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| Autore: | MD102 [ giovedì 1 settembre 2011, 19:41 ] |
| Oggetto del messaggio: | kELLER, ADDIO? |
LA NUOVA SARDEGNA - Economia: Lo Stato affossa anche la Keller 01.09.2011 VILLACIDRO. Trenitalia affossa la Keller e crea i presupposti per la scomparsa di una delle poche grandi realtà industriali ancora presenti in Sardegna. L’ente ferroviario a partecipazione statale non è retrocessa di un solo millimetro e ha confermato ieri mattina ai dirigenti Keller, in un vertice a Roma, che non solo non restituirà all’azienda sarda la commessa di cinque elettrotreni (importo 16 milioni di euro) cancellata con decisione unilaterale, ma avvierà anche gli atti giudiziari per incassare una penale di 10 milioni di euro che la Keller dovrebbe pagare per presunte inadempienze contrattuali nella consegna dei convogli commissionati. Una sconfitta pesantissima per l’azienda Keller, ma anche per la classe politica regionale che non ha saputo farsi valere nelle sedi ministeriali interessate (Industria e Sviluppo economico) che, per un verso o per l’altro, controllano comunque Trenitalia. Troppo presto alla Regione è stata cantata vittoria con comunicati trionfalistici diramati i giorni scorsi da settori di via Trento e via Roma, attraverso i quali venivano pontificate le iniziative politiche avviate dalla Regione e preannunciata la rinascita della Keller con un riavvio dell’attività produttiva, destinata a far crescere azienda ed economia dell’intero territorio del Medio Campidano. La realtà sarà, allo stato delle cose, completamente all’opposto. Sempre che non si trovino urgentemente altre alternative per rialzarsi dopo ai cazzotti sferrati da Trenitalia che hanno messo kappaò la Keller. Non solo stanno volatilizzandosi i 320 posti di lavoro degli attuali dipendenti aziendali, nel conto vanno messi anche i cento dell’indotto e gli altrettanti nuovi che la società aveva intenzione di creare con la ripresa produttiva della fabbrica. In tutto sarebbero 520, una cifra esorbitante in tempi come di grave crisi come quella attuale. Il resoconto e la nuova situazione venutasi a creare sono stati illustrati ai sindacati e alla stampa dal direttore generale della Keller, Marco Serpi, al suo rientro da Roma assieme al dirigente Artudi e al direttore di stabilimento Gian Lorenzo Pinna. Aria di funerale, ma non di resa. «Trenitalia, con il suo amministratore delegato Vincenzo Soprano - ha attaccato Marco Serpi - ci ha comunicato che da verifiche effettuate è emersa l’impossibilità sostanziale da parte della società ferroviaria di revocare le recenti risoluzioni contrattuali e gli effetti ad esse collegate». Ovvero, niente commesse di elettrotreni e pagamento della penale milionaria. Per la Keller una mazzata da 26 milioni di euro. Questa situzione comporta inevitabilmente l’acuirsi della posizione debitoria della Keller, con il rischio di vanificare in modo irreversibile il piano di ristrutturazione e di rilancio, peraltro approvato dal ministero dello Sviluppo economico e dalla Commssione europea. «A questo punto - ha proseguito Serpi - si aprono nuovi scenari da valutare a strettissimo giro per evitare che l’impegno profuso da tutti i soggetti coinvolti nel rilancio dell’azienda, dipendenti in testa, risulti vano si disperda il consolidato patrimonio aziendale proprio in un territorio così martoriato da processi di desertificazione industriale». «Ma non ci arrendiamo - ha concluso il direttore generale -, vediamo chi starà dalla nostra parte». |
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| Autore: | MD102 [ giovedì 1 settembre 2011, 19:41 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
