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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: martedì 15 ottobre 2019, 11:38 
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Qualcuno ci ha già provato. Anzi...direi che negli anni, di metodi di posa per il ballast ne sono stati provati tanti.
Ma alla fine quasi tutti ritornano al classico sistema:
fissaggio binario con colla, uniforme o puntuale ogni tot traverse, a piacere. O anche con vite e rondella, poi da rimuovere.
posa a secco ballast, già in tinta o anche neutro, a piacere.
modellazione, a secco con pennellini fini
colla + tensioattivo
rifinuture cromatiche o di colore e invecchiamento

anche io sono un anticonformisita e parecchio "bastian cuntrari"...ma io seguirei la massa. :wink: :D
In ogni caso facci sapere come procede il tuo metodo. ;-)


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: giovedì 17 ottobre 2019, 9:21 
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Buongiorno Giacomo
Penso che gli aspetti della riproduzione della massicciata siano sostanzialmente due.
Il primo è quello estetico. Per questo, come dici tu, basta seguire la massa, preferibilmente i più bravi. Siccome siamo nel campo del bello, ad ogni buon conto, quello che sono riuscito ad ottenere lo si vede nelle foto postate, comprese quelle degli errori commessi, e non tocca ovviamente a me esprimere un voto sul mio lavoro.
Ma c’è un altro aspetto, in genere trascurato, che mi ha impegnato molto: come riprodurre il “suono cupo” del passaggio del treno. Questo si è un cruccio che mi sono messo in testa. Intorno a questo particolare ho speso la maggior parte delle mie energie modellistiche e sono arrivato alla conclusione che il suono cupo, seppur difficilissimo da ottenere, deve essere imprescindibile nei miei lavori.
Dopo innumerevoli errori, ho capito che per ottenere il suono cupo devo togliere quanta più colla possibile:
1) Usare meno pietre possibile e di conseguenza meno colla, perché questa trasmette il rumore
2) Evitare di cospargere colla bagnata su colla secca (non viene assorbita e di conseguenza le pietre galleggiano in fase di fissaggio).
3) Il materiale gommoso (il più fono-assorbente possibile, sto usando gomma da 750 kg/m3) deve essere immediatamente sotto la rotaia e ad essa incollato solo quanto basta.
4) Quindi, questo pacchetto rotaia/gomma dovrà solo appoggiare al piano sottostante, ovvero non essere incollato a sua volta, sempre per la ragione della trasmissione del rumore tramite la colla.
5) Sui fianchi del pacchetto rotaia/gomma, per il momento ho scelto di accostare due profili guida in sughero incollati alla base, sagomati e ricoperti di un minimo strato di pietre solo nella parte a vista (quindi poca colla e facendo attenzione che i due corpi di gomma e di sughero non si leghino direttamente)
6) Le scarpate ai lati della linea ferroviaria potranno essere di qualsiasi materiale, purché a loro volta non ancorate alla parte dinamica.
All’atto pratico, ho capito che l’abbattimento acustico dipende più dalla quantità di colla utilizzata, che dalla qualità dei materiali, che rimane comunque importante.
Hai ragione quando dici che alla fine il metodo migliore è seguire la massa, ma finora non ho trovato nessuno che abbia affrontato e risolto a dovere il problema della riproduzione del suono cupo. Ho voluto provarci io. Magari “la massa” va d’accordo con la colla più di quanto sappia fare io. Chi lo sa! Oppure sono cupo io di mio, ma non credo.


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: giovedì 17 ottobre 2019, 16:51 
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Anche per il suono sono state provate diverse soluzioni.
Quello che causa il rumore è il propagarsi delle onde sonore (ruota-rotaia) attraverso la colla, il sughero e infine la loro amplificazione attraverso il legno. Se poi il tavolo è "scatolare", l'amplificazione è ancora maggiore. Se il binario, un flessibile qualsiasi, lo poggi senza incollarlo su un qualsiati tavolo di legno, otterrai il suono che vuoi tu. Ma appena lo incolli, anche con mille centimetri di sughero sotto o tappetini gommosi, il suono cambia.
Per mia esperienza in acustica posso dirti che il suono cupo sarà dura a ottenerlo senza intervenire "sotto" al piano, o tavolo che sia, ed è anche probabile che cercando e concentrandosi su quell'obbiettivo, si trascurino le buone prassi sulla posa (altri materiali tipo tappetini gommosi che magari nel tempo reagiscono e si deformano, meno colla che magari causerà distacchi, ecc ecc) andando a discapito di un piano di rotolamento lineare e perfetto.

