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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 14 maggio 2014, 13:01 
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??? Dove andranno a finire tutti questi plastici ???

(e poi non dite che sui forum non si collabora)


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 14 maggio 2014, 14:45 
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Caspita una collezione di 4.000 pezzi!
Vuoi far concorrenza a Giansanti Coluzzi ?

Hai letto il suo: "The Trains on Avenue de Rumine"
recensione del New York Times
http://www.nytimes.com/1984/01/25/books ... 99274.html

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All images are copyright Junktion Antiques 2013


A proposito di trenini, leggete cosa scrisse Vincenzo Zaccagnino sul Corriere della Sera del 29 gennaio 2001 a pag. 22 nel suo articolo intitolato: " I trenini elettrici diventano digitali Rinasce la passione tra i quarantenni. E a bordo arrivano le microtelecamere"

"«La stanza con il plastico per il trenino elettrico fa parte dell' habitat di molte residenze nobiliari - dice Gaddo Della Gherardesca -. Ricordo gli splendidi impianti di Carlo Brandolini D' Adda e di Costantino Ruspoli. Anch' io mi ci dedicavo, quando avevo più tempo. Siamo comunque divisi in due correnti di pensiero: da u na parte i cultori dei trenini tedeschi Märklin, dall' altra i difensori dell' italianissima Rivarossi».

Una passione, quella per i trenini elettrici, nata negli italiani negli anni '60 e che ora sembra avere un improvviso ritorno di fiamma. Anche se molto è cambiato da allora: perché i ragazzi di quegli anni sono diventati grandi e l' interesse per i trenini non è più solo un gioco, ma una passione adulta. E i locomotori sono diventati gioiellini elettrici dotati di strumenti digitali sofisticati. Un fenomeno in crescita, dunque, tra quarantenni in carriera e pensionati. Molti i collezionisti puri, che acquistano locomotive e vagoni, anche come forma di investimento.

L' ELETTRONICA
Se da un lato l' avvento dell' elettronica ha allontanato i più piccoli dal trenino, dall' altro ha avvicinato gli adulti. Chi realizza un plastico dispone oggi di soluzioni sino a poco tempo fa impensabili. Tutte le maggiori case hanno infatti in produzione i modelli di tipo digitale. Un tempo, dando corrente, si riusciva a comandare un solo trenino negli impianti a corrente continua e due in quelli a corrente alternata, che possiedono la terza rotaia di contatto. Oggi, con il sistema digitale, sullo stesso binario si possono far camminare, in modo indipendente, quante motrici si vogliono. Ma non basta, perché la Märklin ha realizzato perfino una microtelecamera installata sul trenino che consente di vivere in diretta la sua corsa su uno schermo televisivo e di registrare in video i viaggi.

I COSTI
Non occorre a vere una fortuna per entrare nell' affascinante mondo dei trenini. A patto di evitare i modelli numerati per collezionisti. Una confezione base costa dalle 250 mila alle 350 mila lire. Aggiungendo altri elementi base come binari, scambi, segnali, elementi di paesaggio, si ha, per 3 milioni di lire, un plastico accettabile, con un anello in pianura per treni veloci e una montagna centrale dove far arrampicare un locale. Se si usa materiale rotabile italiano della Rivarossi o della controllata Lima, si resterà su budget piuttosto bassi. Il famoso Pendolino costa 260 mila lire, il nuovissimo locomotore Fs E412 360 mila, una motrice diesel da manovre 160 mila, i vagoni-passeggeri intorno alle 70 mila e i carri-merce 40-50 mila. Né va dimenticato che alcuni negozi hanno una sezione usato, dove si trovano ottime occasioni a prezzi dimezzati. Se poi si vuol dare una nota d' internazionalità, si può comprare il Cisalpino per Ginevra con 450 mila lire e il Tgv per Parigi con 390 mila.