L'UNIONE SARDA - Economia: Keller, mazzata da Roma 01.09.2011 VILLACIDRO. Scompaiono lavori per 25 milioni, l'azienda dovrà pagarne dieci Trenitalia revoca gli ordinativi e chiede i danni Trenitalia non è tornata sui propri passi: l'amministratore delegato Vincenzo Soprano ha confermato ieri mattina a Roma, ai vertici della Keller, la revoca di commesse per 25 milioni di euro. Il peggio non è finito qui: la decisione, motivata con l'inadempienza dell'azienda di Villacidro, farà scattare penali e richieste di danni per quasi 10 milioni di euro che la società di Villacidro dovrà versare a Trenitalia. Affossato prima di vedere la luce il nuovo piano industriale, il nuovo scenario fa piombare nell'incubo i 312 dipendenti e i cento delle ditte esterne. NESSUNA INTESA Fumata nerissima, dopo il vertice romano nella sede delle Ferrovie dello Stato. Da una parte lo staff di Trenitalia guidato dall'Ad Soprano, dall'altra il direttore generale della Keller Elettromeccanica, Marco Serpi, volato a Roma con il delegato della Sfirs, Massimo Concas. «Ci è stata comunicata», ha detto Soprano ai sindacati nella sede di Confindustria a Cagliari, «l'impossibilità sostanziale di Trenitalia a tornare sui propri passi. Hanno detto di aver fatto approfondimenti e verifiche, ma che non possono rivedere la decisione di risolvere i quattro contratti». LA MAZZATA È una beffa per società e lavoratori, dopo l'ok della Commissione europea al piano di ristrutturazione della Keller, che era pronta a ripartire con un portafoglio di lavori da 85 milioni di euro, ma con un costante problema di liquidità. Ora, senza i 25 milioni di Trenitalia (16 dei quali per la costruzione di cinque elettrotreni), l'azienda vede avvicinarsi lo spettro del fallimento, visto anche l'acuirsi della posizione debitoria. LA KELLER «Se Trenitalia ci avesse convocato a novembre», accusa Serpi, «consentendoci di presentare il piano di ristrutturazione industriale, non saremmo arrivati al punto di non ritorno». Il direttore generale era scuro in volto, dopo aver informato gli assessore regionali all'Industria e ai Trasporti e, a ruota, i sindacati. «È un paradosso», ha concluso Serpi, «che Trenitalia, pur avendo ricevuto il 28 giugno conferma da Palazzo Chigi del via libera comunitario, a breve distanza abbia risolto uno dei più importanti contratti in portafoglio della società». I SINDACATI Disappunto per una decisione «inaccettabile» è stata espressa dai sindacalisti Gianluigi Marchionni (segretario provinciale Fiom Cgil), Marco Angioni (Fsm Cisl) e Andrea Farris (Uilm), accompagnati dagli Rsu Dario Cherchi, Mauro Branca, Mauro Nonnis e Antonello Leo. «La vicenda ricorda quella della Scaini con l'Eni», sostengono, «Trenitalia è partecipata dallo Stato e sta affossando un'importante azienda sarda. La Regione è stata troppo ottimista: ora centinaia di lavoratori sono a rischio». Francesco Pinna |
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| Autore: | E656.003 [ venerdì 2 settembre 2011, 15:04 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
Di quale commessa stiamo parlando?? |
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| Autore: | MD102 [ venerdì 2 settembre 2011, 19:10 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
Non so dirti a quale commessa si riferiscono. Forse potrebbe essere una parte dei nuovi treni regionali di cui trenitalia se non sbaglio ha da poco bandito la gara. |
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| Autore: | david7srfn [ lunedì 5 settembre 2011, 8:58 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
circa 520 famiglie che saranno costrette a indebitarsi con gli strozzini delle "finanziarie" che fanno i prestiti per arrivare a fine mese, senza più un lavoro un futuro e una dignità... |
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| Autore: | wiltreno [ giovedì 17 novembre 2011, 8:54 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
