Beh, poi è comunque un forum di trenini, quindi è abbastanza normale cercare di mantenere uno spirito "ludico".
Se vogliamo fare quelli seri seri invece, io più che un disegno in questo caso vedo tanta, tanta incapacità e miopia.
L'economia tedesca è ancora in piedi perché è riuscita negli ultimi 20 anni ad esportare verso il resto dell'Europa, strafavorita dal fatto di avere una moneta unica. E' in piedi anche perché è riuscita ad intercettare meglio la domanda dei paesi emergenti rispetto al resto dell'Europa. Tutto questo è stato possibile perché il sistema industriale tedesco è stato in grado di adattarsi ad una situazione in cui la produzione di medio-basso livello veniva portata praticamente tutta in Asia, puntando invece sulla qualità della produzione. E' in piedi anche perché una situazione del genere è raggiungibile solo se le piccole aziende hanno voglia e sono messe in condizione di crescere dal punto di vista delle dimensioni.
Queste sono tutte qualità ottime e storicamente riconosciute per il sistema industriale tedesco, che però si scontrano con un sistema finanziario, sempre tedesco, che non si capisce bene se sia più stupido o volutamente autolesionista. Nell'area euro le banche tedesche sono risultate tra le peggio patrimonializzate durante la fase più acuta della crisi bancaria. Tutto questo per via della spregiudicatezza con la quale hanno messo piede in economie malsane come quella greca o chiaramente "in bolla" come quella spagnola. Tutto favorito da tassi straordinariamente bassi che hanno dato il là al carry trade e da politiche economiche di molti paesi europei (tra i quali l'Italia) che hanno invece bloccato la crescita delle singole economie nazionali per rincorrere il consenso popolare con una sterile spesa a pioggia. In tutto questo discorso fa forse eccezione solo la Spagna che invece è entrata in questa crisi più per colpa dell'economia privata che del debito pubblico.
Il sistema finanziario tedesco però ha un vantaggio che almeno al momento consente comunque alla Germania di guardare tutti dall'alto in basso: un sistema industriale efficiente e soprattutto ANNI DI POLITICHE A FAVORE DEL MERCATO, DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E DI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE.
Il problema dei tedeschi sta nel fatto che il loro sistema industriale resta in piedi fino a quando può esportare. Visto che però i paesi europei destinatari di gran parte delle esportazioni sono tutti più o meno in crisi, il giochino rischia di incepparsi ed allora a questo punto anche il sistema finanziario tedesco (che poggia le sue basi sulla crescita economica della Germania) è a rischio collasso esattamente come quello italiano, quello francese, quello spagnolo.
La miopia sta proprio qui: nella quasi totale incapacità di comprendere che puoi produrre i migliori beni e servizi al mondo, ma se poi non hai nessuno a cui venderli perché hai prosciugato i tuoi acquirenti, allora alla fine fai la fame anche tu. La totale miopia della Merkel e del suo Governo in tema di politica monetaria europea sta proprio avendo questo effetto: la scomparsa di quella liquidità che è fondamentale per gli scambi economici.
Certo, la diffidenza tedesca nei confronti degli "stati canaglia" come il nostro è del tutto giustificata alla luce di decenni di sprechi, ruberie e corruzione varia. Ma anche ora, che bene o male costretti dagli eventi, questi paesi stanno mettendo mano ai loro conti, un'apertura di credito non solo è necessaria per infondere quella fiducia che serve per investire e quindi per crescere, ma è addirittura fondamentale proprio dal punto di vista monetario in quanto tutte le politiche di austerity messe in campo da questi governi nel breve periodo generano necessariamente effetti recessivi. Effetti recessivi che devono essere compensati da iniezioni di liquidità a supporto dell'economia e da una diminuzione consistente degli spread tra i titoli pubblici tedeschi e quelli degli altri paesi europei. Senza questo tipo di intervento, anche se le politiche di austerity e di tagli alle spese sono SACROSANTE viste le condizioni di certi bilanci pubblici, non possono purtroppo sortire gli effetti sperati ed anzi addirittura rischiano di portare ad un avvitamento della crisi.
Ciao,
Lorenzo