...mi viene in mente....... che abbiamo visto agganciare una carrozza o due in più in stazione ad un lungo espresso.....

Abbiamo visto; fare fermate straordinarie alle stazioni a treni che non avevano la fermata causa forte affluenza viaggiatori; tradotte tra una stazione e la limitrofa (es. Viareggio-Torre del Lago) effettuate con gcarrello si manovra tipo 214 condotto dal manovratore abilitato; carri merce di ogni tipo e foggia in composizione a numerosissimi treni merce trainati dalle onnipresenti E 636 con il caratteristico rumore della trasmissione sotto sforzo; passato intere serate nell'ufficio movimento della stazione vicino a casa a chiacchierare con i Ferrovieri o a leggere la Tecica Professinale da cui si ricavavano notizie interessantissime (es. i metodi per l'impermeabilizzazione delle volte delle gallerie o su come era stato effettuato il recupero di un veicolo sviato).
Carlo Pezzini

Buona parte dei caselli dei PL ancora abitati, tutti della stessa forma e con la loro tabella chilometrica,
Mi ricordo che tutti avevano la stessa caratteristica che li accumunava:
un pergolato sopra alla porta di ingresso che ogni primavera si ricopriva di fantastici fiori di glicine.
Inoltre la maggior parte di essi era dotata di pozzo con l'immancabile secchio che penzolava.

La girandola dei PL a 3 punti che girava ogni volta che si abbassavano le sbarre o solo con un filo di vento.Ormai sostituite dai semafori lampeggianti.Molte volte il PL veniva chiuso ad orario dal casellante per cui restava giù per tempi immemorabili.E tutti noi sul sedile posteriore della macchina a morire di caldo.

Ma la figura che associo di più agli anni '70 era il verificatore dei freni, che con il suo lungo martello picchiava i ceppi delle ruote nella stazione di Milano C.le e solo dal suono capiva se una carrozza era da scartare o meno.

Opsss.....dimenticavo.....il Bigliettaio! lo si sentiva arrivare perchè nel corridoio delle carrozze gridava : Biglietti! Biglietti!!!

Come ha detto A.D. i caselli dei pl abitati e con in relativo casottino o in mattoni o in cemento armato in cui era posizionato l'arganello o gli arganelli di comando se da li si comandava anche il pl limitrofi.
Il comando a doppio filo dei pl o a semplice filo con compensatore intermedio per i segnali ad ala.
Il casottino con gli arganelli equipaggiato o con un piccolo caminetto o con una stufetta a legna (quest'ultima rigorosamente ottenuta da traverse fuori uso).
Il casellane che presenziava il passaggio dei treni col berretto in testa e la bandiera rossa in mano.
Carlo Pezzini

"Il casellante che presenziava il passaggio dei treni col berretto in testa e la bandiera rossa in mano."

........ quando non era la moglie con grembiule e fazzoletto in testa e bandiera rossa ........

e che dire delle stufe di cotto rosso a tre piani nelle stazioni d' aspetto ? e le "comode" panche di III classe

le carrozze da Firenze a Torino, aggangiate a Pisa all'expr Roma Torino, a notte quasi fonda che si arrivava la mattina.

e chi voleva arrivare più tardi c'era l'expr Firenze Torino con il gancio automatico sperimentale.

forse qui vai un po' troppo indietro nell'amarcord ferroviario

I treni merci con gancio automatico sperimentale a composizione bloccata, con i carri di testa e di coda equipaggiati ad una testata col gancio tradizionale e l'altra con l'automatico, equipaggiati con un vano in cui era contenuta la maglia speciale per poterli agganciare, dal lato del gancio automatico ai veicoli nomali in caso di necessità e in cui erano anche contenute le istruzioni per procedere all'accoppiamento.
Carlo Pezzini

........ ah se il giovane sapesse ed il vecchio potesse

Mi ricordo che, fino al cambio di gestione da parte di SNFT in FNM, sulla Brescia Iseo Edolo, all'altezza di Via Dalmazia appena dopo la stazione di Bs, era in funzione forse l'unico passaggio a livello ancora a cancelli scorrevoli su ruote.Il casellante, ogni volta, doveva prima tirare un cancello e poi l'altro per chiudere il PL.
Qualcuno se lo ricorda?
Mi ricordo anche gli ultimi viaggi che ho fatto sulla aLn 70.231 Faruk da piccolo quando, anche con un motore solo, riusciva a portarti a destinazione.A mio avviso era la regina indiscussa delle automotrici.
Non so se preferivo il rumore degli scarichi suoi o di quelli delle Breda in servizio sulla SNFT con il loro caratteristico gorgoglio.

Così, tanto per ricordarsi la melodia:
http://www.youtube.com/watch?v=JIkyuPzREWI

Ricordo benissimo quando, finalmente ti scattava il verde del semaforo per l'accesso da e per via Dalmazia, tu eri pronto per un balzo fulmineo, ma ecco che all' improvviso il tipo iniziava a chiudere i cancelli facendoti perdere ulteriore tempo.

Da non scordare anche l'immancabile filare di viti
che correva parallelo al binario nei pressi
dei caselli.
A.R.

Ero piccolo, ma ricordo il cambio trazione ad Ovada.
Una E636 prendeva il posto della E554.

Beati noi che abbiamo visto correre le Tartarughe vere, quelle blu e grigie coi musoni bombati e non l'obbrobbio verde che sono diventate oggi...

Vero, le E444 d'origine sono state le macchine più eleganti mai costruite dalle rimpiante FS.
Un vero peccato non averne conservata nessuna...