Mi prendo l'irriverente libertà di rispondere al tuo ultimo messaggio: io sono un ex bambino che sognò sul plastico della Valpambiana e ammetto di essere divenuto un adulto un po' dubbioso sul lavoro di riqualificazione. Ammetto di non aver scelto a caso questo termine, sovente utilizzato per abominevoli interventi sul passato per adeguarlo al presente. Edifici industriali dell'800 divenuti edifici residenziali o commerciali o del terziario con dubbio gusto, in cui il passato è ridotto ad una macchietta di quel che fu. Sia chiaro, non è questo il tuo caso. Però menzioni le tecniche che si sono evolute, cosa avvenuta non solo in 1:87 ma anche in 1:1... ebbene, io non credo che la tua tecnica - straordinaria, sopraffina, eccellente - debba evolversi di pari passo al presente. E' vero, ci sono plastici adeguati al 2000 che sono una meraviglia... ma Valpambiana è una parte dei nostri sogni, del nostro immaginario, della nostra memoria. E il Grande Andrea ha costruito tutto questo. Non credo che il Grande Andrea debba crucciarsi se è ancora rimasto a quei sogni che da individuali sono divenuti condivisi, ammirati, invidiati. La riqualificazione della Valpambiana, a mio parere, dovrebbe rimanere legata a quei ricordi, a quelle emozioni e non snaturare un patrimonio che appartiene al fermodellismo nazionale e non solo. E che aveva la stazioncina di Dubino in un angolo e il porto insinuato in pochi centimetri di spazio, in un'atmosfera di confusione, lavoro, sopravvivenza economica il cui profumo era annusabile anche dalle pagine di I Treni Oggi. Non fartene un cruccio, se la mano non è andata al passo con i tempi, per quanto tu possa creare dal niente capolavori anche a occhi chiusi. E non lasciare che il tempo, il progresso, il mondo in franchising contaminino eccessivamente questa tua opera. Questa tua Grande Opera...
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