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 Oggetto del messaggio: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: venerdì 3 luglio 2015, 12:54 
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finalmente sono iniziate la gere per il TPL

prima Regione Emilia Romagna

http://blog.tuttotreno.it/14542-gara-in-emilia-romagna-vince-trenitaliatper/

ed ecco a voi la riprova di quello di cui si è discusso per molto tempo

unico partecipante ATI Trenitalia/TPER che offre quanto al capitolato
(sarebbe bastato un ribasso di un euro perchè vincesse un altro)

ma dove sono i privati per fare la sacrosanta concorrenza ??????
oppure
si presenterebbero solo per fare servizio sulle linee redditizie (per poi lamentarsi dei vincoli imposti se gli viene impedito).

ganzini la concorrenza si fa su tutto sennò è troppo facile:
gli utili ai privati, i debiti allo Stato


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: venerdì 3 luglio 2015, 13:01 
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Questa è la dimostrazione che il privato in Italia corrisponde a parassita


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: venerdì 3 luglio 2015, 13:39 
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questa è la dimostrazione che il TPL o è servizio pubblico o non esiste


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: venerdì 3 luglio 2015, 17:38 
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Voglio proprio vedere cosa succederà alla prossima nevicata...


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: venerdì 3 luglio 2015, 19:41 
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ammiraglio ha scritto:
Questa è la dimostrazione che il privato in Italia corrisponde a parassita

verbano60 ha scritto:
questa è la dimostrazione che il TPL o è servizio pubblico o non esiste


Scusatemi, ma non concordo.
Il punto di base è che la Regione paga affinchè sia espletato il servizio, pagandone i costi e tenendosi gli introiti.
La Regione decide in quali orari far circolare i treni, e con che capienza.

Se si rivolge al mercato, appalterà all' impresa che chiede meno Euro per passeggero-kilometro.

Il fatto che ci siano tratte meno remunerative per la Regione, non interessa all' azienda che svolgerà il servizio. Tale passivo, infatti, verrà pagato dalla Regione.
E la Regione ha interesse ad acquistare i treni al prezzo passeggero-kilometro minimo possibile. Sia per le tratte più remunerative, sia per quelle meno. Questo è il punto.

Ma interferiscono altri fattori.
La Regione ha una propria azienda di trasporti, ed appaltare ad altri il trasporto, potrebbe significare metterla in diifficoltà.
Quindi tenta di barcamenarsi fra voler spendere poco e voler manternere la propria azienda di trasporto.

Un imprenditore o un dirigente farebbe una scelta chiara :
- o appalto a terzi, cercando volta per volta quello che mi fà il prezzo inferiore
- o faccio fare alla mia azienda, lavorando perchè sia meno costosa di eventuali concorrenti (costo passeggero-kilometro)

La seconda ipotesi ha una sua valenza, dal momento che la Regione non deve mettere ricarichi per l' utile di impresa. Richiede, però, una gestione efficiente almeno quanto quella dei possibili concorrenti.

Se l' azienda di trasporto della Regione fosse efficiente, potrebbe anche esistere un sistema misto, in cui alcune tratte sono espletate dalla regione ed altre date in appalto.


Stefano Minghetti


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: sabato 4 luglio 2015, 15:42 
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ste.klausen21 ha scritto:
ammiraglio ha scritto:
Questa è la dimostrazione che il privato in Italia corrisponde a parassita

verbano60 ha scritto:
questa è la dimostrazione che il TPL o è servizio pubblico o non esiste


Scusatemi, ma non concordo.


Auguri! Nella migliore delle ipotesi sarai messo in un angolo, cattivo tra i cattivi. Nella peggiore sarai messo sotto sale per compiacere al Signore (cit. nonciclopedia)


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: domenica 5 luglio 2015, 19:18 
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noboibend ha scritto:
... Auguri! Nella migliore delle ipotesi sarai messo in un angolo, cattivo tra i cattivi. ...

Leggi quanto segue, poi temo che fra i cattivi mi ci metterai anche tù :

Ho guardato nei siti TRENITALIA, DB, SNCF :

- Italia (Emilia Romagna) : Rimini - Bologna : km 112, costo Euro 9.50, quindi il costo biglietto risulta 9.50 / 112 = 8 centesimi a kilometro

- Germania : Plattling - Regensburg km 69, costo Euro 13.30, quindi il costo del biglietto risulta 13.30 / 69 = 19 centesimi a kilometro.

- Francia : Tours - Blois km 58, costo Euro 11.20, quindi il costo del biglietto risulta 11.20 / 58 = 19 centesimi a kilometro.

