marco_58 ha scritto:
... poi passai all'automazione digitale ...
e da allora non hai più smesso ...
Facendo, invece, un piccolo trattato di elettronica (così può apparire !) :
La cosa che noto immediatamente è che il transistor deve caricare il condensatore da 100 uF.
Nei primi istanti di carica il condensatore è approssimabile ad un cortocircuito (affermazione non analiticamente esatta, ma in questo caso è una buona approssimazione).
Il transistor, in quel caso, si comporta come una resistenza da (10 kOhm / hfe), ovvero 10 kOhm diviso per il suo guadagno, che è 50 .. 100. Ovvero circa 100 Ohm.
Il tempo di carica del 100 uF è, quindi, di circa 100Ohm * 100uF = 10 ms (millisecondi). Durante questo tempo la corrente inizia a 12 V / 100Ohm = 120 mA per poi decrescere.
I 120 mA non sono un problema. Il problema può essere, invece, la dissipazione, che vale, al primo istante, 12 V * 0.12 A = 1.44 W.
Purtroppo i transistors, anche se inventati da americani, sono rigidi come i tedeschi.
Il BC547 ha una dissipazione massima di 500 mW (data sheet FAIRCHILD). Mentre nella meccanica e nell' elettrotecnica il superamento per brevi istanti non provoca conseguenze, nei transistors la cosa è letale. Solitamente vanno in cortocircuito, ma a volte fanno da fusibili, ovvero si comportano come circuiti aperti.
La soluzione può essere di mettere un transistor con una potenza di almeno 1.2 .. 1.5 W, come per esempio un BCP68 (è SMD, ma si stagna ancora con facilità).
Vedo anche il commento di Zampa di Lepre. Come sempre, uno dei più attenti ed esatti in elettronica.
Credo che l' intezione sia quella intuita da Zampa di Lepre, ovvero : il 100 uF accumula energia per prolungare l' impulso di ingresso, mentre il 2200 uF agisce come limitatore di tempo di azionamento.
Quindi, il circuito mostrato da AndreaM non mi pare il più classico. Per la scarica capacitiva è molto utile consultare le pubblicazioni di Marcello (Pt), ovvero Marcello Mari, sul sito MarMari.
Sostanzialmente mi pare che Marcello tenga il condensatore permanentemente carico tramite una resistenza di valore relativamente alto. Quando arriva il comando, invece, un contatto collega il condensatore alla bobina dello scambio, provocando un impulso a corrente limitata e controllata nel tempo.
Stefano Minghetti