Mattia646 ha scritto:
Sì ma Lorenzo perdonami, un presidente dimissionato per un mutuo a tasso agevolato mentre qui da noi il mutuo a tasso agevolato è già previsto per i politici (tasso all'1.57% netto...)!
Appunto! Qui da noi invece quando vengono scoperti certi altarini i Presidenti della Repubblica fanno i messaggi alla nazione dicendo "io non ci sto!".
Taciamo per amor di patria quello che fanno i Presidenti del Consiglio...
Viste queste premesse mi sembra una cosa del tutto normale che nonostante anche là ci siano dei problemi, la Germania venga vista comunque come un partner serio ed affidabile mentre noi non riusciamo a toglierci la reputazione di mafiosi ed in generale di buffoni inaffidabili...
Quanto alla finanza non posso che quotare Luca:
lucapassanisi ha scritto:
il mercato finanziario è lo specchio di tutti gli altri mercati...
lucapassanisi ha scritto:
ti ricordi le massaie che nei primi anni 90, giocavano in borsa sulle biscom?
Per non parlare di quelli che si rubavano dalle mani Tiscali a 1000 € ad azione (che adesso vale 5 centesimi!)...
Negli ambienti finanziari gira spesso un detto che recita più o meno così: "la finanza separa gli stupidi dai loro soldi". Ed è proprio quello che succede anche adesso con intere economie nazionali, la cui popolazione è diventata talmente stupida da farsi risucchiare nel vortice del "venderevenderevendere" senza tenere conto delle reali capacità produttive e quindi della possibilità di ripagare ciò che viene comprato per mantenere un certo livello di benessere.
bigboy60 ha scritto:
Credo che la degenerazione del mercato complessivo sia nata da quando la finanza si e' scollata dal mercato reale
Hai invertito causa ed effetto: la finanza si è scostata dal mercato reale come meccanismo di autodifesa dalla situazione che io e Luca stiamo descrivendo.
Tu, singolo individuo, ritieni che sia un tuo diritto comprare una casa di proprietà (O L'ULTIMO IPAD!) anche se sei precario o disoccupato? Io il mutuo te lo faccio lo stesso ma oltre a farti pagare un botto d'interessi, impacchetto il tuo debito e quello di tanti altri come te, ci faccio un derivato e lo piazzo alla vecchietta che è venuta a chiedermi di comprare i BOT. E se non ho abbastanza vecchiette da spennare c'è sempre qualche fondo pensione a cui posso sbolognare questa spazzatura.
Tu, azienda, diventi inefficiente perché non migliori i tuoi processi produttivi, preferisci giocare con la finanza e rischi di non ripagarmi i debiti? Emetto CDS come assicurazione, li quoto sul mercato e se questi salgono di valore ti faccio pagare più interessi, finché o sputi sangue per ripagarli (tu o chi lavora al tuo interno non per me non fa alcuna differenza) oppure fallisci ed esci dal mercato (tanto l'assicurazione mi paga comunque...).
Tu, Stato, continui a fare debiti ed entrambi sappiamo che non sarai mai in grado di ripagarli? Ti aumento lo spread nei confronti dei tuoi vicini virtuosi così che o decidi di rimettere i tuoi conti in ordine, oppure rendo più convenienti i tuoi vicini a tal punto da far andare di là tutti gli investitori disponibili a mettere soldi sul mercato, così la tua economia si ferma e le tue aziende falliscono mentre a nord delle Alpi si distribuiscono bonus agli operai.
Tre situazioni esemplari di reazione praticamente automatica da parte del mercato del credito alla stessa tipologia di inefficienza: l'incapacità di comprendere le proprie prospettive di reddito e di ripagare quindi i debiti contratti.
La crisi dei subprime è nata nella banche americane ma i subprime che sottostante avevano? Guardacaso i debiti che la quasi totalità degli americani faceva per comprarsi il vestito firmato, per cambiare un'auto enorme (e nuova) con una ancora più enorme (e più nuova), per regalare le tette o il naso rifatto alla moglie, alla fidanzata o all'amante e tante altre cosette del tutto futili le cui spese erano sostenute a cuor leggero e senza guardare al reddito di chi contraeva questi debiti. Considerare questi debiti vera e propria spazzatura e cercare di disfarsene in ogni modo possibile è stata una reazione più che naturale: la velocità con la quale è avvenuto tutto questo però ha spiazzato le stesse banche ed alcune ci hanno rimesso le penne (vedi Lehman Brothers).
