BuddaceDCC ha scritto:
Mmm secondo me con un plc non riesci ne a generare dcc e nemmeno leggere il loconet troppo lento...l'xpressnet si perché è un rs485 e dovrebbe andarci a nozze
Troppo lento il loconet o il PLC: 5/6 ms per leggere ed eseguire circa 1 MB di programma (istruzioni utente circa 64 KB), compreso comunicazione con periferiche e altro (1200 I/O locali e remote, e 5 porte di comunicazione), e tutte le condizioni di sicurezza non presenti in PC o DCC, non mi pare lento: le ultime costruite dopo il 2010 sona anche più veloci.
Un PC, all'atto pratico è ben più lento e meno affidabile. Per l'occhio ed il cervello umano tempi inferiori ai 40 ns pari sono (se fosse luce sotto ai 25 Hz si vede lo sfarfallio).
Giusto per informare su cosa esite.
I vari RS sono solo il supporto fisico, il CAN è di uso normale, la ethernet ormai è in ogni dove, il 232 c'è ma ... lasciamolo perdere.
Gli integrati per la comunicazione di un PLC sono gli stessi di un PC, che magari sono gli stessi di quello delle centraline DDC, magari capita che viste le dimensioni delle apparecchiature, il tutto sia contenuto dentro un cip custom. Bisogna anche considerare che l'affidabilità richiesta alle varie categorie di prodotto è ben diversa.
Già il fatto che, spesso un PLC invia un comando una sola volta, e il DCC necessariamente in continuo, la dice lunga.
Quello che oggi esiste nei PLC solo come porta di programmazione è la USB, però con qualche decina di € si trovano dei convertori affidabili per uso industriale (che poi sono gli stessi usati nelle reti LAN di uffici e consimili), alcuni modelli li ho già usati. Da ethernet a qualcosa di altro trovi di tutto. Il protocollo, ciè le stringhe che viaggiano sono un altra cosa.
La USB, intesa come supporto fisico, per la comunicazione con apprecchiature in campo, o/e per comando e controllo, ha caratteristiche non idonee; va bene in laboratorio o per strumenti di misura portatili.
Va da se che per generare il DCC ti ci vuole la giusta interfaccia, ma non è così complicato costruirla, in definitiva ed elettricamente, è sempre un segnale bipolare come quello della 485 (o 422) a 16/18 V piuttosto che 5 V.
Poi è chiaro lato DCC hai bisogno del booster, magari uno costruito anche per leggere le CV, ma con riferimento, ad es. al comando di un motore, questa è la necessaria parte di potenza.
Alla fine in un PLC comanda il sw che è stato scritto, ciè le equazioni che il programmatore ha scritto (non dimentichiamo che tutti i sw sono di fatto un modello matematico). Nel caso del DCC il FW del decoder, contiene già del SW di logica. Caricando le CV non si fa altro che dare dei valori a delle variabili usate in equazioni non modificabili. Per questa ragione ogni uscita del decoder, motore o funzioni che sia, funziona in modo abbastanza rigido a seconda del decoder.
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Di fatto un booster serio e completo, a mero titolo di esempio, assomiglia a un inverter, che è una scatola unica con un pò di morsetti e connettori, al suo interno è diviso in più sezioni che comunicano via bus seriale, magari ottico:
1) CPU
2) interfacce di I/O per comandi e segnalazioni
3) terminale di bordo
4) porte per comunicazione con l'esterno
5) I/O per il comando ed il controllo del motore
6) parte di potenza per il comando del motore ed la lettura dei suoi stati
7) slot per contenere ulterioni interfacce per comunicazione o funzioni spacifiche

slot per memoria di espansione per eventuale programmazione interna di funzioni.