IL MITO
E' il Coccodrillo il locomotore più famoso al mondo: un modello svizzero a 16 ruote che, dagli anni Trenta fino al secondo dopoguerra, trainava i convogli merci sul Gottardo. La versione 2001 viene venduta a 660 mila lire, ma sul catalogo della Koll' s la quotazione della serie del 1947 arriva a 10 milioni a pezzo. La casa tedesca ha realizzato anche una serie limitata e numerata in platino. Costo proibitivo: 65 milioni.

I PERSONAGGI NOTI
Sono molti e illustri, soprattutto nel passato. Fra i capi di Stato vanno ricordati Ronald Reagan, il kaiser Guglielmo II, l' imperatore d' Austria Francesco Giuseppe e il presidente della Repubblica italiana Giovanni Gronchi, il quale riservò un' intera sala del Quirinale al suo plastico. Oggi la lista degli appassionati annovera, fra gli altri, l' ex pilota di Formula Uno Riccardo Patrese, Renato Zero, Peppino di Capri, Sergio Endrigo. Ma anche molti parlamentari.

L' INVESTIMENTO
Industrie, e soprattutto artigiani, producono modelli di grande qualità, a prezzi, ovviamente, alti. Nel mercato sono entrate anche le borse-scambio e le aste di Christie' s e Sotheby' s, dove alcuni pezzi sono battuti a cifre da capogiro. Viene citata, in proposito, l' asta della collezione di trenini dello scomparso conte Coluzzi Giansanti, che ha fruttato tre miliardi di lire.
E una cifra simile è anche la stima del furto denunciato in questi giorni dall' avvocato romano Federico Baldoni. I ladri hanno infatti rubato la sua collezione di trenini.

Alcuni pezzi d' epoca raggiungono i 100 milioni di lire, soprattutto se perfettamente funzionanti, se costruiti tra le due guerre mondiali e dotati della confezione originale. Senza scatola, il prezzo si dimezza. Ogni anno, in Germania, viene pubblicato un catalogo di tutta la produzione Märklin con le quotazioni aggiornate. Sfogliandolo, si trova il modellino di una locomotiva inglese a vapore, E-800 Lms, costruito nel 1938, quotato a 80 milioni di lire.

Un consiglio per chi ha dimenticato in cantina il trenino con cui giocava da ragazzo: tiratelo fuori, rimettetelo in sesto e fatelo stimare. Potrebbe essere un affare a sorpresa, a meno che non rinasca la voglia di ridare vita a un' antica passione. "


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 15 maggio 2014, 11:26 
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Iscritto il: sabato 3 maggio 2014, 18:54
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Non scerziamo! Giansanti Coluzzi era un miliardario. Io sono un giornalista in pensione.
Però l'accostamento mi fa venire in mente di quando, anni fa, andai a visitare il museo Baumgartner a Mendrisio.
Non so se lo sapete, ma a Mendrisio, ridente localita' affacciata sul Lago di Lugano, c'era un vecchio pastificio ormai in disarmo. Un petroliere svizzero in pensione l'ha comprato e l'ha fatto ristrutturare in modo da sistemarvi la sua collezione di trenini, che occupa tre piani per complessivi 2.500 metri quadrati di esposizione.
All'inizio della visita, io ero euforico. Additavo a mia moglie le centinaia di modelloni - di cosi' grandi lei non ne aveva mai visti - e spiegavo che erano tutti fatti a mano e costavano svariate migliaia di euro ciascheduno. Poi ho esaminato i sei o sette plastici - ce n'e' anche uno pensile, nel senso che e' proprio appeso a mezz'aria e ci girano sopra dei vagoni grossi come dei forni a micro-onde - e mi sono un filo incupito.
Quando poi siamo scesi al piano inferiore e ho visto l'impianto in scala 1 da 300 metri quadri in stato di avanzata costruzione (oggi è finito e funzionante) e l'intera produzione Marklin di ogni epoca allineata nelle vetrine circostanti mi sono definitivamente sconfortato. Mia moglie ha cercato di tirarmi su facendomi presente che non si puo' competere con un petroliere, e perdipiù svizzero, ma per il resto della giornata mi sono sentito un po' frustrato...
(continua)


