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Raggio di curvatura da plastico
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Autore:  wolf05 [ mercoledì 10 novembre 2010, 16:33 ]
Oggetto del messaggio:  Raggio di curvatura da plastico

A parte quanto dice la descrizione del video
in questo filmato osservavo che la curva è realizzata su un raggio molto corto. :shock:

http://tv.repubblica.it/copertina/ny-la ... 6341?video

Luca

Autore:  ste.klausen21 [ mercoledì 10 novembre 2010, 21:41 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Raggio di curvatura da plastico

se può interessare ...

Il raggio di curva è un argomento che mi ha sempre affascinato. E nel tempo ho curiosato ed indagato.
Personalmente ho concluso che i raggi da plastico, che a volte sembra di vedere, sono effetti prospettici.
Ovviamente i raggi stretti esistono. E le metropolitane hanno raggi più stretti di quelli adottati nelle ferrovie.
Ogni ferrovia ha un raggio minimo standard, cui uniformare binari e rotabili.

In un articolo di Ottobre 2009 su Ingegneria Ferroviaria, è descritto il deposito della Linea C della metropolitana di Roma.
Fra i dati tecnici si cita il raggio minimo del binario di 75 m, che in 1/87 corrisponde ad un raggio di 862 mm (diametro 1724).

Cercando in Internet, con le parole chiave Rolling stock e Minimum radius, ho trovato citato per le metropolitane un minimo di 63 m, pari a 724 mm in H0 (diametro 1448).
Ed ho trovato l' elenco dei rotabili della subway Newyorchese :
http://en.wikipedia.org/wiki/R68_(New_Y ... Subway_car) (aggiungere la parentesi finale)
La lunghezza dei rotabili simili a quelli del filmato, è di 22.9 m, pari a 260 mm in H0.

Se si prova, con un binario flessibile, a ricostruire la curva ed a far circolare un veicolo di quella lunghezza, si noterà uno sbandamento simile a quello visibile nel filmato. Accentuato dal fatto che, mi è sembrato di vedere in una foto, quelle vetture hanno i carrelli posti a ridosso delle estremità.

Nelle ferrovie ordinarie, invece, il raggio minimo è di 150 m, con eccezioni fino a 80 m. Per circolare su un raggio così ridotto, però, veicoli come le carrozze unificate UIC devono avere i tenditori allentati, e velocità adeguatamente ridotta.
Al raggio vero di 80 m, corrisponde il raggio H0 di 920 mm.

Stefano Minghetti

Autore:  ste.klausen21 [ giovedì 11 novembre 2010, 20:40 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Raggio di curvatura da plastico

Trovato !!!

Il raggio in questione è di 147,25 piedi = 44,8818 metri = 515,9 mm in H0 (diametro 1032).
E' effettivamente un raggio modellistico. Praticamente un R4 !!!

Il raggio è su un sito che tratta stazioni abbandonate :
http://www.columbia.edu/~brennan/abandoned/cityirt.html
La stazione è utilizzata tutt' oggi per il transito di convogli (credo vuoti), ma non per servizio passeggeri.

Stefano Minghetti

Autore:  wolf05 [ venerdì 12 novembre 2010, 9:55 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Raggio di curvatura da plastico

ste.klausen21 ha scritto:
Trovato !!!

Il raggio in questione è di 147,25 piedi = 44,8818 metri = 515,9 mm in H0 (diametro 1032).
E' effettivamente un raggio modellistico. Praticamente un R4 !!!

Il raggio è su un sito che tratta stazioni abbandonate :
http://www.columbia.edu/~brennan/abandoned/cityirt.html
La stazione è utilizzata tutt' oggi per il transito di convogli (credo vuoti), ma non per servizio passeggeri.

Stefano Minghetti


Buongiorno Stefano,
grazie per le precise informazioni che hai dato.
Ad occhio è evidente che la curva è molto stretta, i vagoni si scostano molto dal filo del marciapiede.
Se qualche opera pia dedita ai fotomontaggio ritoccasse il filamto e usasse la tecnica del tilt-shifting potrebbe effettivamente sembra un filmato di un plastico.

Ciao

Luca

Autore:  comando multiplo [ venerdì 12 novembre 2010, 10:48 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Raggio di curvatura da plastico

Ma quanto è bello l'ingresso in vetro e ferro battuto !
Riccardo

Autore:  ste.klausen21 [ venerdì 12 novembre 2010, 20:14 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Raggio di curvatura da plastico

wolf05 ha scritto:
Buongiorno Stefano,
grazie per le precise informazioni che hai dato.
Ad occhio è evidente che la curva è molto stretta, i vagoni si scostano molto dal filo del marciapiede.
Se qualche opera pia dedita ai fotomontaggio ritoccasse il filamto e usasse la tecnica del tilt-shifting potrebbe effettivamente sembra un filmato di un plastico.