i giorni scorsi, sui quotidiani isolani, il discorso è tornato sulla possibilità di poter imbarcare i carri ferroviari da un porto della Sardegna, per venire incontro alle esigenze della Keller e non solo, ma anche del trasporto merci da e per il "continente". Bene, si è capito che sono emerse alcune tendenze: 1) ripristino tratta per Golfo di li Granci (Golfo Aranci); 2) completare con poco impegno, relativamente parlando, il tratto di binario mancante (poche decine di metri) nel porto di Porto Torres; 3) idem c.s. per il porto di Oristano-Santa Giusta; 4) realizzare, con grosso impegno di spesa, il lungo tratto per collegare il porto canale di Cagliari alla rete RFI. Buon senso vorrebbe che la scelta avvenisse secondo i massimi criteri di econimicità e praticità lasciando perdere i "campanilismi" ..., per cui a voi la scelta !!! Io, con il mio basso tasso di ragionevolezza sceglierei Oristano per la distanza minima da Villacidro, il binario già pronto e un porto poco congestionato a disposizione. |
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| Autore: | A.D. [ giovedì 17 novembre 2011, 14:42 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
Pensi che costi di meno far passare da una parte all'altra dell'isola i carri via terra o far fare il periplo via nave di tutta l'isola? Se guardiamo i costi, la soluzione migliore resterà sempre Golfo Aranci.Con poche ore di traghetto (8-9) si arriva subito sulla terra ferma.Se parto da Oristano, penso ce ne voglia almeno il doppio e l'olio pesante costa tanto.... |
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| Autore: | wiltreno [ venerdì 18 novembre 2011, 8:23 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
Bene, penso che se hai ragione tu, conviene attraversare tutta l'isola. Però a quel punto, e parlo per conoscere di persona la strettoia che è il tratto di rete ferroviaria dentro il paese di Golfo Aranci, non sarebbe meglio far terminare il binario al porto industriale di Olbia ? |
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| Autore: | aesse61 [ venerdì 18 novembre 2011, 13:38 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
ho letto da qualche parte, non ricordo dove, che dovrebbero sistemare Porto Torres per gl'imbarchi ferroviari. |
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| Autore: | MD102 [ venerdì 18 novembre 2011, 19:32 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
C'è un progetto che bprevede il traghettamento dei carri tra Porto Torres e Savona, se tutto va bene la prossima primavera dovrebbe entrare in funzione la tratta. Da Oristano non conviene, perchè, c'è sì un raccordo ma i treni una volta sbarcati dovrebbero retrocedere di ben 7 Km!!! Resta poi il problema di come trazionare i merci, ci sono solo quattro D443, di cui uno in carico alla divisione rotabili storici i 145 di Sassari sono finiti nella penisola. Paolo. |
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| Autore: | MD102 [ mercoledì 30 novembre 2011, 19:50 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
Keller. Riattivare la linea ferroviaria? «Vogliamo turisti, basta con i treni». Guerra tra Golfo Aranci e Villacidro lunedì, 17 ottobre 2011 Il sindaco di Golfo Aranci polemizza con il colosso industriale ceco: «Non si possono mandare all’aria i nostri progetti turistici per assecondare le condizioni dettate da un’azienda». La Skoda è pronta a rilevare la Keller ma pone una condizione: il ritorno dei traghetti-rotaia Questi sono binari morti. Ma qualcuno vorrebbe farli resuscitare. Non sarebbe un bel miracolo per il Comune di Golfo Aranci, che spera di seppellire presto, e definitivamente, la strada ferrata. Nel paese che Guglielmo Marconi scelse per le sue sperimentazioni, hanno immaginato un futuro fatto di turismo, dimenticando il passato di piroscafi, treni carichi di merci e rotaie arrugginite. I binari che arrivano fino al porto sono un retaggio che gli amministratori vogliono cancellare per sempre. Non per dimenticare la storia, ma per far posto ai vacanzieri, creando un grande giardino fatto di baretti, ristoranti