Trenitalia non si smentisce mai. E anche io ne ho avuto la riprova direttamente sulla mia pelle. Ieri, sabato 11 febbraio dovevo tornare da Pisa a Torino, biglietti gia in mano e partenza programmata per le ore 16 con il freccia bianca 9770, Alle 16 il treno ha gia ritardo di 1 ora e dalle informazioni ricevute all’ufficio informazioni il ritardo è accumulato a Civitavecchia perché partito in orario da Roma. Con il passare del tempoil ritardo sale a 1ora e 25 minuti con 25 minuti accumulati nel tratto precedente Livorno. Sul tabellone orari una strage di treni soppressi e in ritardo, ma alcuni stranamente in orario, come un regionale proveniente da Firenze! Prendo il mio treno alle 17.30 e arrivo a Genova PP alle 19.15 circa con ritardo costante, ormai la coincidenza per Torino con il RV delle 18.16 è persa. Aspetto con pazienza (tanta) il RV successivo delle 20.45, sapendo che non ci sono problemi sulla linea perché non nevica in Piemonte e perché gia a Pisa mi avevano confermato che non c’erano problemi di alcuna sorta sulla linea. Alle 20.40 mi reco al binario, ma noto sul display che c’è gia un ritardo di 5 minuti, poi diventano 20, poi 25, poi…treno soppresso! La furia mi assale! Un treno da Brignole cancellato alla fine per quale motivo? Neve? O semplicemente taglio sistematico perché ci sono pochi passeggeri in questo sabato alternativo? Cerco qualcuno a cui chiedere, non c’è nessuno. Stazione disabitata. Vado al comando della Polfer. Chiedo, ma loro non sanno niente e non possono fare niente. Mi rispondono che l’ufficio informazione chiude alle 20 e il capostazione ormai non c’è più. E io che faccio? La furia cresce…. Insisto più volte e spiego che conosco le dinamiche ferroviarie, un responsabile di stazione c’è sicuramente e voglio parlare con lui. Il traffico ferroviario è sicuramente sorvegliato 24ore al giorno.Lo chiamano al telefono tramite linea interna e mi passano questa persona piuttosto scazzata, spiego la mia situazione e chiedo ragguagli, ma lui mi risponde facilmente <prenda quello dopo alle 22.30> e io ribatto oltre alle mie lamentele <e se cancellate pure quello?> e lui <perché dovremmo cancellarlo?> <per lo stesso motivo per cui avete cancellato il precedente!>. Lui, cafone e indisponente (e altri aggettivi che non elenco) mi risponde <non ho tempo da perdere> e mette giu il telefono.La rabbia continua a salirmi, ma non so che fare. La stazione è vergognosamente abbandonata. Vado in sala attesa, l’unico locale aperto e caldo (poco) che è pieno di vagabondi e persone senza dimora, i volontari di Capitaneria di porto e CRI distribuiscono pasti caldi a chi necessita e li, come un illuminazione, mi arriva una ulteriore conferma di come funziona questo paese marcio e putrido: il cittadino è sempre vittima e non sa cosa fare, intorno a lui funziona l’opera volontaria e il buon cuore di poche persone e chi è costretto a dare risposte perché non può scappare, è estraneo ai fatti, non conosce la situazione e non ha competenze. Insomma chi è responsabile, chi è fautore di disagi, chi dovrebbe risolvere problemi, non c’è mai, non conosce nemmeno cosa succede fuori dal suo limitatissimo campo di ragionamento. E chi ne è a capo di tutto….bhè, meglio non parlarne…. E soprattutto noi cittadini non riusciamo ad annientare questi elementi cancerogeni e distruttivi.
Giusto per cronaca l’ultimo RV delle 22.30 è partito con finestrini rotti, intercomunicanti scassati e porte bloccate. Resoconto: 4ore e mezza di ritardo su 4 ore e mezza di viaggio e per di più senza neve né inconvenienti alla circolazione Sto valutando azioni civili da intraprendere.
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