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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 20 maggio 2014, 15:13 
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nicvoci ha scritto:
Mi ritrovo possessore di un treno di latta dellal Modern Toys. Anni 60...
Sgarrupato ma conservato con tanto affetto. Ricomprato su internet per rabbia...
Ciao a tutti!



Caspita, nicvoci, hai un trenino di Masudaya!

Masudaya, oggi meglio conosciuta come " Modern Toys ",

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è la più antica fabbrica di giocattoli del Giappone, e per certi versi anche del mondo.
Fu fondata a Tokio nel 1724, nel periodo post bellico WWII divenne l'azienda lider nella costruzione di giocattoli sia meccanici che di quelli funzionanti a batteria; ancor oggi è famosa per i suoi robots molto ambiti dai collezionisti.

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Al contrario di quel che fatalmente accadde alle altre industrie giapponesi costruttrici di giocattoli tinplate, ancor oggi è viva e vegeta, anche se ovviamente non utilizza più la latta.

Il sito


http://masudaya.wix.com/masudaya


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: martedì 20 maggio 2014, 22:22 
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@Zampa di Lepre: semplice poltrona con motorizzazione "a tacco di scarpa" :D

@Crosshead: mizzica che pedigree! E' la locomotiva verde, tipo far-West, che sovente si vede nelle aste. A batteria. Movimento 'random'.

Sempre grazie per questo thread!

Ciao a tutti!


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 21 maggio 2014, 18:02 
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E' la Western Special col movimento mistery?

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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 21 maggio 2014, 18:42 
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Riprendo da dove ci eravamo lasciati:

Il concetto di base è il seguente: Non si smette di giocare perché si diventa vecchi. In realtà si diventa vecchi perché si smette di giocare.
Il segreto per rimanere giovani, quindi, è semplice: continuare a frequentare i giocattoli. E a tale scopo abbiamo progettato MUSEOGIOCANDO, ovvero la caverna dei nipotini di Alì Babà, nella quale sia possibile non solo ritrovare quegli stessi balocchi che un tempo avevamo, e recuperare così la magia della nostra infanzia, ma anche incontrare gli altri trastulli che hanno fatto la gioia di tutti gli umani che hanno avuto la fortuna di essere bambini, in ogni tempo e in ogni luogo.
Abbiamo avuto l’ardire di immaginare non un Museo Tradizionale, statico e silenzioso, dove i reperti rimangano preclusi ed immobili, bensì uno spazio in cui buona parte del materiale esposto funzioni realmente (o virtualmente, in una ricostruzione digitale) e i vecchi giocattoli tornino ad essere concreti strumenti del gioco per il quale erano stati concepiti. Un ambiente in cui non solo si vedano ancora correre i trenini e le automobiline che erano familiari a noi, ai nostri padri o ai nostri nonni, ma dove sia consentito di tornare a giocarci, proprio come quando noi e loro eravamo piccoli.
Nei circa 700 metri quadri di superficie destinati alla realizzazione del progetto MUSEOGIOCANDO saranno ospitati gli oltre 4.000 pezzi della collezione accumulata dal sottoscritto, frutto della mia passione per il modellismo e di una quarantina d’anni di ricerche in vari parti del mondo, a margine della mia lunga attività di giornalista dell’agenzia ANSA.
Gli oggetti destinati ad essere esposti a MUSEOGIOCANDO appartengono a diverse tipologie: giocattoli d’epoca (circa 300), modelli statici di auto e treni (circa 3.700), diorami (tre) e ferrovie in miniatura (sette grandi plastici).
Pochi di questi oggetti appartengono alla categoria che i collezionisti chiamano “Mint and boxed”, ovvero intonsi e con la confezione originale. Quasi tutti mostrano le tracce di un uso anche intenso, e noi li preferiamo, perché pensiamo che un giocattolo che non abbia avuto il suo bambino non sia un vero giocattolo. Per la stessa ragione ancor meno sono gli esemplari che per intrinseco pregio o per la loro rarità hanno oggi un rilevante valore commerciale: perché si tratta di oggetti che non possono essere più (o non sono mai stati) destinati al gioco.


Allegati:
Commento file: vecchio e un po' arrugginito...
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 21 maggio 2014, 18:43 
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Bello, il MASUDAYA!


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 21 maggio 2014, 20:47 
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crosshead ha scritto:
E' la Western Special col movimento mistery?

