La El-Ferr è una creazione del compianto Roberto Fivizzoli. Nata quasi per scommessa sul principio degli anni Ottanta, aveva per sede una piccola pertinenza della residenza del titolare a Viareggio e vedeva la partecipazioni di uno sparuto gruppo di amici che condividevano la passione per il modellismo ferroviario, tra i quali spiccava Saro Gallico e Carlo Pezzini. Dapprincipio si dedicò all'elaborazione di modelli, tra i quali spiccavano le locomotive E.626 prototipo, realizzate su telaio e motorizzazione Roco e carrozzeria in fototranciatura di ottone, e un modello interamente inedito quale l'automotore 208 (prototipo Greco) da manovra. La qualità delle realizzazioni attirò subito l'attenzione dei collezionisti che videro poi l'uscita dell'ETR 250 "Arlecchino" e le Automotrici GAI, realizzate in tiratura limitata con scocca in plastica stampata, lavorata a mano per l'apertura dei finestrini, e motorizzazione RR; e ancora la realazzione di alcuni modelli per conto della Breda di Pistoia, a scopo promozionale e/o pubblicitario quali la nuova metropolitana di Washington, ovvero modelli interamente nuovi e inediti, in esclusiva per alcuni negozi come il D.141 realizzato nel 1986. Dopo ulteriori modelli elaborati, come la bella locomotiva 640 su base RR e parti in ottone, come il locomotore da manovra 213 su base Brawa (riverniciatura e nuova numerazione) e altri fatti ex-novo come il 214 Socimi, il salto di qualità avvenne nel 1987 con la decisione di realizzare il tram modello 1928 di Milano che, alla fiera del giocattolo di Milano, destò apprezzamenti e riconoscimenti a piene mani. I modelli Elferr (notate la scrittura poiché il marchio da El Ferr divenne, appunto Elferr) si distinguevano per una pregevole esecuzione, un'ottima verniciatura, peccando un poco nella meccanica che necessitava di una messa a punto notevole. Il titolare e mentore Fivizzoli decise di compiere un deciso salto di qualità passando da una piccola struttura artigiana che nel frattempo (1986) si era trasferita in una sede prossima alla residenza ma ora indipendente e più ampia, ad un'organizzazione quasi industriale con sede nella zona industriale di Camaiore (Capezzano in Pianore) dove, dal 1990, la prima produzione del tram si accompagnò con altri interessanti modelli di successo e altri senza particolare seguito. Segnalo fra i primi la bellissima Elettromotrice della ferrovia del Renon e, tra i secondi, il complesso Elettromotrice più rimorchiata della ferrovia Domodossola-Locarno che fu dapprima commercializzata da Lemaco e poi, autonomamente dalla ditta viareggina. Il seguito della serie "tram 1928" non poteva che essere quella dei mezzi che l'ATM aveva avuto in dotazione fin dai primi anni del secolo: fu realizzata la motrice "600" sia nella versione più recente che quella nei colori storici. Ulteriori realizzazioni concernevano tipici carri del parco FS tra cui il bel bagagliaio Dm per treni merci, in tutte le versioni. Con una certa fortuna commerciale, l'azienda attirò l'interessamento di nuovi finanziatori che entrarono a far parte della compagine che, intanto oltre a Roberto Fivizzoli, vedeva la partecipazione attiva del fratello Riccardo tra i progettisti, del figlio Daniele e della moglie Amanda, oltre a operai dipendenti, con i primi "amici" ormai che avavno lasciato ogni partecipazione attiva. I nuovi soci non vollero però continuare a credere nel grande talento di cui godeva Roberto Fivizzoli nell'individuare i modelli da realizzare e i mercati su cui concentrare l'attenzione. Si era all'inizio degli anni Novanta e l'interesse generale dei modellisti anche nostrani guardava alla Svizzera e alla sua rete a scartamento ridotto. Era una grande intuizione che non fu capita e seguita (soprattutto da coloro di cui Roberto si fidava di più) e fu, purtroppo, messo in minoranza di fronte a scelte di produzione diverse che, con senno di poi ma anche con facile prevedibilità, non incontrarono il favore del grande pubblico. Amaramente ma saggiamente, Fivizzoli si ritirò dalla sua "creatura" per fondarne un'altra che chiamò BAYARD e dedicò alla significativamente alla realizzazione di modelli della rete svizzera con particolare riguardo a quella RhB con eccellenti realizzazioni ricercate allora come oggi. Ma questa è un'altra storia...
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