Un saluto a tutti.
E’ parecchio che non scrivo ma leggo soltanto e, tutto sommato, non è cambiato molto. La famigerata domanda “chi è fermodellista e chi no” rimane senza risposta perché alla fine ciascuno cerca di portare l’acqua al proprio mulino. Tutti hanno ragione ma anche torto.
Dai, non cominciate a criticare. Cercherò di essere esplicito ma ci vuole un po’ e quindi vi chiedo un pochino di pazienza, di attenzione e, perché no, un pizzico di buona volontà per cercare di capire, cosa questa che non guasta mai.
Proviamo per un momento a pensare che il centro del mondo fermodellistico, hobby meraviglioso, non sono i fermodellisti, i modelli, la ferrovia reale o virtuale, i plastici e i diorami ecc. ma il fermodellismo stesso. E proviamo altresì a pensare che, le succitate cose poc’anzi descritte, altro non siano che pianeti che vi girano intorno. Un po’ come un sistema solare ma, a sua differenza, tutti questi pianeti sono sulla stessa orbita e girano tutte alla stessa velocità. Il tutto rappresenta il Fermodellismo totale.
Tutti questi pianeti vedono il Fermodellismo, centro del sistema, e il Fermodellismo vede ciascun pianeta.
Purtroppo questo sistema non permette ai vari pianeti di riuscire a vedersi o, se si vedono, l’immagine è distorta. Solo chi è riuscito a staccarsi dal proprio piccolo mondo per approdare su un altro vede le cose con più chiarezza degli altri, quelli bloccati sul proprio piccolo pezzo di terra.
Detto così sembra tutto strano ma cercherò di spigarmi meglio.
Se, come ho detto, il centro del sistema è il fermodellismo stesso, vorrà dire che tutt’intorno vi saranno le varie branche di esso. Dal centro partono 360 raggi, uno per grado, che formano tanti settori circolari. Ogni settore è un pezzetto di specializzazione del fermodellismo.
Analizziamo un po’ questi mondi.
• Ci sono i fermodellisti plasticisti, vetrinisti, collezionisti, scatolari, auto costruttori, conta chiodi, i bambini, i neofiti ecc.
• Ci sono i negozianti, i produttori, gli artigiani, i borsisti.
• I plastici, quelli commerciali, quelli ad ovalone, i PaP, a mensola, a listoni, a moduli FIMF o Fremo, quelli FS o stranieri o freelance, quelli enormi e quelli piccini, quelli finiti e quelli lasciati a metà ecc.
• C’è il pianeta dei modelli, nuovi e vecchi, rifatti e ricolorati, quelli di serie e quelli artigianali, economici o carissimi e chi più ne ha più ne metta.
• Ovviamente non possono mancare le riviste di settore e quindi ecco il mondo delle Case editrici.
• E il mondo degli accessori, degli attrezzi, degli strumenti.
Il fermodellista ideale, per antonomasia, il guru, il vate, chiamatelo come volete, è colui che ha potuto visitare tutti questi mondi ed ha una visione globale del fermodellismo nella sua interezza.
Analizziamone l’attività.
• Vede e conosce il mondo dei treni reali, li studia, ne conosce i particolari. E’ un appassionato di ferrovie reali.
• Legge e si documenta e scrive articoli che magari pubblica sulla Sua rivista, sul suo blog, sul suo sito internet. E’ quindi un editore.
• Compra i modelli in commercio. E’ quindi un compratore.
• E siccome i modelli vengono venduti in scatole, è anche uno scatolaro
• E, ovviamente, li ripone nell’armadio. E’ un collezionista.
• Poi per suo gusto personale mette in vetrina i modelli più belli, quelli che meritano di essere messi sotto le luci ed essere mostrati ad amici e parenti. E’ un vetrinista.
• Quelli che non si trovano in commercio se li autocostruisce con le varie tecniche (resina, plasticard, ottone, fusione in zama) realizzando ciò che i produttori non fanno. E’ un produttore artigianale.
• Si costruisce il plastico o diversi plastici per provare le vecchie e le nuove tecnologie (analogico o digitale) con casette, stazioni, alberi, personaggi autocostruiti e ci fa viaggiare i modelli, sulle rotaie costruite da se. E’ quindi anche un plasticista.
Questo, in sostanza, non è il “vero fermodellista” ma è il “fermodellista completo”. Quello a cui tutti vorremmo somigliare. Quello che ha conosciuto tutti quei mondi facenti parte del sistema fermodellismo.
Fermodellista è anche chi fa solo plastici, chi compra i modelli e li mette in vetrina o li lascia nelle scatole, chi sa tutto sui treni reali ma nulla sul mondo in scala, chi scrive e chi legge, chi produce e chi vende. Tutto fa parte dello stesso universo fermodellistico.
