Se poi vogliamo essere più puntigliosi, quando si parla di corrente si dice INTENSITA' (...di corrente), quando si parla di tensione il termine "intensità" non si usa nel gergo tecnico, semmai si parla di LIVELLO (..di tensione) soprattutto nell'elettronica digitale
Parlando di carichi e alimentatori è forse anche utile ricordare che, se abbiamo ad esempio un alimentatore (il TRASFORMATORE è solo un elemento dell'alimentatore

) capace di erogare una corrente di 2A a 12V e ci colleghiamo:
-una lampadina da 12V/0,5A questa non brucia, perchè la sua tensione nominale di esercizio è coerente con quella dell'alimentatore e la corrente è più bassa di quella max erogabile dall'alimentatore, quindi la lampadina si illuminerebbe correttamente alla sua massima intensità di luce.
-una lampadina da 5V/0,5A si illuminerebbe molto, molto intensamente ma brucerebbe in pochi istanti poichè la sua tensione nominale è meno della metà della tensione dell'alimentatore e questo "nonostante" che la sua corrente nominale sia di 0,5A, ovvero 1/4 di quella erogabile dall'alimentatore.
-una lampadina da 16V/0,5A essa si accenderebbe con una luce fioca sicuramente inferiore a quella ottenibile se l'alimentassimo alla sua tensione nominale di 16V
-una lampadina da 12V/5A chiederemmo una corrente nettamente superiore a quella massima erogabile dall'alimentatore causando il surriscaldamento fino alla bruciatura dell'isolamento e fusione dell'avvolgimento (e ancora prima degli eventuali dispositivi elettronici connessi a valle. Questo succede poichè l'alimentatore, costruttivamente, è in grado di erogare solo una corrente di 2A, mentre la lampadina ne richiede 5, ossia l'erogazione di tre Ampere in più rispetto alla sua capacità massima di erogazione, condizione che ne causa il surriscaldamento e la fusione ammesso che se non si scolleghi immediatamente la lampadina o che intervenga un sistema elettronico automatico di apertura del circuito o la fusione di un fusibile di massima corrente.
Giancarlo