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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: Re: Elettrotecnica trifase
MessaggioInviato: sabato 20 agosto 2011, 22:27 
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Iscritto il: mercoledì 20 settembre 2006, 20:44
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Località: Sorbolo di Sorbolo Mezzani (PR)
E' diverso tempo che non scrivo più da queste parti ... però ...
In elettrotecnica vedo un pò di confusione ... e pure nella storia delle ferrovie.
Tralasciando tutte le singole teorie delle macchine elettrice e dell'elettrotecnica in genearale nessuno ha citato la legge di Ohm, semplicemente applicando quella si evince che non succede un bel niente di dannoso e tanto meno di utile.
Intanto è fatta confusione con i motori sincroni e asincroni, sono due cose diverse e in tazione ferroviaria sono stati usati solo gli asincroni, i sincroni son più complicati da gestire e di fatto non servono.
Inoltre l'inverter per i motori sincroni è ben più semplice di quello per i motori sincroni: intanto non è un inverter ma un semplice generatore di onde quadre a frequenza variabile e senza scomodare le tecnologie PWM. Il motore brushless è una evoluzione del motore sincrono ed è inutile nella trazione ferroviaria.
Tornando al quesito, un motore qualsiasi può sempre essere alimentato a tensione più bassa, eventualmente non si muove. Nel caso dei motori in corrente altrenata entra in gioco la frequenza, che modifica l'impedenza del circuito, ma questo, con opportuni accorgimenti costruttivi e di collegamento degli avvolgimenti, si compensa con la tensione d'alimentazione più bassa. In ogni caso difficilmente un motore o un generatore hanno tensione di targa superiore ai 10 kV, le tensioni tipiche sono 5000 e 6000 V, oggi si tende ai 6000 V.
In trazione ferroviaria per via delle dimensioni che dovrebbero raggiungere i motori si mette un trasformatore a bordo, in questo caso il problema tensione non esiste più. Eventualmente esiste il problema frequenza per il trasformatore, ma basta progettarlo per la tensione più alta e la frequenza minore, idem per il motore.
Se poi la locomotiva ha i motori in corrente continua si aggiunge a bordo un raddrizzatore, o meglio un chopper a 4 quadranti.
Va da se che un motore trifase è incompatile con l'alimentazione monofase e viceversa: questo però non è vero per motori fino ad un paio di kW, ma qui entriamo in un altro campo.
Detto ciò le locomotive per la Roma-Sulmona erano costruite per funzionare anche sotto i 3600 V 16,3 Hz.
Attulamte i motori sincroni sono implementati sulle Sibyc francesi e su alcune serie (o forse una sola, non ricordo) di TGV. I risultati dal punto di vista funzionale pare siano ottimi, però c'è sempre un collettore seppur ad anelli per la corrente d'eccitazione.
Concludendo, è palese che non si possa alimentare un apparecchiatura elettrica, qualunque essa sia, ad una tensione superiore a quella di progetto.

Dimenticavo, se date un occhiata al funzionamento delle locomotive trifasi italiane, vedrete che quando i due motori erano collegati in cascata i collegamenti erano tali da compensare i le due diverse alimentazioni ogni motore.
Il Kandò sperimento anche l'uso del trasformatore Scott, però i risultati furono deludenti. Sempre il Kandò fece in Ungheria anche esprimenti per macchine veramente politensione e poli frequenza, ma la complessità della locomotiva, nonchè il rendimento globale molto basso fece fallire il tutto, però da quell'idea siamo arrivati oggi alle locomotive politensione con motori trifasi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrotecnica trifase
MessaggioInviato: domenica 21 agosto 2011, 13:15 
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Iscritto il: domenica 14 marzo 2010, 21:37
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Località: Faenza
bruscolino ha scritto:
Xd (16hz)= 0,326 * Xd(16,3)


Sicuramente intendevi
Xd (16hz)= 0,332 * Xd(50)

Se nella formula inserisci anche il fatto che le tensioni sono diverse e sviluppi i passaggi, ti salta fuori la mia formula che avevi citato.

Quanto al funzionamento, è vero che la coppia motrice è proporzionale al quadrato della tensione, ma questo vale se la frequenza è la stessa.
Abbassando proporzionalmente frequenza e tensione, è ancora possibile sviluppare potenze significative.
Prova ne è il fatto che, nelle moderne elettroniche a motori trifase, tensione e frequenza crescono proporzionate, per ottenere la potenza massima in un grande intervallo di velocità.


cordialmente
Stefano Minghetti


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 Oggetto del messaggio: Re: Elettrotecnica trifase
MessaggioInviato: domenica 21 agosto 2011, 19:21 
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Iscritto il: mercoledì 8 dicembre 2010, 19:16
Messaggi: 508
Per fare un esempio, sulla locomotiva E 402 la tensione variabile in uscita dall'inverter, è ottenuta con il sistema a modulazione di impulsi PWM, per frequenze che vanno da 0.5 Hertz a 72 Hertz. Per frequenze superiori (fino a 115 Hertz), avviene l'alimentazione dei motori, ad onda quadra. Inizialmente il valore della tensione (circa 450 Volt) cresce proporzionalmente con la frequenza mantenendo costante il valore del flusso magnetico e la coppia massima ( coppia = K x phi al quadrato). Una volta raggiunto il valore di tensione nominale dei motori (circa 3240 Volt), questa viene mantenuta costante e quindi il flusso magnetico decresce proporzionalmente all'aumentare della frequenza dell'onda quadra ( Flusso = K x V/f). La potenza massima continuativa (5200 KW), viene sfruttata da 133 fino alla velocità massima di 220 Km/h.

Saluti, Andrea


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