(prosegue )
SCALETTE ( agli sportelli per rifornimento ghiaccio )
Questi particolari non meriterebbero ,forse , un capitoletto specifico ;
Sono pero’ molto indicati per sperimentare tempere GOUCHE e terre ( o polvere di pastelli ) .
PROCEDURA
Una considerazione preliminare e’ che il pezzo difformemente dal vero e’ realizzato con sezione squadrata ( nel prototipo la scala e le ringhiere di protezione sono costruite con elementi tubolari ).
Conseguentemente eviteremo di evidenziare i volumi .
Le scalette sono – al vero - verniciate in nero e cosi le faremo .
Il tipo di plastica non verniciata con cui sono realizzati i pezzi nel modello rende difficile l’ adesione degli acrillici.
( Anche se non e’ fra i materiali indicati all’ inizio , un primer spray facilita’ molto la sucessiva verniciatura : io uso – ma qui non l’ ho fatto - un antiruggine acrillico grigio ).
Se non abbiamo smontato le scalette dal modello , dovremmo averle – come gia’ detto - primerizzate con il lavaggio acrillico bianco . Ed avremo gia’ sperimentato la difficolta’ di fissaggio del colore e se del caso ripeteremo.
Anche se le abbiamo smontate non sarebbe sbagliato procedere ugualmente : una ( o piu’ ) applicazione di acrillico bianco molto diluito : dipingento bianco su nero ( colore del pezzo ) potremo facilmente individuare eventuali parti
rimaste scoperte.
A vernice completamente asciutta procederemo a dare il colore nero opaco .
Come e’ regola generale non cercheremo di ottenere la verniciatura con una sola mano : piu’ passate leggere molto diluite , ma cariche di colore , ci porteranno al risultato voluto minimizzando la possibilita’ di staccare lo strato di base e quella che si formino grumi .
Eventuali gocce che rimangano negli angoli ( congiunzioni fra scalini / montanti della scala ) verrano lavorate , mentre il colore si sta asciugando , con il pennello ( che sceglieremo di tipo , misura e forma adatta – Consiglio : morbido , piccolo ed a punta ).
Ancora una volta il dare nero su bianco ( o grigio ) ci guidera’ fino alla completa verniciatura.
Come possiamo osservare dalla fotografia , il colore nero della verniciatura assume una sfumatura ( esaltata dalla sezione circolare ) di difficile definizione : grigiastro scuro rugginoso.
Possiamo realizzare che molto difficilmente il colore nero appare totalmente nero.
Dovremo quindi procedere a schiarire il colore ( cosa che si potrebbe anche fare nella fase precedente di verniciatura
“ rompendo “ il nero con aggiunta di bianco o giallo o marrone ) .
E’ forse pero’ , adesso , piu’ utile per il nostro esperimento procedere diversamente :
useremo tempere di tipo GOUCHE e terre o polvere di pastelli ( gessetti ).
ATTENZIONE : i pezzi sono abbastanza fragili – consiglio di rimontarli sul modello ( che avra’ gia’ ricevuto il lavaggio bianco e l’ ombreggiatura ) per le sucessive fasi.
Passeremo il pezzo con tempera GOUCHE ( bianco o Terra di Siena naturale , che io preferisco ) : non ha molta importanza se , per il suo grado di diluizione , applicheremo il colore in modo materico o liquido.
Infatti , ricorderemo , che la caratteristica principale di questo tipo di tempere e’ di essere sempre riattivabili : basta lavorarle con un pennello appena umido.
Avremo cura di applicare un effetto piu’ pesante al piano di calpestio ( che come si vede dall’ ombra che proietta non e’ a maglia traforata al vero ).
Dopo l’ applicazione dovremmo avere una situazione come questa :
NOTA - se abbiamo sporcato la cassa : puliremo con un pennello pulito e bagnato .
Adesso andremo a lavorare la tempera sfruttando un’ altra sua peculiare caratteristica : la trasparenza.
Le tempere di tipo GOUCHE si “ tirano” - quando sono completamente asciutte - con un pennello umido , che spesso laveremo ed asciugeremo ( basta assorbire – bene - l’ acqua in eccesso sulla carta assorbente ) , sempre nella stessa direzione fino a che sembrino scomparire :
Asciugando riappariranno come una velatura.
L’ effetto rugginoso , che e’ in realta’ - soprattutto - un deposito di polvere rugginosa lo riprodurremo similmente al vero.
Bagneremo ( useremo la tavolozza ) un pizzico di polvere di colore adatto ( osservate e scegliete voi ) con un pennellino ( useremo sempre lo stesso , otteremo cosi’ una fusione dei colori ) intinto nell’ alcool.
Mescoleremo per far si che la polvere bagnata si appicichi al pennello.
Intingeremo nuovamente e velocemente il pennello nell’ alcool e passeremo al modello.
Bastera’ avvicinarlo al pezzo ( chiaramente alla parte superiore ) perche’ l’ alcool carico di polvere rugginosa scivoli sul pezzo .Possiamo anche distribuire questo lavaggio – con mano molto leggera ed usando solo la punta , se del caso , ribagnata. Praticamente non e’ una pennellata che porta la polvere , ma il fluire dell’ alcool.)