Deve però rendersi conto che è solo una piccola parte, un componente e non il centro d’attenzione. Il produttore senza acquirenti non conta nulla. L’acquirente senza produttore idem. I negozianti addirittura sono nel mezzo. Però se non vendono trenini venderanno patate. Per loro è lo stesso. E se non ci fossero le ferrovie reali non esisterebbe nulla. Facciamo tutti insieme parte del sistema. Bello o brutto, caro o economico, ma siamo tutti una parte di esso. E non i protagonisti.
Inutile quindi dire “…i produttori devono farci questo o quel modello…” o “…io faccio il plastico e quindi sono un fermodellista mentre chi compra soltanto modelli non lo è…”. Se non ci fossero i cosiddetti “compratori” i produttori chiuderebbero l’attività. Se tutti fossimo autocostruttori chi avrebbe convenienza a fare i modelli? Le casette? Gli alberi? Le staccionate? Ecc. E se tutti scrivessimo i nostri articoli, che farebbero le case editrici?
In ogni mondo c’è sempre l’aberrazione, l’esasperazione. Il mondo degli utenti finali (ovvero i fermodellisti di ogni genere) ha chiesto in tutti questi anni, ai produttori, di realizzare modelli sempre più realistici, dal funzionamento impeccabile, con ogni minimo particolare, con materiali duraturi, con elettronica sofisticata per portare tutto al massimo realismo. Tutto questo è costato, costa e costerà tanto ancora. Ci sono modelli di Produttori d’0ltralpe che costano migliaia di euro. Però il compratore oggi si lamenta che i modelli costano troppo e adesso vuole anche modelli economici, magari in kit, con gli aggiuntivi già montati perché non riesce o non ha tempo di montarseli o si staccano con l’uso. Però i modelli economici non sono realistici e quindi …. Diventa un circolo vizioso. I modelli portati così al realismo, a volte, non funzionano bene sul plastico perché alla fine si perde il compromesso tra modello e realtà, tra modello statico e dinamico. Di questo passo non saremo mai e poi mai contenti. Allora affiorano fermodellisti che abbandonano. Peccato.
Magari approdano all’aeromodellismo o alle automobili o al navale. Ma la storia non cambia nemmeno là. Gli aeromodelli funzionanti costano l’ira di Dio. Ci sono le scatole di montaggio ma non funzionano, sono statici e te li devi montare pitturare ambientare…. E ci sono i modelli in metallo, quelli già fatti da riporre nele vetrinette dei collezionisti. Idem per le automobili. E le navi. E cosa c’è di diverso da noi? Nulla. E’ esattamente la stessa identica storia. Il telecomando non funziona bene, il motore si ingolfa, il colore non è giusto, le luci non sono realistiche….
Vogliamo decoder che abbiano mille funzioni ma deve costare 4 centesimi.
Si vuole che tutti facciano plastici ma purtroppo si ha a che fare con abitazioni sempre più piccole simili, a volte, ad alveari senza contare il malumore di mogli, mamme, figli piccoli , stipendi ormai insufficienti e tutte le altre cose che vorremmo avere al di fuori del fermodellismo ma che non possiamo o non potremo mai avere.
Tutto questo si traduce in una semplice parola. FRUSTRAZIONE. E alla fine si rischia di discutere troppo, di litigare per un nulla, di perdere la visione globale ed il contesto ambientale e non ci accorgiamo che quello di cui ci stiamo lamentando, tutto sommato, sono solo piccoli dettagli che messi insieme creano un problema. Ci accorgiamo subito, quando abbiamo il mal di testa, ma non facciamo caso, quando stiamo bene. Plastici? Secondo me se ne fanno e tanti ma nessuno lo dice, nessuno lo sa e se lo sa fa finta di niente.
Cinque anni fa è nato il Plastico del Forum. Ci furono critiche aspre e negative ma pochi si ricordano che esiste o fanno finta di niente. E’ nato il Fremo Italia e tutti lo snobbano. Sta nascendo il Fremo compatibile del centro Italia e anche qui sembra che l’interesse manchi. Che sia invidia? Gelosia? Alle manifestazioni i plastici ci sono. Nascono nuove mostre e iniziative in tutt’Italia e nessuno lo sa o non lo vuole dire. Se qualcuno lo dice viene snobbato. Come Plastico del Forum abbiamo ricevuto inviti a nuove manifestazioni da ogni parte d’Italia, inviti purtroppo declinati per mancanza di tempo e soldi. Se fossimo ricchissimi e in pensione potremmo andare ovunque, ma purtroppo abbiamo ancora a che fare con famiglia, lavoro e stipendi ridicoli ma che fortunatamente ci servono ancora per vivere.
Forse, in fondo in fondo, dovremmo smettrla di darci addosso gli uni contro gli altri (mi riferisco ai mondi del fermodellismo) modellisti contro produttori, modellisti contro modellisti, modellisti contro negozianti e viceversa.