e cantieri nautici. E per questo sono i venuti i brividi, al primo cittadino Giuseppe Fasolino, appena ha sentito i dirigenti della Skoda dettare le condizioni per la riapertura della Keller di Villacidro. IL BRACCIO DI FERRO Il colosso industriale ceco ha un piano preciso per dare nuovo ossigeno alla fabbrica di vagoni ferroviari del Medio Campidano, a patto che sia riattivata la linea ferroviaria e marittima che passava da Golfo Aranci. Qui le navi delle Ferrovie dello Stato non attraccano da tempo e di treni merci non se ne vedono più. Sono rimaste le rotaie e il borgo dei pescatori assomiglia a una zona industriale dimenticata. «L’idea della Skoda non ci piace: trovo inaccettabile che si possano compromettere i progetti per il futuro del nostro paese per assecondare le condizioni poste da un’azienda che probabilmente scapperà dalla Sardegna molto presto – attacca Giuseppe Fasolino – Noi abbiamo scelto di trasformare l’area ferroviaria in uno spazio dedicato ai turisti. E faremo di tutto per portare avanti i nostri piani». PASSATO E FUTURO L’economia di Golfo Aranci ha ricevuto un pugno in pancia quando le Ferrovie dello Stato hanno deciso di interrompere i viaggi dei traghetti-rotaia. «Nel frattempo però ci siamo risollevati e abbiamo scommesso sulla risorsa più importante che abbiamo: il mare – sottolinea Giuseppe Fasolino – Un tempo i nostri giovani speravano di lavorare sulle navi, ora sognano attività turistiche. Noi abbiamo il dovere di sostenerli». E infatti c’è un bel progetto, inserito anche nel Piano regolatore del porto. Eliminati i binari e tutto il ferro arrugginito, saranno realizzati chioschi, prati e cantieri nautici. «I treni sono incompatibili con la nostra idea di sviluppo – attacca il sindaco – Non vogliamo ostacolare il piano di rilancio della Keller, ma non nessuno può decidere sulla nostra testa». PROGETTO ALTERNATIVO Per riattivare un collegamento navale-ferroviario la Regione ha finanziato da tempo l’allungamento dei binari fino alle banchine del porto di Porto Torres. «Con questo progetto i piani della Skoda possono essere attuati – sottolinea il sindaco di Golfo Aranci – I treni della Keller possono passare da Porto Torres». Qui sognano gli ombrelloni. |
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| Autore: | ns1979 [ mercoledì 30 novembre 2011, 22:04 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
Salute a tutti, pubblico qua alcune news trovate sparse riguardo il traghettamento di materiale rotabile. L'argomento mi interessa molto e cerco sempre di capire come si evolve la situazione. Fonte: http://www.sardegnaindustriale.it/artic ... ne=2008002 Traghetti FS: un servizio obsoleto di Bruno Musso Sull’eventualità della soppressione del trasporto dei carri merci sulla linea Golfo Aranci-Civitavecchia con i traghetti di Trenitalia, abbiamo voluto sentire il parere di un armatore privato, Bruno Musso, amministratore della Grendi Tarros, che conosce molto bene i problemi del trasporto merci isola-continente perché dagli anni sessanta opera con le sue navi sulle rotte della Sardegna. i La Ferrovia ha ultimamente manifestato l’intenzione di sospendere in forma definitiva il servizio marittimo Civitacchia-Golfo Aranci eliminando così il collegamento tra il Continente e la rete ferroviaria sarda. Le contrastanti reazioni che questa decisione ha provocato giustificano un ragionamento pacato finalizzato a capire la funzione storica e i limiti di tale servizio. Viviamo in un sistema economico in tumultuosa evoluzione tecnologica che induce nell’errore di difendere logiche organizzative legate al passato non più compatibili con la nuova realtà e non perseguire invece obbiettivi nuovi diventati attuali e capaci di risultati positivi. Per quanto riguarda il caso specifico del servizio ferroviario è facile constatare che quando, a metà degli anni ’60, è stato inaugurato il primo collegamento