In realtà il problema del tipo di fondo è presente in altre realtà della pianura padana, specialmente quando ci si avvicina la Po. Per es. anche la linea Cremona-Fidenza ha di questi problemi, pur essendo quasi rettilinea in rango A V max= 110 km/h e 90 km/h per i treni in D4. Un problema analogo c'è stato sulla DD in una piana alluvionale atturno ad Arezzo (se ricordo bene il luogo), costruire fondamenta per un viadotto di fatto impossibile, un terrapieno avrebbe impedito il deflusso delle acque, l'impres esecutri insistette con FS per costruire quello che ora c'è: una serie di tubi rettangolari in CA fuori terra appoggiati su un sottofondo che allarga la superficie di appoggio delle tipiche travi da ponte, risultato: carico dinamico di pochi hg al cm quadrato, finestre per il deflusso delle acque, il tutto senza interropmere la continiutà dei poderi agricoli. Nella AV in pianura padana per i piloni dei viadotti e dei ponti è stata usata una tecnica italiana brevettata per le fondamenta, appunto per sopperire alle caratteristiche del terreno: i pozzi di fondazione sono profondi alcune decine di metri con tanto di palafitte sotto e attorno: non sono visibili in quanto rocoperti da circa 1 m di terra. Anche il ponte sul Po a Piacenza è strallato non per vezzo architettonico, ma per sopperire alle deboli caretteristiche del terreno su cui poggia.
Tutto ciò si deduce da documenti pubblici di RFI: - CARATTERISTICHE TECNICO-FUNZIONALI DELL’INFRASTRUTTURA FERROVIARIA NAZIONALE GESTITA DA RFI - PIR - FL - FCL - Circolari teeritoriali - ecc.
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