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Si. Quella in foto e' 'la mia'.
La sorella intonsa ha anche un vomere in plastica rossa.
Il movimento 'mistery' e' accompagnato dall'accensione del duomo (lampadina sottostante la plastica bianca) e la parte anteriore della caldaia, col fumaiolo, si muove avanti e indietro.

Mi prenoto anch'io per una visita da joker!

Ciao, vecchi bambini come me!


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 22 maggio 2014, 14:25 
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Kellermann CKO



Georg Kellermann (1881 – 1931) imprenditore di Norimberga, trascorse i primi anni della sua attività lavorativa presso la ditta
Karl Bub, ove fu assunto come apprendista; dopo aver maturato una grande esperienza nella fabbricazione dei giocattoli di latta, grazie alla sue notevoli capacità trecniche, divenne dapprima caporeparto, e poi fu nominato responsabile dell'officina di produzione.

Addestrò molti operai, tra i quali voglio qui ricordare quel Johann Einfalt, che in seguito (1922) avrebbe fondato col fratello Georg la GEN “Gebrüder Einfalt Nürnberg" ( Technofix).

La sua fama era tale che fu conteso da numerose industrie locali, ed egli non seppe rinunciare alle lusinge di Johann Distler che, d'apprima lo assunse come capotecnico, e poi lo promosse direttore di produzione.

Finalmente nel 1910, sentendosi ormai pronto per il grande passo, aprì un' attività in proprio fondando la “Kellermann & Co” con sede a Norimberga in Austraße n.40; in questo modo riuscì a dar sfogo alla sua geniale inventiva.

Iniziò costruendo dei Pennytoys, ovvero quei semplici giocattoli ottenuti stampando fogli di latta litografata, poi si dedicò alla fabbricazione modelli più complessi come trenini ed automobili, però privi di qualsiasi tipo di motorizzazione.
I risultati economici furono immediati, e già nel 1914 Georg dovette trovare una sede più ampia, quindi si trasferì in Bauerngasse n.33.

Prima del 1920 i prodotti Kellermann non avevano alcun tipo di marchio, solo dopo tale data si sentì l'esigenza di imprimere un proprio logo per contraddistinguerli, pertanto venne utilizzato questo con la scritta “CKO” inserita in un quadrato, rimasto in uso fino al 1930

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Gran parte della produzione veniva esportata nei ricchi mercati d' Inghilterra e degli USA, e questo determinò il successo della Kellermann che, ancora una volta, nel 1926 fu costretta a trasferirsi definitivamente in Hessestraße ai numeri 5 e 7.

In quel periodo aggiunse alla precedente produzione di articoli a buon mercato senza pretese, che venivano venduti dagli ambulanti per strada o nelle fiere, una nuova fabbricazione di giocattoli più sofisticati, azionati da meccanismi a molla, da vendersi nei negozi e nei grandi magazzini come Karstadt o Hertie. E solo nel 1935 quella dei treni.

Nel 1929 entrò in azienda il figlio di Georg, l'ingegnere meccanico Wilhelm Kellermann, che assunse il ruolo di direttore della produzione fino alla morte del padre, avvenuta nel 1931; dopo tale data divenne presidente del consiglio d'amministrazione ed unico proprietario nel1935.
Sotto la sua competente guida la ditta raggiunse il massimo fulgore, ed il numero di dipendenti superò il centinaio.


nuovo marchio utilizzato fino all'inizio WWII


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In Germania, durante il periodo della seconda guerra mondiale (1939 – 1945), molte industrie di giocattoli di latta furono costrette a cambiare le loro lavorazioni, altre chiusero e scomparvero definitivamente; i proprietari invisi al nazismo furono espropriati, imprigionati, uccisi o costretti a fuggire all'estero.
Anche la Kellermann dovette adattarsi alla nuova situazione: la fabbricazione di giocattoli di latta fu sospesa e, come successe con altre aziende, riconvertita nella produzione di armamenti. Durante il periodo bellico le infrastrutture vennero pesantemente danneggiate dai bombardamenti, e le giacenze di giocattoli, di stampi, di attrezzi, furono saccheggiate .

Alla fine del conflitto, fortunatamente, Norimberga si trovò nella zona di territorio tedesco occupato dagli americani, perciò fu possibile riprendere, seppur lentamente, la produzione partendo letteralmente da zero. Gli ostacoli principali da superare consistevano nel fatto che non c'erano più né materie prime, né prototipi e neppure il tooling necesario; inoltre per ottenere il marchio " Made in US Zone Germany", si doveva sottostare a delle pesanti normative imposte dai vincitori.


