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Autore Messaggio
 Oggetto del messaggio: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) ho'
MessaggioInviato: giovedì 17 maggio 2012, 10:47 
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http://www.la7.it/quellochenonho/pvideo ... id=i554178

da vedere o meglio non vedere tenendo chiusi gli occhi.... più che la vista stimola l'udito e l'olfatto, arrivando al cuore, per chi, come me e Paolini, abbiamo vissuto la Ferrovia, quella prima che, come dice l'autore al minuto 7, avvenisse la rivoluzione "hanno abolito i viaggiatori, sostituendoli con i clienti"


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 Oggetto del messaggio: Re: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) h
MessaggioInviato: giovedì 17 maggio 2012, 12:29 
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Visto in Tv, ma ben rivisto : grazie Duegi !

SalutoNi

Mario


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 Oggetto del messaggio: Re: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) h
MessaggioInviato: venerdì 18 maggio 2012, 10:37 
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Iscritto il: sabato 23 agosto 2008, 18:57
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già...bello :D :D :D ,sentito anch'io l'altra sera...la maniglia del finestrino,quando si potevano aprire,le piccole stazioni che chiudono,le grandi trasformate in centri commerciali,le officine dismesse,il fascino intramontabile della locomotiva a vapore...i maestri del vapore,l'arte della manutenzione..."non buttare via quello che ancora può funzionare"...e come non pensare alle 646,ai Caimani,alle Tigri :cry: :( ...un condensato di storia delle nostre Ferrovie


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 Oggetto del messaggio: Re: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) h
MessaggioInviato: sabato 19 maggio 2012, 17:26 
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Iscritto il: mercoledì 25 gennaio 2006, 16:45
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Località: firenze
adoro Paolini.... ma attenzione amici miei a farsi sopraffare dalla nostalgia....... il mondo cambia, in meglio o in peggio non so , ma cambia....


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 Oggetto del messaggio: Re: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) h
MessaggioInviato: domenica 20 maggio 2012, 21:55 
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Iscritto il: domenica 5 marzo 2006, 14:15
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Località: Mestre
é proprio vero il mondo va avanti.... anche per la ferrovia....
Ci si può chiedere se in meglio o in peggio, ma non si può continuare a gurdare sempre al passato come fanno alcuni (certa gente vorrebe che circolassero ancora i 636), bisogna cercare di vivere il presente per migliorare nel domani...


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 Oggetto del messaggio: Re: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) h
MessaggioInviato: lunedì 21 maggio 2012, 8:38 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 18:51
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ferrante ha scritto:
adoro Paolini.... ma attenzione amici miei a farsi sopraffare dalla nostalgia....... il mondo cambia, in meglio o in peggio non so , ma cambia....



assolutamente d'accordo che il mondo va avanti ma se vuoi vivere il presente e avere una visione del futuro devi per forza conoscere il passato ovvero, come dice Paolini, biella e manovella: se ci sono dei folli che cercano di mantenere questa memoria in maniera "viva" e non in polverosi musei in cui i rotabili sono abbandonati a se stessi (il riferimento a un noto museo lombardo non è puramente casuale) direi che andrebbero aiutati e appoggiati.
Sia chiaro che poi il mondo va avanti e non intendo mettermi a fermarlo. Quanto alle E 636 e altre loco datate il fatto di accantonarle è positivo in quanto ci sono le nuove loco: ma se le nuove loco dopo 20/30 anni le devi accantonare perchè l'elettronica non regge più mentre quelle accantonate potrebbero ancora fare servizio allora, forse, un pensierino bisognerebbe farlo. Meglio un bene durevole o un usa e getta?


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 Oggetto del messaggio: Re: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) h
MessaggioInviato: lunedì 21 maggio 2012, 8:45 
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Iscritto il: venerdì 29 gennaio 2010, 13:56
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Località: Legnano (MI)
Come mi raccontava un macchinista RhB settimana scorsa, ormai anche i treni li fanno per durare massimo 30 anni...dopodichè diventano obsoleti, così, da un giorno all'altro, 30 anni se ci pensiamo, per un treno sono davvero (troppo) pochi, consideriamo solo che le E 646 hanno grosso modo scorrazzato per 50 anni in tutta Italia senza avere mai grossi problemi...l'elettronica ha invece rivoluzionato tutto, sia nel senso negativo che in quello positivo! :cry:
Io un po' la rimpiango la 636 invece...non tanto per la potenza (scarsa invero) quanto per la facilità di manutenzione, per l'elevata unificazione...oggi non potrebbe riprendere certo servizio risultando competitiva, ma è un esempio di come ai tempi si fosse in grado di innovare con il poco che c'era a disposizione... :wink:


