Oggi è domenica 16 giugno 2024, 7:23

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 69 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5  Prossimo
Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: martedì 20 gennaio 2009, 14:34 
Non connesso

Nome: Fabrizio Baroni
Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 13:46
Messaggi: 708
Località: Pianeta Venere - Firenze Nova
secondo me dove veramente è stato bravo è nella la linea aerea. in genere non ci riesce quasi nessuno a rendere degnamente questo particolare.
fb


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: martedì 20 gennaio 2009, 14:35 
Non connesso
Avatar utente

Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:40
Messaggi: 2422
Località: Vigonovo
electrofrog ha scritto:
Volevo solo dire che i fermodellisti italiani spesso cercano altrove situazioni e idee che sono alla portata di mano, spesso sotto casa propria.


Spesso quelle idee che sono "a portata di mano" non fanno sognare o ricordare. Io credo che dietro ad ogni plastico ci sia un sogno/ricordo: un luogo o una situazione perduta o che non si è mai realizzata, il ricreare insieme una ferrovia, un treno troppo lontano nel tempo o nello spazio.

electrofrog ha scritto:
Potrebbe essere la notevole offerta commerciale del mercato tedesco e americano.


Indubbiamente l'offerta commerciale fa la sua parte -peraltro sono due mercati molto vasti-, però gli Stati Uniti(1) e la Germania hanno un fascino particolare dato dai mezzi che hanno circolato che hanno avuto caratteristiche molto peculiari e sono legati a tutta una serie di luoghi dell'immaginario, più o meno fausto, che li rende attraenti. E non solo in Italia.

(1)l'America include anche il centro e sud- ho imparato da un amico sposato ad un'Argentina a non usare il nome America per una sua parte, per quanto potente.

electrofrog ha scritto:
Potrebbe essere che con l'estero costa meno fare il plastico. Potrebbe essere spesso una passione personale per USA e germania, che io rispetto e approvo se fatta con rigore e disciplina.


Potrebbe, ma se non ti interessa.

Sul discorso del rigore e disciplina... Occhio che ci sono le ferrovie (e anche gli Stati, se sei sufficentemente folle) cosiddetti 'free lance'.

Che ne sai tu, ad esempio, della Gianozia Orientale per dire che non è rigoroso l'incrocio in stazione tra uno streamlined ex AT&SF e carrozze ex Rheingold trainate da una macchina ex KBStB :) :) :) :) :) :) ?

electrofrog ha scritto:
Permettete solo che, oltre a fare i complimenti a questo plastico, possa solo ritenere curioso il fatto che un tedesco faccia un lavoro italiano, tutto qui. Siccome è la prima volta che rilevo una situazione come questa, lo ho fatto notare.


Effettivamente non siamo abituati a considerare le nostre ferrovie come qualcosa che può destare ammirazione, ed un omaggio come quello di Robert risulta una sorpresa mica da poco.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: martedì 20 gennaio 2009, 19:16 
Non connesso

Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 16:31
Messaggi: 7442
Località: Fabriano
Il mio intervento, non politico era riferito al fatto che spesso, troppo spesso, si ricorre all'uso di fabbricati palesemente teutonici sui nostri plastici, che trovano la classica giustificazione in un ambiente alpino e subalpino. Insomma, i plastici che rappresentano un paesaggio italiano, in Italia, sono veramente pochi. Ma occorre per forza fare le alpi? Robert ha rappresentato un tratto di paesaggio fantastico e collinare, così com'è la stragrande maggioranza della superficie del nostro paese. E se ciò che ho detto non è vero, beh, vorrei essere smentito con tanti plastici in stile italiano! :wink:
E ne sarei davvero lusingato! :wink:
Il fantastico non è riferito a fantasia, ma alla cura e alla bellezza della rappresentazione.
Fabrizio.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: martedì 20 gennaio 2009, 19:27 
Non connesso
Avatar utente

Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:40
Messaggi: 2422
Località: Vigonovo
Torrino ha scritto:
Il mio intervento, non politico era riferito al fatto che spesso, troppo spesso, si ricorre all'uso di fabbricati palesemente teutonici sui nostri plastici


Una soluzione sarebbe l'accoglimento della richiesta delle giornate di 48 ore...


