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| Riforma del lavoro https://www.forum-duegieditrice.com/viewtopic.php?f=20&t=61642 |
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| Autore: | Miura [ giovedì 22 marzo 2012, 11:34 ] |
| Oggetto del messaggio: | Riforma del lavoro |
http://affaritaliani.libero.it/politica ... 20312.html Che ne pensate? Mi rivolgo soprattutto a chi ,come me, più che con questa sinistra ,si identifica in certe idee dette di sinistra. A mio avviso, visto che sembra che questo Art. 18 in realtà tuteli solo i dipendenti delle grandi fabbriche che sono la minoranza rispetto alla maggioranza dei lavoratori dipendenti che lavorano per le PMI, farne questo baluardo non oltrepassabile da parte dei sindacati di sinistra e di parte del PD è assurdo, anacronistico ed anche ingiusto nei confronti di chi non è tutelato. D'altro canto è evidente che è in atto un tentativo sovranazionale di concentare la ricchezza in poche mani immiserendo la classe media da una parte e privandola dei diritti acquisiti dall'altra, per cui l'azione di abolizione di quell'articolo va in tale senso. Sicuramente c'è bisogno di togliere le pastoie che impediscono oggi alle nostre aziende di essere competitive ed è lapalissiano che se un'azienda è improduttiva debba anche poter licenziare, pena la sopravvivenza dell'azienda stessa. Però se questo serve solo a ridurre i lavoratori nella condizione di servi della gleba, che è il desiderio malcelato di tutto il padronato che vorrebbe avere le mani libere per fare quello che gli pare, non va bene nemmeno questo. La libertà di licenziare i fanulloni ed i ladri è a mio avviso sacrosanta, ma per gli altri? |
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| Autore: | Mattia646 [ giovedì 22 marzo 2012, 12:13 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
Caro Miura, le tue riserve sono giuste e condivisibili, però nessuno fa menzione del fatto che l'articolo 18 non rende una persona "illicenziabile"...semplicemente tutti sono licenziabili...solo però per giusta causa, quindi l'impedimento fattivo al licenziamento non esiste, è una splendida invenzione per dare un contentino a Confindustria... L'unica cosa che andrebbe davvero fatta, e non ho mai capito è perchè tale articolo non debba valere per un'azienda di piccole dimensioni... Altra cosa da toccare sarebbe un tribunale del lavoro svelto ed efficiente, non si può aspettare mesi per sapere se si debba essere o meno licenziati! |
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| Autore: | Miura [ giovedì 22 marzo 2012, 13:31 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
Cita: solo però per giusta causa Il problema è tutto lì. Qual'è la giusta causa? Come ho detto se c'è un lavoratore che è acclarato non fa nulla e passa più tempo a casa in malattia che al lavoro non ci dovrebbe essere , a mio avviso, nemmeno da discutere o andare dal giudice del lavoro. Via a casa. Se è veramente malato, dovrebbe essere un sistema statale che funziona a farsene carico, non l'azienda. Se non lo è e finge per me può schiattare. Se un'azienda è in grosse difficoltà e per risanarla e salvarla serve anche riorganizzare la fase produttiva, purtroppo riducendo il numero di lavoratori, forse anche questa potrebbe essere una giusta causa. Certo se i bilanci del fatturato al netto sono buoni e si tratta solo di aumentare i dividendi degli azionisti risparmiando sulle spese per i lavoratori allora le cose cambiano. Sono però convinto che l'attuale sistema, sia a livello privato che pubblico, ha qualcosa che non va, perchè vedo troppa gente che fa solo atto di presenza e non è produttiva, quando non trova mille scuse per stare a casa. Come ce ne è altrettanta che fa il proprio ed anche quello di chi sta seduto a non fare niente. Questo non va, è profondamente ingiusto ed è alla fine dannoso per tutti. |
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| Autore: | crosshead [ giovedì 22 marzo 2012, 13:44 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
Per esprimere un giudizio oggettivo si dovranno comunque aspettare i decreti attuativi, ma da qualsiasi punto la si veda non è cambiato assolutamente nulla. 1. licenziamento per giusta causa : è esattamente come prima, si va davanti al giudice che può decidere. 2. licenziamento per motivi economici : da 15 a 27 mesi di buonuscita, qui aspettiamo il decreto attuativo, ma non si arriverà ad una definizione certa del quantum in funzione di parametri quantificabili a priori, il che renderà la norma, di fatto, inapplicabile. 3. la non estensione al pubblico impiego rende il tutto completamente inutile, quanti licenziamenti ex. art18 ci sono stati l'anno scorso nel privato ? 50 ? 