Gli imprenditori si lamentano continuamente delle restrizioni al credito da parte delle banche ma sinceramente, stante una situazione in cui le aziende sono messe in mano a manager che spesso e volentieri arrivano da fuori e da settori che non c'entrano nulla, la cui unica preoccupazione è quella di ridurre i costi all'osso senza alcuna prospettiva di medio-lungo periodo per la produzione di beni e servizi innovativi ed all'avanguardia per ritagliare nuove fette di mercato, possibilmente anche all'estero, quali prospettive di redditività (e quindi di ripagare il debito contratto) potrebbero avere aziende del genere? Di questa situazione fanno le spese anche aziende piccole le quali, benché generalmente più dinamiche e meglio gestite rispetto a quelle grandi si trovano nella sgradevole situazione di essere troppo piccole per competere nel mercato globale e troppo piccole per crescere da sole, con l'aggravante che spesso e volentieri i loro clienti sono proprio quelle grandi aziende che almeno qui in Italia sembrano belle cotte e decotte da un pezzo...
Poi arriviamo agli Stati: prima della morfina-Draghi ci si lamentava del nostro spread alto nel confronto dei tedeschi, salvo poi notare (e solo un ceco non può vedere questa evidenza) che i soldi dati ai tedeschi generalmente finiscono in servizi pubblici ed infrastrutture mentre quelli dati agli italiani altrettanto generalmente finiscono nelle tasche dei politici e dei loro amici. Quali prospettive di solvibilità ha un paese come il nostro stanti queste differenze con la Germania purtroppo del tutto evidenti?
E allora si "astrae", si creano derivati in grado di cautelarsi da tutte queste incapacità, sempre più complicati, sempre più diffusi, proprio come sempre più diffusa diventa la "stupidità" degli abitanti del blocco occidentale, incapaci di rendersi conto che in assenza di crescita il benessere che hanno raggiunto rimane in piedi per miracolo solo per mezzo di continui giochetti contabili, di un enorme schema Ponzi che prima o poi comunque deflagrerà.
In tutti e tre i casi di esempio che ho citato infatti questo è un sistema che comunque alla lunga non regge perché alla fine i soldi veri e quindi la ricchezza tendono sempre a spostarsi dove c'è efficienza e quindi, permanendo la situazione attuale, al di fuori del cosiddetto mondo occidentale.
In Italia, in Europa, in Occidente da anni ormai non c'è una pianificazione per il futuro della nostra economia, un piano industriale serio. Anche a livello UE si spreca la gran parte del tempo a decidere riguardo a sovvenzioni a questo o a quel settore economico: la famigerata politica agricola comune ad esempio fagocita da sola la gran parte delle risorse comunitarie per mantenere in piedi un settore agricolo ormai da rifondare completamente. Dall'altra parte del mondo invece ci sono aziende che corrono a mille, producono ricchezza ed è ovvio che attraggano i capitali che rimanendo qui andrebbero totalmente sprecati: ecco quindi anche la spiegazione per le delocalizzazioni.
A come si pone rimedio a questo: ricominciando a produrre e facendolo con una certa qualità. Sulla quantità i numeri dei cinesi sono oggettivamente imbattibili. Va aumentato il valore aggiunto dei beni e dei servizi prodotti qui in Europa e per fare questo servono ricerca ed innovazione tecnologica. Serve attenzione alla produzione e SOLO DOPO alla vendita del prodotto o del servizio. Perché le aziende possano fare tutto questo, oltre al "dovere morale" di ritrovare uno spirito imprenditoriale ormai perso da tempo, servono anche moltissime risorse, proprio tutte quelle centinaia di miliardi che lo Stato butta ogni anno nel cassonetto per finanziare le spese pazze dei politici, una Pubblica Amministrazione ed una burocrazia quasi completamente inefficienti, un assistenzialismo asfissiante nei costi e totalmente castrante per quello che riguarda la crescita. Senza scomodare la BCE e l'Unione Europea le risorse ci sono: per l'Italia le entrate non sono mai state un problema (semmai lo sono la loro distribuzione sul territorio e per tipologia di reddito). Per l'Italia il problema sono e sono sempre state le spese, quasi totalmente improduttive e che, gravando sui contribuenti impediscono ai contribuenti stessi (singoli o imprese) di spendere meglio questi soldi e far quindi ripartire la crescita.
Ciao,
Lorenzo