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: martedì 20 gennaio 2009, 20:30 
Non connesso

Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 16:31
Messaggi: 7442
Località: Fabriano
Io dico che il tempo per farseli da soli, viene ripagato dalla soddisfazione e dal fatto che si spende poco e si risparmia molto. :wink:
Fabrizio.
Poi, per gli agitati, il lexotal aiuta molto....... :wink:


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: martedì 20 gennaio 2009, 22:28 
Non connesso

Iscritto il: lunedì 23 gennaio 2006, 22:08
Messaggi: 4549
Località: Ovunque, in sella alla vespa...
Lexotan, Lexotan... ma anche un antipsicotico come l'Haldol associato a uno stabilizzatore dell'umore come il Depakin può sortire effetti sostanziali.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: martedì 20 gennaio 2009, 23:52 
Non connesso

Iscritto il: domenica 22 gennaio 2006, 20:27
Messaggi: 682
Località: Vico Equense
G-master ha scritto:
Lexotan, Lexotan... ma anche un antipsicotico come l'Haldol associato a uno stabilizzatore dell'umore come il Depakin può sortire effetti sostanziali.

Caspita G-master, sei un vero esperto in materia!!!
Spero non sia un effetto collaterale legato alla frequentazione assidua a questo forum.
:lol: :lol: :lol: :lol: :lol:


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mercoledì 21 gennaio 2009, 9:18 
Non connesso
Avatar utente

Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:40
Messaggi: 2422
Località: Vigonovo
Torrino ha scritto:
Io dico che il tempo per farseli da soli


Ad averlo il tempo...


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mercoledì 21 gennaio 2009, 13:05 
Non connesso

Iscritto il: lunedì 23 gennaio 2006, 22:08
Messaggi: 4549
Località: Ovunque, in sella alla vespa...
Il problema è che di lavoro faccio lo psicologo... se mi riconoscessero la frequentazione del forum come tirocinio di specializzazione sarei più contento :-)


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mercoledì 21 gennaio 2009, 15:27 
Non connesso

Iscritto il: martedì 11 marzo 2008, 10:16
Messaggi: 558
Torrino ha scritto:
Il mio intervento, non politico era riferito al fatto che spesso, troppo spesso, si ricorre all'uso di fabbricati palesemente teutonici sui nostri plastici, che trovano la classica giustificazione in un ambiente alpino e subalpino. Insomma, i plastici che rappresentano un paesaggio italiano, in Italia, sono veramente pochi. Ma occorre per forza fare le alpi? Robert ha rappresentato un tratto di paesaggio fantastico e collinare, così com'è la stragrande maggioranza della superficie del nostro paese. E se ciò che ho detto non è vero, beh, vorrei essere smentito con tanti plastici in stile italiano! :wink:
E ne sarei davvero lusingato! :wink:
Il fantastico non è riferito a fantasia, ma alla cura e alla bellezza della rappresentazione.
Fabrizio.


Ecco, questo intervento chiarisce meglio le mie idee in merito. Certamente le alpi sono fonte di molta ispirazione per i modellisti e anche permettono notevoli occasioni scenografiche...sembra quasi che un plastico in montagna o collina "venga da solo"...qualche muro, ponti, gallerie...trincee...boschi di conifere...

Robert ha colto invece la peculiarità del 70% del paesaggio italico percorso dalle nostre ferrovie, in cui la vegetazione è fatta da alberi decidui e cespugli (a parte i pini marittimi) e che è prevalentemente collinare.

Fare le alpi è spesso una scorciatoia proprio per evitare di autocostruirsi gli edifici, dimenticando che anche in ambito alpino in Italia vi sono delle caratteristiche regionali nelle costruzioni locali.

I fabbricati di stampo teutonico vanno bene in territori che un tempo erano austriaci e poi sono diventati italiani dopo il 1918. Un esempio era il vecchio tracciato della pontebbana (da Pontebba al confine di stato) e la zona del carso (goriziano, triestino etc...).


