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MessaggioInviato: giovedì 23 febbraio 2006, 12:27 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 11:48
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Ringrazio Giancarlo Cobobbo e Carlo Pezzini per le esaurienti ed interessanti risposte, ed anche gli altri partecipanti a questo filetto.
E' bello vedere che si può fare cultura, senza scadere in insulti e chiacchere da bar!
Belle ed interessanti (come tuo solito) le foto, Marcello.


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MessaggioInviato: mercoledì 1 marzo 2006, 18:23 
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Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 21:44
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Località: Schio, Vicenza
Torno sull’ argomento relativamente al solo movimento del primo asse accoppiato. Dapprima si è detto che tale asse compie una traslazione lungo un arco di cerchio e ciò fa si che si mantenga la coniugabilità con le bielle del 2° asse adottando degli snodi sferici. Poi però si sono chiamate in causa le tolleranze (giochi) per mantenere detta coniugabilità citando il teorema di Pitagora che evocherebbe, a questo punto, una traslazione rettilinea (non più su un arco di cerchio). Questa ultima versione sarebbe suffragata anche dalle osservazioni di Vallisneri fatte sulle foto di Marcello nelle quali si vede che non ci sono le boccole del primo asse sul carrello stesso, e pertanto detto asse sarebbe guidato sul carro principale, senza possibilità di muoversi lungo una traiettoria ad arco ma solo trasversale. Guardando il Cornolò non sono riuscito a togliermi il dubbio tra le due versioni, anche se, a “sensazione” e viste le enormi forze in gioco sono poco propenso a credere che i giochi possano mettere tutto a posto. Credo piuttosto che la traiettoria di traslazione del primo asse accoppiato sia sempre un arco di cerchio e che le boccole del primo asse della 625 abbiano delle superfici tali da rendere possibile appunto questa traiettoria relativamente al carro principale. Ma non ho le prove…qualcuno ha altre fonti ?
Grazie e buon treno a tutti
Lucio


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MessaggioInviato: mercoledì 1 marzo 2006, 19:42 
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Iscritto il: venerdì 3 febbraio 2006, 13:31
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Località: Roma
Lucio FAV ha scritto:
Poi però si sono chiamate in causa le tolleranze (giochi) per mantenere detta coniugabilità citando il teorema di Pitagora che evocherebbe, a questo punto, una traslazione rettilinea (non più su un arco di cerchio).

Ho evovato le tolleranze di lavorazione perchè, se vai a vedere dove se ne parla, avendo queste, sullo snodo sferico, un aggio inferiore ad 1mm, fanno sì che nello spostamento laterale dell'asse di circa 20mm, la differenza sulla distanza dei centri dei bottoni di manovella rientra in quella tolleranza. Con questo però non vuol dire che non ci sia uno spostamento in quell'arco di cerchio. E' ovvio che stiamo parlando di spostamenti piccolissimi. Nell'enunciare la teoria del funzionamento dello snodo del carrello ci si è dimenticati di dire proprio questo.


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MessaggioInviato: giovedì 2 marzo 2006, 9:36 
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Nome: Fabrizio Baroni
Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 13:46
Messaggi: 714
Località: Pianeta Venere - Firenze Nova
non deve sorprendere che il movimento del primo asse accoppiato che fa parte di un carrello italiano possa avvenire senza nessuna particolare lavorazione dei parasala, perchè non dimentichiamo che in una locomotiva non è l'unico asse accoppiato in grado di traslare lateralmente, eppure non ho mai sentito parlare della necessità di dare un profilo particolare ai parasala ed alle boccolle per consentire questi spostamenti!
evidentemente i giochi meccanici ed eventualmente le deformazioni elastiche prodotto sono pienamente in grado di consentire questi movimenti.
'8)'
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MessaggioInviato: giovedì 2 marzo 2006, 23:23 
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Iscritto il: lunedì 20 febbraio 2006, 19:49
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Località: Reggio Emilia
In effetti da un punto di vista geometrico, il movimento dell'asse accoppiato del carrello non può essere altro che una rotazione.
Dal punto di vista pratico la rotazione è così impercettibile che si può tranquillamente considerare una traslazione.
Infatti quando gli angoli sono così piccoli, l'arco di cerchio e la corda sono praticamente identici.
Facendo un calcolo di massima per uno spostamento laterale del carrello di 20 mm rispetto al centro e tenendo conto di una lunghezza della bilella di accoppiamento (che guida in modo obbligato la rotazione), la differenza fra rotazione e traslazione si riduce a 3 decimi di millimetro.
Inoltre, oltre alle tolleranze di lavorazione, bisogna tenere conto che in aiuto agli spostamenti del carrello ci sono sicuramente anche dei microslittamenti che compensano la rigidità del collegamento fra gli assi accoppiati fissi e quello del carrello.


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MessaggioInviato: venerdì 3 marzo 2006, 12:54 
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Iscritto il: lunedì 20 febbraio 2006, 19:49
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Località: Reggio Emilia
Ieri sera, nei fumi dell'ora tarda, ho dimenticato un dato:
--"per una lunghezza della biella di accoppiamento con un valore indicativo di circa 1.500 mm"...


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MessaggioInviato: domenica 5 marzo 2006, 22:45 
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Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 21:44
Messaggi: 76
Località: Schio, Vicenza
Una rotazione ed una traslazione (anche se lungo un arco di cerchio) sono due cose ben diverse: nella prima le direzioni degli assi del corpo variano, mentre nella seconda restano fisse. Ad esempio il moto delle bielle di accoppiamento degli assi di una locomotiva (su un piano verticale) è sempre una traslazione perché infatti esse rimangono sempre perfettamente orizzontali, cioè non ruotano, pur muovendosi lungo una traiettoria circolare (relativamente alla locomotiva). Nel nostro caso il moto del primo asse accoppiato, da un punto di vista geometrico non può che essere una traslazione lungo un arco di cerchio, come detto da G. Giacobbo, e non una rotazione. Se mai bisogna chiamare in causa le tolleranze ed i cedimenti elastici del sistema, allora queste servono per rendere confondibili una traslazione lungo un arco di cerchio (teorica) con una traslazione rettilinea (pratica).
Lucio


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MessaggioInviato: lunedì 6 marzo 2006, 21:42 
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Iscritto il: lunedì 20 febbraio 2006, 19:49
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Località: Reggio Emilia
Quello che dici è giusto: il carrello trasla certamente su un arco di cerchio.
Tuttavia, per calcolare, a spanne, la differenza fra arco di cerchio e corda (traslazione rettilinea) ho immaginato la biella di accoppiamento come il raggio di un cerchio il cui centro è l'asse accoppiato fisso, mentre l'estremo che si muove è l'asse accoppiato del carrello.
Ho usato in pratica una rotazione (anche se non attinente alla realtà); inoltre in questa rappresentazione non tengo conto che questo raggio in realtà è variabile, in quanto quello che trasla è la boccola (fissa) mentre la biella (che vincola l'asse fisso a quello del carrello) si trova continuamente in posizione variabile rispetto ai centri ruota.
Capisco che un disegno chiarirebbe meglio ma non ho voglia di fare uno schizzo, avviare lo scanner ecc..


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