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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 30 aprile 2014, 14:24 
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Grazie anche da parte mia ... veramente appassionante.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: mercoledì 30 aprile 2014, 17:29 
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I treni Bing


Anche se l'azienda produsse numerosi giocattoli, oggi viene ricordata soprattutto per i suoi treni che possiamo suddividere in quattro distinte categorie:

1) Treni da pavimento, che non essendo motorizzati dovevano essere trascinati con una cordicella, oppure spinti a mano.
2) Treni funzionanti a vapore.
3) Treni con movimento ad orologeria a carica manuale.
4) Treni elettrici.

La fabbricazione delle tipologie 2 e 3 iniziò nel 1880 per quanto riguarda le scale I II III IV.

L'azienda concepì la scala 0 nel 1895, i cui modelli inizialmente erano della tipologie 2 e 3, poi dal 1900 circa anche della 4.

Nel 1920 Bassett-Lowke si inventò la 00, ma come spesso accade quando “ubi maior, minor cessat”, Bing se ne attribuì la paternità (in seguito trattando i marchi inglesi vi descriverò tutta la faccenda), pertanto dal 1921 commercializzò prodotti in detta scala in entrambe le tipologie 3 e 4

Non vi deve meravigliare il dispiego di scale così ampie; in questo caso si deve tener presente che nell'800 la maggior parte degli acquirenti di trenini per bambini erano persone facoltose (dati i prezzi non certamente alla portata di tutte le tasche) che abitavano in grandi case dotate di numerose ed ampie stanze.
Quando nel 900 le metrature degli appartamenti diminuirono drasticamente, e quando la piccola borghesia iniziò ad interessarsi ai trenini, si dovette far ricorso a scale sempre più piccole e meno dispendiose.
Pensate che in Giappone, data l'esiguità delle superfici abitative, praticamente esiste solo la scala N.

Bing non solo produsse treni col proprio marchio in stile tedesco, ma anche altri in stile britannico che furono commercializzati con quello di "Bassett – Lowke" e di "AW Gamage" degli omonimi grandi magazzini londinesi, ed altri ancora per il mercato nordamericano ove esportava e distribuiva in proprio fino all'inizio della guerra WWI.

Negli "States" non furono tutte rose e fiori, perchè entrò inizialmente in competizione con "Manufacturing Company Ives", spesso le due aziende si copiarono modelli ed usarono lo stesso numero di catalogo per i loro prodotti concorrenti, poi con "Lionel" che denigrava sia i treni Ives che Bing, finchè questa non fu estromessa dagli USA sia per motivi bellici che per l'esosa tassazione.

Nel 1921 Bing tentò di riprendersi il mercato statunitense mediante la propria divisione denominata "John Bing" con sede a New York (che finì in bancarotta per debiti al tempo della crisi del 1928), ed attivando una vendita e distribuzione per corrispondenza tramite catalogo Sears, Roebuck & Co.
Ma nel 1925 anche Lionel iniziò ad usare detto sistema e fatalmente Bing ne venne espulsa. La società tentò allora di recuperare fatturato aumentando la propria presenza in Canada, dove si scontrò con alterne fortune con American Flyer.

Come vedete nella storia di Bing non si fa accenno al mercato italiano che nell'800 era praticamente inesistente, e che nei primi 900 contava solo su due aziende nazionali: Cardini ed INGAP (le esamineremo in seguito), mercato che,in ambito globale, tuttora è estremamente marginale.

Non c'è traccia di trenini giocattolo nell'Italia dell'800, tranne che nell'episodio "Il vaporino" pubblicato nel libro "Cuore" (1886) di Edmondo de Amicis, ambientato a Torino tra il 1878 e il 1886, ove leggiamo che il protagonista Enrico possedeva un modellino a carica manuale (molto probabilmente Bing) regalatogli dal padre ingegnere.