Quindi a noi paseggeri il treno costa un po' meno della metà che a tedeschi e francesi.
Non solo, ma il costo che la Regione paga all' impresa è doppia in Francia e Germania rispetto all' Italia (ho i dati dettagliati, dichiarati da Moretti a fine 2013).

Quindi, forse, gli stranieri non partecipano alle gare italiane perchè poco remunerative.

Ma occorre tenere conto della differenza di costo del personale fra Italia e gli altri (credo sia favorevole per l' Italia) ed occorre verificare che le ferrovie italiane non abbiano altri sistemi di sovvenzionamento, al di fuori del costo treno-km, perchè falserebbe il confronto.


Stefano Minghetti


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: domenica 5 luglio 2015, 20:54 
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Non sei "cattivo": a differenza di tanti "esperti" tu fai delle ricerche, posti dati e cifre, vai a ricercare le informazioni che aiutano la comprensione. In pratica non hai una visione ideologica delle cose. Per me privato non significa per forza = bello e stato non significa per forza = brutto (o viceversa).
Quanto alla questione: ti sei risposto da solo nelle ultime righe. In Italia il personale costa un po' di meno rispetto ai paesi da te citati ma è anche vero che le ferrovie italiane hanno molte sovvenzioni ed agevolazioni (una tra tutte: il contributo per il cosiddetto Servizio Universale).
Inoltre non dimentichiamoci che nella gara per l'Emilia Romagna, indetta dalla regione, ha partecipato una società controllata dalla Regione Stessa, cioè FER e che Trenitalia aveva già a disposizione buona parte dei rotabili previsti dal capitolato (invece una società estera avrebbe dovuto recuperarli sic et simpliciter) oltre che numerose infrastrutture (depositi, rimesse, personale addetto ecc).
Insomma, è comodo pontificare sulle gare stando seduti in poltrona. Meno comodo è andare a scandagliare le gare, le cause della vittoria, i retroscena, le alchimie politiche e sindacali.
Comunque se gli emiliano-romagnoli sono felici e contenti del servizio offerto dall'accoppiata TI+FER svolto in questi anni, non sarò certo io a rovinare la festicciola :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2015, 8:57 
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Cita:
ma è anche vero che le ferrovie italiane hanno molte sovvenzioni ed agevolazioni (una tra tutte: il contributo per il cosiddetto Servizio Universale)


e questo spiega tante cose sulla comprensione "non ideologica" delle questioni economiche.
Magari un corsettino di "economia politica" ti potrebbe permettere di "pontificare" anche stando seduto su una poltrona, leggendo le basi della macro economia e dei servizi monopolistici, ecc.ecc.

non sarà una fonte attendibile, però

https://it.wikipedia.org/wiki/Servizio_universale

Cita:
Il servizio universale, secondo la legge italiana, indica una situazione che comporta degli oneri a carico di un gestore pubblico o privato di un servizio di pubblica utilità al fine di garantire uno standard minimo predefinito di qualità di servizi, per i quali non sia possibile l'equilibrio economico, ma che si ritiene tuttavia necessario di garantire alla collettività, nel caso anche con meccanismi di compensazione finanziaria pubblica.
.........
Comunicazioni ferroviarie

Il servizio universale per i collegamenti ferroviari nazionali per passeggeri è affidato in gestione a Trenitalia S.p.A., con un costo di 239 milioni di euro per il 2009, 252 milioni di euro per il 2010, 242 milioni di euro per il 2011[11] , 220 milioni per il 2012[12][13]), che non coprono però interamente i costi del servizio, motivo per cui Trenitalia ha aggiunto risorse proprie per 115 milioni di euro nel 2010[14] e 134 milioni nel 2011[15][16].
Per il 2013 il valore del Contratto di Servizio è ammontato a 242.92 milioni di euro[17].
Il servizio è regolato da un Contratto di Servizio (2009-2014) con il Ministero dello Sviluppo Economico.
Per il 2012, il Contratto di Servizio con lo Stato prevede che Trenitalia effettui giornalmente 86 collegamenti con treni di categoria Intercity, 24 collegamenti Treni Notte e 10 collegamenti attraverso bus[18].
Il Servizio Universale Regionale è frutto di un apposito Contratto di Servizio tra Trenitalia e le varie Regioni.


o magari

http://www.dlf.it/rubrica-in-viaggio/945-universale-o-di-mercato.html

Cita:
Universale o di mercato?
Lantier

Servizio universale o di mercato? Le due facce del servizioLe due facce del servizio.