Tuttavia, come già successe nel dopoguerra WWI, ancora una volta il marketing generato dalla “Spielwarenmesse Nürnberg “ contribuì al rilancio di molte imprese locali, e tra queste anche la CKO, che nel frattempo aveva avviato la fabbricazione di copie dei propri giocattoli prebellici.
Fino alla metà degli anni “50 Kellermann continuò ad usare la latta litografata, poi come dettavano i canoni più moderni, passò definitivamente alla latta verniciata.

Nel 1958 arrivo in azienda il figlio di Willi Kellermann , Helmuth Kellermann che, pur sotto la minaccia della travolgente invasione dei giocattoli giapponesi venduti più a buon mercato, non volle mai convertirsi all'utilizzo della plastica.
Questa ostinazione si dimostrò fatale: negli anni “70 le vendite calarono drammaticamente e, nonostante i vari artifizi messi in atto da Helmuth, nel 1979 si dovette sciogliere la società.
Così scomparve l'ultimo produttore tedesco di trenini di latta.

Marchio utilizzato dal 1945 al 1979

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foto

CKO Kellermann (Germany) 1920'S Penny Toy Train
http://www.vectis.co.uk/Page/ViewLot.as ... 7&Start=20


Kellermann Tin-Penny Toy Four piece train set, lithographed
http://www.historytoy.com/Kellermann-15 ... 3ZTyHbNzHw

Kellermann Tin-Penny Toy
http://www.historytoy.com/Kellermann-Pe ... 3ZUZXbNzHw


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Segue Distler


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 23 maggio 2014, 10:27 
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Riprendiamo il discorso:
Il gioco è il mezzo col quale tutti i cuccioli, compresi quelli dell’uomo, si preparano alla vita. Ed è per questo che la gran parte dei giocattoli riproduce più o meno fedelmente determinati aspetti del mondo “dei grandi”. Per illustrare un giocattolo e contestualizzarlo compiutamente, non è pertanto sufficiente descriverne le caratteristiche e tracciare la storia di chi lo ha fabbricato: occorre individuare il prototipo al quale il giocattolo si ispira e illustrare anche di esso le caratteristiche e la storia.
Il progetto MUSEOGIOCANDO prevede quindi che ciascun pezzo esposto sia accompagnato da una esauriente documentazione (testuale, iconografica ed eventualmente filmica) relativa all’oggetto stesso e al contesto in cui è stato originato. Per eventuali approfondimenti, anche a carattere didattico, si potrà attingere al materiale cartaceo custodito nella biblioteca, dove finalmente potranno trovare acconcia sistemazione le centinaia di libri sui giocattoli e la storia dei trasporti, nonché le migliaia di riviste e cataloghi oggi dispersi fra gli scaffali e i soppalchi di casa.
Il materiale di documentazione, con le immagini di tutti i pezzi della collezione, sarà reperibile su internet, nel sito museogiocando@.it, destinato a fungere da interfaccia virtuale e promozionale della struttura di MUSEOGIOCANDO, dove ai visitatori, che verranno dotati di un tablet (da riconsegnare, ovviamente, all’uscita) basterà digitare il codice di un oggetto esposto, per esempio il modellino di una automobile o di una locomotiva, per visionare sullo schermo tutte le informazioni riguardanti quel giocattolo, il suo prototipo reale e le ditte che li hanno rispettivamente costruiti.
Si tratta di un lavoro non indifferente: 4.000 schede per i singoli oggetti e altrettante per i prototipi di riferimento, più altre svariate centinaia riferite ai fabbricanti dei modellini e, ove possibile, ai fabbricanti dei prototipi.
Alcuni grandi monitor distribuiti nell’area espositiva consentiranno inoltre ai visitatori di attingere “on demand” immagini e filmati relativi alle diverse tipologie di giocattoli e al loro contesto tecnico e storico originale. Mi piacerebbe anche affiancare al sito un blog in cui sviscerare tutte le tematiche legate al mondo del giocattolo d’epoca, del collezionismo e del modellismo.
(continua)


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Commento file: Questa è un Basset Lowke a scartamento zero del 1927 o già di lì
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T232 Basset-Lowke.jpg [ 64 KiB | Osservato 8672 volte ]
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 23 maggio 2014, 18:04 
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Caro Joker la tua è un modello fedele della locomotiva 4-4-0 numero 2663 "George the Fifth " progettata da Charles Bowen Cooke, e costrita nel 1910 nelle officine di Crewe Works per conto della compagnia ferroviaria inglese ”London and North Western Railway" (LNWR)