Ma vediamo insieme il testo

Il vaporino

10, venerdì
Precossi venne a casa ieri, con Garrone. Io credo che se fossero stati due figliuoli di principi non sarebbero stati accolti con più festa. Garrone era la prima volta che veniva, perché è un po' orso, e poi si vergogna di lasciarsi vedere, che è così grande e fa ancora la terza.
Andammo tutti ad aprir la porta, quando suonarono. Crossi non venne perché gli è finalmente arrivato il padre dall'America, dopo sei anni. Mia madre baciò subito Precossi mio padre le presentò Garrone, dicendo: - Ecco qui; questo non è solamente un buon ragazzo; questo è un galantuomo e un gentiluomo. - Ed egli abbassò la sua grossa testa rapata, sorridendo di nascosto con me.
Precossi aveva la sua medaglia, ed era contento perché suo padre s'è rimesso a lavorare, e son cinque giorni che non beve più, lo vuol sempre nell'officina a tenergli compagnia, e pare un altro.
Ci mettemmo a giocare, io tirai fuori tutte le cose mie; Precossi rimase incantato davanti al treno della strada ferrata, con la macchina che va da sé, a darle la corda; non n'aveva visto mai; divorava con gli occhi quei vagoncini rossi e gialli. Io gli diedi la chiavetta perché giocasse, egli s'inginocchiò a giocare, e non levò più la testa. Non l'avevo mai visto contento così. Sempre diceva: - Scusami, scusami, - a ogni proposito, facendoci in là con le mani, perché non fermassimo la macchina, e poi pigliava e rimetteva i vagoncini con mille riguardi, come se fossero di vetro, aveva paura di appannarli col fiato, e li ripuliva, guardandoli di sotto e di sopra, e sorridendo da sé.

Noi, tutti in piedi, lo guardavamo; guardavamo quel collo sottile, quelle povere orecchine che un giorno io avevo visto sanguinare, quel giacchettone con le maniche rimboccate, da cui uscivano due braccini di malato, che s'erano alzati tante volte per difendere il viso dalle percosse... Oh! in quel momento io gli avrei gettato ai piedi tutti i miei giocattoli e tutti i miei libri, mi sarei strappato di bocca l'ultimo pezzo di pane per darlo a lui, mi sarei spogliato per vestirlo, mi sarei buttato in ginocchio per baciargli le mani - Almeno il treno glielo voglio dare, - pensai; ma bisognava chiedere il permesso a mio padre.

In quel momento mi sentii mettere un pezzetto di carta in una mano; guardai: era scritto da mio padre col lapis; diceva: - A Precossi piace il tuo treno. Egli non ha giocattoli. Non ti suggerisce nulla il tuo cuore? - Subito io afferrai a due mani la macchina e i vagoni e gli misi ogni cosa sulle braccia dicendogli: - Prendilo, è tuo. - Egli mi guardò, non capiva. - È tuo, - dissi, - te lo regalo. - Allora egli guardò mio padre e mia madre, ancora più stupito, e mi domandò: - Ma perché? - Mio padre gli disse: - Te lo regala Enrico perché è tuo amico, perché ti vuol bene... per festeggiare la tua medaglia. - Precossi domandò timidamente: - Debbo portarlo via... a casa? - Ma sicuro! - rispondemmo tutti.

Era già sull'uscio, e non osava ancora andarsene. Era felice! Domandava scusa, con la bocca che tremava e rideva. Garrone lo aiutò a rinvoltare il treno nel fazzoletto, e chinandosi, fece crocchiare i grissini che gli empivan le tasche. - Un giorno, - mi disse Precossi, - verrai all'officina a veder mio padre a lavorare. Ti darò dei chiodi. - Mia madre mise un mazzettino nell'occhiello della giacchetta a Garrone perché lo portasse alla mamma in nome suo. Garrone le disse col suo vocione: - Grazie, - senza alzare il mento dal petto. Ma gli splendeva tutta negli occhi l'anima nobile e buona.


Nella prossima puntata vedremo numerose foto di treni Bing.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 1 maggio 2014, 10:49 
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Documentario muto del 1933 su una ferrovia modello con funzionamento a molla

http://www.youtube.com/watch?v=Pbq00PuQ92c


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 1 maggio 2014, 10:57 
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Bello questo post, grazie.
Sono moloto belli, inavvicinabili ma pieni di fascino.
Questi modelli giocattolosi sono la storia del nostro hobby!
Ciao.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 1 maggio 2014, 11:40 
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Zampa di Lepre ha scritto:
Documentario muto del 1933

Ma bellissimo !!!