Servizio universale o di mercato? Se parliamo di treni, un pendolare di lungo corso saprà certamente comprendere al volo cosa si nasconde dietro a questa domanda. Perché negli ultimi anni, discutendo di problemi di trasporto ferroviario, si è fatto spesso ricorso a questa distinzione, tanto fondamentale quanto ancora oggi ben poco conosciuta o compresa dalla maggior parte degli italiani.

Partendo da questo presupposto, nella seconda puntata della nostra rubrica proviamo a suggerire qualche approfondimento su un argomento che comunque interessa tutti i cittadini. Almeno quelli che pagano le tasse.

Innanzitutto una precisazione. A differenza di quanto avveniva ai tempi della vecchia Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato, trasformata nel 1985 in ente pubblico e nel 1992 in società per azioni, il trasporto ferroviario non è più considerato un servizio globale pagato dallo Stato, cioè dai contribuenti. Per questo motivo, nel rispetto di direttive europee e di leggi nazionali dirette a sostituire i regimi di monopolio con il principio della concorrenza, si è via via reso necessario distinguere i diversi tipi di servizio, separando quelli di interesse pubblico (servizio universale) da quelli a mercato.

Si definisce servizio universale quello che deve essere necessariamente fornito, indipendentemente da ogni motivo di carattere economico, perché considerato utile per la collettività. E per questo richiede quindi il sostegno finanziario della mano pubblica. Questa classificazione vale anche in altri campi: a livello europeo esistono ad esempio leggi con obblighi di servizio universale nell'erogazione di energia elettrica e nel settore delle telecomunicazioni, tradotte nei diversi ordinamenti nazionali.

Parlando di ferrovie, rientrano ad esempio nella categoria i servizi di trasporto regionale o i tanto discussi collegamenti “notte” fra il Sud e il Nord Italia, così come anche i bus extraurbani e le altre ferrovie secondarie. Servizi che non potrebbero essere redditizi per le imprese a causa degli alti costi di gestione e dei bassi ricavi dovuti ai prezzi necessariamente contenuti dei biglietti. Quale impresa sarebbe disposta a garantire un servizio sapendo già in partenza che è in perdita?

Ecco quindi perché le singole Regioni (dal 2001), delegate dallo Stato, iniziano a stipulare contratti di servizio con i quali si impegnano in primo luogo a pagare a Trenitalia (per citare il più grande operatore italiano) contributi commisurati alla quantità dei servizi richiesti. Mentre lo Stato stesso contrattualizza i propri contributi per i servizi di lunga percorrenza ritenuti di pubblica utilità.

Che cosa deriva da tutto ciò? Che quando paghiamo un biglietto o un abbonamento per una tratta ferroviaria regionale la parte mancante di quello che sarebbe il costo reale del nostro viaggio viene contemporaneamente pagata dalla regione. In media i ricavi da traffico (biglietti) coprono infatti circa un terzo del costo complessivo del servizio che, per essere garantito, deve ricevere la copertura “pubblica” degli altri due terzi. Se però la Regione o lo Stato, come accade per i già ricordati treni notte, non hanno sufficienti risorse (capita di questi tempi…), è evidente che le ripercussioni sul servizio si fanno sentire con i famigerati “tagli” dei treni per i pendolari di cui periodicamente si occupano i media.

Dal lato opposto, ci sono poi i cosiddetti servizi a mercato. Che nel nostro caso si traducono sempre in treni e sempre di Trenitalia (dal 28 aprile scorso anche della concorrente Ntv), però veloci, comodi e ricchi di attenzioni e coccole per i clienti. Il motivo per cui i vari Frecciarossa e Frecciargento possono funzionare così è molto semplice: per quei servizi Trenitalia non prende soldi dallo stato ma investe in proprio, accollandosi il rischio d’impresa. E questo perché le Frecce FS si ripagano da sole attraverso la vendita dei biglietti, che non hanno prezzi calmierati ma, appunto, di mercato.

La realtà che fa innervosire il pendolare (“noi clienti di serie B, da terzo mondo, loro a 300 all’ora su nuove linee”) è proprio questa: per i servizi a mercato l’impresa offre servizi di qualità a prezzi liberi, investendo le proprie risorse su tratte molto pregiate dal punto di vista della domanda di trasporto. Come avviene in tutto il mondo.

Da manuale è il caso del Frecciarossa che, appena un anno dopo il lancio dell’Alta Velocità, aveva sottratto circa 2000 passeggeri al trasporto aereo sulla Roma-Milano. E da manuale, di conseguenza, è anche il motivo per cui i privati (Montezemolo-Della Valle-Punzo con la loro Ntv, oggi) investono proprio su questi appetibili servizi e non certo sul trasporto regionale.

