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 Oggetto del messaggio: Treni e cani
MessaggioInviato: martedì 8 settembre 2015, 23:37 
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Iscritto il: martedì 26 febbraio 2008, 22:31
Messaggi: 1674
L'articolo sulla stazione di Piombino mi ha ricordato la storia di un cagnolino che abitava... nella stazione opposta, al quale fecero pure un piccolo monumento.
Allego qualche foto presa da Google, delle quali una col suo padrone, allora capostazione di Campiglia.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni e cani
MessaggioInviato: mercoledì 9 settembre 2015, 9:13 
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Iscritto il: lunedì 21 settembre 2009, 16:40
Messaggi: 73
Il cane era "Lampo", chiamato il cane viaggiatore. Aveva scelto come suo "padrone" Elvio Barlettani, Capo Gestione di Campiglia Marittima (anni '60).
Era famosissimo sulla tratta che da Campiglia portava a Piombino: era li che abitava la famiglia Barlettani. Il cane si serviva dei treni come un qualsiasi viaggiatore ma, cito, "...senza regolare biglietto...", non disdegnava - comunque - viaggi a Roma o a Genova.
Le sue avventure e la sua tragica fine sono ben raccontate nel libro "Lampo, il cane viaggiatore" dello stesso Barlettani ed edito dalla La Bancarella di Piombino.
Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni e cani
MessaggioInviato: mercoledì 9 settembre 2015, 18:11 
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Iscritto il: martedì 28 marzo 2006, 17:03
Messaggi: 32372
Località: Dove i treni sono a vapore e gli scambi a mano
Non riguarda i treni, ma la fedeltà di quest'altro cane è anch'essa esemplare.
Testo di Maurizio Panconesi, tratto dal gruppo facebook "Porrettana - Faentina - Direttissima: vecchie linee dell'Appennino"

La Storia di Fido, per 14 anni in attesa di quella corriera che non gli riportò più il suo amato padrone...
Borgo San Lorenzo - Firenze
Il monumento è davanti al municipio, proprio sotto la lapide che ricorda il "conte Francesco Pecori Giraldi/colonnello della Milizia Toscana". È un cane in bronzo che guarda in alto e sembra annusare l'aria, per riconoscere l'odore del suo padrone.
"A Fido, esempio di fedeltà".
Passa un bambino - avrà dieci anni - con mamma e fratellino in passeggino. "Ciao Fido", dice il bimbo che conosce già la sua storia. "Fido era un cane molto buono, che per 14 anni ha aspettato invano il suo padrone.
Per cinquemila volte è andato ad attenderlo alla corriera".
La sua storia ricorda assai da vicino quella immortalata magistralmente dal film "Hachiko, il tuo migliore amico", con Richard Gere e che narra quella simile, accaduta pochi anni prima in Giappone: un professore universitario, dopo aver adottato un Akitainu di colore bianco (Hachiko) ogni giorno questo lo accompagna alla stazione di Shibuya. Al pomeriggio il cane è lì ad attendere il suo ritorno. Il professore muore e Hachiko, per dieci anni, va alla stazione ogni giorno alle 15, puntuale.
Quando anche il cane muore, gli dedicano un monumento.
Anche il padrone di Fido morì, ma sotto il bombardamento di Borgo San Lorenzo del 30 dicembre 1943, che provocò 103 vittime.
Fra quelle vittime, vi fu anche l'operaio Carlo Soriani, il padrone di Fido.
E da allora, da quel penultimo giorno del 1943, Fido continuò a percorrere la strada che lo separava da casa per andare ad attendere l'arrivo di quella corriera che doveva restituirgli il suo amato padrone...
Il bastardino toscano, bianco con macchie nere, divenne poi famoso con gli anni, e quando era ancora in vita, i settimanali nazionali iniziarono a dedicargli copertine ed articoli: La Domenica del Corriere, Gente e Grand Hotel, fra il 1957 ed il 1958, fecero commuovere milioni di italiani con la sua straordinaria storia di fedeltà ed amore.