Le caratteristiche dell’ alcool ( o di liquidi a base alcool – Es: Vetril o simili ) , cioe’ la sua bassissima viscosita’ e la sua alta volatilita’ ( la velocita’ con cui evapora ) lo rendono ideale per applicare le terre/polveri :
infatti le particelle non rimangono inglobate e sospese come succederebbe se usassimo acqua ( viscosa : forma gocce perfette ! ) ma vengono subito in contatto con la superfice da trattare ; dove la veloce evaporazione dell’ alcool provvede a fissarle.
Inoltre l’ alcool ( che, ricordiamoci , e’ aggressivo sugli acrillici e le tempere ) una volta evaporato lascia un effetto biancastro sporco sul colore di base = effetto schiarente = grigiastro scuro rugginoso.
Ricordiamoci , ancora , di avere particolare attenzione per il piano di calpestio.
Se alla fine di queste fasi il colore delle scalette e’ troppo lontano del nero , potremo diluire (molto) poco acrillico con alcool ed effettuare un lavaggio – molto fluido - con questa miscela.
Bisogna solo provare ; e ricordiamoci che la tavolozza non solo ci dice quale colori abbiamo usato , ma ci suggerisce anche molte possibilita’ di miscelazione per ottenere quelle tinte che spesso sono indefinibili.
Dovremmo arrivare ad un risultato come questo:
NB: gli schizzi rugginosi sulla cassa sono venuti da soli : distribuendo il lavaggio di alcool+polvere sul pezzo.
TELAIO
Stesso procedimento . NB : come gia’ emerso le traverse portarespingenti possono essere bianche o nere – vedete voi.
Avremo cura di depositare piu’ polvere nei punti in cui al vero essa si deposita ( Es : parte superiore delle boccole).
Lasceremo che sia l’ alcool , applicato con la punta del pennellino solo in alcuni punti , a miscelare il tutto.
La tecnica della pennellata a secco (dry-brushing ) trova su parti con molte sporgenze come il gruppo boccola-balestra-parasala un campo di applicazione ideale.
Come spesso si osserva , le balestre , essendo parti in movimento – si flettono , perdono la verniciatura :
se vogliamo riprodurre questa condizione : applicheremo la miscela di alcool+polvere piu’ carica solo su quello specifico particolare.
Se invece vogliamo riprodurre parti ingrassate : al posto di polvere color ruggine , useremo polvere di graffite
(Es :ricavata dalla mina di una matita ) depositata tramite l’ alcool applicato con un pennellino .
Se si tratta di parti facilmente raggiungibili potremo anche usare un dito ottenendo un effetto piu’ lucido , tipico del metallo nudo.
TETTO (Verniciatura)
Facilita avere il pezzo separato dalla cassa.
Prima dell’ invecchiamento , dovremo procedere alla verniciatura .
Dalla documentazione raccolta il tetto puo’ essere bianco o grigio.
Io consiglierei di farlo grigio per poter sperimentare su di un altro colore ( e cosi’ particolare ).
Che tipo di grigio ?
Ricordandoci che quando si vuole effettuare l’ invecchiamento il colore di partenza non ha molta importanza ,
preferiremo una tonalita’ di grigio abbastanza chiara.
Infatti non avrebbe molto senso verniciare con un grigio scuro ( simile al colore a nuovo del prototipo ) per poi procedere alla sua scoloritura.
Mescolando Bianco e Nero sulla tavolozza faremo un grigio adatto che proveremo sul foglio.
NOTA - visto che il tetto ( la parte SEMPRE piu’ difficile ) :
non ha chiodature od altri fini paricolari stampati , ma solo le nervature (e gli sportelli alle estremita’ – qui attenzione) ;
e viste le caratteristiche della parte da verniciare ( con orribile “finitura metallizzata tendente al verdognolo” – come osservato qualche post sopra da Marco Guerra ) ;
considerato che realizzeremo un invecchiamento pesante ( non come regola , bensi’ come esercizio ) ;
non mescoleremo e diluiremo troppo bene i due colori , lo faremo direttamente sul pezzo da verniciare.
Cioe’ : quando l’ acrillico essendo abbastanza denso , tendera’ a segnare le pennellate , bagneremo con misura(nella famosa acqua che sara’ indefinibilmente colorata come fosse una memoria ) il pennello gia’ carico di colore e riprenderemo a stendere il colore – con pennellate parallele alle nervature per non impastarle accumulando pittura .
Osserveremo che il colore sara’ striato e che variera’ di tonalita’ ad ogni pennellata ( dipende dal diverso grado di diluizione applicata ) per poi arrivare a quasi uniformarsi.
Cosi’ facendo otterremo una base resistente per le sucessive fasi di invecchiamento ed un effetto di pre-scoloritura e pre-invecchiamento.
Attenzione a questo errore :
Dovremo ricordarci di verniciare anche lo spessore della cassa .
( continua )
luca
NOTA: posto- per il momento- senza foto perche’ non riesco ad accedere ad imageshack.
EDIT : aggiunte le foto.