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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Plastici e insediamenti industriali
MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2018, 9:06 
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Nome: Mauro
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Beh, interessante soluzione. Il realizzatore non si stancherebbe mai.

Una cosa simile si è vista nel bellissimo plastico di S. Assi che per la parte Ligure aveva previsto, fin dal progetto, la possibilità di asportare e sostituire la stazioncina con annessa galleria, con un altro spicchio di paesaggio.

Ma in questo caso non è possibile farlo cambiando epoca e ambientazione per il solo raccordo. Il resto del plastico, a quel punto, non centrerebbe nulla.
Tanto varrebbe allora, realizzare diversi plastici per trovar posto a tutti questi modelli.


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 Oggetto del messaggio: Re: Plastici e insediamenti industriali
MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2018, 9:38 
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Vedi … sulla coerenza del resto dell'impianto bisogna veder caso per caso …

… per esempio plastici di linee secondarie a trazione termica hanno strutture ferroviarie che sono rimaste pressoché immutate dalla loro costruzione fin quasi alla fine del secolo scorso (epoche II, III, IV e inizio della V).

Gli insediamenti industriali invece hanno subito molte più trasformazioni nel tempo (una fornace per laterizi anteguerra è assi diversa da un'analoga post anni '70) oppure sono state proprio rimpiazzate da altre.

Mi dirai che alcuni elementi al contorno possono essere più caratterizzanti (es. le cabine telefoniche che in questo secolo non esistono più, i cartelloni stradali, le autovetture ...). In ogni caso le variazioni al contesto "sociale" fino all'epoca IV inclusa sono state molto più lente che non in epoca successiva (in alcune zone d'italia addirittura lentissime ....).

Quindi dipende dai gusti personali: se si è deciso di ambientare il plastico in epoche recenti si possono sempre costruire più insediamenti industriali diversi coerenti con il periodo scelto.

Per plastici ambientati in epoche precedenti, se non particolarmente tipizzati nel periodo, gli insediamenti industriali possono anche variare in funzione del tempo oltre che per tipo. Ovviamente il materiale ferrioviario circolante (e anche gli automezzi) vanno sostituiti concordemente.

Del resto il plastico potrebbe anche essere una sola e semplice linea di parata con, magari, una stazioncina di transito (per giustificare un minimo di traffico passeggeri) e la zona "industriale" (intercambiabile) per giustificare i traffici merci.

Insomma ... basta pianificare fin dall'inizio ... oppure correggere ed adattare i dettagli che temporalmente stonerebbero sui plastici esistenti.

Quindi
E.656.420 ha scritto:
Tanto varrebbe allora, realizzare diversi plastici per trovar posto a tutti questi modelli.
è un'affermazione coerente solo col falso presupposto che "chi ha tanti modelli ha tanti soldi e tanto spazio per cui non spaccasse i marroni e si costruisse altrettanti plastici".

Per fortuna esiste anche la fantasia e l'intelligenza (che implica anche la capacità/voglia di documentarsi) per permettere a chi ha poche risorse di realizzare qualcosa di utile e piacevole per far circolare i propri (pochi) modelli anche se ambientati in epoche diverse.

In ogni caso non credo ci sia bisogno di sottolineare quanto divertimento e impegno ci possa essere nel documentarsi, concepire e realizzare un insediamento industriale. E questo può essere ripetuto all'infinito in funzione del proprio tempo libero e delle disponibilità economiche.


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 Oggetto del messaggio: Re: Plastici e insediamenti industriali
MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2018, 15:25 
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Nome: Mauro
Iscritto il: lunedì 18 giugno 2018, 15:56
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Insomma…. Alcune cose condivisibili, altre meno, ma fa parte del personale gusto, certo.
Più che agli elementi di contorno, centrano anche loro, mi riferivo agli impianti stessi, fabbricati ed apparati di stazione. Converrai che non si possa spaziare dall’epoca II DR alla VI FS, nello stesso plastico. Puoi prevedere diverse tipologie di ambientazione per lo scarico industriale, certo, ma se poi li inserisci nel “contesto” plastico, devono “combinare”, altrimenti che assortimento bislacco otterresti?

Verissimo che la cosa migliore è pianificare tutto fin dall’inizio e l’intelligenza nel documentarsi, la dovrebbe far da padrona. Io sostengo, ma non pretendo di imporlo ad altri, che questa intelligenza nel documentarsi, andrebbe fatta a monte, è ciò eviterebbe di accatastare un’accozzaglia di modelli che poi si cerca, senza possibilità di riuscita, di mettere insieme. Qui scatta allora la fantasia…

Per questo, personalmente, non disprezzo, la tua soluzione di prevedere, nel caso di raccordi industriali, più versioni, ma le stesse, inserite in un plastico, dovranno rispettare l’epoca del medesimo. Per farla breve, personalmente, darei voto zero ad un plastico con stazione in epoca IVa, dove girano qualche vaporiera e carri in epoca II, e nei vicini raccordi industriali (siano essi intercambiabili o meno) un corposo gruppo di carri Wascosa in epoca VI. Il tutto, solo perché ci si è riempiti di “un po’ di tutto”.