Tutto era iniziato nell'inverno del 1941: "Era una gelida sera quando Carlo Soriani, nel ritornare dal lavoro, sentì un guaito...". L'operaio stava tornando da Borgo San Lorenzo verso casa, nella frazione di Luco. Nel greto di un torrente trovò un cucciolo ferito che portò a casa, divenendo da quel momento il suo inseparabile amico. "Non è bravo a caccia ... Fido non sa nemmeno fare la guardia". Ma ogni mattina, alle 5,30, sveglia il padrone, e assieme vanno alla fermata della corriera. Alla sera, alle 19, Fido è di nuovo lì, in piazza, ad aspettarlo. A volte il padrone scherza, non scende dalla corriera. Il cagnolino allora sale e lo va a cercare, nascosto dietro un sedile. Questo per due anni, fino a quella tragica sera del 30 dicembre, quando le bombe distrussero la fabbrica dove Carlo lavorava.
"Fido, fedele al suo appuntamento, come tante altre volte, anche quella sera fu lì ad aspettarlo: gli operai scesero uno alla volta, in silenzio, con facce pallide... Fido li passò in rassegna, uno ad uno, fino a che, da quella corriera, non scese più nessuno ....
Saltò allora sulla corriera e cercò invano fra i sedili il suo padrone.
Quella sera, con la coda tra le gambe, dopo un po' tornò a casa da solo ... e la famiglia Soriani capì che Carlo non sarebbe più tornato".
Da quel giorno, nella piazzetta di Luco, tutti notarono quel cane che aspettava. "Da allora, puntualmente, ripeté ogni pomeriggio per quasi quattordici anni quel tragitto, da casa alla piazza.
Trascorreva Il giorno sul cocuzzolo davanti a casa, con il muso all' insù, rivolto verso Borgo San Lorenzo. Anche negli ultimi anni di vita, quando le zampe lo sorreggevano ormai a fatica, con gli occhi annebbiati, le orecchie ciondoloni, zoppicando, si recava alla solita fermata ... ad aspettare".
A riconoscimento della sua fedeltà, trascorsi molti anni, il 9 novembre 1957 Fido venne premiato con una medaglia d'oro, durante una cerimonia in Comune.
L'annuncio della sua morte - avvenuta l'anno successivo, l'8 giugno 1958 - viene dato da "La Nazione" a quattro colonne. "Fido è morto. Sarà sepolto all'esterno del piccolo cimitero di Luco di Mugello, dove riposano le spoglie del suo padrone".
"Fido venne ritrovato morto verso le 16 sul ciglio di quella strada che aveva percorso per più di cinquemila volte, poco lontano dalla sua casa di Luco di Mugello: fecero la scoperta due ragazzini che tornavano da scuola.
Lo riconobbero subito e corsero a darne la notizia alla signora Soriani, che scoppiò in lacrime, come per la morte di un caro congiunto.
In breve, gli abitanti del luogo si radunarono quasi al completo intorno al povero corpicino inerte, seminascosto dall'erba alta".
Pochi mesi dopo venne inaugurato il monumento, opera dello scultore Salvatore Cipolla (distrutto dai soliti teppisti e rifatto in bronzo), tutti i giornali parlarono dell'avvenimento. Il giorno dell’inaugurazione del monumento, in piazza Dante, c'era la vedova di Carlo Soriani, il sindaco Graziani, Amilcare Giovannini, lo scultore Salvatore Cipolla, tante autorità, i bambini delle scuole elementari, molti giornalisti di grandi testate italiane ed estere furono presenti alla cerimonia.
Fido, un semplice "bastardino", si era imposto all’attenzione del mondo per la sua straordinaria fedeltà, superiore forse a quella di molti esseri umani!
"Fido" ... un nome che fu anche il programma della sua breve vita, la vita di un piccolo cane, destinato a restare nel cuore e nel ricordo di molti ...
Nelle immagini:
l'articolo apparso su La Domenica del Corriere del 24 Novembre 1957 con La storia di Fido,
e la lapide con la sua tomba, dove ancora qualcuno depone un fiore a ricordo di quella sua straordinaria testimonianza di fedeltà verso quel suo padrone che continuò ad amare oltre la morte (foto di F. Aiazzi).
Per coloro che volessero riviverne la storia, attraverso le vecchie immagini di un cinegionale dell'epoca, rimandiamo al link:
https://www.youtube.com/watch?v=7tGZuxBZS8A


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