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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 12 gennaio 2017, 8:40 
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Iscritto il: venerdì 25 novembre 2011, 19:13
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Aaaah adesso è tutto più chiaro caro Dott. Ing. Prof.!

Ciao
Antonio


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 12 gennaio 2017, 10:37 
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Iscritto il: mercoledì 7 giugno 2006, 20:50
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Ok Nicola, ma forse Alex voleva sapere qualcosa di più concreto. Non credo volesse nozioni di protocolli di comunicazione, porte seriali ecc.
Credo volesse sapere cosa comprare, cosa installarci sopra e come collegare i vari pezzi per poter far funzionare rocrail.
Qualcosa tipo compri raspberry, lo colleghi al Pc e ci installi rocrail, poi colleghi questa scheda con questo cavo e questo cavi ai binari. Poi accendi e giochi.

A.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 12 gennaio 2017, 15:45 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Chiedo scusa per l'incomprensione! :oops:

Allora, alla luce di quanto mi dice AndreaM, il listino della spesa è il seguente:
n.1 Pi-SPROG System (£120.00 sul sito del produttore: link)

Il kit comprende il sistema Pi-SPROG già assemblato e testato, ovvero: una Raspberry Pi 3 model B, un Pi-SPROG One, la scheda SD con il sistema operativo ed il software JMRI già installati e gli alimentatori per R-Pi e Pi-SPROG. La guida all'uso è disponibile presso questo indirizzo: link.

Per non dover utilizzare un pc estreno -traduco dal manuale- è necessario collegare anche un monitor HDMI, una tastiera ed un mouse usb. Una volta avviato il sistema è possibile far partire l'interfaccia grafica lanciando il comando 'startx', ma è anche possibile lanciare il comando 'raspi-config' per abilitare automaticamente l'interfaccia grafica.

Circa la connessione al tracciato, una volta collegato l'alimentatore dell'R-Pi e di SPROG ai morsetti (+V, 0V) è sufficiente collegare il tracciato ai morsetti (Trk A, Trk B). Il sistema di avvia già in modalità "Centrale DCC", quindi è pronto per essere usato.

Spero così sia più chiaro.

Saluti,
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 12 gennaio 2017, 16:25 
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Iscritto il: mercoledì 7 giugno 2006, 20:50
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Località: Varese
Chiarissimo.

A.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 12 gennaio 2017, 22:26 
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Iscritto il: mercoledì 19 aprile 2006, 23:10
Messaggi: 534
Località: C.mare
Nicola.Testoni ha scritto:
Ovviamente non può fare tutto da sola: per questo ho realizzato una scheda figlia -un hat in gergo- battezzata per l'occasione rBooster per generare il segnale DCC, per il tracciato ed il bus loconet, e contemporaneamente derivare l'alimentazione stabilizzata della Raspberry senza dover ricorrere ad un secondo alimentatore. Il grosso chip che vedere sul fondo è lo stesso chip che ho utilizzato per la vecchia interfaccia DCC: può gestire fino a 55W, decisamente sufficienti per un impianto piccolo come Caprazzino


Nicola, come interfacci Raspberry con il bus loconet?

Col PC tradizionale io uso un cavo convertitore usb/rs232 e l'interfaccia loconet di dccworld, usando Raspberry non so se il convertitore viene riconosciuto...


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 12 gennaio 2017, 22:38 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 21:37
Messaggi: 1908
Località: Faenza
Nicola,

a 59 anni mi fai risvegliare la mai sopita voglia di andare all' università !
Io a Cesena ho fatto l' ITI elettronica e telecomunicazioni, diplomato nel lontano 1976 (ALe880, E326, E428, E636, E646 e la Gr740 che portava ghiaia a Forlì ...), e dalle tue descrizioni vedo che insegnate cose assai interessanti.

Interessante la ricetta Raspberry.
Io, per ora, non l' affronto, sia per mancanza di tempo, sia perchè mi spaventa un po' il mondo Linux, ove mi par che ci sia un entry level abbastanza elevato.
Che sia, cioè, necessario sapere come risolvere piccoli problemi che, però, sono in grado di bloccare l' evoluzione di un progetto.
E' così ?


