Sono stato di recente ad Oropa e ho notato, tra centinaia di ex-voto dedicati a disgrazie sfiorate in incidenti stradali, qualche omologo riguardante incidenti ferroviari, o comunque ai PL.
La qualità dei dipinti (come sempre con gli ex voto) è piuttosto bassa: non possiamo certo aspettarci una rappresentazione veritiera, o quanto meno simile, del fatto accaduto e dei mezzi coinvolti.
Mi sono accorto, però, che quasi sempre è possibile capire quali siano stati i rotabili protagonisti dello scampato pericolo, o perlomeno a che cosa si sia ispirato l'artista nel dipingere l'ex voto.
Vi propongo quindi alcune di queste immagini, che al di là del fatto di essere testimonianze di devozione, nel loro aspetto naif ci fanno comprendere quale fosse la "percezione visiva" dei mezzi ferroviari nell'immaginario collettivo del tempo.
Mi scuso per le mie pessime qualità di fotografo, ulteriormente peggiorate dal fatto che la galleria degli ex voto di Oropa non è affatto luminosa, per cui ho dovuto fotografare con il flash, il cui riflesso compare puntualmente laddove il dipinto era protetto da un vetro.
Questa è una delle prime immagini che ho trovato:

Chi offre l'ex voto ha avuto la sventura di scivolare con lo scooter sui binari di un PL proprio mentre sopraggiungeva una coppia di automotrici FS (il castano isabella e l'estetica da "littorine" sono inconfondibili, pur nelle grossolane semplificazioni). La forma dei frontali sembra suggerire una coppia di ALn 556 Breda; ma tali automotrici non circolavano nel biellese, né in generale in Piemonte, dove erano di casa le Fiat. La rastrematura verso l'alto potrebbe quindi essere un tentativo di imitare le forme di una coppia di ALn 772, che invece erano comuni ovunque.
D'altronde c'era cascata anche la Rivarossi, che ai tempi produceva una coppia di automotrici dalle forme ispirate alle 556, ma marcate "772"!

In questa immagine, invece, le ALn 772 si riconoscono bene: la calandra del radiatore e il disegno dei finestrini della cabina sono inconfondibili, nonostante le forme sgraziate e le sproporzioni del disegno. L'offerente è una ragazzina caduta accidentalmente dal treno in corsa: bravata? scherzo? porta aperta troppo presto all'arrivo in stazione? Io propendo per quest'ultima ipotesi. Se non si è fatta male è perché il treno probabilmente andava già molto piano.

Anche qui non ci sono dubbi: il rodiggio è sbagliato, i trolley sono troppo semplici, i dettagli sono inventati: ma la forma del mezzo e la presenza del bifilare ci dicono che si tratta di una E 550. E' anche chiaro che cosa sia successo: un cavo tranciato che va a massa, una folgore, e uno dei macchinisti vola giù dalla macchina.
A Biella il trifase non ci fu mai, relegato al centro/sud del Piemonte; sarà stato un macchinista torinese devoto alla Madonna nera? O uno dei tanti biellesi emigrati per cercar fortuna nel capoluogo?
Quel che si intuisce è che ha tardato un pochino, nel rendere grazie del miracolo: la macchina è dipinta in castano-isabella, colori che nel 1922 (data del fatto) erano ben di là da venire...

Tempi di guerra, tempi di bombardamento. Qui c'è poco da lavorare di fantasia: il pittore ci dice con tutta chiarezza che quelli raffigurati sono i mezzi della SATTI di Torino, "ripresi" ad Orbassano, sulla linea tranviaria Torino-Giaveno, chiusa nel 1958. Ho qualche dubbio sui colori: al tempo, il "crema" era la livrea delle tranvie che raggiungevano Druento, Pianezza e Venaria, ma in guerra tutto può essere, anche che i mezzi di linee diverse si mescolassero e viaggiassero fuori dalla loro zona.

Restando in tema di tranvie, ci avviciniamo al santuario biellese. Qui si riconosce molto facilmente la tipica elettromotrice a carrelli delle Ferrovie Elettriche Biellesi (il pittore ha anche inserito il logo FB, Ferrovie Biellesi, sul mezzo) durante un tipico (ahimè) incidente su queste linee, i cui PL erano praticamente tutti del tipo senza barriere con avvisatore ottico/acustico. L'estetica dell'autobus ci suggerisce che siamo negli anni '50, anche se sull'ex voto manca la data: l'aumentare della motorizzazione gommata e i frequenti attraversamenti della rete stradale, inclusi tratti promiscui, portarono proprio in quegli anni alla soppressione dell'intera rete a s.r. biellese.

Nonostante di primo acchito qui ci sia poco da riconoscere, la data e la dinamica dell'incidente, nonché il cartiglio ("alla mamma Celeste perché
tanti scampò e perché tutti conforta - datato 1949), lasciano pochi dubbi: si tratta di un fatto piuttosto noto. Nel 1949 una automotrice SFBN AUTO BC 76 (più tardi ALn 776 FS) in servizio diretto Biella - Milano, si scontrò frontalmente con un treno trainato da una E 428.
L'automotrice, seppure sventrata, si distingue chiaramente per i suoi tipici colori blu e crema, che portò fino al 1961, mentre quel "coso" marrone in primo piano è il tentativo sommamente malriuscito di rappresentare una E 428 semiaerodinamica.
Ce ne sono molti altri, e volendo il discorso potrebbe proseguire...
Ciao
Andy