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da LaStampa.it
Oggi gli ultimi pezzi di quello che avrebbe dovuto essere il cantiere per lo scavo del cunicolo esplorativo di Venaus saranno rimossi dagli operai della Cmc. Con loro scomparirà anche il presidio delle forze di polizia. Sulla carta si riparte da zero. Forse il modo migliore per iniziare quelle che possono definirsi le due settimane di passione per la Tav. Da oggi e fino al 4 luglio è un susseguirsi frenetico di appuntamenti quasi tutti classificabili come «decisivi» che termineranno a Lione con la riunione della Conferenza intergovernativa. «Per quella data o il governo avrà maturato convincimenti saldi sulle modalità di realizzazione dell’opera oppure credo che cominceranno i problemi a livello internazionale», prevede un osservatore ben informato che preferisce restare anonimo.
Già, tutti attendono una risposta da palazzo Chigi. C’è la richiesta di una rapida convocazione del tavolo politico dell’Osservatorio sulla Torino-Lione diretto da Mario Virano. Il centrodestra chiede che il premier Prodi riferisca in Parlamento. Nell’attesa il ministro dei Trasporti, Alessandro Bianchi, incontrerà i rappresentanti della Val di Susa. Ritorna a farsi sentire anche la protesta di piazza. Sabato sera hanno partecipato in mille ad una fiaccolata a Mompantero e oggi i manifestanti scenderanno a Torino per contestare un convegno organizzato da Transpadana sul futuro della linea storica a cui però parteciperanno come relatori un esperto della Comunità montana della Bassa Val di Susa e il presidente della stessa, Antonio Ferrentino.
Domani, intanto, rappresentanti dell’Unione Industriale di Torino, dovrebbero incontrare a Bruxelles il commissario europeo ai Trasporti, Barrot, per discutere dei collegamenti transfrontalieri e per sollecitare un intervento per sbloccare la Torino-Lione. Un pressing iniziato con l’intervento del presidente degli industriali, Alberto Tazzetti al centenario dell’associazione che ha provocato la reazione di Rifondazione Comunista. Per il segretario regionale, Alberto Deambrogio, «gli industriali non possono dettare l’agenda delle priorità al Governo».
Il primo degli incontri «decisivi», però, è in programma mercoledì a Roma. La coordinatrice del corridoio V per l’Unione Europea, Loyola De Palacio, incontrerà il presidente del Consiglio, Romano Prodi, e i ministri interessati alla Torino-Lione. Nei giorni scorsi il premier incontrando il presidente francese Jacques Chirac aveva spiegato che «l’asse est-ovest non deve tagliare fuori l’Italia». Una dichiarazione che difficilmente servirà a soddisfare le domande di una scelta politica certa e chiara che avanzerà la coordinatrice.
Anche le regioni del Nord chiedono al Governo «certezze» sul Tav ma anche sul resto delle grandi infrastrutture. Giovedì a Brescia si riuniranno su iniziative del Piemonte, gli assessori ai Trasporti della Val d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e delle province di Trento e Bolzano. L’assessore Daniele Borioli e i suoi colleghi dovrebbe elaborare un documento con l’indicazione di alcune opere prioritarie. Sulla Torino-Lione il Piemonte punta ad ottenere la possibilità di sfilare la valutazione ambientale della linea dalla legge Obiettivo. Borioli, però, si dice convinto che il Governo entro dicembre dovrà sciogliere altri due nodi. I più critici. Il primo: «Dovrà pronunciarsi in merito ai tempi e le modalità per completare la campagna di sondaggi che è premessa fondamentale per dare rassicurazione alle popolazioni rispetto ai rischi sulla salute». Il secondo: «Poi si aprirà una discussione rispetto al tracciato».
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