Oggi, 15 marzo 2021, sono 100 anni esatti da quel 15 marzo 1921 in cui abbiamo ambientato il plastico Klausen21, e a settembre cadranno anche i 40 anni dalla ideazione concettuale del plastico. Quando, nel lontano 1981, decidemmo di ambientare Klausen21 a quella data del 1921, nè io, nè l' amico Piero sapevamo esattamente cosa ci avrebbe aspettato. Ecco, allora, una riflessione del tipo "Klausen21 .. e poi ?" il cui spunto è stata la rilettura di un articolo che avevo scritto, assieme a Piero, nel 1982 per presentare il plastico, ancora parzialmente incompleto, alla sua prima uscita pubblica. Articolo uscito sul bollettino del gruppo di modellismo di cui facevamo parte. E proprio in quel gruppo fermodellistico era iniziato nel 1981 un confronto frà amici fermodellisti per mettere in pratica alcuni concetti che avevamo elaborato assieme, concretizzatasi con la ideazione e costruzione di Klausen21 nei primi anni '80 e poi culminata nel 2008 con l' esposizione a Chiusa, ovvero nel luogo riprodotto, con un ritorno di ricordi e sensazioni da parte di chi lì aveva vissuto o giocato da giovane, che ci hanno lasciato un' impronta. L' avventura di un plastico e della sua ideazione e costruzione può essere interessante anche per altri.
Io non avevo mai costruito un plastico ferroviario, l' amico Piero ne aveva costruito uno. Iniziammo studiando come modificare il suo per aggiungere un minimo di traffico. Non era brutto come plastico, ma era basato sul solito ovale, senza possibilità di alternare treni.
In quel piccolo articolo, un anno dopo l' inizio di ideazione e costruzione, e a parte l' italiano traballante delle parti di mia stesura, i concetti innovativi erano elencati tutti : - la grande differenza di realismo frà i modelli ed i plastici : modelli affinati fino a dettagli difficilmente visibili, e plastici con configurazioni ferroviarie improbabili o impossibili - la mancanza di varietà della circolazione, limitandosi essa ad uno o due convogli, lasciando impianti anche grandi desolatamente inanimati. Per non parlare dell' orario, inaffrontabile con configurazioni a semplice anello e senza zone di servizio non in vista - la ulteriore riduzione 1/10, rispetto alla scala, delle lunghezze e del tempo man mano che ci si allontana dal fabbricato viaggiatori - l' ideazione della cintura, ovvero di un sistema di binari che circonda ed interconnette la stazione in vista e che consente di simulare l' intera linea, instradando opportunamente i convogli disponibili
Non citavamo, nell' articolo, le cose che avremmo inserito in seguito : - sganciatori invisibili per sganciare in tutti i punti ove fosse prevista una manovra - sezionamenti per poter accedere a qualsiasi binario, e comandati dalle stesse leve che comandano la posizione degli scambi - carro per il trasporto di rotabili a scartamento ridotto, realmente funzionante e manovrabile. la locomotiva può salire o scendere da esso senza essere toccata con le dita - la manovra di salto locomotiva necessaria ad ogni arrivo dalla Val Gardena, ora rodata e perfezionata - la manovra del treno raccoglitore c, che lascia un vagone e ne preleva un altro. Anche questa senza toccare i rotabili con le mani
All' inizio non sapevamo di saperne molta meno di quanto fosse necessario. Ci siamo ingegnati, abbiamo guardato in giro ed abbiamo pensato soluzioni man mano che ne avevamo necessità.
La costruzione del plastico ha richiesto circa un anno al grezzo, compresa l' ideazione della cintura e la progettazione del tracciato. Gli edifici ed il ponte erano stati costruiti da amici : Bernie, Sante e Carlo.
Nel 1982 lo esponemmo a Faenza, ancora incompleto e pubblicammo, sul bollettino dell' associazione cui eravamo iscritti, l' articolo riportato nel mio precedente intervento. Nel 1983 partecipammo alla manifestazione "San Marino .. in treno", appena da poco funzionanti. Nel 1985, dopo l' esperienza di San Marino, attivammo l' ACEI per governare la zona nascosta. Negli anni successivi, fino ai primi anni '90, mettemmo a punto un sistema a processore per far circolare i treni ad orario. Nel frattempo Sante aveva messo centinaia, se non migliaia, di alberi, autocostruiti e proporzionati alla distanza dal punto di osservazione. Altri anni li passammo a fare esercizio ferroviario e questo ci pose la necessità di mettere a punto i funzionamenti delle varie parti coinvolte. Nel 2008 ci chiesero di partecipare ad una esposizione a Chiusa in occasione dei 700 anni della fondazione del comune. Fù una esperienza inaspettata che vorrei riportare con le parole che scrissi al ritorno da essa :
"Il plastico è andato e tornato senza danni. Ha funzionato per 9 giorni quasi 8 ore al giorno.
E' stata un' esperienza emozionante.
La gente si commuoveva a vedere riprodotto il luogo della loro giovinezza o della loro attività lavorativa. Lo ricordavano persone che avevano abitato o giocato lì, poco dopo la chiusura della ferrovia a scartamento ridotto. Molti ci hanno ringraziato. Gli abitanti di Chiusa riconoscevano tutto !!! Sono venuti a vederlo, e si sono complimentati, quelli che abitano in ciascuno degli edifici riprodotti nel plastico.