marittimo ferroviario con la Sardegna eravamo in presenza di un salto epocale che rivoluzionava la logistica della Sardegna e il suo grado di integrazione con l’economia continentale; era la prima volta che una merce sarda o destinata alla Sardegna poteva essere inoltrata, senza rottura di carico, con tempi di resa domicilio-domicilio normali ed inferiori alla settimana. A quei tempi infatti l’unico trasporto marittimo esistente era quello tradizionale che necessitava di speciali imballaggi, aveva costi unitari anche quattro volte superiori a quelli terrestri e tempi di resa che con facilità si avvicinavano a un mese. Economicamente la Sardegna era un’isola isolata avulsa dal contesto nazionale e il nuovo servizio ferroviario è stato l’elemento strategico che ha incominciato a rompere tale inaccettabile isolamento. Ignoro se a quel tempo esisteva un equilibrio economico del servizio marittimo ma il valore aggiunto sull’economia sarda era tale da giustificare, in una visione globale, qualsiasi perdita specifica. In quegli stessi anni è esplosa l’evoluzione tecnologica nell’intero comparto marittimo e tutta la merce ha potuto così viaggiare senza rottura di carico con le nuove navi traghetto per semirimorchi, container e casse mobili europee. Nel successivo mezzo secolo l’evoluzione ha progredito costantemente fino alla situazione odierna caratterizzata da molte compagnie di navigazione, sia pubbliche che private, che in concorrenza fra di loro offrono una articolata rete di collegamenti con servizi giornalieri tra vari porti sardi e continentali. In questa nuova realtà il trasporto marittimo ha potenzialità e caratteristiche analoghe al trasporto terrestre. Abbiamo infatti tempi di resa domicilio-domicilio Sardegna-Continente di 24-48 ore e costi economici competitivi; infatti i trasporti della Sicilia, che possono fruire di entrambe le modalità, utilizzano con una certa indifferenza sia l’una che l’altra. Il trasporto marittimo ferroviario non ha potuto, per oggettivi vincoli tecnologici, seguire questa generale evoluzione ed è così diventato una modalità di trasporto in progressiva perdita di importanza. Un solo esempio per illustrare il fenomeno: nella fase iniziale le navi della ferrovia avevano una portata di 20 vagoni che corrispondeva a circa 40 teu (contenitori) mentre la nostra nave, la “Vento del Golfo”, che veniva messa in linea subito dopo, ne portava 22. Oggi a 40 anni di distanza la nave della ferrovia porta ancora 30 vagoni, cioè 60 teu, mentre le nostre navi in linea sulla Genova-Cagliari hanno una portata di 550 teu e stiamo studiando nuove unità con una capienza di circa 1.000 teu. Questo ed altri elementi hanno progressivamente ridotto il quantitativo trasportato dalla ferrovia che è passato negli ultimi dieci anni da 2,9 milioni di tonnellate a 0,5 milioni, così il suo peso percentuale sul traffico globale sardo (che nel frattempo è cresciuto), è passato dal 14%, a valori marginali pari al 2% del totale. Parallelamente e di conseguenza il costo è diventato sproporzionato rispetto al servizio reso con circa 14 milioni di contributi che servono per trasportare un volume di traffico marginale e pari a 350 mila tonnellate in entrata e 150 mila in uscita. Abbiamo così un contributo per il puro nolo marittimo intorno a 30 euro a tonnellata, se facciamo riferimento all’intero traffico, e di ben 100 euro a tonnellata se lo consideriamo finalizzato a facilitare l’esportazione sarda. Sono valori senza senso se si pensa che con meno di 20 euro a tonnellata si paga un trasporto domicilio-domicilio dalla Sardegna al Continente. Abbiamo cioè un contributo che è circa dieci volte il costo del puro trasporto marittimo, nonostante che il trasporto sia inefficiente, con tempi di resa non più competitivi: un servizio povero e caro senza funzione strategica. Sbarco di un autoarticolato dalla motonave Isola delle Stelle della