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Commento file: non colleziono solo trenini
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 15 maggio 2014, 18:50 
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Iscritto il: sabato 4 luglio 2009, 22:25
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Località: Brescia
In attesa della prosecuzione dell'avvincente racconto di Joker, terminiamo la disamina di Carette osservando alcuni pezzi della sua pregevole produzione, ma "dura lex, sed lex" nessun autore intepellato si è ancor preso la briga di concedermi il permesso di inserire le sue foto, pertanto mi limito a mettere solo i links

Carrozze Carette scala 2 aste Vectis

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... ction=6580

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... ction=6580

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... ction=6580

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... ction=6580

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... ction=6580

Carri Carette scala 2 aste Vectis

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... ction=6580

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... ction=6580

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... ction=6580

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewAuctio ... 0&Start=20

Carette scala 1

http://www.vectis.co.uk/Page/ViewAuctio ... ction=6582


Locomotive


Qui trovate l'affascinante storia del restauro della Patrick Stirling's GNR 4-2-2 "Stirling Single"

- http://www.brightontoymuseum.co.uk/wiki ... Carette%29

- Carette Gauge 1 Clockwork 0-4-0 Saddle Tank
http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... Section=27

- Toy locomotive, tender loco 2-2-0, Carette
http://www.powerhousemuseum.com/collect ... ?irn=44968

- Live Steam Locomotive by Carette Gauge I, c. 1912
http://www.liveauctioneers.com/item/26193302

- Carette O Ga 969/35 Clockwork Peckett Tank Loco
http://www.liveauctioneers.com/item/5857719

- Carette 1 Gauge Lithographed Hand Painted Station
http://www.liveauctioneers.com/item/5857723

A chi volesse approfondire l'argomento, consiglio la lettura di due volumi scritti da Udo Becher, con la collaborazione di Werner Reiche

- Bodenläufer, Spielbahn, Supermodell. So funktionierten die alten Modellbahnen

- Alte Modellbahnen - Geschichte, Bauteile, Konstruktionen

Un vero e proprio tesoro per gli amanti dei vecchi trenini, ma anche per tutti i modellisti che sono interessati alla storia del loro hobby. In entrambi i testi viene spiegata l'evoluzione della tecnologia costruttiva dei vecchi trenini a partire dal 1890 fino al 1936

alcuni disegni da "Bodenläufer, Spielbahn, Supermodell. So funktionierten die alten Modellbahnen", per vederli fate scorrere la pagina.

http://www.ebay.com/itm/EVOLUTION-TECHN ... 7675.l2557


Nella prossima puntata vedremo la storia di Johann Andreas Issmayer


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 16 maggio 2014, 14:29 
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Qualche altra foto:

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 17 maggio 2014, 15:06 
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Johann Andreas Issmayer ( JAJ )

Johann Andreas Issmayer ebbe la fortuna di nascere nel 1832 in una famiglia che già si dedicava alla produzione di giocattoli, superata la trentina, dopo aver appreso tutto quello che c'era da imparare a quel tempo, decise di mettersi in proprio e nel 1861 fondò un' azienda tutta sua a Norimberga la: Johann Andreas Issmayer ( JAJ ).

Johann Andreas ebbe la giusta intuizione di assumere il fratello Johann Konrad assai più abile di lui nella progettazione dei modelli. Entrambi fino al 1879 si dedicarono essenzialmente alla realizzazione di giochi per bambine come stufe, attrezzi per mini cucine, animali semoventi e semplici giocattoli di latta, poi ebbero l'idea geniale di produrre i primi veri binari per la nascente industria del fermodellismo.

Questi binari, assai rozzi secondo il modo moderno di giudicare, sono costituiti essenzialmente da delle barrette di latta ripiegata, tenute insieme mediante delle traversine fatte anch'esse dello stesso materiale e sono assemblati in sezioni diritte o curve, che possono essere unite tra loro mediante dei perni montati alle estremità delle rotaie.

