Ritorniamo in scala accazero... Nel "catalogo" delle stazioni delle ferrovie provinciali modenesi manca un'ultima stazione capolinea:
MIRANDOLA "CITTA'"
La stazione di Mirandola, era più frequentemente indicata con Mirandola Città per distinguerla da quella FS posta a qualche km dal paese (strana inversione id tendenza rispetto alla norma delle provinciali modenesi, dove tutte le stazioni erano irrimediabilmente, per scelta progettuale, lontane dai paesi!), tanto che per raggiungerla fu costruita una tramvia a cavalli... Ha una storia piuttosto intricata: originariamente all'apertura della linea (a SR), fu costruita in tutt'altra posizione del paese (dove sorge(va) l'ITIS Galilei ed a fianco degli ex stabilimenti del carrozziere Barbi (quello che carrozzava i bus)). Nel frattempo si iniziarono i progetti per una ferrovia Mirandola-Rolo-Novellara, a scartamento ordinario, sotto la gestione di un'altra società: la linea sarebbe dovuta originare a fianco della stazione FS, toccare il centro abitato con una stazione sede di deposito, e poi dirigersi alla volta di San Possidonio e Concordia; era previsto il collegamento dalla stazione ex FSMMF-SEFTA. Negli anni'30, all'atto della trasformazione ed elettrificazione delle linee sociali, la linea verso il reggiano era in costruzione, e si prevedeva di "affibbiarla" alla SEFTA (non è che la società fosse poi così convinta...): si pensò così di unificare le stazioni, chiudendo quella del 1883 ed allargando quella prevista per la nuova linea (installandovi anche la SSE, prima prevista a Cavezzo). Nel frattempo, traversie varie ed eventuali e la concorrenza dei trasporti automobilistici, fecero fermare i lavori sulla Mirandola-Rolo (non fu mai posato l'armamento). La stazione SEFTA cambiò quindi posizione (era anche più comoda al centro... Non che dall'altra stazione si fosse scomodi, anzi) ma, seppur predisposta, non divenne mai passante. Pochi anni dopo l'inaugurazione, fu messo in servizio un importante raccordo a servizio dello zuccherificio, posto rasente alla sede del binario diretto verso la stazione FS. Qui vi faceva servizio, non essendo elettrificato, una locomotiva a vapore ex SAO, ex FS (gr. 817.01 e 817.02), SEFTA n °1-2: presumibilmente era assegnata la 2-Fabrizi; la locomotiva fu venduta nel 1962-63 all'IMA di Genova, per poi tornare nel 1969 nel parco FS (40 anni dopo la sua prima radiazione!), rinumerata 830.005, accantonata e quindi demolita presso Novi San Bovo nei primi anni settanta. si presume quindi che, negli ultimi anni di servizio della linea, sul raccordo facesse servizio un locomotore di proprietà dello zuccherificio.
L'impianto è stato riprodotto nella sua interezza ed in perfetta scala 1:87 (mi sono divertito a riprodurre anche tutti i fabbricati presenti più o meno nell'anno 1954): è piuttosto voluminoso, ma può essere agevolmente ridotto per un'installazione casalinga (la stazione in sé è molto corta); anche lo scalo è interessante e può essere riprodotto anche separatamente, così come la stazione. Le manovre sono molto interessanti: il fabbricato che il raccordo è costretto ad aggirare, subito dopo il PL, dovrebbe essere (è stata demolita da anni, non so se è quella!) una fonderia, si può presumere che qualche carro fosse destinato a lei; si servivano dello scalo merci di stazione il salumificio Montorsi, oltre alle varie aziende della zona ed i vari agricoltori per spedire i raccolti. La rimessa locomotive, doppia, integrava anche il dormitorio per il personale dei treni che partivano il primo mattino; a fianco delle rimesse il secondo binario si prolungava in un'asta di manovra, che originariamente doveva proseguire oltre: a testimonianza di ciò è ancora presente il casello a guardia del PL; dall'altro lato, la linea da Modena entrava in primo binario e, dopo una doppia comunicazione con quello che doveva essere il tratto verso la stazione FS, dava origine allo scalo merci ed al terzo binario, cui erano collegati i binari per la RL. Il FV e gli altri fabbricati erano di tipo FS classico, tranne la SSE, posta di fronte al FV e di disegno uguale a quello della omologa in stazione a Modena. La linea in uscita dalla stazione, percorreva un paio di centinaia di metri affiancando il raccordo, si staccava da questo sul PL, dove virava con una curva di 300 metri di raggio in direzione Modena, mentre il raccordo, compiendo una S (scansando la sede del binario verso la stazione FS) dava origine al raccordo merci: un raddoppio a losanga per la presa-consegna, o per la sosta dei carri, un binario tronco passante dietro agli stabili (forse vi erano i magazzini?), un tronco più breve, ed un raddoppio di fronte al fabbricato principale sul piazzale di scarico delle barbabietole.
Il traffico passeggeri, alla chiusura della linea nel 1964 era composto da 12 coppie di treni, solitamente formati da elettromotrice e carrozza a carrelli mista (non escludo che in ora di punta la composizione fosse più corposa, così come che in ora di "morbida" fosse presente la sola elettromotrice) che facevano la spola con Cavezzo ove la carrozza era agganciata o sganciata ai treni per e da Modena. Ovviamente era necessario ogni volta fare manovra di inversione del senso di marcia, ponendo la motrice in testa al treno.
Nel prossimo post images & more.
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