Porto di Olbia: sbarco di un autoarticolato dalla motonave "Isola delle Stelle" della Lloyd Sardegna È quindi inutile chiedere alla Ferrovia di continuare il servizio perché, oltre ad avere scarso significato economico, è privo di contenuto pratico in quanto la “Garibaldi”, per limiti di età, dovrà essere demolita a breve e non è ipotizzabile che nella situazione attuale, con gli attuali costi delle costruzioni navali, venga affrontato un programma di nuove costruzioni che richiederebbe alcuni anni per essere realizzato. Più serio è studiare soluzioni alternative che permettano di limitare le conseguenze negative e utilizzare più proficuamente i risparmi così ottenuti. Una prima ipotesi potrebbe sembrare quella di mantenere un servizio ferroviario all’interno della Sardegna, sia per decongestionare la strada che per garantire la relativa occupazione, e utilizzare la ferrovia per far affluire la merce in un porto da cui la merce idoneamente conteinerizzata potrebbe raggiungere il continente con una convenzione con moderni servizi marittimi per contenitori e casse mobili europee. Il porto potrebbe essere Porto Torres, Olbia o Cagliari con una certa propensione per quest’ultimo. Il servizio ferroviario potrebbe essere gratuito in modo da agevolare le regioni interne che sono le più penalizzate, mentre il costo per la ferrovia sarebbe trascurabile rispetto al mantenimento dell’attuale servizio marittimo. Così pure bisogna darsi carico dei problemi della fabbrica di vagoni ferroviari ubicata in Sardegna, la Keller di Villacidro, a cui dovrebbe essere garantito un trasporto gratuito fino alla rete ferroviaria continentale ottenuto con analoga convenzione con un vettore marittimo specializzato. Anche questo costo è nulla rispetto a quello del mantenimento della nave della Ferrovia. Se poi fosse possibile mantenere in Sardegna l’intero contributo attualmente erogato per garantire il servizio marittimo delle Ferrovie, sarebbe possibile, con un quinto del contributo trasportare gratuitamente in Nord Italia tutta l’esportazione sarda attualmente trasportata dalla ferrovia oppure erogare un contributo su tutte le merci in uscita dalla Sardegna pari a quasi il 50% dell’attuale costo del puro nolo marittimo. Queste ed altre ipotesi possono essere studiate; qui ci siamo limitati a fornire qualche spunto per evidenziare come è inutile continuare a perseguire logiche legate al passato non più compatibili con la realtà odierna mentre è possibile, puntando al futuro, sfruttare le notevoli possibilità che esso offre. |
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| Autore: | ns1979 [ mercoledì 30 novembre 2011, 22:06 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
...e ancora: da http://www.sardegna24.net/olbia/golfo-a ... ri-1.30038 Golfo Aranci non vuole binari Una pista ciclabile, un cantiere nautico e una darsena per maxi yacht. Questo il destino dell'area attualmente occupata dalle Ferrovie dello Stato al porto di Golfo Aranci. Almeno secondo le intenzioni dell'amministrazione comunale guidata dal sindaco, Giuseppe Fasolino, e dell'Autorità portuale del nord Sardegna, presieduta da Paolo Piro. Una scelta fatta anni or sono che viene improvvisamente messa in dubbio dalle ultime vicende che riguardano la Keller, lo stabilimento di Villacidro che rischia la chiusura per la mancanza di commesse da parte di Trenitalia. Le sorti della fabbrica potrebbero cambiare se la multinazionale Skoda, che si candida a riaprire i cancelli della fabbrica, otterrà garanzie sul ripristino e il mantenimento della tratta marittima delle Ferrovie, Golfo Aranci-Civitavecchia. Una scelta che trova consensi da più parti ma che significherebbe anche l'addio ai progetti di riqualificazione dell'ex area ferroviaria del paese gallurese. Il Comune vuole quello spazio oggi occupato dai binari per realizzare una pista ciclabile che colleghi Golfo Aranci con