E incece non ha retto!
Con il terremoto del 1972 il cilindro si è quasi aperto in due spezzando i mattoni in diagonale (anche se la vasca era ormai solo piena di ruggine), ed è appunto dopo quell'evento che il serbatoio è stato smontato e la struttura incatenata, poi restaurata e usata come semplice ripostiglio.
Poi, tra il 2005 e il 2009 hanno fatto altri lavori e ora è come lo vediamo adesso (la foto di Marcello): non l'ho più visto aperto da quando salivo sul treno quattro volte al giorno (1981), pertanto non so cosa hanno fatto all'interno, e l'intonaco esterno è stato rifatto; tra l'altro ora mi risulta ceduto al comune da FER.
Per il danno subito, direi proprio che si è trovato sulla cresta dell'onda sismica.
Il magazzinetto che era alla sua sinistra, un metro, non si è manco accorto del terremoto, così come FV e MM: MM a distanza doppia rispetto al FV.
Calcoli e numeri a parte, buona parte del terrenno dell'Emilia (per la Romagna e il basso Ferrrarese è diverso) ha una conformazione tale da assecondare quasi appieno l'onda sismica: tutto ciò che si trova sulla cresta o nel ventre non resta in piedi, salvo abbia una forma tale da galleggiare sull'onda sismica e mantenere il baricentro dentro l'area delle fondamenta.
Come in tutte le cose tecniche, i calcoli servono, ma solo se veramente verificati sul campo, e di esempi ne ho anche di peggiori e ben più pericolosi.
Anche nella efficente Svizzera
https://www.tio.ch/svizzera/cronaca/167 ... -villaggioPoi parlando di ingegneri e calcoli ... succede come alla chiesa di Boretto, ma questa è un'altra storia che parte dai movimenti dei Verdi negli anni '70.