Cita:
Posta (s.f.) servizio pubblico che provvede allo smistamento e al recapito di lettere, vaglia, pacchi,…
Però alla posta non interessa più fare quello per cui e nata, subappalta il suo lavoro a terzi e nel frattempo cerca di fare concorrenza a banche, gestori telefonici e quant’altro.
Spedire una lettera per posta non si può, se non è prioritaria; ricevere un pacco dalla posta non si può, arriva un corriere di non so quale azienda, e se ha fretta nemmeno suona, perderebbe tempo ad aspettare che scendi (cosa successa personalmente), e ti lascia l’avviso; ricevere puntualmente una rivista per posta non si può, anzi qualche volta non la si può ricevere nemmeno in ritardo (per par condicio sia TT che iT), devi telefonare (questo sì si può fare con le poste!) dopo qualche settimana all’editore che gentilmente, a sue spese, ti manda un’altra copia della rivista. In compenso se entri in un ufficio postale ti trovi uno sportello per la corrispondenza (lettere, pacchi, telegrammi…) ed altri cinque in cui puoi comprare un libro od un giocattolo, aprire un mutuo o sottoscrivere un abbonamento telefonico.
Personalmente, se andassi da un benzinaio e questo mi dicesse: “benzina??? Oggi no! forse domani… nel frattempo posso venderle un chilo di banane o una multiproprietà in Sardegna”, non so se me la prenderei con i paesi produttori di petrolio
Concordo ma il problema è nelle due paroline all'inizio. La posta purtroppo non è più un servizio pubblico, ancora c'è una partecipazione statale ma non mi meraviglio che nel tempo le poste e le ferrovie finiscano, proseguendo sulla strada delle privatizzazioni, come la Telecom dove il patrimonio pubblico è stato svenduto a imprenditori rapaci che ne hanno tratto il loro profitto per poi lasciare società piene di debiti ed i clienti senza più un servizio pubblico decente.
Quando vi parlano di privatizzazioni diffidate, significa che stanno svendendo qualcosa che vi appartiene, senza che ci siano guadagni nè di servizio nè di altro genere per noi che siamo i veri propietari.