Stefano Minghetti


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 17 gennaio 2017, 22:39 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
Messaggi: 211
Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum e grazie dei commenti positivi!

Questa sera niente novità: ho giusto portato avanti la posa del binario sul terzo binario e messo in posizione definitiva i deviatoi fatti finora.
Ne approfitto per rispondere alle vostre domande.

@antogar: Per interfacciare R-Pi a Loconet penso di usare il LocoBuffer USB di Hans De Loof. L'interfaccia USB basa sul microcontrollore PIC18F2455: ho controllato e risulta compatibile anche con Linux (link1). Ne ho già montato uno e funziona proprio bene. Costa una quarantina di Euro ed un poco di pazienza per le saldature, ma montarlo non richiede particolari conoscenze tecniche. (link2)

@ste.klausen21: Bel periodo quello! I miei ricordi da bambino (sono un '80) risalgono alla Porrettana di quegli anni: E424, Ale790, Ale880, E626 e pure una E656 in testa ad un merci per da Casalecchio per Monaco di Baviera, probabilmente carico di ciliege da Vignola. Bei tempi quelli, quanto c'era ancora un bel traffico merci anche in stazioni come quella! Circa il tornare all'università, sappi che oggi abbiamo verbalizzato l'esame di un "ragazzo" decisamente attorno ai 50: non è mai tardi se si ha passione! Quanto a Linux, le cose negli anni sono andate semplificandosi parecchio ed in giro si trovano un buon numero di guide su come e cosa fare. Normalmente installare ed usare un sistema Linux oggi non è molto diverso da installare ed usare un sistema Microsoft se scegli una distribuzione come Ubunto: certo, se ci sono esigenze specifiche, il discorso è diverso.

Buona serata!
Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 18 gennaio 2017, 6:40 
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Iscritto il: mercoledì 19 aprile 2006, 23:10
Messaggi: 534
Località: C.mare
È un ottimo prodotto il locobuffer, molto diffuso. Sarà molto interessante vederlo con la RasPi (ne ho comprata una... :mrgreen: voglio vedere come funziona con l'analoga interfaccia di dccworld)

Nicola, altra curiosità: la scheda booster che si vede in foto come hat della rasPi, è un tuo progetto ?
Avendo visto il collettore loconet, ho pensato che avessi realizzato tu l'interfaccia loconet senza usare il locobuffer

Ciao! :)


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: mercoledì 18 gennaio 2017, 8:21 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Sì, è un mio progetto: il connettore Loconet mi serve solo per portare sul quel bus alimentazione -se necessaria- e la copia del segnale DCC (altresì detto railsync) per connettere altri booster.

Tempo fa avevo anche pensato di realizzare un'interfaccia che facesse entrambe le cose, ovvero generare sia il segnale DCC che il segnale Loconet, da connettere al PC tramite un solo cavo USB. Ho fatto qualche esperimento con un chip FTDI che implementa due seriali virtuali su una sola porta USB ed i risultati parevano soddisfacenti. Purtroppo però non son riuscito a trovare una versione aggiornata dello standard di trasmissione -l'unico disponibile data 16/10/1997-, quindi ho preferito optare per questa soluzione.

Saluti!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 19 gennaio 2017, 16:22 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 17:29
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Località: Torino
Nicola.Testoni ha scritto:
. E' quindi possibile di usare la seriale per inviare all'rBooster i byte che formano il pacchetto DCC secondo il classico protocollo UART: il booster si occuperà di generare il segnale DCC rispettando temporizzazioni e tensioni descritte dalle norme NMRA. Penso inoltre di usare anche il GPIO per inviare i segnali di avviamento e programmazione e ricevere i feedback di corto circuito in atto e acknowledgement a seguito della programmazione del decoder. Inoltre, poiché il microcontrollore me lo permette, penso di usare anche il canale di ricezione della seriale per ricevere dal booster un feedback periodico circa il consumo di corrente.

