Posso dire che non mi piace? Lo dico, non volermene, ma non mi piace.
Hai un po' di idee confuse, a mio modo di vedere, che è bene chiarirsi prima di iniziare a fare qualsiasi cosa. Non è per fare il maestrino, ma sono le leggerezze tipiche che si commettono quando si inizia e di cui ci si pente abbastanza presto, ma quando è ormai tardi per recuperare.
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A livello di periodo temporale ho optato per rotabili epoca IV e V come partenza, senza escludere la VI, mentre a livello scenografico sarà ambientato ai giorni nostri.
Qui stai dicendo due cose in contraddizione tra loro: se i rotabili sono in epoca IV e V, anche l'ambientazione dovrà essere coerente. Ipotizzando di fare un'ambientazione di fine anni '80, non mi puoi piazzare una Gran Confort in livrea "Bandiera" accanto a una Grande Punto: molto meglio una UNO! Analoga cosa con i cartelli di stazione, la segnaletica stradale, le pubblicità, ecc.
Cita:
A fianco della stazione di testa diramato in diagonale c'è il piccolo scalo merci composto da due binari (non so ancora se saranno ti tipo a raso, con piano caricatore o serviti da una gru a ponte)
Gli scali merci di solito dispongono di un piano caricatore, sovente occupato dal magazzino merci e da un binario a raso (che può essere anche lo stesso, in situazioni impiantistiche ridotte)
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Inoltre il terzo binario ha una diramazione che mi consentirà future espansioni a destra per creare un ferro di cavallo (inoltre c'è spazio al di sotto dello stesso per aggiungere un quarto binario).
Queste aggiunte nella parte a vista, meglio farle subito; nelle parti nascoste si può anche lasciarle ad un futuro non ben precisato, in vista meglio fare tutto e subito, che sennò ad aggiungere è un casino.
Cita:
Siccome non ho voluto complicarmi il lavoro non ho previsto stazioni nascoste sotto il piano. Non capisco completamente l'uso di stazioni nascoste (che nella realtà non esistono) ma capisco però che sono necessari un minimo di binari celati alla vista.
Qui descriverti a cosa servano in 2 righe non ci si riesce. Il mio consiglio è rileggerti gli arretrati di TTM; non tanto i miei articoli (oddio, leggerli di sicuro male non fa!

, ma si fa prima a leggere i miei maestri!), ma quanto gli articoli di Antonio Federici e Andrea de Regis, uniti a quelli di Alex Corsico (e a qualche editoriale di Sabatini). Lì capirai tante cose anche sulle ferrovie vere, che sono la base per creare un valido mondo in miniatura.
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Gli scambi sono per ora manuali ma credo che sarà necessario motorizzarli (almeno quelli che poi andranno nascosti).
La motorizzazione ci vuole (a meno di non attuare il sistema dei tiranti sottoplancia, nella parte a vista), e vuole nascosta. Da subito. Il movimento lento o meno va a gusti.
Detto di quelle che mi paiono le cose che non mi convincono sul tuo approccio (ripeto, non è una critica alla persona, ognuno è libero di fare come vuole, ma si presume che si iscrive qui voglia raggiungere un certo livello e non realizzare un presepe coi trenini che girano intorno -mio primo plastico ferroviario a 2 anni, per la cronaca!-), passo agli aspetti che approvo sentitamente, e che non considero solo corretti, ma sacrosanti.
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La seconda scelta è stata la scala: H0. I binari? Piko, semplicemente perché c'erano quelli in offerta nello start-set e mi son piaciuti.
Non è un sistema raffinatissimo, ma va benone per chi inizia, c'ha solo un paio di pecche come assortimento, ma pazienza. A me me piace!
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L'idea è stata quella di realizzare un plastico di pianura, sia perchè questa è la realtà in cui vivo,sia perché la maggior parte dei plastici che ho visto presenta scenari di montagna (o con una buona presenza di monti)... e questa cosa mi ha spinto a fare diversamente (son fatto così!). Quest'ultima ambientazione è ovviamente utile per nascondere diverse zone del plastico, dalle stazioni agli elicoidali, ma nel mio caso ho optato per rappresentare ciò che sono abituato a vedere.
Ho anch'io una passione per i plastici di pianura, sarà che abito a 50 km dalla prima collinetta. E poi rappresentare ciò che si è abituati a vedere consente di potersi ispirare più facilmente alla realtà semplicemente andando nei posti che si vuole rappresentare, e non si devono fare centinaia di kilometri.
Cita:
Trattandosi di scenario di pianura ho pensato di realizzare percorsi abbastanza rettilinei e con curve dal più ampio raggio possibile (compatibilmente con le esigenze di spazio tavola ad L 3.5 x 3.5 sui lati lunghi), nessun rilievo montuoso e con l'inserimento di alcuni sovrappassi stradali per creare zone che possano interrompere la continuità della vista.
Scelta di base corretta (eseguita non un granchè bene, il tuo concetto di raggio largo non coincide con il mio, e già il mio non coincide con quello di altri, ma si migliora con poco sforzo e senza troppe complicazioni).
Per quello che riguarda il tracciato,
l'è tutto sbagliato, l'è tutto da rifare (cit. Gino Bartali) (se vuoi riprodurre qualcosa che si ispira al reale). La cosa che ti consiglio di fare, oltre a leggere i numeri passati (e futuri!) di TTM che riguardano i progetti di plastici, è quella di aprire google maps, bing maps, le mappe del geoportale nazionale, quello che vuoi tu, e passarti in rassegna tutte le stazioni vere simili a quelle che vuoi riprodurre tu, nella zona che vuoi riprodurre tu (perchè pianura è pianura sia a Modena che nel Tavoliere o in Piemonte, ma lo stile dei piani binari è diverso!).
Non discuto la scelta tra digitale e analogico (oggi, dovessi partire da 0, partirei direttamente in digitale, molto sbattimento in meno), ma sui sezionamenti non ci siamo, quelli che hai fatto sono pochi e limitano un sacco l'esercizio. Il suggerimento è di dare una letta ad un articolo passato su TTM in merito al "Twin Cab" (un sistema in cui si usano 2 alimentatori per comandare un plastico in analogico). Ti chiarirai molte idee.
Spero tu non ti sia offeso per le critiche, lo so, sono un rompicoglioni e pure un guastafeste, e pare proprio che ci goda proprio nel farlo

. Non è vero. E' che soffro terribilmente quando vedo un impianto a mio modo di vedere mal progettato

.
Se cito frequentemente TTM non è perchè io sia collaboratore o amico del direttore. E' perchè li si trovano sovente molte risposte a tanti dubbi che si hanno, solitamente ben scritte e più approfondite rispetto a quanto si può fare scrivendo in attesa che sia pronta la cena su un forum. Da lì poi si può partire. Eppoi il forum vive perché c'è la rivista (o meglio, perchè la redazione spende per tenerlo on-line, come capita per tutti i forum che esistono dietro a riviste, cartacee o digitali che siano!), è carino comprarla e leggerla!