Nel mio plastico in eterno stop, ma che prima o poi terminerò, ho usato sia sughero che tappetino fonoassorbente per pavimenti (si usa nei getti in cls dei massetti). Come dicevo sopra, incollando (vinavil per il sughero e bostik99 per il tappetino) il suono è quello di ogni plastico. Voglio provare, una volta terminato tutta la posa di cavi e impianti, a insonorizzare la parte sottostante del piano o tavolo che sia, con lana di roccia o materiale sintetico fonoassorbente. ;-)
Altra soluzione è il sistema L-Girder, che evita di fare i soliti tavolati "a scatola".


Ultima modifica di Giacomo il venerdì 18 ottobre 2019, 8:38, modificato 2 volte in totale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: giovedì 17 ottobre 2019, 17:20 
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Per favore mi spieghi in cosa consiste il sistema L-Gilder? Non ho trovato riferimenti all'acustica, in rete. Grazie


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: giovedì 17 ottobre 2019, 19:32 
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L-gilder non si riferisce all'acustica, bensì ad un sistema costruttivo per plastici, molto usato negli States che utilizza un telaio aperto sostenuto da due profili ad L (da cui L-gilder).
Se non ricordo male è ben spiegato nel manuale del fermodellista edito dalla Duegi

Un esempio trovato al volo su google: http://modelrailroad-tim.blogspot.com/2012/03/benchwork-basics-level-2.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: giovedì 17 ottobre 2019, 20:30 
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Un bel sistema: il massimo dell'area occupata con il minimo di travi impiegate e nessuna cassa armonica. Basta solo aver cura di realizzare incastri molto robusti.
Nel mio caso si sposa pure molto bene col sistema della vetrinetta, che diventa pista ferroviaria alla quale affiancare diorami di solo paesaggio intercambiabili, elaborati su fogli di polistirolo molto leggero.
Grazie della spiegazione.
Ma allora quando costruisci un plastico è come quando interpreti una parte a teatro: più cose togli e più il pubblico apprezza. Me la devo studiare.


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: giovedì 24 ottobre 2019, 16:23 
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Ho provato in tanti modi, ma finché ci sarà anche una minima quantità di graniglia incollata sulle rotaie la propagazione del rumore sarà ineludibile e dato che la voglio proprio evitare, va da sé che mi tocca accettare il compromesso. Gli esperimenti servono a questo: trovare il miglior compromesso.
A tale scopo torna molto utile la scelta del progetto iniziale di suddividere i vari componenti della linea ferroviaria, ovvero disimpegnare ciò che è blocco rotaia+ballast da ciò che lo circonda, secondo il principio della modularità. Idea nata per trasformare una vetrinetta in un plastico smontabile, ma che mi sta riservando interessanti opportunità.
Quindi avrò la linea con la graniglia incollata (più estetica ma rumorosa, quindi adatta più alla fotografia dei modelli) e in alternativa una senza graniglia incollata (meno estetica ma piacevolmente silenziosa), intercambiabili senza intervenire anche su tutto quello che vi è accostato, paesaggio, edifici e quant’altro.
Vorrà dire che quando farò delle semplici fotografie ai treni potrò concentrarmi sul modellismo e quando li farò viaggiare potrò semplicemente giocare.
Diversamente non c’è una soluzione, inutile affannarsi. Tanto, è solo un ovale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: domenica 3 novembre 2019, 10:38 
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Mi chiedevo: ma se un salame si può tagliare a fette, perché un diorama no?
Il simulacro rappresentato nella foto mi offre l'opportunità di capire le proporzioni della riproduzione a cui sto lavorando,
senza dover attendere di aver finito tutto il lavoro col rischio di rimanere insoddisfatto del risultato.
Infatti, credo si debba prima di tutto impostare le giuste proporzioni per determinare la bellezza di un modello
e solo in seguito occuparsi dei pur necessari singoli dettagli.
Dico questo perché ci deve essere una differenza tra un plastico o diorama che "non smetteresti mai di guardare"
e uno che appena visto già ti annoia. Come quando risulta essere la montagna a adattarsi al percorso delle rotaie
e non viceversa, tanto per fare un esempio classico.
Credo, ma ovviamente è solo una mia opinione,
che la differenza stia proprio nella cura delle proporzioni.
Nella "fetta in oggetto", per esempio, si capisce quale deve essere la forma del fossato, quando si vuole rispettare
la sua profondità in relazione all'angolo di abbrivio della scarpata a lato della linea ferroviaria,
senza compromessi tra realtà e riproduzione. Soltanto dopo possono iniziare i caseggiati; non prima, sennò
o si cambia l'abbrivio (ma non sarebbe veritiero) o si alza il fossato, ma non rispetterebbe quanto pensato inizialmente.
(In questo caso la scarpata ha una inclinazione veritiera di circa 35 gradi sul piano).


