Duegieditrice.it
https://www.forum-duegieditrice.com/

Un po'di.... rifflessione politica...ovvero la crisi.....
https://www.forum-duegieditrice.com/viewtopic.php?f=20&t=63766
Pagina 1 di 1

Autore:  E.636.082 [ lunedì 25 giugno 2012, 12:56 ]
Oggetto del messaggio:  Un po'di.... rifflessione politica...ovvero la crisi.....

Ultimamente per motivi fotografici mi sto' recando sulla linea del "SEMPIONE" precisamente a Varzo e Preglia e qualche puntatina in zona FS tra Verbania e Domodossola.
Sara' forse che di politica non me ne intendo piu' di tanto,ma vedendo nell'arco di 5/6 ore i treni merci sia privati che FS ( si parla che nel solo pomeriggio sino a tarda serata ne circolano 170 da ambedue i sensi di marcia) ho ritenuto oppurtuno a pensare che l'importazione e sopratutto l'esportazione va a gonfie vele,ho visto treni tipo autostradaviaggiante con tutti i carri adibiti a questo trasporto a pieno carico,cioè nessun carro vuoto di Mercede,IVECO,Scania,MAN,addiritura un PEGASO spagnolo,ealtri tipi di camion(trattori).Oltre a questi tipi di treni ho visto transitare altri merci con composizioni disparate.Mi chiedo e comprendo che alcuni settori non devono avere subito la crisi.Togliendo alcune tipologie di trasporto che vengono dai porti Italiani e non direttamente interessati all'Italia,Ma treni in arrivo e partiti da Gallarate scalo ne ho notati diversi( AMBROGIO,DHL,*WALTER,ecc,ecc,).Pur sapendo e scusandomi dell'ironia.....MA STA' CRISI dovè?
PS. o i treni viaggiano vuoti,oppure cè forse un po' di presa per il cu...o
ciao

Autore:  marco_58 [ martedì 26 giugno 2012, 7:30 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Un po'di.... rifflessione politica...ovvero la crisi....

Fermo restando che i paesi montuosi alpini hanno capito da tempo che il traffico di transito su gomma porta solo problemi e nessun beneficio, pertanto fanno bene ad imporre il treno.
Per i politici e gli operatori economici, da sempre, la crisi economica c'è quando non tirano più: edilizia e lavori pubblici, ai quali si legano di riflesso altri settori direttamente dipendenti (elettrodomestici, mobili, impiantistica civile); nel mondo moderno a fianco di questi si aggiunge l'industria dei veicoli e degli apparecchi elettronici non indispensabili. Anzi per alcuni il fatto che non tiri l'industria dei veicoli è una disgrazia totale ed assoluta (contenti loro).
In realtà tutto il resto tira ancora, di meno certo, ma tira.
Poi a livello industriale ci sono due altri grandi settori produttivi:
A) quello dei macchinari per l'industria
B) quello dei prodotti che provocano inquinamento durante la produzione.

Il settore alimentare è un altra cosa, i grandi gruppi risentono poco della crisi, i piccoli come sempre tirano +/- a campare, chi chiude è perchè ha impianti non più idonei o perchè ha venduto ai grandi, e qui i sacrifici per i lavoratori sono di fatto modesti. Lascimao stare i casi Parmalat e Cirio che sono una cosa completamente diversa e fuori dalla comprensione dei comuni mortali, talmente enorme è la quantità di variabili e di personaggi in gioco (sempre gli stessi).

Nel caso A ci sono in giro più impianti usati, ovvero ammortizzati quindi da vendere, di quanti l'industria riesca a produrne a qualsiasi prezzo, ed ai paesi emergenti questi in primis interessano.
Nel caso B si va a produrre dove le norme di fatto non esistono, a prescindere dai costi.

La scusa dei costi della mano d'opera è pretestuosa, solo perchè è l'unico argomento che fa breccia nelle masse, caso mai occorre elinimare tutti costi utili solo alla sopravvivenza di un certo tipo di sistema, costi che in alcune parti del mondo, hanno già eliminato da tempo.
Dal mio punto di vista, cioè da piccolo artigiano, questa crisi è quasi un bene, semplicemente serve a fare pulizzia di tutti queli operatori economici e produttivi che non avendo niente da dire e fare a livello di contenuti nel prodotto offerto al pubblico, riescono a prendere la vendita, ribadisco vendita non il cliente, solo con le parole o lo sconto (e loro ragionano in termini di vendita).
Detto ciò, concludo con un'affermazione forte, ma è la realtà, facendo i dovuti rapporti con le epoche, gli "schiavi" romani erano trattati meglio degli odierni salariati e stipendiati.

