Capisco la tesi del Masselli,che,come dice, è formulata dal punto di vista del negozio ed è corretta,se analizzata da quel punto di vista.Infatti.come dissi in un altro intervento,la strategia Acme è rivolta SOLO verso i negozi ( e soprattutto gli Acme Point) e non verso l'utente finale.
Peccato che nell'ambito del post vendita questo si scontri contro i diritti di garanzia dell'utente.Infatti io non sono obbligato a ritirare la merce dove dice Acme o dove fa comodo a lei,ma riconosciuto che il pezzo è stato acquistato regolarmente in qualsiasi parte del mondo,e a questo fa fede il documento di acquisto,
quindi è valida anche la transazione di acquisto di E.B.a.y.,purchè il pezzo sia nuovo,o il documento di spedizione dalla Lapponia,se durante un mio viaggio,là ho comperato un qualsiasi prodotto Acme,e quindi Acme,verificato che il materiale è ancora in garanzia,DEVE rimandarmi il pezzo difettoso,a sue spese, o direttamente a casa mia o se impossibilitata presso un suo punto vendita o di assistenza a me più vicino.
Altro conto se il prodotto non è in garanzia.Il produttore
deve tenere per "tot" anni(qui dipende dalla tipologia del prodotto),anche dopo la cessazione della produzione di questo prodotto, tutti i ricambi atti alla sostituzione intera o parziale del modello. E qui Acme può obbligarti a fare l'ordine attraverso un suo punto vendita o di assistenza, comunque sempre indipendentemente da dove io ho comperato quel modello. E quel punto vendita,se ufficialmente riconosciuto da Acme,
deve farmi avere il ricambio richiesto,indipendentemente da dove io ho acquistato il modello.
Gino
Tutto quello detto sopra mica l'ho inventato io,ma sono le leggi della Comunità Europea
