Evvai! Facci godere!

Non so se sia un effetto fotografico (sottoesposizione) o ci fosse nebbia quel giorno, ma in ogni caso, fatta così, la foto con la E.646.003 rende proprio un'atmosfera "veneziana".

La foto è proprietà del Comune di Venezia e risale al 1930.


Cartolina di proprietà di Davide Napoli risalente a fine 800/inizio 900. La locomotiva è la RA 216

Alberto... ...che foto spettacolari...

Propongo un monumento...

...(chissà se questo esiste ancora...)



...al duo Fabio Cerato/Luciano Orlandini...

Scherzi a parte, ringraziali di cuore per aver messo a nostra disposizione queste fantastiche testimonianze.
...sono pochi infatti coloro che condividono il proprio materiale...

Molti purtroppo tengono le foto nei cassetti, costudite gelosamente, chissà per quale propria inconscia libidine..., non immaginando che tanto, ...una volta passati a miglior vita, gli eredi le butteranno nelle scoasse...

Prosegui pure con il tuo materiale... ...io del Deposito di Venezia Marittima (o Mare) ho solo qualche altra foto trovata in rete...

Poi ho tante foto FS della stazione di Venezia S. Lucia...

...e poi passeremo in "terraferma", a Mestre, dove ho diverse foto (sempre FS) del deposito, della parigina, della stazione (nuova e vecchia), dei raccordi di Marghera, ecc...

Ciao

Sempre per i "foresti"...



...la freccia gialla indica il molo San Basilio e la stazione Marittima...

Mitica la 740.138...




...l'ho vista per diversi anni al DL di Treviso (foto di Nazario Bobbo...)





...come la 740.187, aveva il compressore a sinistra... ...cosa molto rara per le 740...

.[/quote]
Evvai! Facci godere!

Non so se sia un effetto fotografico (sottoesposizione) o ci fosse nebbia quel giorno, ma in ogni caso, fatta così, la foto con la E.646.003 rende proprio un'atmosfera "veneziana".[/quote]

Anche a me è una foto che piace tantissimo !
Tra l'altro adoro quella macchina in particolare.

[quote="cedro"][quote="albeciac"]


Scherzi a parte, ringraziali di cuore per aver messo a nostra disposizione queste fantastiche testimonianze.
...sono pochi infatti coloro che condividono il proprio materiale...

Molti purtroppo tengono le foto nei cassetti, costudite gelosamente, chissà per quale propria inconscia libidine..., non immaginando che tanto, ...una volta passati a miglior vita, gli eredi le butteranno nelle Scolasse...

Fabio sarà molto contento dei vostri apprezzamenti, posso garantirti che legge tutti i post!
So che sta preparando anche quelle di Mestre.

Nelle prossime ore inserisco le ultime che mi ha mandato: San Basilio (rarità assoluta, sarebbe bello trovarne altre) e il fascio ricovero materiale rimorchiato di Venezia Marittima.

Ecco la planimetria del Deposito di Venezia Mare...

Un'altra foto scovata da Luigi Voltan....

Luglio 1974




...che fa il paio con questa già postata...

Restiamo sul ponte lagunare...


Nell'agosto del 1971 una 625 in arrivo a Venezia...
foto Garrett



Poi qualche 683...

La 683.969 nel 1955...
Foto FS




La 683.972 nel 1955
Foto Coles




La 683.981 nel 1957

Che bella macchina la Tartaruga...

E 444.099 nel 1994
Foto Bonetti



Molto però anche la E 645
E 645.066 nel 1979
foto Crignola




...e la E 646
E 646.128 nel 1973
foto Crignola

Questa foto l'ho fatta io nel 1984, è la 444 006 con il diretto per Firenze tutto con aggancio automatico. Viaggiava sempre in compo bloccata, ottimo per testare la bontà del gancio automatico

Qui siamo in zona Scomenzera, anno 1933 ?? I Burci carichi di carbone attendono di partire per il gasometro di Padova, che era in zona piazzale Boschetti, io mi ricordo la teleferica che serviva a scaricarli !!

Ciao Giovanni...
...questa proprio non la sapevo...


http://www.spaziopadova.com/SalvaVeneto ... iovego.htm

Il gas si ottiene per distillazione del litantrace, un carbone fossile dell’era mesozoica. Il carbone veniva trasportato a Padova su enormi barconi inizialmente trainati da cavalli che, provenendo dalla laguna, passavano per Fusina e risalivano la riviera del Brenta, transitando da chiusa a chiusa. Entravano nel Piovego e lungo quel canale raggiungevano il Gasometro.

Un’immagine di un passato non poi così lontano è quella dei cittadini curiosi, fermi lungo l’attuale via Trieste ad osservare i barconi colmi di carbone, mentre la benna lo preleva e mediante carrellini scorrenti su aerei binari il materiale raggiunge il magazzino da dove viene avviato ai forni di combustione e di distillazione. Sia dai gas che dal catrame, formatosi durante la distillazione, venivano estratti prodotti secondari che rendevano redditizia l’industria del gas: benzene, naftalina, ammoniaca per fertilizzanti, composti cianici per coloranti e infine il carbone coke per combustibile.

Il gas che era il prodotto principale, veniva immesso nel gasometro, e poi, dopo essere passato in un regolatore di pressione, veniva immesso nella rete delle tubature degli utenti.

...e anche i burci non servono più...

Il "Cimitero dei Burci" a Treviso..., sul Sile