Attenzione, il DCC generato tramite UART è pesantemente problematico, non genera tutte le combinazione e gli 0 allungati sono molto poco graditi da alcuni decoder; uno su tutti alcuni decoder ESU.
Va bene per fare test etc..ma non la userei mai come soluzione definitiva.


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: giovedì 19 gennaio 2017, 17:19 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Sì Buddace, dici proprio giusto! :mrgreen:
Proprio per questo il segnale DCC viene generato dal PIC, come hai citato: la seriale deve solo trasmettere i byte che costiuiscono il pacchetto da inviare.

Ovvero, se devo inviare il pacchetto IDLE -cioè voglio dire ai decoder di continuare a fare quello che stanno facendo- devo inviare questa sequenza di bit (link): 111111111111 0 11111111 0 00000000 0 11111111 1

I primi 12 costituisco il preambolo, poi c'è uno 0 che indica inizio del pacchetto. Segue il byte dell'indirizzo, un altro 0, poi il byte dell'istruzione, un altro 0, infine il byte di controllo errore e chiudo con un 1 per segnalare fine del pacchetto. Per fare in modo che il PIC generi questa sequenza con i tempi giusti, con la seriale mi faccio mandare questi quattro byte: 03 FF 00 FF, rispettivamente numero di byte del pacchetto DCC, indirizzo, istruzione e controllo in base 16.

Stessa cosa per tutti gli altri pacchetti.

Nicola


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 31 gennaio 2017, 22:30 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

In queste settimane mi sono dato da fare per compleatare il lavoro sul terzo binario, ora finalmente dotato di tutte le rotaie e le giunzioni e non soltanto dei deviatoi. Nella foto qui sotto potete vedere una vista di infilata dal lato della radice destra, quella lato Urbino/Frontino, dove sono ben visibili le tre diverse traversinature: quella in CAP a sinistra, quella in legno al centro, e la vecchia RA36 a destra. Avendone la possibilità, ho preferito evitare totalmente giunzioni onde evitare poco realistiche cuspidi nei tratti in curva, ovvero praticamente ovunque.

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Ho anche iniziato il lavoro sul deviatoio in CAP in curva che vedere sostituito dalla sua sagoma in carta. A differenza dei deviatoi realizzati finora, dove ho impiegato gli attacchi in rame, per tutti i deviatoi del primo e del secondo binario ho deciso di utilizzare gli attacchi in microfusione di ottone, sempre di Weinert, che avevo già utilizzato in passato per la realizzazione del deviatoio di prova. Devo ammettere che dopo essere uscito dall'avventura della realizzazione del doppio inglese, tornare a lavorare su un deviatoio semplice pare veramente una passeggiata!

ImmagineImmagine

Qui sopra potete vedere la traversinatura del nuovo deviatoio, prima e dopo il taglio delle piazzole per gli attacchi. Come per il doppio inglese, ho optato per il taglio al Dremel invece che con il vecchio sistema a carta vetrata. Devo dire che anche in questo caso la maggiore precisione e flessibilità mi ha convinto che questa sia la strada giusta. Non ho ancora sperimentato invece l'incisione chimica del rame, ma mi riprometto di farlo presto dopo i preziosi suggerimenti ricevuti qui sul forum.

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Differentemente rispetto alla precedente realizzazione di deviatoio in CAP questa volta ho deciso di prestagnare tutte le piazzole, un po' come si fa per i circuiti stampati a montaggio superficiale. Il vantaggio che ho osservato sta nel fatto che la saldatura tra attacco e piazzola è decisamente più rapida che non aggiungendo lo stagno solo in un secondo momento. Altra modifica rispetto al procedimento solito, questa volta ho posizionato gli attacchi prima di procedere alla sagomatura delle rotaie. Ho optato per questa soluzione perché mi sono accorto che nella zona in cui il contrago viene sagomato per ospitare l'ago c'è il rischio che si venga a creare una zona con raggio diverso rispetto al resto del deviatoio, una sorta di cuspide che trovo antiestetica e che con gli attacchi in rame ho dovuto correggere a mano un poco alla volta.