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 Oggetto del messaggio: Re: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) h
MessaggioInviato: lunedì 21 maggio 2012, 12:39 
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Messaggi: 1392
Località: firenze
hai ragione marco .... come (quasi) sempre, la giusta misura è nel mezzo come dicevano i nostri antenati latini. Il pericolo è proprio perdere il senso della realtà dimenticandosi di come sono fatte le cose e dimenticandosi che per arrivare alla tele guida siamo partiti da un pianale a vapore. E' pur vero che si è perso gran parte del lato umano nella ferrovia, intendo con questo quella parte che partiva dalla progettazione (vedi 636) e stabiliva che un mezzo aveva durata quasi illimitata se mi si passa il termine mentre adesso come dice mattia 30 anni per un locomotore sono il massimo. Ma in questo si inserisce la cultura in senso generale, e quindi anche quella ferroviaria che è specchio di un paese che, come dici te, mette i pezzi statici a marcire in un museo dall'orario strampalato. però è anche vero che l'elettronica la sviluppano oltralpe e li cultura ferroviaria ne hanno....


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 Oggetto del messaggio: Re: TRENO - la parola di MARCO PAOLINI a 'Quello che (non) h
MessaggioInviato: giovedì 24 maggio 2012, 8:53 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:40
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Località: Vigonovo
Marco Bruzzo ha scritto:
ferrante ha scritto:
adoro Paolini.... ma attenzione amici miei a farsi sopraffare dalla nostalgia....... il mondo cambia, in meglio o in peggio non so , ma cambia....



assolutamente d'accordo che il mondo va avanti ma se vuoi vivere il presente e avere una visione del futuro devi per forza conoscere il passato ovvero, come dice Paolini, biella e manovella: se ci sono dei folli che cercano di mantenere questa memoria in maniera "viva" e non in polverosi musei in cui i rotabili sono abbandonati a se stessi (il riferimento a un noto museo lombardo non è puramente casuale)


Io sono sicuro che se ripassasse per questo modo l'ingegnere, architetto, scenografo, pittore (e chissà quant'altro in mezzo) aprirebbe su Facebook la pagina "Rinominiamolo in Ignobile", ed il signore con il gessetto metterebbe il primo "Mi Piace".

Cita:
direi che andrebbero aiutati e appoggiati.


Approvo.

Cita:
Sia chiaro che poi il mondo va avanti e non intendo mettermi a fermarlo. Quanto alle E 636 e altre loco datate il fatto di accantonarle è positivo in quanto ci sono le nuove loco: ma se le nuove loco dopo 20/30 anni le devi accantonare perchè l'elettronica non regge più mentre quelle accantonate potrebbero ancora fare servizio allora, forse, un pensierino bisognerebbe farlo. Meglio un bene durevole o un usa e getta?


Marco, non è che la meccanica vive in eterno. Quanto metallo è stato sostituito dal 1916 su una certa locotender di nostra conoscenza?

L'elettronica si usura come tutto. A rigore dovrebbe stare sempre in tensione, che quello che la uccide sono le transizioni da caldo a freddo e viceversa (ma anche con le caldaie bisogna andarci piano, una atmosfera all'ora).

La 636 e le 'vintott della ATM non si fermavano mai perché erano dannatamente semplici. Ma la cosa si paga. Trasportare la corrente continua non è proprio la cosa più facile e conveniente, Kándó docet.

Il problema non è che l'elettronica è debole, un mio amico ha in custodia una workstation di circa 30 anni fa ancora perfettamente funzionante. Con l'opportuna manutenzione continua a funzionare.

Le macchine sono progettate per durare 20/30 anni perché se no i produttori si terrorizzano col pensiero "e domani che vendiamo?". Sono progettate 20/30 anni perché gente che passa all'iPhone 4s quando ancora il 4 precedente era in ottime condizioni non può accettare di salire a bordo di una automotrice del 1979 - che non si manutiene al meglio perché non ci sono i soldi.

Ma quest mentalità serviva a far vendere le aziende, aziende che erano l'unica via in cui potevano essere investiti certi capitali secondo una norma che risaliva al crollo di Wall Street del 1929. Ora hanno tolto quella regola, vediamo tutti con quali benefici.

La sparizione dei rami secchi, della manutenzione e delle regole del 1929 sono tutti aspetti del problema di non vedere oltre il proprio naso di cui parlava Paolini.


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