ragione: occorre dare sviluppo per poter ottenere risultati.
|