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Qui sopra potete vedere una vista ravvicinata degli attacchi in prossimità del punto di giunzione elastica del telaio degli aghi. Per semplicità di esecuzione ho saldato per primi gli attacchi normali, avendo cura di lasciare libera di muoversi la rotaia per poterla rimuovere in un secondo tempo per effettuare la sagomatura. Ho poi provveduto a saldare in posizione gli attacchi speciali, aiutandomi con un coltellino da modellismo per sollevare la rotaia dalle traverse quel tanto che basta da infilare l'attacco, come potete vedere nella foto qui sotto, che inquadra la zona delle controrotaie del cuore.

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Dovrò ritornare presto su questa zona per inserire gli attacchi per rotaia e contro rotaia.

A presto!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 7 febbraio 2017, 21:19 
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Buona serata agli amici del forum!

Complice anche una bella influenza che mi ha costretto a casa un paio di giorni della settimana scorsa, sono riuscito a terminare il lavoro sul nuovo deviatoio in CAP ed a portare avanti il lavoro sulla radice destra della stazione di Caprazzino.

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Dopo aver sfilato le rotaie usate per posizionare gli attacchi sulle traverse, ho iniziato il lavoro sul cuore, utilizzando come al solito le mie dime. Questa volta, per diffondere meglio lo stagno tra le due metà che compongono il cuore, ho fatto uso di una saldatore a gas, con grande soddisfazione. E' stato necessario fare un poco di attenzione per non carbonizzare la base della dima, ma il rame delle basette in FR4 ha decisamente aiutato a disperdere il calore in eccesso. Per quanto riguarda le controrotaie del cuore, le ho realizzate separatamente come al solito, avendo cura di saldarle in posizione utilizzando due attacchi normali alle estremità. Unica accortezza, necessaria per evitare sobbalzi, è quella di posizionare la parte dell'attacco senza la riproduzione del bullone d'attacco dal lato interno della rotaia, ovvero quella percorsa dal bordino, come potete vedere dalla foto qui sotto.

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Per riuscirci in tutti i punti e mantenere un buon ancoraggio delle rotaie alle traverse, ho usato un semplice trucco. La zona del cuore è composta da 6 traverse: per la prima da sinistra ho tagliato due attacchi normali ed ho usato solo la parte senza bullone. Per la seconda traversa, altri due attacchi tagliati: la parte senza bullone blocca il cuore, mentre la parte con bullone blocca la controrotaia. Per mantenere allineate le rotaie ho rimosso con il Dremel la riproduzione dei bulloni di attacco della piastra. Terza traversa: due attacchi normali interi, posizionati lungo la controrotaia, con la parte senza bulloni dal lato della punta del cuore. Quarta e quinta traversa, due attacchi speciali ciascuna, tagliati a misura. Sesta ed ultima traversa, due attacchi normali senza alcuna lavorazione.

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Qui sopra potete vedere i due lati del deviatoio finito, a meno del tirante degli aghi. Sono piuttosto soddisfatto, anche prima della colorazione. Per evitare cavallotti, questa volta ho provveduto a saldare in alcuni punti le rotaie agli attacchi: risulta utile anche per irrobustire la struttura. Per i restanti attacchi al solito ho usato la colla 21.

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Per quanto riguarda i tiranti degli aghi, ho cercato di perfezionare il sistema a quattro tiranti. Non mi piaceva infatti che vicino al punto di ancoraggio vi fosse uno scavallamento: oltre ad essere antiestetico, andava a cozzare contro la riproduzione della cassa di manovra. Per risolvere questo problema ho utilizzato una barretta di FR4 ramato da entrambi i lati: due dei tiranti li ho saldati sopra, gli altri due invece li ho saldati sotto, avendo cura di sagomare in modo opportuno i fili in rame per far sì che tutti e quattro si trovino allo stesso livello. Il risultato pare soddisfacente.