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mercoledì 21 gennaio 2009, 15:46 
Non connesso

Iscritto il: venerdì 27 gennaio 2006, 19:59
Messaggi: 606
Località: roma
Ha ragione Fabrizio e, ammettiamolo, Robert è più bravo dei fermodellisti chiacchieroni. Ha fatto quello che dovremmo fare tutti !!! :)

Nicola


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mercoledì 21 gennaio 2009, 16:07 
Non connesso
Avatar utente

Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:40
Messaggi: 2422
Località: Vigonovo
electrofrog ha scritto:
I fabbricati di stampo teutonico vanno bene in territori che un tempo erano austriaci e poi sono diventati italiani dopo il 1918.


A dire il vero ci sono i 'matti' che si fanno la casa in stile teutonico in piena pianura del Brenta, ma sono cose isolate e ovviamente non interi villaggi....

E poi le stazioni della FAM di CampagnaLupia-Camponogara, Mira e Oriago :) :) :) :), mi piacerebbe capire perché le hanno fatto in quello stile....


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mercoledì 21 gennaio 2009, 17:29 
Non connesso

Iscritto il: martedì 11 marzo 2008, 10:16
Messaggi: 558
saint ha scritto:

E poi le stazioni della FAM di CampagnaLupia-Camponogara, Mira e Oriago :) :) :) :), mi piacerebbe capire perché le hanno fatto in quello stile....


Le ferrovie concesse progettate e costruite verso la fine dell'800 spesso hanno caratteri architettonici differenti dalle tipologie FS. Molti tecnici avevano con probabilità una formazione mitteleuropea.

Questo non vuol dire che basta prendere una stazione dal catalogo Faller per fare una secondaria delle SV in pianura padana

:lol:


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mercoledì 21 gennaio 2009, 17:43 
Non connesso
Avatar utente

Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:40
Messaggi: 2422
Località: Vigonovo
electrofrog ha scritto:
Le ferrovie concesse progettate e costruite verso la fine dell'800 spesso hanno caratteri architettonici differenti dalle tipologie FS. Molti tecnici avevano con probabilità una formazione mitteleuropea.


Qui è il punto. La Ferrovia Adria/Mestre ha la particolarità di essere in realtà l'unione della Piove-Adria e della Piove-Mestre (come si può verificare dalle progressive kilometriche). La prima venne inaugurata nel 1916, la seconda nel 1937. Gli edifici delle stazioni della Piove - Adria hanno caratteristiche architettoniche diverse e decisamente 'italiane', e mi pare che Cavarzere e Piove avessero edifici più grandi, con Piove originariamente uguale a Cavarzere.


Top
 Profilo  
 
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: mercoledì 21 gennaio 2009, 17:46 
Non connesso

Iscritto il: martedì 11 marzo 2008, 10:16
Messaggi: 558
saint ha scritto:
E poi le stazioni della FAM di CampagnaLupia-Camponogara, Mira e Oriago :) :) :) :), mi piacerebbe capire perché le hanno fatto in quello stile....


Immagine

A parte il tetto a falde molto pendenti e il manto di copertura non trovo comunque una forte teutonicità... certamente in pianura vicino a Venezia non nevica molto d'inverno...

Più che teutonicità mi sembra uno stile "industriale" fine 800, non molto diverso dai cotonifici e dallo stile di certi presidi, come le idrovore delle bonifiche dell'epoca: un indizio sono le cornici di mattoni e intonaco ad arco ribassato.


Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 69 messaggi ]  Vai alla pagina Precedente  1, 2, 3, 4, 5  Prossimo

Tutti gli orari sono UTC + 1 ora [ ora legale ]


Chi c’è in linea

Visitano il forum: Google [Bot] e 18 ospiti


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  

Duegi Editrice - Via Stazione 10, 35031 Abano Terme (PD). Italy - Tel. 049.711.363 - Fax 049.862.60.77 - duegi@duegieditrice.it - shop@duegieditrice.it
Direttore editoriale: Luigi Cantamessa - Amministratore unico: Aldo Baldi - Direttori responsabili: Pietro Fattori - Daniela Ottolitri.
Registro Operatori della Comunicazione n° 37957. Partita iva IT 05448560283 Tutti i diritti riservati Duegi Editrice Srl