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Diorama a fetta di salame.jpg
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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: lunedì 4 novembre 2019, 10:15 
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Località: 'Lisondria...
Modellista ha scritto:
Mi chiedevo: ma se un salame si può tagliare a fette, perché un diorama no?
Il simulacro rappresentato nella foto mi offre l'opportunità di capire le proporzioni della riproduzione a cui sto lavorando,
senza dover attendere di aver finito tutto il lavoro col rischio di rimanere insoddisfatto del risultato.
Infatti, credo si debba prima di tutto impostare le giuste proporzioni per determinare la bellezza di un modello
e solo in seguito occuparsi dei pur necessari singoli dettagli.
Dico questo perché ci deve essere una differenza tra un plastico o diorama che "non smetteresti mai di guardare"
e uno che appena visto già ti annoia. Come quando risulta essere la montagna a adattarsi al percorso delle rotaie
e non viceversa, tanto per fare un esempio classico.
Credo, ma ovviamente è solo una mia opinione,
che la differenza stia proprio nella cura delle proporzioni.
Nella "fetta in oggetto", per esempio, si capisce quale deve essere la forma del fossato, quando si vuole rispettare
la sua profondità in relazione all'angolo di abbrivio della scarpata a lato della linea ferroviaria,
senza compromessi tra realtà e riproduzione. Soltanto dopo possono iniziare i caseggiati; non prima, sennò
o si cambia l'abbrivio (ma non sarebbe veritiero) o si alza il fossato, ma non rispetterebbe quanto pensato inizialmente.
(In questo caso la scarpata ha una inclinazione veritiera di circa 35 gradi sul piano).



Mio parere...ti stai complicando la vita.
I tuoi modelli di "sezione" vanno benissimo, ma secondo me non per un plastico ludico. Sembrano più realizzazioni/modelli da studio di ingegneria o architettura. Sezioni di quel tipo servono per la progettazione di strade/ferrovie, per capire e quantificare gli scavi, riporti e rinterri, materiali. In termini spiccioli, quote e quantità di materiale da muovere, mediante calcoli anche trigonometrici di aree, volumi, poligonali. Ma si fanno principalmente su carta...
Sinceramente in un plastico casalingo non ne vedo l'utilità, se non per propria passione ingegneristica; ad esempio a me sarebbe servito per la tesina dell'esame di maturità (progettazione di una strada in collina). :D

Ultima osservazione: l'angolo di abbrivio non so dove lo hai inventato... L'abbrivio riguarda l'inerzia delle imbarcazioni....
Il termine corretto indicante la pendenza naturale dei terreni, è "angolo di natural declivio" :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: lunedì 4 novembre 2019, 11:33 
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Ciao Giacomo
Oggi mi hai insegnato una cosa che non sapevo. "Angolo di natural declivio" suona pure bene, prendo nota, grazie ingegnere. :D
Preciso che la sezione in foto non è riferibile a un plastico ludico, ma a un diorama fotografico da costruire che possa eventualmente fungere da rettilineo di un semplice ovale, se deciderò di fare delle riprese del passaggio dei treni. In questa situazione non devo sottostare ai compromessi che immancabilmente impone un plastico, che per quanto grande sia sempre un otto volante potrebbe sembrare, a meno che non si sia così bravi a gestire le montagne e le gallerie. Per me il modellismo è la riproduzione fedele della realtà con il minimo dei compromessi. L'importante è "muovere le mani", che sia un ponte, un edificio, una scarpata, un invecchiamento di rotabile, un telaio in legno... Fare! (Mi rilassa e diverte più che vedere i trenini girare)


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: venerdì 8 novembre 2019, 19:00 
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Polvere di lavorazione del sughero setacciata granulometria 0,5 mm circa.
Interessante.


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: giovedì 5 dicembre 2019, 16:15 
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I binari flessibili sono una bella invenzione, perché permettono di riprodurre curve di ampio raggio, pure raccordate e paraboliche. Ma quanti di noi sanno determinare il raggio della curva appena riprodotta, senza ricorrere a improbabili compassi?
Esiste una formula adatta al caso, quindi basta conoscere la freccia e la corda. Se riprodurrò una curva a raggio costante la cui corda sia di due metri e la freccia di 20 centimetri, giusto per fare un esempio, potrò utilizzare la formula per conoscere quale sia il raggio riprodotto, che in questo caso corrisponde a 226 metri della realtà.
Ho inserito in una tabella alcune combinazioni dimensionali.