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Con solo due tipologie di armamento si poteva costruire una configurazione ferroviaria a forma di anello, ed in seguito ampliarla con l'acquisto di ulteriori sezioni.

Ad Issmayer dobbiamo quindi riconoscere il merito di aver inventato il sistema di binari dai quali derivano quelli odierni, ed a Märklin il merito di averli perfezionati aggiungendo gli scambi e gli incroci.

Dai binari per logica consequenziale si passò alla fabbricazione di locomotive, di vagoni e di una vasta gamma di accessori ferroviari, ed inoltre anche a quella di automobili e di altri veicoli a motore .
A partire dal 1870 Issmayer, come del resto fecero anche gli altri costruttori tedeschi, utilizzò a tutto spiano il nuovo metodo d'assemblaggio dei giocattoli di latta che consisteva nel ripiegare le linguette dello stampo negli appositi fori, sia per eliminare la necessità di fare delle saldature, e sia per semplificare ed accelerare la produzione.

La Issmayer era un'azienda di piccole dimensioni, e non aveva un' adeguata organizzazione commerciale per esportare le proprie realizzazioni come facevano i giganti Bing, Carette e Märklin .
Pertanto, per espandersi, dovette affidarsi alle loro strutture; di conseguenza molti dei treni fabbricati da Issmayer furono venduti nei mercati esteri col marchio di altri ed oggi, se non si è abbastanza esperti, non è molto facile distinguere la loro reale provenienza.
Curiosamente le locomotive a vapore vivo erano maggiormente richieste dagli acquirenti continentali, mentre le versioni con carica a molla da quelli statunitensi.
A complicarci l'identificazione sopraggiunse nel 1914 la partnership con Bub e Carette; secondo l'intesa le tre aziende commercializzarono treni di latta del tutto simili, che differivano solo nel logo.


Johann Andreas Issmayer si spense nel 1922 all'età di 90 anni . Suo figlio George White Berger che nel frattempo aveva rilevato l'azienda non gli sopravvisse a lungo, morì infatti solo dopo quattro anni nel 1926. Suo genero August Weissenberger assunse l'amministrazione migliorandone ulteriormente i risultati economici, tuttavia il destino della JAJ era ormai segnato perchè, a causa della perdurante crisi economica tedesca, l'impresa non aveva più un mercato interno e dipendeva totalmente dalle esportazioni.

Nel 1932 la depressione globale e l'avvento del nazionalsocialismo ostacolarono il trasferimento all'estero dei giocattoli germanici, la cui produzione nel 1931 era già calata del 40%.
Per una lunga serie di motivi la Issmayer cessò la produzione nel 1933, e dopo una lenta agonia nel 1934 chiuse definitivamente i battenti.
La malasorte si accanì persino contro la fabbrica che, non trovandosi specifici acquirenti, nel 1937 fu ristrutturata, riconvertita e suddivisa in vari appartamenti .
August Weissenberger spirò nell'agosto 1952 all'età di 63 anni .

I loghi


dal 1870 fino all'inizio 1900
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1900 - 1926
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dal 1926
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E' sopravvisuta una scarsissima documentazione cartacea della produzione Issmayer, a chi volesse approfondire l'argomento suggerisco la lettura dell'esaustivo volume di Michael Bowes “Issmayer Trains"

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foto

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http://p2.la-img.com/227/2099/901894_1_l.jpg


http://www.dakotapaul.com/pics1/P2080209.jpg


http://p1.la-img.com/27/44988/20112162_2_l.jpg

Issmayer 4-piece train set
http://www.liveauctioneers.com/item/901886

Fine Issmayer

Prossima documentazione: Kellermann CKO


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: lunedì 19 maggio 2014, 10:39 
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Finora abbiamo ammirato dei treni che erano già costosi anche ai loro tempi (infatti non tutte le famiglie se ne potevano permettere l'acquisto), con i quali i bambini non potevano giocare se non sotto la sorveglianza di un adulto; tuttavia ciò non deve indurci a credere che il possesso di un trenino fosse una prerogativa esclusiva delle classi sociali più agiate.
Anzi tutt'altro, gli industriali producevano treni di latta alla portata di tutte le tasche, per i meno abbienti fabbricavano i cosiddetti “Penny Toys”, ovvero giocattoli da un centesimo, che nel secolo scorso venivano venduti essenzialmente dai commercianti ambulanti.