- una signora ha detto : "Mio marito lavorava in quella cabina, ed io ci andavo". - è venuto a vederlo l' ultimo capodeposito della Val Gardena : abbiamo fatto le foto, io con lui e ci ha fatto una dedica uno degli orari che avevamo stampato. - il titolare della segheria ci ha detto che lui aveva utilizzato il trenino della Val Gardena per far trasportare dei tronchi di legno. Poi con carri a cavalli li ha trasportati dal piazzale della stazione alla sua segheria. - più di 10 persone ci hanno riferito che alcuni mettevano sapone sulle rotaie per fare uno scherzo, poco gradito, al macchinista - i titolari dell' albergo Gamp (quello sopra al cimitero) ci hanno detto che la galleria in uscita dal ponte esiste ancora e che termina nella loro proprietà. E che l' anno scorso (2007) è stato messo un tubo del gas proprio davanti all' imbocco lato Sud. - sono venuti due ferrovieri che sono stati capostazione a Chiusa/Klausen (linea del Brennero) e ci hanno fatto i complimenti. - abbiamo ricevuto i complimenti anche da due persone che lavorano negli IS (Impianti di Sicurezza), dopo aver visto all' opera l' ACEI della cintura. - e tanti altri ... - abbiamo fatto le foto, io con l' allora sindaco di Chiusa
Quando abbiamo iniziato volevamo riprodurre una situazione ferroviaria storicamente lontana, ora sò che abbiamo riprodotto anche un pezzo di vita di non poche persone. Questo è commovente, ora il plastico è vivo !!!
Credo che per un plastico sia oltre ogni obbiettivo pensabile."
Negli anni 2000 avevamo anche sostituito il processore dell' orario, con un PC, guadagnando in affidabilità dello svolgimento del programma.
Abbiamo anche partecipato a varie esposizioni, quì nei dintorni : Faenza, Rimini, Riolo Terme, Brisighella, Castel Bolognese.
Nel 2010 su TTM 41 ci pubblicarono un articolo sul plastico.
Ma la vita pone i suoi limiti e le sue condizioni. E' così per tutti.
Negli anni successivi iniziava a palesarsi la necessità di sostituire il processore dell' ACEI della cintura che, saltuariamente, dava problemi di comunicazione. Problema reso grave dal fatto che esso non fosse più in produzione. Anche modifiche al programma dell' orario, con cui esso comunicava, non sortirono effetti adeguati.
Nel 2014 e 2015 abbiamo avuto l' acqua da 30 a 50 cm nella stanza del plastico. Andarono a mollo le schedine dei circuiti di binario della cintura. Nel 2016 è improvvisamente scomparso, all' età di 76 anni, l' amico Piero, con cui avevamo percorso tutta questa inaspettata e impagabile avventura. C' è stata la necessità di liberare la stanza del plastico e, quindi, di trasferirlo. Dal 2017 il plastico è presso gli amici di Forlì, ove abbiamo messo mano ai lavori necessari per ripristinare il livello dei tempi d' oro.
Abbiamo rifatto i piloni di sostegno, rovinatisi con l' acqua. Abbiamo ripulito le schedine della cintura che si erano bagnate. Nel 2020 è stato attivato il nuovo ACEI della cintura, basato su un hardware ARDUINO e con software scritto per compatibilità col software di governo dell' orario. Ha funzionato quasi subito. Ora dobbiamo fare altre prove per la messa a punto finale.
Attualmente è in corso il rifacimento degli alimentatori di stazione. Essi sono nati nel 1983 con simulazione dell' inerzia e del banco guida con rubinetto del freno e manipolatore del regolatore vapore. Nel tempo hanno accumulato qualche problema e la loro riparazione sarebbe assai laboriosa.
Ecco, non sò se frà altri 40 anni verrò a raccontare qualcos' altro, ma per ora mi sento di concludere che un plastico ferroviario, specie se complesso o ambizioso, non è il lavoro di un inverno, ma una cosa che ti segna per tutta la vita. In bene, intendo. Con esso siamo cresciuti, abbiamo cementato un' amicizia, abbiamo imparato tante cose.
Mi spiace per coloro che vorrebbero un plastico, ma non si sentono di farlo. Noi, nel nostro piccolo, siamo partiti un po' incoscientemente. Abbiamo, però, coinvolto persone che sapessero fare ciò che noi (Piero ed io) non sapevamo fare, o non sapevamo fare adeguatamente. Abbiamo rifatto, anche più volte, cose che ritenevamo che non fossero venute bene, o come noi volevamo.
Abbiamo avuto presunzione, nel porre l' obbiettivo ed il livello, ma anche umiltà nel perseguire le soluzioni e nel farci aiutare da chi ne sapeva più di noi. Ci è andata di .. lusso. Se ci fosse ancora Piero, mi suggerirebbe di scrivere che abbiamo ideato un modo nuovo di concepire il plastico, e ci piacerebbe che fosse utile anche ad altri.
Stefano Minghetti
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