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Infatti, ho specificato italiana. Impresa ferroviaria è un cosa, avere una licenza di circolazione è un'altra. (Che SNCF entrasse prima o poi dentro NTV, direi che era già nel conto in partenza.)
Quello che bisogna avere presente non è tanto il nome e cognome o cosa fa, ma chi c'è dietro. Se andiamo a vedere bene, in Europa continentale, solo l'italia ha avuto da sempre imprese ferroviarie private, con linee in proprietà o/e concessione, con grandi estensioni e magari con anche non contiguità, si pensi, per esempio a: SV, SNFT, FNM, FSE, reti sarde, SR del sud, ecc. . Lasciamo stare le reti francesi prima di SNCF, perchè il discorso equivale a FS, idem per la DB quando fu creata come DR. In Francia, Germania e Austria prima che lo stato molli la presa né deve passare ancora di acqua sotto i ponti; che poi per alcuni treni, in particolare quelli internazionali vengano create società specifiche, è un altro discorso: fondamentalmente per poter esercitare regimi commerciali tariffari diversi, in questi casi di solito si mette in opera un duopolio. Per Belgio e Olanda il discorso è diverso, avendo meno soldi di noi, devono per forza assecondare chi li tiene economicamente in piedi (vedi caso Fyra, che di fatto non hanno i soldi per pagarli).
Il discorso merci è diverso, qui bisogna anche vedere l'utenza e la sua dislocazione, di fatto in Francia e Germania le imprese monopoliste hanno mollato solo le briciole. Verso est non ho elementi di valutazione, ma lì direi che siamo in ambiti sufficentemente diversi.
Ripeto, per le linee regionali o/e locali il discorso è diverso, e coinvolge anche le comunità e gli enti locali.
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