Nel 1923 detta compagnia fu acquistata dalla London Midland and Scottish Railway (LMS), che fece ridipingere alcune locomotive acquisite nella classica livrea maroon LMS, e fra queste anche la tua George Fifth rinumerata 5320, che in realtà


è una Bing, e per l'esattezza una"Bing for Basset Lowke

Bing riprodusse la George Fifth in entrambe le livree: LNWR nera, LMS maroon


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La George Fifth è senza alcun dubbio una delle locomotive più emblematiche della storia della trazione a vapore, in quanto è stata la prima a sperimentare l'impiego del vapore surriscaldato.
Visti i suoi eccellenti risultati, tutte le locomotive che furono progettate dopo adottarono la nuova tecnologia, mentre la maggior parte di quelle più vecchie vennero riconvertite.

una loco della class George Fifth

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Bing for Basset Lowke LNWR George Fifth Clockwork Locomotive

http://www.youtube.com/watch?v=z-5lO2KjENA


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 24 maggio 2014, 14:28 
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In effetti ho anche una George Fifth della Bing, in versione elettrica a 20 volts, credo del 1932,che funziona a meraviglia. La Basset è invece ad orologeria.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 24 maggio 2014, 14:32 
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Ma torniamo a MUSEOGIOCANDO.
Il progetto prevede tre distinte aree espositive: TOYS (per i giocattoli d’epoca) TRAINS (per le ferrovie in miniatura) e CARS (per i modelli di automobili) oltre a due aree polifunzionali e ad una biblioteca.
La sala TOYS, della quale allego un’immagine dei lavori attualmente in corso, più un rendering che ne riproduce l’assetto definitivo, è volta a contenere, all’interno di ampie vetrine, una selezione di giocattoli raggruppati in diverse tipologie: dalle trottole ed i cosiddetti “pull toys” che i bambini si tiravano dietro con una corda, alle navi e gli aerei, alle bambole, alle marionette, ai soldatini, alle carrozze e ai balocchi meccanici azionati a molla.


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Commento file: come sarà dopo la cura
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Commento file: durante la cura
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 24 maggio 2014, 14:51 
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Una sezione particolare della sala TOYS verrà dedicata agli oggetti realizzati con sistemi di costruzione: ecco un camion White lungo 70 cm ottenuto con elementi di una scatola della americana Gilbert degli anni ’30 e la vettura sport Numero 1 della Meccano inglese (1929).
Al di sopra delle vetrine troverà posto la biblioteca, con due postazioni dotate di computer per gli approfondimenti sul materiale didattico.


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Commento file: Meccano CAR N1
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2453a.jpg [ 37.75 KiB | Osservato 8579 volte ]
Commento file: White truck
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: domenica 25 maggio 2014, 8:27 
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Mi rendo conto che questo blog è riservato agli amanti dei treni (grandi e piccoli), tuttavia, prima di arrivare alla sezione di MUSEOGIOCANDO dedicata al fermodellismo abuserò ancora un po’ della vostra pazienza parlando d’altro, ovvero della sala CARS, situata al piano inferiore, con sullo sfondo un enorme affresco di Bruno d’Arcevia, di cui allego un rendering, nella quale sarà illustrata la storia dell’automobile, dal carro di Cugnot del 1767 ai giorni nostri, attraverso più di 3.000 modellini in scale che vanno dall’1:160 all’1:8, esposti in una serie di bacheche, in tre grandi diorami e in vetrine disposte lungo il ballatoio, destinate alle auto dei pompieri, ai mezzi militari, agli autoveicoli industriali e ai mezzi agricoli. Alla base dell’affresco prenderà inoltre posto una grande pista di slot-cars, dove i visitatori potranno cimentarsi a gareggiare.
Al momento, la compilazione delle schede è a buon punto, nel senso che ne sono state compilate circa 1600 su un totale (per ora) di 3064. Ve ne allego un paio, tanto per farvi capire di cosa si tratta…


Allegati:
Commento file: piantina della sala CARS, con le vetrine e la pista
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W (22).jpg [ 42.68 KiB | Osservato 8541 volte ]
Commento file: verrà così, però...
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Commento file: ....attualmente siamo a questo punto
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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: domenica 25 maggio 2014, 8:39 
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Ecco le due schede riferite rispettivamente al modellino della Dinky Toys e al veicolo reale della Commer di cui allego le immagini.
Vi faccio grazia delle altre due schede: quella della Dinky e quella della Commer...