Ciao

Luca


di nulla.

Noto che, comunque, se dovessero salire dei passeggeri, dovrebbero fare un bel salto !
Dalla banchina alla carrozza, e viceversa.

Stefano Minghetti

Autore:  merlotrento [ sabato 13 novembre 2010, 20:07 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Raggio di curvatura da plastico

cito klausen1921
"Personalmente ho concluso che i raggi da plastico, che a volte sembra di vedere, sono effetti prospettici.
Ovviamente i raggi stretti esistono. E le metropolitane hanno raggi più stretti di quelli adottati nelle ferrovie.
Ogni ferrovia ha un raggio minimo standard, cui uniformare binari e rotabili.......
"
... è l'effetto tele e se sul binario è in marcia un convoglio i suoi veicoli appaiono "giusti""in scala" in altezza e larghezza ma compressi in lunghezza cioè accorciati..è la giustificazione scenografica delle
riproduzioni accorciate in 1:100 od anche più di Maerklin e altri negli anni 60/70 e oltre....
i plastici anche i più estesi e realistici sono compressioni della realtà..nel loro paesaggio valgono, per essere armonici ed efficaci le regole prospettiche della scenografia...
pensate che profondità acquisirebbero se lo stesso convoglio che vedessimo in 1/87 in primo piano
potesse vedersi in secondo piano in 1/120..e sullo sfondo poi in 1/160 ed/od in 1/220...sogni scenografici realizzabili purtroppo solo in stile tedesco....
pietro

Autore:  ste.klausen21 [ domenica 14 novembre 2010, 10:30 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Raggio di curvatura da plastico

merlotrento ha scritto:
i plastici anche i più estesi e realistici sono compressioni della realtà..nel loro paesaggio valgono, per essere armonici ed efficaci le regole prospettiche della scenografia...
pensate che profondità acquisirebbero se lo stesso convoglio che vedessimo in 1/87 in primo piano
potesse vedersi in secondo piano in 1/120..e sullo sfondo poi in 1/160 ed/od in 1/220...sogni scenografici realizzabili purtroppo solo in stile tedesco....
pietro


Credo che la compressione delle distanze, fatta in modo scenografico, come sostenuto da merlotrento, possa essere una aggiunta preziosa per gli impianti modello. In Klausen21 l' abbiamo adottata giocoforza, per far stare in 3.5 m un impianto che avrebbe richiesto 5 m.
Stabilimmo il punto di osservazione sul primo binario, all' altezza dell' Ufficio Movimento, comprimendo, poi, il paesaggio mano a mano che ci si allontanava dal punto di osservazione stesso.
Ci convincemo facilmente di questo, quando facemmo le prove del regolatore di velocità, dotato di inerzia simulata. Ci rendemmo subito conto del fatto che la decelerazione vera, non è percepibile se riportata in scala.
Quindi aumentammo accelerazione e decelerazione fino a renderli armonici con la (piccola) compressione adottata per le entrate e le uscite dalla stazione.

La compressione è stata eseguita spostando un po' verso la stazione gli oggetti circostanti, mettendo alberi più bassi nelle zone lontane e disegnando la forma dei rilievi secondo la sagoma del vero, visto dal punto di osservazione (con un proiettore da diapositive).

Quanto all' uso di scale diverse per simulare l' effetto prospettico, potrebbe essere un' ipotesi stimolante ed interessante.
Ma credo che sarebbe difficile da studiare.
Credo anche che richiederebbe di fare due calcoli ottici (per mè non di immediata attuazione), per stabilire a che distanza porre l' 1/120, l' 1/160, etc, in modo che risultino armonizzati prospetticamente.
Giusto per sognare un po', un' ipotesi che mi viene in mente, potrebbe essere la riproduzione della stazione di Piacenza in H0, con il ponte strallato, posto a distanza di 4 .. 5 m e riprodotto in N (con l' ETR500 in N).

Oppure i tornanti di Wassen, visti dal basso, con in primo piano la linea in H0, che in curva larga entra in galleria.
Poi in scala 1/120 la linea al piano intermedio, ed in 1/160 la linea in alto.
Il tutto armonizzato con una adeguata compressione dello scenario verso l' alto.

In questi casi la definizione del punto di osservazione, sarebbe indispensabile.

Stefano Minghetti

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