L'impiego della cromolitografia Offset, ampiamente disponibile a partire dal 1889, permise di produrre in gran serie trenini a buon mercato (privi di qualsiasi tipo di motorizzazione), usando lastrine di latta prestampata che venivano poi assemblate al proprio domicilio da operai non specializzati.

I trenini Penny Toys riscossero fin da subito un enorme successo perchè i bambini li potevano tranquillamente distruggere, senza suscitare patemi d'animo nei genitori; ancor negli anni “70 erano facilmente reperibili sulle bancarelle dei mercatini rionali e delle varie sagre paesane.

Io stesso ho giocato negli anni “40 e primissimi “50 con le Penny-loco dei tedeschi Arnold, Distler, Kellermann, e degli italianissimi Alemanni, Lollini, Sirio Ferrari (spero di ottenere il permesso di inserire le relative foto), che costavano veramente poco: si acquistavano con una o due banconote da 5 o 10 lire.

Fino al 1950 con queste

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fino al 1952 con queste

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Negli anni “60 comparvero i penny made in Japan di Masudaya, Dott G.R., di Kanto etc.

Molto curioso il “ Napoli Express” di Dott G.R.

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che però erano più cari: costavano 100 lire circa,

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nei “70 nelle bancarelle potevate comperare con 500 lire i plasticini russi di LMF (Lenin Memorial Factory) o di LMW (Leningrad Metal Works) a carica manuale,

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oppure le loco cinesi di Fairylite funzionanti a frizione.

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Oggi questi pezzi hanno assunto un'aria di rispettabilità, perchè sono molto ambiti dai collezionisti e, nel tempo, alcuni vecchi e rari Penny Toys si sono rivalutati fino a superare di ben 200.000 volte il loro prezzo iniziale.

Segue Kellermann

Ma dov'è finito Joker?


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: lunedì 19 maggio 2014, 11:57 
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Iscritto il: sabato 3 maggio 2014, 18:54
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Sono qui, caro crosshead, sempre più ammirato per la quantità e la qualità del materiale informativo che ci metti a disposizione. Sarei onorato di fare le tua conoscenza: dai, prendi direttamente contatto con me, che ci scambiamo i rispettivi indirizzi.
Perché – riprendendo il discorso da dove lo avevo lasciato, ovvero al museo Baumgartner di Mendrisio – dovete sapere che a quell’epoca, una ventina di anni fa, ero ben lontano dall’immaginare che un giorno avrei provato a fare concorrenza a quella illustre istituzione.
Allora ero già un discreto collezionista, sia di trenini che di modelli di automobili, che acquistavo in giro per il mondo, dove mi portava il mio mestiere di giornalista. Collaboravo anche con il vecchio Erminio Madscherpa, scrivendo sciocchezzuole sulla rivista I Treni.
L’appetito vien mangiando, e per un altro decennio ho continuato ad accumulare balocchi vari, finché la scoperta di E-Bay mi ha aperto un mondo di offerte allettantissime, alle quali non ho saputo dire di no. La collezione ha preso a svilupparsi in misura esponenziale, finché ha cominciato a straripare dai due appartamenti che avevo.
Andato in pensione, e venuta meno la necessità di abitare in città, ho pertanto deciso di procurarmi una nuova residenza in un luogo più sano ed ameno, dove stabilirmi insieme ai miei trastulli. Essendo toscano, ho battuto la mia regione di origine alla ricerca di un luogo adatto, ovvero un bel casale con un annesso agricolo, tipo stalla o fienile, in cui alloggiare i giocattoli.
In Toscana i prezzi erano allucinanti, per cui sono passato in Umbria, e quindi nelle Marche, che non conoscevo bene, ma che mi sono subito piaciute un sacco. Ho passato in rassegna centinaia di offerte su internet, ho selezionato quelle migliori e ho visitato 52 immobili, da Tavullia a Monte Prandone, finché, dalle parti di Jesi, mi sono imbattuto in una bella casa padronale dei primi del Novecento, sotto alla quale, adagiato lungo il pendio della collina, era stato costruito nel 1975 un edificio destinato ad accogliere una fabbrica di maglieria.
In totale, circa 1000 (mille) metri quadri: 300 di comoda abitazione e 700 di spazio per i giocare: poteva bastare! Ho deciso di acquistarlo, e per sapere se stava in piedi mi sono rivolto ad un amico che stava restaurando la sua casa nei paraggi, e gli ho chiesto di prestarmi il suo architetto per fare una perizia preventiva.
L’esame ha dato esito positivo, ma il caso ha voluto che l’architetto fosse specializzato in musei. In vita sua aveva lavorato sempre in questo campo, realizzando fra l’altro a Macerata un bellissimo Museo delle Carrozze.
Da questo fatale incontro, e visto lo spazio a disposizione, è nata, due anni fa, l’idea di allestire un vero e proprio museo del giocattolo…
(continua)


