E su un altro marchio, sempre confidando che mi vigliate segnalare eventuali errori od omissioni importanti.
FALLER
La ditta Faller viene fondata nel 1946 a Gutenbach, nella Germania meridionale, non lontano da Friburgo in Brisgovia, dai fratelli Edwin e Hermann Faller. Inizialmente l’attività riguarda giocattoli di legno per la prima infanzia, ma a partire dagli anni ’50, quando cominciano a diffondersi le ferrovie elettriche in miniatura a scartamento H0, i fratelli abbandonano il mercato del giocattolo per indirizzarsi sugli accessori per il nascente modellismo ferroviario in scala 1:87. Gutenbach si trova nella zona dello Schwarzwald, la Foresta nera. Logico, quindi, che i primi articoli a comparire nel catalogo Faller siano riproduzioni - in legno - delle caratteristiche case, fattorie e chiesette della regione. Oggi questi curatissimi, minuscoli edifici realizzati quasi interamente a mano sono diventati rari oggetti da collezione. Ben presto, la plastica subentra al legno: la Faller è tra le prime aziende del settore ad impiegare il polistirene come materiale per i suoi modellini, che vengono venduti sotto forma di kit, con costi sensibilmente ridotti. Dal 1964 inizia la produzione in scala N (1:160) e pochi anni dopo anche quella in scala Z (1:220). In un mercato, quello delle scatole di montaggio, che rapidamente diventa piuttosto affollato, i prodotti Faller non sono forse i migliori per accuratezza di dettaglio rispetto ai coevi Vollmer, Kibri, Pola, Wiad, Heljan, ecc, ma fin dagli albori la ditta di Gutenbach si distingue per l'adozione di avanzate tecnologie nei suoi prodotti: ci sono ad esempio il mulino a vento le cui pale sono mosse da un piccolo motore elettrico, la fontana, il mulino e la segheria ad acqua realmente funzionanti grazie ad una pompa di riciclo, i passaggi a livello con le sbarre che si alzano e abbassano lentamente come nella realtà, e molti altri interessanti gadget. Questa particolarità rappresenta il punto di forza della Faller, che nei decenni successivi, accanto a una moltitudine di riproduzioni di tipo tradizionale di abitazioni, negozi, fabbriche, castelli, fabbricati ferroviari di ogni specie, ponti, vegetazione e accessori vari, sfornerà una serie di modelli animati sempre più complessi, come le attrazioni da luna park, con giostre, ruote panoramiche, ottovolanti e ogni genere di impianto realisticamente funzionante. La propensione a realizzare modelli dinamici porta negli anni '70 al lancio del Faller Hittrain, ferrovia giocattolo a scartamento di 32 mm con binari, vagoni e locomotive di plastica (alimentate a batteria). Sulla stessa falsariga, ma in scala 1:32, è il successivo Faller Playtrain, studiato per integrare nel gioco i primi personaggi della Playmobil. Dagli anni '50 agli anni '70, Faller offre anche kit di aeromodelli in scala 1:100, fra i quali il biplano Wright, i missili tedeschi V1 e V2, aerei tedeschi della seconda guerra mondiale e jet commerciali del dopoguerra come il Caravelle. Nell’arco della sua storia, la Faller non produce riproduzioni statiche di veicoli in scala 1:87, limitandosi ad alcuni apprezzabili modellini di carri a trazione animale. Viceversa, negli anni sessanta introduce il sistema di piste slot Auto Motor Sport (AMS), (in scala 1:65), corredato da una ventina di autoveicoli piuttosto ben realizzati. Forse a causa del prezzo elevato, la novità non riscuote un grande successo. Fra il 1969 e il 1979 vengono commercializzate le Hit Car, auto giocattolo in scala 1:43, simili alle Hot Wheels della Mattel, con carrozzeria in plastica e fondini di metallo. Prive di motore, funzionano con piccole catapulte e compiono acrobazie su piste di plastica. Nel 1992 c’è l’ingresso nel settore degli automodelli propriamente detti, con una serie di riproduzioni molto ben dettagliate, in materia plastica e in esatta scala 1:43, di classiche Mercedes-Benz (più un Maggiolino Volkswagen). La produzione dura solo qualche anno, poi viene interrotta a causa dei costi eccessivamente elevati. All’inizio degli anni novanta, la Faller mette a punto un rivoluzionario sistema che consente a minuscoli veicoli in scala 1:87 di muoversi in modo estremamente realistico, senza le antiestetiche strisce metalliche e la fessura delle piste tipo slot car. I camion e gli autobus del Faller Car System (le vetture non sono ancora arrivate) sono dotati di motore elettrico alimentato da batterie ricaricabili e vengono guidati da una microscopica calamita collegata allo sterzo, che segue un filo metallico affogato nella “sede stradale”. Il sistema non abbisogna necessariamente di piste preconfezionate: a chi voglia costruirsi da sé il percorso che preferisce, la Faller fornisce una minuscola fresa con la quale incidere il compensato e inserirci i fili di acciaio armonico (da occultare sotto un velo di stucco). Il Faller Car System si evolve in seguito con possibilità di soste, sorpassi e deviazioni telecomandate, e con una recente versione digitale concettualmente molto vicina alle tecnologie di guida autonoma che vengono messe a punto per il traffico reale. Anche il parco veicoli del sistema si arricchisce con molti veicoli, in maggioranza adattamenti di riproduzioni di altri produttori (Herpa, Brekina, Wiking Rietze, ecc). Nel 1997 la Faller rileva la Pola, che porta in dote diverse riproduzioni di edifici ferroviari in scala 1:22, per la ferrovia da giardino LGB. Successivamente, però, l’azienda incontra gravi difficoltà finanziarie e il 28 agosto 2009 dichiara fallimento per imminente insolvenza. Dopo un periodo di amministrazione controllata e l’ingresso di nuovi capitali, i problemi vengono risolti e oggi la Faller è leader mondiale nel mercato degli accessori per modellismo ferroviario, occupa circa 200 dipendenti e all’insegna di un orgoglioso Made in Germany concentra l’intera produzione nella sua sede di Gutenbach.
Allegati: |
FALLER.jpg [ 141.11 KiB | Osservato 4498 volte ]
|
|