marco_58 ha scritto:
Intanto sarei curioso di conoscerne i veri risultati nell'utilizzo quotidiano, e come primo dato la velocità massima di esercizio, che direi abbastanza bassa.
E magari posta in luoghi dove l'escursione termica è bassa.
In fin dei conti la contrappesatura serve a compensare due cose:
1- dilatazione termica
2- spinta del pantagrafo verso l'alto, la forza di contatto deve essere costante e continua, a memoria 5 kg.
Non per nulla sulle linee da percorrere alle maggiori velocità (ma ormai quasi tutte) la regolazione è sia sulle funi portanti che sui fili di contatto.
Riprodulra su un plastico la vedo un po complicato per via degli spazi ridotti, forse in un lungo rettilineo.
E a dirla tutta, in un plastico, non è semplice implementare e far funzionare a modo una catenaria tradizionale.
Visto che hai una preparazione tecnica, prova a cercare l'articolo, sul sito della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma c'è, ma attento alla vista, non è che sia chissà che zoomabile!
La spinta di un pantografo FS novant'anni fa era di circa 9 kg a 5400 mm dal ferro, esiste anche una foto ripresa durante la taratura delle molle.
Se quella catenaria non ha avuto seguito, pur durata dove installata dal 1930 al 1979 almeno, sicuro non ha mantenuto quel che prometteva. Le ferrovie basche sono a scartamento metrico, con le conclusioni che ne conseguono.
Quando ho realizzato "conto terzi" catenarie di plastico, facevo comprare i tesatori Sommerfeldt a molla (ne ho anche costruiti alcuni con le carrucoline di Amati per modellismo navale), almeno quattro di quei plastici funzionano ancora, di altri tre non so perchè il proprietario e committente di ciascuno di quelli non c'è più...