A0734 Dinky Toys 968 BBC Transmitter van

Anche in Gran Bretagna, a partire dagli anni ’50 la televisione irrompe nelle case ed inizia a modificare abitudini e stili di vita. Il fenomeno non viene trascurato dalla più popolare marca di automodelli del periodo, la Dinky Toys, che prontamente inserisce nel proprio catalogo le fedeli riproduzioni di alcuni veicoli speciali che la British Broadcasting Corporation (l’arcinota BBC) impiega per le riprese televisive in esterni.
Uno di questi, contrassegnato dal numero di catalogo 968, è il Transmitter Van, riproduzione di uno dei quattro furgoni Karrier Bantam attrezzati con una postazione per telecamera piazzata al di sopra del tetto, e per questo battezzati “Roving Eye” (occhio mobile).
Correttamente rifinito nella livrea verde scura di veicoli della BBC, il modello Dinky è realizzato in lega metallica con ruote in gomma, in corretta scala 1:43, è lungo circa 12 cm e riproduce in modo accurato lo speciale automezzo dell’emittente di stato britannica, inclusa l’antenna e la piattaforma sulla quale trovano posto la telecamera e l’operatore, che sporge attraverso un’apertura praticata nel tetto del furgone, e che, come al vero, può ruotare di 360 gradi come la torretta di un carro armato.
Rimasto in catalogo dal 1959 al 1974, questo bell’esemplare di Dinky Supertoy (i modelli di maggiori dimensioni fra quelli prodotti dalla casa di Liverpool, i cui numeri di catalogo iniziano per 9), fa parte di una serie che comprende anche il BBC Mobile Control Van (967) e il BBC Aerial Van (969).


C0734 Commer TS3 Transmitter van - 1959

Durante la seconda guerra mondiale la Commer, azienda britannica del Gruppo Rootes specializzata nella produzione di veicoli commerciali, fornisce alle forze armate del Regno Unito e di molti paesi del Commonwealth una vasta serie di automezzi. Alcuni di questi, al termine del conflitto, vengono modificati e riproposti in versione civile. Un passo decisivo viene compiuto nel 1952, quando la Commer aggiorna la sua gamma di camion e autobus dotandola del propulsore TS3, un diesel due tempi a tre cilindri sdoppiati contrapposti, con camere di scoppio centrali in comune per ciascuna coppia di cilindri. Questo motore, che va ad equipaggiare gli autocarri da 5, 7 e 10 tonnellate di portata, verrà soprannominato “Commer Knocker" (Commer che bussa) per via del suo caratteristico rumore.
Al TS3 succederà, negli ultimi anni ’50, il TS4, versione a quattro cilindri del precedente propulsore. Successivamente, gli autocarri pesanti Commer saranno equipaggiati con motori diesel Perkins e Cummins, e in qualche caso anche Mercedes.
Dopo il 1968, quando il Gruppo Rootes (comprendente Commer, Karrier, Humber, Hillman, Sunbeam e Singer) passa sotto il controllo della Chrysler, i veicoli commerciali Commer verranno commercializzati con il marchio Dodge o Fargo.


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Commento file: il modellino e il suo prototipo reale
0734 +.jpg
0734 +.jpg [ 52.02 KiB | Osservato 8541 volte ]
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MessaggioInviato: domenica 25 maggio 2014, 9:42 
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Iscritto il: sabato 3 maggio 2014, 18:54
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Sperando di non annoiarvi, riprendo il discorso su MUSEOGIOCANDO, e vengo finalmente alla sala TRAINS: organizzata su due diversi livelli, sarà dedicata alle ferrovie in miniatura, con sette plastici per complessivi 50 metri quadri di superficie.
Come si può vedere dalla piantina (w15), al livello inferiore troveranno spazio i quattro plastici “storici” in scale che vanno da 1:32 ad 1:87, relativi ad altrettanti periodi del modellismo ferroviario: A, anni ’20, B, anni ’30, C, anni ‘40/’50 e D, anni ‘70/’80, tutti appositamente realizzati con tecniche e materiali rigorosamente dell’epoca e completamente funzionanti, a disposizione del pubblico.


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Commento file: pianta della sala trains
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W (15).jpg [ 78.26 KiB | Osservato 8529 volte ]
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