80 ? Di che stiam parlando ? La vera, grande riforma nel nostro paese si avrà quando analoghe misure verranno prese nei confronti dei dipendenti pubblici, in italia ne abbiamo il numero più alto del mondo, a fronte di una efficienza assai bassa. Occorrerebbe introdurre i licenziamenti per gli inetti, gli assenteisti e per coloro che si macchiano di reati senza se e senza ma, dato che in questo numero enorme si celano parecchi fancazzisti e/o "malati cronici". Sarebbe questa la vera riforma del lavoro dal momento che, al contrario dei dipendenti del settore privato, quelli pubblici LI PAGHIAMO NOI, e francamente di pagare le tasse per sovvenzionare qualcuno che mi tratta a pesci in faccia, o che è sempre "in malattia", o che non fa una mazza tutto il giorno, mi sono rotto: costoro sono peggiori degli evasori perché "evadono" ogni giorno. Ovviamente Monti si guarderà bene dal solo proporre una cosa del genere, ennesimo segno che il risanamento del paese è l'ultimo dei suoi problemi. Partendo dal presupposto che NESSUNO licenzia per il gusto di farlo, se qualche imprenditore in difficoltà è costretto (e sottolineo costretto) a licenziare, ha necessità di sapere quanto è in gioco, non da x a y a discrezionalità del giudice, ci vuole tanto a quantificare un percorso progressivo con un tetto massimo ? 1 mese ogni anno di permanenza in azienda ? 2 mesi ogni anno ? Da 15 a 27 mesi senza una chiara progressività significa che i risultati possono andare dalla normalizzazione economica dell'azienda fino al disastro totale, alla cieca. Un capolavoro! Secondo me, cambiare o no l'articolo è completamente ininfluente sull'occupazione e sulla crescita delle aziende italiane. Le aziende quando vogliono licenziare licenziano comunque, con o senza articolo. Ci sono mille modi per farlo e chi lavora lo sà bene. La precarietà continuerà ad esistere in altra forma: non ci saranno piu' i consulenti (p.iva), ma lavoratori con contratti a tempo precariamente indeterminato. |
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| Autore: | centu [ giovedì 22 marzo 2012, 13:46 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
| Autore: | clemente [ giovedì 22 marzo 2012, 14:17 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
Secondo me, Cross ha ragione. Checchè se ne dica sulla riforma del lavoro, essa può essere di aiuto alle aziende, ma è perfettamente inutile per lo stato se non è estesa anche alla pubblica amministrazione. E' quì che ci sono rendite di posizione, sinecure, esuberi e strafottenza. |
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| Autore: | Dario Durandi [ giovedì 22 marzo 2012, 16:33 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
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| Autore: | ale656 [ giovedì 22 marzo 2012, 22:11 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
crosshead ha scritto: Secondo me, cambiare o no l'articolo è completamente ininfluente sull'occupazione e sulla crescita delle aziende italiane. E' quello che ho sempre pensato fin dall'inizio: le aziende che hanno chiuso in Italia e hanno delocalizzato all'estero lo hanno fatto perché oltre confine il costo del lavoro è minore, non per l'art. 18. Le aziende non investono in Italia perché la burocrazia è asfissiante e perché un lavoratore costa all'azienda più del doppio di quanto percepisce al netto in busta paga. Invece di tartassarle a dismisura bisognerebbe che lo Stato incoraggiasse le aziende con incentivi e sgravi fiscali, un po' come fanno nei paesi dell'Est per attirare gli imprenditori. Scommetto che se accadesse questo si avrebbero più risultati che con la tiritera dell'art. 18 ma in Italia siamo così bravi a perderci in un bicchier d'acqua che i nostri "professori" non lo capiranno mai. |
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| Autore: | centu [ venerdì 23 marzo 2012, 7:35 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
| Autore: | lucapassanisi [ venerdì 23 marzo 2012, 7:48 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
per una volta sono quasi d'accordo con centu... in italia bisogna finirla con sgravi e agevolazioni. invece di favorire "alcuni", perché non si distribuiscono questi soldi con un abbassamento dell'irpef per tutti? l'articolo 18 è solo uno spot. non mi risulta che nell'amministrazione pubblica sia mai stato licenziato qualcuno. e mi risulta che i sabotatori vengono sistematicamente reintegrati nel posto di lavoro (tanto fiat, con agevolazioni e finanziamenti a spese di pantalone, se lo può permettere)... e intanto i lavoratori dipendenti della piccola azienda piangono assieme agli imprenditori che si suicidano... ma il fatto che mi da sui nervi è che tutto è demandato al giudice del lavoro: cosi ingolfiamo ancora di più i tribunali per far fallire altre aziende. complimenti, bella trovata... |
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| Autore: | clemente [ venerdì 23 marzo 2012, 9:57 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
Abbassamento dell'irpef per tutti? E quando lo vedremo questo giorno Luca? Questa sarebbe la soluzione definitiva, ma noi siamo un paese dalle soluzioni definitive? Un paio d'anni fà , mi venne a trovare un cliente di New York e quando gli dissi che da noi si paga fino al 54 per cento di tasse, imprese e lavoratori, si mise a ridere. Pensava che volessi sfotterlo e ci volle un pò per fargli capire che non scherzavo. Alla fine mi disse: "ma allora voi siete pazzi!". Per vergogna non gli dissi poi dove andavano a finire questi soldi. |
