Vedo che ho toccato punti dolenti. Ed è logico. Lasciare a casa in qualche modo 100.000 persone, è un' operazione che difficilmente risulta indolore.
saltobravo ce lo conferma.
saltobravo ha scritto:
Essendo figlio di uno di quei Centomila ... ... (della prima ondata di mandati a casa con pensione "aiutata")... ... l'accordo di massima con i sindacati allora provocò un aumento generalizzato dei livelli professionali dei "rimasti" con relativi scatti stipendiali i cui esiti sui conti delle FS ti lascio immaginare.
E ci ha anche spiegato come fecero le ferrovie a non bloccarsi. Operarono riqualificazioni che, come faceva notare Omnibus, non suscitarono proteste.
E' anche evidente che le riqualificazioni furono possibili perchè i ferrovieri avevano professionalità già vicine a quelle richieste.
Facendo ancora i conti della serva, credo che l' aumento di stipendio ai ferrovieri rimasti non abbia aumentato le spese alle FS. Questo sarebbe successo solo nel caso di un raddoppio medio degli stipendi.
Quindi, a parità di passeggeri e merci trasportate, la spesa per il personale non dimezzò, ma sicuramente diminuì.
saltobravo ha scritto:
Per quanto riguarda "l'efficenza industriale" ecc. mi permetto di dirti che spesso è una immane ...
Beh, mica tanto. Se entrano meno soldi di quanti ne escano, o si trova qualcuno che li tira fuori, o si chiude.
In effetti c' è anche un' altra soluzione. A mia moglie, che lavora in una cooperativa, hanno calato lo stipendio. Ovviamente, chi ha deciso questo non ha neppure pensato di calare (anche) il proprio.
Omnibus ha scritto:
... non si sopprimeva perché la soppressione di un treno (in special modo viaggiatori) era assolutamente contraria all'etica intima degli agenti ferroviari.
Sì, lessi su una rivista che un capostazione si trovò con un passeggero che, a causa di un ritardo, aveva perso l' ultimo treno per raggiungere il suo paese.
Sopperì portandolo personalmente con la propria automobile, e senza neppure ottenere rimborsi.
E se quel capostazione, così come tanti altri ferrovieri, ha sopperito mettendoci del suo, mi sembra che sia una vittoria della dedizione, ma non dell' organizzazione.
Qualche decina di anni fà non c' era una maggiore organizzazione, ma semplicemente gli operatori ferroviari avevano più possibilità di azione di quante ne abbiano oggi.
Oggi, se si rompe un treno, sono disponibili meno rotabili di riserva, meno personale per farli funzionare.
Non lo si può neanche fare arrivare da dove è disponibile, perchè troppo lontano. Arriverebbe dopo ore. Allora lo si sopprime, e tanti saluti.
A nessuno piace questo.
E' il risultato di aver diradato treni e ferrovieri.
Ora si dovrà aggiustare il sistema. Se sono troppo diradati, allora potrà essere il caso di inserirne qualcun' altro. Ma si tratta, ora, di piccole variazioni.
Però non dispero.
Leggevo in rete che nel 2000 le DB avevano un passivo di qualche miliardo di Marchi. Chiesti soldi allo stato, si sono sentiti rispondere che già ricevevano qualche miliardo per le concessioni telefoniche, quindi, nisba.
Oggi, invece, 13 anni dopo, i miliardi li hanno di utile. E vediamo nella webcam di Plattling che compongono e scompongono treni.
Quindi : il sistema ferrovia può funzionare. Ma deve essere gestito secondo criteri efficienti.
Ci arriveremo con un italiano al comando, o dovremo aspettare che FSI sia inglobata nelle future EB (Europaische Bahnen, futuro nome delle Deutsche Bahnen) ?
Per l' ultima frase ... dai lasciatemi scherzare un po', per diminuire la tensione. Tanto sapete che non è in mio potere nè sostituire Moretti, nè, tantomeno, organizzare diversamente le ferrovie. ...
Stefano Minghetti