Rudalza, Marinella e Marana. Una scelta confermata anche nel nuovo Piano regolatore del porto in via di approvazione. Che prevede la dismissione delle rotaie e il trasferimento dell’invaso per la nave delle Ferrovie dello Stato a Porto Torres. Il progetto, finanziato dalla Regione con tre milioni di euro, è in ballo da tempo. E adesso sembra essere già in fase avanzata. «Sarebbe una scelta ridicola - replica Giuseppe Fasolino, sindaco di Golfo Aranci - mandare all’aria lo spostamento del traffico su rotaia a Porto Torres. Significherebbe ostacolare la pianificazione di un Comune che vuole investire sul settore nautico e sul turismo per assecondare le esigenze di un’azienda che, magari, non manterrà gli impegni iniziali come in Sardegna accade troppo spesso». Ma l’ultima parola spetta alle Ferrovie dello Stato, che hanno pieni poteri sull’area situata nel porto del Comune di Golfo Aranci. Fatto sta che le istituzioni stanno spingendo per il ripristino della linea soppressa da FdS. Il segretario generale della Cgil, Enzo Costa, ha chiesto alla Presidenza della Giunta di avviare un confronto con Ferrovie dello Stato per risolvere la questione del ripristino della tratta marittima Golfo Aranci-Civitavecchia e per affrontare il tema delle reti ferroviarie sarde. Ma anche l’eurodeputato sardo dell’Idv, Giommaria Uggias, spinge sulla soluzione che prevede il ritorno ai binari nel porto di Golfo Aranci. «Dopo un periodo buio per gli operai della Keller finalmente una possibilità concreta per uscire dall'incubo della dismissione - osserva Uggias - la Skoda é un'impresa affidabile e in crescita e la sua richiesta per il ripristino della tratta marittima Golfo Aranci- Civitavecchia é più che legittima». Uggias avalla l’ipotesi di unintervento della Skoda per rilanciare la Keller, rendendo applicabile la condizione del ripristino della linea ferroviaria sul secondo porto gallurese. «Rivolgo un invito all'ad di Trenitalia, Mauro Moretti, e al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli - conclude Uggias - affinché ascoltino la richiesta della Skoda e si impegnino a ricreare le condizioni per il collegamento marittimo tra Golfo Aranci e Civitavecchia, un servizio indispensabile per le aziende e i cittadini sardi». 10 ottobre 2011 di Costanza Bonacossa |
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| Autore: | ns1979 [ mercoledì 30 novembre 2011, 22:09 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
Ovviamente se questa è la situazione, difficilmente il trasporto dei carri della Keller può essere agevolato. Vertice Keller con i sindacati martedì, 29 novembre 2011 VILLACIDRO. In programma domani nel palazzo della Regione di viale Trento l’incontro chiesto la scorsa settimana dalle segreterie del Medio Campidano della Fiom, Fsme Uilm agli assessori dell’Industria, del Lavoro e dei Trasporti per fare il punto sulla Keller. Mentre prosegue sotto traccia l’operazione di acquisizione del ramo aziendale da parte della Skoda Transportation, i sindacati e i lavoratori sono notevolmente preoccupati per l’avvicinarsi del 31 dicembre, giorno in cui scadrà per 305 dipendenti Keller la cassa integrazione in deroga. E’ ormai abbastanza evidente che la fabbrica non potrà riaprire i battenti — sempre che vada a buon fine il subentro della Skoda — prima della data fatidica di fine anno, come invece aveva annunciato trionfalmente qualche politico regionale nel momento in cui la società ceca si era solo affacciata in casa Keller. I sindacati vorrebbero sapere qualcosa dagli assessori regionali. (l.on) Villacidro.info – 29 novembre 2011 – Fonte: La Nuova Sardegna |
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| Autore: | dugarry [ mercoledì 30 novembre 2011, 23:46 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: kELLER, ADDIO? |
Mai lette tante cazzate in fila tutte insieme. |
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