Ci si lamenta che i produttori escono con lo stesso modello o modelli già fatti. E’ ovvio, pensateci bene. La chiusura di Lima e Rivarossi, ha riaperto il mercato italiano sulle FS e prima che Hornby potesse riorganizzare l’ex produzione LIMA RIVAROSSI, hanno pensato bene di appropriarsi del mercato trainante di Caimani e Tartarughe da mettere in testa alle GC mai prodotte fino a quel punto, loco che andavano a ruba sui mercatini a prezzi astronomici senza contare la stragrande domanda a ROCO di fare il 656 vista l’alta qualità dei modelli snodati FS da anni in produzione. Probabilmente i progetti di questi modelli erano da anni chiusi nei cassetti. Anzi, mi meraviglio che non abbiano ancora fatto un e424 visto il modello LIMA a cinghietta che non tira una mazza.
ACME non è da meno. Ditta nuova, coraggiosa. Il crollo di Lima Rivarossi ha lasciato un vuoto, una voragine e ci si è buttata dentro. E non dimentichiamoci Vitrain, Araba Fenice riemersa dalle ceneri di Lima.
Credo che questo si chiami libero mercato.
E non sono certo da biasimare i produttori che escono in fretta e furia con novità vista la richiesta del mercato. Purtroppo non sono perfetti in alcuni dettagli, ma almeno si sono visti prezzi più bassi. Altra richiesta del mercato. Il Binato Breda 2/3 anni fa sarebbe costato 300/350€. Ma si sa, la gatta frettolosa fa gattini ciechi.
Qualcuno ci mette mano e li perfeziona, altri meno capaci o timorosi di rovinare il modello, non li toccano. Ma per piacere smettiamola di dire “…non li compro così imparano e chiudono…” perché è come dire “…me lo taglio per far dispetto alla mia donna…”. La Fine di Lima Rivarossi dovrebbe insegnare. Quando fu data notizia erano tutti in lacrime e oggi ci si comporta coi produttori esattamente come allora. Oggi Hornby ha preso la produzione Lima Rivarossi e l’ha riveduta e corretta facendo modelli completi di aggiuntivi già montati in fabbrica, non perfetti nei dettagli e con errori grossolani. Ma sul plastico sono veri gioielli perfettamente funzionanti e a prezzi nettamente al ribasso. Ho la 402a da marzo 2006. Non gli ho mai pulito le ruote e non si sporcano. Che abbiano scoperto come risolvere uno dei più grossi problemi dei plasticisti? Chi lo sa. Onore comunque ad un produttore che ha avuto il coraggio di affrontare una sfida tanto impegnativa sfidando tutti gli altri produttori già ben affermati sul mercato europeo.
Notizia di ieri. ROCO passa di mano. Vuol dire che c’è qualcuno che ha ancora interesse per il fermodellismo o, per lo meno, ha una visione positiva del mercato tanto da impegnare una montagna di denaro. Una speranza in più di continuare ad avere i nostri amati modelli e magari a prezzi ancora più contenuti. Se poi i produttori aprissero uffici commerciali in Italia (Hornby insegna) anziché appoggiarsi agli importatori (che non hanno più motivo di esistere visto l’abbattimento delle frontiere) forse avrebbero più risultati sulle vendite in Italia.
Ricordiamoci che un produttore fa modelli per il proprio guadagno e non per hobby e non è al servizio di nessuno. Deve pagare operai, fornitori, tasse e coprire i costi di produzione. Ciò che mette sul mercato deve essere assolutamente venduto e non credo possa permettersi il lusso di fare modelli di elevatissima qualità (roba da migliaia di euro come Lemaco, Metropol, FP Euromodel) da vendersi a basso prezzo o modelli che pochi nostalgici comprerebbero e la cui vendita non coprirebbe le spese di realizzazione.
Un Rolex costa 10.000 euro. Uno Swatch 100. Una Ferrari costa 200.000 euro. La Fiat Punto 14.000.
Un macellaio ammazza la propria mucca per venderne la carne e non per farla marcire nel frigo.
Il redazionale di TTM è significativo. Realistico in parte ma anche provocatore. Non per metterci contro ma per trarre da noi stessi il meglio e generare rinnovata vitalità per un hobby che, piano piano, ritornerà al suo antico fascino e splendore. Occorre però che tutti, indistintamente, facciano al meglio delle proprie possibilità la propria parte e ne saremo tutti felici, contenti e goduriosi.
Scusate la lunghezza del mio intervento ma a me sta veramente a cuore l’hobby del fermodellismo e mi sentivo di scrivere e rendere noto a tutti il mio modesto parere.
Ci si vede a Novegro 2007. Padiglione dei plastici (25x50 metri) con Gruppo Fermodellistico Piombinese, Gruppo Fermodellistico Milanese, Fe.de.Fer.Mu. e Gruppo e656 col Plastico del Forum. C’è da divertirsi.
Mario Bottini
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