Grazie Riccardo per il tuo intervento, sono lusingato. In effetti la posizione dei fanali è il risultato di vari confronti effettuati consultando le foto del volume di Cornolò, delle foto delle riviste, di quelle derivanti dalle recensioni delle fiere (quindi delle belle foto dei modelli dei vari costruttori: Top Train, Micro Met., ecc.) e possono sembrare un pò troppo accostate. Avrei voluto posizionarle alte, come sui prototipi che montavano lo spartineve, ma la cosa non mi attirava molto e allora ho pensato di metterli nel modo più tradizionale. Comunque sto procedendo lentamente alla verniciatura, cercando di farla coincidere con quella della precedente 735, allo scopo di risparmiare energie nella composizione della vernice e spruzzatura, nonché nell'evitare di creare troppo rumore per troppo tempo con il compressore che posseggo. Adesso vorrei esporre le modalità di progettazione. Da un vecchio progetto dell'Ing. Adalberto Schiassi che apparve su una rivista di qualche anno fa (è inutile citarla, tanto è famosa) che si riferiva alla costruzione di una 470 in tutto ottone, ho voluto prendere lo spunto per riprodurre una 471, seguendo parzialmente le sue considerazioni, ma volendo conservare la meccanica originale del modello base, cioé la BR 57 della ROCO. Chiaramente il lavoro sporco è stato quello di smantellare tutto il tender per giungere alla meccanica della motorizzazione per accorciare il passo del primo asse, che notoriamente è piuttosto distanziato rispetto agli altri due. Infatti il tender italiano, come si sa, ha i tre assi a distanza simmetrica e per fortuna quelli del tender ROCO sono quasi identici nel passo (tranne quello che ho dovuto spostare indietro). E' chiaro che ho dovuto modificare anche la posizione dell'ingranaggio di rinvio che trasmette il moto dalla vite senza fine al primo asse, eliminando per ovvi motivi una ruota dentata. In questo modo una ruota dentata che serviva a trasmettere il moto ai due assi posteriori riesce a trasmettere il moto contemporaneamente anche al primo asse. Tutto ciò ha causato un notevole lavoro di rastrematura della sede dell'asse e la foratura del carter per l'ingranaggio principale. Insomma, un casino! Certo nel nostro hobby si va per tentativi, altrimenti non si otterrebbe niente. Ma il lavoro, ancorché estenuante, ha dato i suoi frutti. Per ciò che riguarda la locomotiva vera e propria posso dire che non è stato un gran lavoro e come sempre io mi avvalgo di tutto ciò che è reperibile sul mercato. Adesso posto un paio di altre foto e poi continuerò a spiegare, se la cosa interessa. Claudio Nastasi.
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Commento file: Un primo piano su banco elevato.

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Commento file: Qui si notano meglio.

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Commento file: L'immagine si centra ancora sulla locomotiva. Il vantaggio del telaio ROCO è che si possono sfruttare i ceppi freno originali. Notare però la modifica dei ceppi contrapposti tra i due assi anteriori e i due posteriori.

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