Autore:  macumba_express [ mercoledì 27 giugno 2012, 17:13 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Un po'di.... rifflessione politica...ovvero la crisi....

Vedo che non sono il solo a dubitare della crisi...
Mi sembra tanto che sia un'invenzione per creare panico e giustificare gli aumenti...
Difatti, basta pensare ai fermodellisti: prezzi che aumentano ogni volta e ogni volta gente che si ammazza alla caccia all'ultimo modello... c'è anche il fatto "estero" che costa meno che da noi... i Germania costa 150... in Italia 230: colpa dell'importatore! MAH!

Autore:  noboibend [ giovedì 28 giugno 2012, 14:48 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Un po'di.... rifflessione politica...ovvero la crisi....

Certo che piazzarsi lungo una delle cinque linee internazionali a forte traffico, che peraltro riceve traffico dal gottardo che è chiuso, e realizzare che la crisi non esiste solo perché transitano numerosi merci, è da mente involuta o da alieno in visita in Italia.
Prova a spostarti qualche km sotto bologna e siediti vicino all'adriatica, o alla tirrenica e poi sappimi dire come vanno le cose.
Ps l'80% dei traffici intermodali dalla Svizzera muore negli interporti di Busto Arsizio o Desio. Dopodiché tutto prosegue per centinaia di km su GOMMA.

Autore:  marco_58 [ giovedì 28 giugno 2012, 18:53 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Un po'di.... rifflessione politica...ovvero la crisi....

Anche piazzarsi a finaco di una strada non si potra mai capire se c'è crisi o meno. I veicoli possono viaggiare sia pieni sia vuoti, ed essendo il carico coperto chi può stabilirlo.
In realtà, ai non adetti parrà strano, ma nei momenti di crisi il traffico stradale, e forse anche quello ferroviario, aumentano, la ragione è semplice: gli ordini e le merci che viaggiano sono si di meno, però aumentano le richieste di consegna rapida di piccole partite di merce. Pertannto si moltiplicano i viaggi a carico parziale. Quindi oltre al danno c'è pure la beffa.
Che poi il sistema Italia prediliga il trasporto su gomma piuttosto che su ferrovia è un'altra cosa, e a differenza da come le masse pensano (e gli fanno credere) i produttori di autoveicoli, di ogni parte del mondo, c'entrano ben poco; in fin dei conti fino a circa 10 anni fa i maggiori produttori di veicoli stradali erano anche i maggiori produttori di veicoli ferroviari, navali, aerei, ovvero di loro componemti fondamentali. Poi queste attività sono state scorporate in S.p.A. separate, ma le azioni sempre di quelli sono e dalla fine del 1800, (Ansaldo Breda è un altra cosa, cioè un pastrocchio dell'italiana politica).

Autore:  E.636.082 [ giovedì 28 giugno 2012, 22:35 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Un po'di.... rifflessione politica...ovvero la crisi....

noboibend.Non si tratta di mente inevoluta,si tratta di un fattore serio.
Prova a fare una relazione seria del perchè di questo.

Autore:  simplon [ venerdì 29 giugno 2012, 8:19 ]
Oggetto del messaggio:  Re: Un po'di.... rifflessione politica...ovvero la crisi....

Detto con molta simpatia: è come piazzarsi ai bordi della tangenziale milanese e, visto il traffico passare, pensare che la crisi del mercato dell'auto sia solo una favola, perché l'autostrada è intasata...

s.

Pagina 1 di 1 Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]

Duegi Editrice - Viale Francia, 7, 35020 Ponte S. Nicolò (PD). Italy - Tel. 049.711.363 - Fax 049.862.60.77 - duegi@duegieditrice.it - shop@duegieditrice.it
Direttori di testata: Gianfranco Berto - Franco Tanel. Registro Operatori della Comunicazione n° 1199. Partita iva IT 01116210293 Tutti i diritti riservati Duegi Editrice