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: venerdì 13 dicembre 2019, 10:07 
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Modellista ha scritto:
Polvere di lavorazione del sughero setacciata granulometria 0,5 mm circa.
Interessante.


Cosa vuoi riprodurci con la polvere di sughero? Visto così, questo sembra un binario secondario con terra - ghiaietta - erba secca... io sto cercando di realizzare un effetto simile col turf della Woodland Scenics.


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: venerdì 13 dicembre 2019, 10:21 
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Iscritto il: domenica 4 marzo 2018, 23:42
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Località: Granducato di Toscana
Modellista ha scritto:
Caspita! Già è difficile riprodurre a modo una massicciata, vista l'infinita varietà di toni e colori, per non dire geometrie, proporzioni e calibro delle pietre; se poi ci si mettono anche le ferrovie reali a sparigliare le carte, diventa un gioco al massacro!

Comunque mi sto accorgendo di una cosa, pasticciando sul mio plastico in fase di posa-ballast e granaglie varie. In 1/87 anche le parti "fuori ordinanza" della realtà non si possono riprodurre pari pari. Cerco di spiegarmi meglio: nella realtà un'aggiunta di pietrisco di colore diverso, magari anche sulle traversine, viene percepita come normale. In scala la stessa quantità di pietrisco, dello stesso colore, nello stesso punto viene percepito come "disturbo" ed eccessivo. Avevo provato a imballastare di grigio scuro uno scambio (invece che del rossiccio-base del mio ballast) come spesso si vede nella realtà, ma il risultato visivo mi pareva un pugno in un occhio. Aggiungendo un po' di pietrisco grigio al mix classico, invece, la differenza si nota ma non è drammatica e si lascia guardare.
Stesso vale per ciuffi d'erba sui binari, chiazze d'olio, sporcature varie.
Almeno, a gusto mio, se l'eccezione in scala è troppo visibile... disturba, e va ridotta.
Finito il discorso sui massimi sistemi. :mrgreen:


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 Oggetto del messaggio: Re: Domenica 8 luglio 2018: inaugurazione del primo pilone
MessaggioInviato: venerdì 13 dicembre 2019, 11:54 
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Ciao Rodano89
Nella realtà la strada ferrata è composta da ferro (rotaia e bulloneria di fissaggio), cemento (traversina) e pietre (che in relazione al luogo della linea ferroviaria possono essere biancastre, grigie, color porfido, ecc.).
Una volta in esercizio il ferro diventa ruggine e la traversina si scurisce, visibilmente anche in relazione al tempo atmosferico, ovvero se è piovuto o se c'è il sole, ma queste condizioni praticamente non le riproduce nessuno. Quello che secondo me manca nella tua riproduzione è la velatura ruggine opaca su tutto l'insieme, determinata appunto dall'esercizio, cioè dalla polvere di ruggine rilasciata dai ceppi dei freni del treno, che deve essere leggerissima. Per esempio, lo si nota nelle foto in rete, nei tratti di montagna a doppio binario quello in discesa di solito è più arrugginito rispetto a quello percorso in salita, a dimostrazione del rilascio della polvere di ruggine del treno durante le frenate, che in salita invece di solito non avvengono.
Le tue colorazioni originarie non velate di ruggine, rimanendo "forti" tradiscono l'occhio. Ti consiglio, se posso, di stendere su un piccolo tratto una pennellata di marrone chiaro molto, ma molto, diluito e solo poi fare le aggiunte delle pietre con colore originale. Inoltre non hai colorato di ruggine scuro gli attacchi delle rotaie alle traversine.
Ho visto la tua ultima foto e i tre toni di colore (rotaia, traversina e ballast) mi sembrano ancora troppo distinti e forse è questo il motivo della tua, chiamiamola, insoddisfazione.
Inoltre, anche solo a livello di riproduzione delle pietre, quelle che hai usato tu sono ognuna monocolore, mentre ognuna dovrebbe avere più sfaccettature colorate, ottenibili "shakerando" il tutto dentro un contenitore nel quale sia stato aggiunto del colore, per un tempo adeguato a far si che ogni singola pietra si colori solo parzialmente. Il risultato è quello in foto, (purtroppo spazzolando con il dremel per pulire le prime colorazioni che non mi soddisfacevano ho distrutto la piastra interna di aggancio della rotaia).
Insomma dovresti prendere confidenza con le velature, secondo me.


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