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: lunedì 19 maggio 2014, 12:57 
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Iscritto il: martedì 26 ottobre 2010, 7:34
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Località: la città delle tre T...
Zampa di Lepre ha scritto:
??? Dove andranno a finire tutti questi plastici ???

Rinnovo la domanda di Zampa di Lepre: dove finiranno tutti questi plastici? :shock:


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: lunedì 19 maggio 2014, 13:33 
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Iscritto il: domenica 29 gennaio 2006, 14:54
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Località: roma
Come ha scritto joker, nella casa dei primi del 900, ho meglio nei 700 metri quadrati per giocare, dalla parti di Jesi.........


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: lunedì 19 maggio 2014, 13:55 
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Iscritto il: martedì 26 ottobre 2010, 7:34
Messaggi: 1792
Località: la città delle tre T...
Ops, mi era sfuggita la risposta :oops:
Ma a questo punto caro Joker vogliamo sapere tutto...!


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 20 maggio 2014, 1:02 
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Iscritto il: giovedì 11 giugno 2009, 0:15
Messaggi: 1546
ROBINTRENO ha scritto:

Ma a questo punto caro Joker vogliamo sapere tutto...!

Be'.. "quotone". Il sor Robin ha immensa ragione..


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 20 maggio 2014, 8:41 
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Nome: Benedict Littlesaturday
Iscritto il: lunedì 18 ottobre 2010, 10:39
Messaggi: 1198
Località: Sutri (VT)
Questo thread, per il quale ringrazio l'autore e chi vi ha collaborato, è senza ombra di dubbio il più interessante, appagante e culturalmente imperdibile che abbia mai letto sul forum, vi prego di continuare e prego joker di farci sapere quando sarà aperto al pubblico il suo "museo" :wink:
Grazie!

Massimo


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 20 maggio 2014, 12:57 
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Iscritto il: venerdì 27 gennaio 2006, 19:59
Messaggi: 625
Località: roma
Sono in sintonia con quanto sopra. Argomento interessantissimo e culturalmente appagante!
Mi ritrovo possessore di un treno di latta dellal Modern Toys. Anni 60...
Sgarrupato ma conservato con tanto affetto. Ricomprato su internet per rabbia...

Anch'io dedicherò una stanza di casa per il mio 'Museo del giocattolo'.
Già progettato tutto. Al centro una poltrona girevole per gustarmi lo spettacolo.

Ciao a tutti!


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 20 maggio 2014, 13:48 
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Iscritto il: venerdì 20 gennaio 2006, 10:59
Messaggi: 5055
nicvoci ha scritto:
Al centro una poltrona girevole per gustarmi lo spettacolo


Con motorizzazione analogica o DCC ??? :shock:


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