Mio punto di vista, ovvio.


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 Oggetto del messaggio: Re: Plastici e insediamenti industriali
MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2018, 15:44 
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Iscritto il: venerdì 20 gennaio 2006, 10:59
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E.656.420 ha scritto:
Per questo, personalmente, non disprezzo, la tua soluzione di prevedere, nel caso di raccordi industriali, più versioni, ma le stesse, inserite in un plastico, dovranno rispettare l’epoca del medesimo. Per farla breve, personalmente, darei voto zero ad un plastico con stazione in epoca IVa, dove girano qualche vaporiera e carri in epoca II, e nei vicini raccordi industriali (siano essi intercambiabili o meno) un corposo gruppo di carri Wascosa in epoca VI. Il tutto, solo perché ci si è riempiti di “un po’ di tutto”.


Ma non ti sembra che stiamo dicendo le stesse cose ... o forse in precedenza non mi sono espresso bene?

Hai aggiunto la variante delle molteplici amministrazioni e qui è chiaro che è il plastico che denota l'ambito … le industrie invece sono più o meno uguali (hanno le stesse esigenze) a parità di periodo storico indipendentemente dalla nazione.

Ovviamente gli "sconfinamenti" temporali o amministrativi sono invisi anche a me ... ma rientrano nei momenti ludico/onanistici di chi ha una collezione di modelli eterogenea (… tanto si chiuderà a chiave in camera prima di far girare una big-boy su un plastico ambientato nella foresta nera ...). Ma gli vorresti negare anche questi brevi attimi di felicità???

Mi pare ovvio che non possa esistere impianto compatibile con tutte le amministrazioni ferroviarie e le epoche ma se ne possono allargare di molto le possibilità di utilizzo evitando di tipizzarlo troppo.

E' la collezione che si adatta al plastico o il plastico che viene progettato in funzione della collezione? Domanda inutile perche sono due ambiti complementari e sempre in divenire .... potenzialmente tendenti ad armonizzarsi nel tempo (o comunque a trovare una qualche forma di equilibrio).


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 Oggetto del messaggio: Re: Plastici e insediamenti industriali
MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2018, 16:14 
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Nome: Mauro
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Messaggi: 749
Probabilmente allora non ci si eravamo intesi prima.

Zampa di Lepre ha scritto:
Ma gli vorresti negare anche questi brevi attimi di felicità???
Ma ti pare? e perchè mai?

Zampa di Lepre ha scritto:
Mi pare ovvio che non possa esistere impianto compatibile con tutte le amministrazioni ferroviarie e le epoche ma se ne possono allargare di molto le possibilità di utilizzo evitando di tipizzarlo troppo.
La mia forbice, dell'allargare, probabilmente è più stretta e preferisco tipizzare, ma come già scritto, son gusti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Plastici e insediamenti industriali
MessaggioInviato: venerdì 3 agosto 2018, 16:54 
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Iscritto il: mercoledì 16 marzo 2011, 15:12
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A me pare che alcuni limiti siano invalicabili, al li là della diversa propensione individuale rispetto alla coerenza storica e geografica dei pezzi (rotabili, fabbricati, autoveicoli). Se ad es. l'amico Corsaroromano ci propone, come ha fatto, l'ipotesi di uno scalo intermodale (ROLA e/o containers/casse) beh, io lì vedo poco spazio alle licenze giocose: ci vuole un bel piazzale piatto come una tavola da biliardo, con rampe di carico ed un discreto parco di autoarticolati, o una bella pigna di 40 piedi e gru per la movimentazione. Epoca V e VI. Una cosa così in epoca I-II-III non è minimamente concepibile, pur ammesso di volerla rappresentare con un insieme di pezzi coerenti col periodo e il contesto geografico. Al momento vedo poche possibilità di addivenire ad una progressiva armonizzazione. Un'ipotesi un po' diversa è da quella di immaginare il raccordo che, con la sua fabbrica ha nel corso del tempo subìto degli adattamenti, ad esempio connessi all'ampliamento delle strutture, o ad evoluzioni nel sistema logistico e di trasporto.
In generale mi sento di osservare che modellisticamente parlando è forse più agevole rappresentare un raccordo nelle epoche più remote, fino alla III, nelle quali il trasporto su gomma non era predominante come oggi, e la ferrovia poteva servire anche per volumi di movimentazione assai ridotti, e quindi era consueta a differenza di oggi la costruzione di fasci di binari minimi, al limite singoli.


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