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Qui sopra infine potete vedere l'attuale stato dei lavori alla radice destra: ancora pochi centimetri di rotaia separano il deviatoio in cap dal doppio inglese!

A presto!


Ultima modifica di Nicola.Testoni il martedì 7 marzo 2017, 22:02, modificato 1 volta in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 7 marzo 2017, 22:01 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Buona serata agli amici del forum!
La famosa influenza che un mese fa mi aveva dato una mano a portare avanti i lavori sul plastico mi ha perseguitato fino a fine mese, ripresentandosi puntualmente ogni weekend, con grande "gioia" del sottoscritto. Questa volta però invece che aiutare ha messo un bel freno al lavoro: in tutto questo tempo purtroppo sono riuscito a produrre ed installare solo un altro deviatoio, che potete vedere qui sotto nella sua posizione definitiva.

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Unica difficoltà questa volta è stata la vicinanza con la giunzione dei tasselli/moduli. Normalmente prima delle punte degli aghi prevedo sempre un paio di traverse, utili sia per dare robustezza alla struttura, sia per tenere sotto controllo lo scartamento ed il parallelismo tra le rotaie. Avendo già posizionato le traverse della giunzione, avrei dovuto optare per una sola traversa prima degli aghi: per non indebolire la struttura del deviatoio, ho scelto di mantenere più lunghe del necessario le rotaie prima degli aghi. Al termine del lavoro sul deviatoio ho sagomato entrambe le rotaie con la levigatrice a disco poi ho saldato tutto l'insieme alle traverse già installate.

E questo purtroppo è tutto quanto per ora. Ci vediamo sabato 11 a Verona con chi verrà al Model Expo Italy!


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 Oggetto del messaggio: Re: PLASTICO: Il plastico di Caprazzino
MessaggioInviato: martedì 14 marzo 2017, 21:03 
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Iscritto il: venerdì 22 settembre 2006, 18:39
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Località: Casalecchio di Reno (Bo)
Buona serata agli amici del forum!

I test della nuova centrale di controllo proseguono bene: il circuito di generazione del segnale DCC comincia ad avere una programmazione più solida ed inizia a trasmettere i primi pacchetti sensati. Quanto al sistema di controllo, non c'è che dire: sono molto soddisfatto dell'acquisto.

Immagine

Prima di tutto per le dimensioni: in fin dei conti ho sostituito l'intero cassone con quello che vi posa sopra. Raspberry è così compatta che posso installarla permanentemente dentro al plastico, così qualora lo debba trasportare da qualche parte il tutto sarà autocontenuto. In secondo luogo configurare il sistema è stato veramente facile: le guide presentate sul sito di JMRI (link) e su quello di RocRail (link) sono abbastanza puntuali ed entrambi i sistemi hanno funzionato fin dal primo istante. Come al solito, oltre ai due programmi di controllo, ho installato anche VNC come sistema di visualizzazione da remoto; o meglio, ho solo abilitato VNC, perché questo programma è già preinstallato in Raspbian Jessie, il sistema operativo che ho installato su Raspberry.

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Qui sopra potete vedere i primi passi della configurazione di JMRI: essendo abituato a Rocrail il tutto mi risulta un poco alieno, ma alcune cose mi sono piaciute fin da subito. Una su tutte: non appena ho connesso i LocoIO al bus Loconet il sistema ha subito riconosciuto autonomamente tutti i sensori collegati, che sono risultati immediatamente funzionanti.

Immagine

Qui sopra invece le prime impostazioni di Rocrail: ho dovuto faticare parecchio di più per configurarlo, soprattutto perché non riuscivo a convincerlo a connettersi al LocoBuffer via porta USB. Alla fine, scovata la giusta configurazione anche questo sistema si è messo a funzionare a dovere.

Il prossimo passo sarà connettere entrambi i programmi alla scheda di generazione del segnale DCC per vedere finalmente muoversi qualcosa. Non vedo l'ora!

A presto!


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