C' era un kit della defunta rivista Nuova Elettronica :
https://win.adrirobot.it/nuova_elettron ... 64-165.pdfPWM è una parola generica, usata dalla regolazione di potenza alla conversione analogico digitale.
Si riferisce ad una tensione che nel periodo di ripetizione sta per un tempo ad un valore e per il restante tempo ad un altro valore.
L' onda che esce dai decoder o dagli alimentatori PWM commuta fra 0 V e massima tensione.
A scanso .. l' onda che esce dal decoder ha una sola polarità, anche se l' alimentazione è una onda fra +17 e -17 V.
L' alimentatore del kit di Nuova Elettronica, invece, genera un' onda che varia continuamente fra tensione positiva e negativa.
Se il tempo a tensione positiva è uguale a quello a tensione negativa, si ottiene che il valor medio è zero, quindi il motore sta fermo, perchè a 10 kHz non fa a tempo a seguire le variazioni.
Contemporaneamente, però, le lampade riescono a funzionare, perche non sono sensibili alla polarità della alimentazione.
Nelle prime applicazioni del digitale (prima del DCC), usavano variare il duty cycle per alimentare una locomotiva analogica.
La corrente a frequenza alta, però, potrebbe smagnetizzare il magnete permanente del motore o causare altri danni.
I motori G, probabilmente, sono più robusti e non ne risentono. Non ho, però, casistiche.
Esisteva anche un altro sistema.
Una tensione costante a 10 kHz era sommata alla tensione di trazione.
Una induttanza impediva alla corrente a 10 kHz di andare al regolatore.
Un condensatore impediva alla tensione continua di trazione di andare al generatore dei 10 kHz.
Ulteriori condensatori erano posti a cavallo dei sezionamenti per tenere accese le luci di locomotive e carrozze anche quando non in trazione.
Sicuramente, oggi sarebbe più semplice usare una centralina DCC economica e mettere un decoder.
Stefano Minghetti