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| Autore: | bigboy60 [ venerdì 23 marzo 2012, 10:05 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
Sinceramente non so quanto una qualsivoglia riforma del lavoro possa realmente diventare un volano di sviluppo per un paese ingessato come il nostro. Anch' io penso che la querelle sull' articolo 18 sia la solita, classica arma di "distrazione" di massa. L' argomento storico che rende l' articolo 18 comunque iniquo e' che vale per alcuni lavoratori ( una minoranza ) e non vale per altri ( la maggioranza ). Tanto che all' epoca dell' approvazione dello statuto dei lavoratori molti comunisti volevano votare a sfavore proprio per questa discriminazione. I problemi, secondo me sono fondamentalmente altri due. Il primo e' il lavoro precario, che va' assolutamente ricondotto a cio' che dovrebbe essere fin dall' inizio: l' eccezione e non la regola. Il secondo e' lo stato sociale, che dovrebbe realmente assistere il lavoratore che perde il lavoro per qualsivoglia motivo anche e specialmente a riqualificarsi ed ricollocarsi. Dietro a tutto cio', pero', il problema fondamentale e' un altro: il mondo del lavoro italiano soffre di uno Stato ipertrofico che lo soffoca e di un sistema paese inefficiente ed arcaico. Ora come ora un imprenditore coraggioso che voglia iniziare una qualsiasi attivita' trova tanti di quegli ostacoli da scoraggiarsi. Il problema, secondo me, nasce dal fatto che lo Stato italiano considera il lavoro ( a tutti i livelli, dall' imprenditore, all' ultimo dei lavoratori ) non come la principale risorsa della nazione per mantenersi, crescere e prosperare, ma come la piu' importante risorsa di sostentamento del sistema politico nel suo complesso. Complice di tale mentalita' distorta e' una certa vetusta mentalita' di parte della sinistra per cui lavoratori ed imprese sono in netta comtrapposizione, non sono gli uni in funzione degli altri, ma gli uni "contro" gli altri. E' la mentalita' di base che va' ribaltata: lo Stato e' in funzione del lavoro, non e' il lavoro in funzione dello Stato. Questo concetto, a mio avviso, vale in generale: lo Stato e' servo dei cittadini, non sono i cittadini servi dello Stato. Pensiero banale, ma mi sembra che sia proprio così. Scusate se ogni tanto divago. Saluti Stefano. |
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| Autore: | bigboy60 [ venerdì 23 marzo 2012, 10:13 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
clemente ha scritto: Abbassamento dell'irpef per tutti? E quando lo vedremo questo giorno Luca? Questa sarebbe la soluzione definitiva, ma noi siamo un paese dalle soluzioni definitive? Un paio d'anni fà , mi venne a trovare un cliente di New York e quando gli dissi che da noi si paga fino al 54 per cento di tasse, imprese e lavoratori, si mise a ridere. Pensava che volessi sfotterlo e ci volle un pò per fargli capire che non scherzavo. Alla fine mi disse: "ma allora voi siete pazzi!". Per vergogna non gli dissi poi dove andavano a finire questi soldi. C' e' gia' chi mette le mani avanti dicendo che le aliquote piu' basse non si possono abbassare, perche' altrimenti gli evasori evaderebbero ancora di piu'. Considerazione emblematica del fatto che si ritiene l' evasione fiscale un qualcosa di ineludibile. Per quanto riguarda le tasse alte, poco significherebbero, se in cambio se ne avessero buoni servizi. Buoni servizi corrisponderebbero ad un aumento effettivo di reddito o, se vogliamo, ad un "recupero" delle tasse pagate. Purtroppo non e' così. Gli americani pagano tasse basse, ma in cambio hanno ben poco e debbono pagare tutto di tasca propria ( dall' assicurazione sanitaria all' Universita' per i figli ). Io come modello preferirei quello dei paesi scandinavi ( tasse altissime, ma servizi efficientissimi e diffusi che accompagnano dalla culla alla tomba ). Temo che non avremo mai un modello di Stato così... Stefano. |
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| Autore: | Miura [ venerdì 23 marzo 2012, 10:49 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
Cita: Io come modello preferirei quello dei paesi scandinavi ( tasse altissime, ma servizi efficientissimi e diffusi che accompagnano dalla culla alla tomba Concordo assolutamente. Le tasse si pagano per avere in cambio servizi. Per me comunque rimane preferibile anche il nostro disastrato sistema a quello americano. Non possono essere i soldi a determinare la dignità degli esseri umani. |
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| Autore: | clemente [ venerdì 23 marzo 2012, 11:05 ] |
| Oggetto del messaggio: | Re: Riforma del lavoro |
Sono d'accordo. Anch'io preferirei il modello scandinavo. Il nostro è il peggiore in assoluto. |
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