Che l’Italia abbia recuperato posizioni importanti in Europa grazie alla sua rete AV è sotto gli occhi di tutti. Lo scorso anno, secondo le Ferrovie dello Stato Italiane, 25 milioni di viaggiatori - il 20% in più rispetto al 2010 - hanno scelto l’Alta Velocità per spostarsi sull’asse Torino-Milano-Roma-Napoli-Salerno o per raggiungere velocemente Venezia dal centro-sud. L’AV, piaccia o no, serve molto agli italiani e al Paese, e questi risultati confermano le premesse e le promesse del progetto iniziale, anche se da molte parti si lamenta l’esclusione del Mezzogiorno da questi servizi.

Superati i dubbi e le difficoltà dell’avvio, l’AV italiana è ormai da tutti considerata una conquista e un vantaggio che ci fanno sentire molto più in linea con l’Europa. La speranza è che prima o poi simili risultati di efficienza, pur nei diversi scenari legislativi di fondo, possano estendersi al servizio universale, per far viaggiare meglio quei quasi due milioni di pendolari che ogni giorno si muovono in Italia. O per attirarne altri ancora, facendoli scendere dalle auto, con tutti i vantaggi che ne deriverebbero per l’ambiente e la sicurezza.

Per realizzare questi sogni, neanche a dirlo, ci vorrebbero più soldi, più investimenti, ma probabilmente anche nuove formule di gestione del trasporto locale. Magari risulterebbe utile anche tornare a proporre proprio quelle gare per l’assegnazione dei servizi, inutilmente previste da più di dieci anni, pensate per introdurre principi di concorrenza e quindi per raggiungere risultati di qualità anche in questo settore.

Il dibattito è molto complesso e vede in campo opinioni non sempre allineate. Su un dato di fatto, comunque, sembrano tutti d’accordo. Per migliorare il trasporto regionale, in ferrovia, sarebbero sicuramente fondamentali due interventi pubblici: l’aumento dei contributi agli operatori e gli investimenti in materiale rotabile. Per quanto riguarda il primo caso, va detto che nel nostro Paese il corrispettivo unitario riconosciuto dallo stato a Trenitalia è di 8,2 centesimi di euro per passeggero-km, importo che è inferiore del 68 per cento al dato francese (13,8) e del 44 per cento a quello tedesco (11,8). Francia e Germania, inoltre, non finanziano solo le infrastrutture di trasporto (cioè le linee), come accade in Italia, ma investono anche per acquistare nuovi treni.

Le differenze sono evidenti e fanno capire chiaramente che senza adeguati finanziamenti, come fanno Francia e Germania, gli operatori non potranno mai disporre di sufficienti risorse per soddisfare le legittime richieste di efficienza e qualità degli italiani. Un segnale positivo nel potenziamento della flotta è comunque arrivato ad aprile da Trenitalia, che ha reso noto di aver iniziato la consegna dei nuovi treni commissionati nel 2009, annunciando nel contempo un investimento (a totale proprio rischio di impresa) di 1,25 miliardi di euro per l’acquisto di altri convogli per pendolari.


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: lunedì 6 luglio 2015, 9:01 
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e questo, per chi è interessato, è l'analisi di Assoutenti sul Contratto di servizio (nazionale) 2015-2020

http://www.genovamilano.it/Documenti/RinnovoCdS_MIT.pdf


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2015, 12:38 
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Nel nuovo contratto la Fidenza-Fornovo è sempre priva di treni?
Grazie Fabio


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: martedì 7 luglio 2015, 13:32 
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fabio7771 ha scritto:
Nel nuovo contratto la Fidenza-Fornovo è sempre priva di treni?
Grazie Fabio


Onestamente perchè dovrebbero metterli, visto che, per numero di abitanti e dislocazione delle stazioni, sono possibile fonte di viaggiatori solo Fidenza e Fornovo. Almeno fino a qualche anno fa quelli di Fornovo potevano recarsi a Fidenza per visite mediche, ora hanno anche loro la "casa della salute", che è nella ex caserma dell'aeronautica. Infatti la cessazione del servizio è +/- coincisa con l'apertura dei poliambulatori.
In fin dei conti li hanno tolti anche tra Parma e Fornovo, ma in questo caso non sono d'accordo.


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 Oggetto del messaggio: Re: TPL - partono le gare - Emilia Romagna
MessaggioInviato: mercoledì 8 luglio 2015, 7:30 
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Concordo: le stazioni/fermate di Medesano e Felegara sono in paese, magari più fuori mano è la stazione di Noceto.
Vediamo...e speriamo...


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