Spero di non sfigurare in questo topic di accademici della rotaia, però, siccome accidentalmente viaggio fra Verona e Brennero (non fra Gela e Canicattì) quasi tutti i giorni da dieci anni, un po' (!) di neve e nevicate ne ho viste, senza assistere a disagi clamorosi per la circolazione o, peggio ancora, a chiusure o soppressioni di treni.
Non vorrei svelare alcun segreto riservato a pochi iniziati ma, dove ci sono le scaldiglie (e vengono attivate quando necessario, non tutto l'inverno. Forse si fa confusione con il riscaldamento delle carrozze) gli aghi dei deviatoi, che sono l'unica zona dell'armamento che dà problemi in tempo di neve, risultano perfettamente puliti ed efficienti.
Il problema che rende necessaria l'interruzione della circolazione è proprio il fatto che si accumula neve fra ago e contrago del deviatoio che quindi non è più manovrabile e quindi impedisce il normale utilizzo delle stazioni.
Come si vede chiaramente nella foto allegata, che ho trovato con una semplice ricerca con Google, dove ci sono le scaldiglie (che possono essere elettriche o a gas. Interessante un articolo a riguardo di qualche anno fa sulla Tecnica Professionale) la zona degli aghi del deviatoio rimane perfettamente pulita ed utilizzabile.
Quindi, senza troppi giri di parole e dissertazioni da esperti ed eletti, se si spendono soldi per installate le scaldiglie o, in alternativa, in tempo di neve si paga qualcuno per spalare la neve in quelle zone sensibili i treni possono circolare regolarmente.
Altrimenti si lasciano i deviatoi sul corretto tracciato e si limitano drasticamente il numero dei treni che possono circolare, nascondendo questa pratica dietro un fantomatico "piano neve" che evoca ai più chissà quali inimaginabili difficoltà.