Chi sa perché, per far partire il primo deve dargli una spintarella..

p.s. cross, oltre che istruttivo, il tuo resoconto e' anche davvero emozionante.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: giovedì 1 maggio 2014, 17:18 
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Come promesso, ecco alcune foto di treni Bing racimolate nel WEB scusatemi se alcune sono troppo ampie, ma dovete veder bene i particolari.

catalogo 1902
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Inizio con quelli da pavimento, i cosiddetti "Bodenlaeufer"
questo rosso e nero a strisce gialle era certamente un must per ogni bambino

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questo è un set completo
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Ora vediamo le loco a vapore che soffrivano di due gravi inconvenienti:

1) perdevano acqua perchè le guarnizioni del tempo erano dei colabrodo
2) l'alta temperatura della combustione danneggiava irrimediabilmente le superfici litografate.
Andava un po' meglio con quelle verniciate che potevano essere ridipinte.

Questa è in condizioni strepitose e completa di accessori

A Fine Quality Bing Gauge 1 Live Steam 4-4-0 Locomotive and Tender,
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altre in varie scale

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Bing-Museum_King_Edward_Spur_II
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Bing-Zuege-Storchenbein-Spiritusdampflokomotive-mit-Tender-
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Come avrete ben notato, molte sono in livrea britannica perchè soprattutto agli inglesi piaceva questa tipologia di locomotive

Questa è la visione della cabina, non sto a spiegarvi il funzionamento perchè lo conoscete meglio di me
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fronte caldaia
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Non ho mai avuto l'occasione di riparare alcuna vaporiera tinplate, per vederla in azione mi limito ad usare saltuariamente una modestissima Mamod che regalai anni fa a mio figlio, e da lui mai apprezzata.

Loco Clockwork windup, ovvero a carica con chiavetta.

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Bing Gauge 1 4-4-2 PERCURSOR Tank Loco L&NWR black No.47, Clockwork.
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Questa è stata splendidamente restaurata.

Qui apro una parentesi: esistono due scuole di pensiero

1) coloro che non tollerano alcun restauro: il pezzo deve rimanere nelle condizioni attuali, qualunque sia il danno subito.

2) coloro che, sia pure con alcuni lievi compromessi, vogliono invece riportarlo alle condizioni primigenie.

E' davvero difficile stabilire chi abbia ragione; secondo me si deve valutare caso per caso tenendo ben presente che è impossibile ridipingere la litografia originale, qualche ritocchino si, ma completamente no.

Vi voglio raccontare la storia del restauro più impegnativo capitatomi: tanti anni fa un mio amico mi portò un tram elettrico Bing completamente distrutto, ammaccato, e per di più ridipinto con un orribile vernice gialla.

L'aveva acquistato per poco ad un mercatino appunto perchè era in condizioni disastrose, e voleva riportarlo in vita.
Innanzitutto lo smontai (se volete farlo con i vostri pezzi vi consiglio di prestare molta attenzione alle linguette di ritegno che si infilano negli appositi incastri, sollevatele con una punta di cacciavite protetta da nastro isolante per non rigare le litografie, e non flettetele troppo perchè si spezzano irrimediabilmente), poi sverniciai la carrozzeria con un apposito prodotto da applicare a pennello.

Sotto il giallo apparvero i resti di un color verde pisello e tracce di filettature rosse, pertanto decidemmo di ripristinare lo stesso colore. Con un martelletto da orologiaio e con infinita pazienza raddrizzai il tutto ed eliminai le ammaccature; per riverniciarlo utilizzai la mia fida aeropenna ed i colori Humbrol, mescolando matt e semigloss. Per dare l'aspetto d'invecchiato e marezzato, aggiunsi una punta di nero.

Il problema sorse con le filettature (impossibile per me farle a mano con l'apposito attrezzo del compasso come fanno i mastri inglesi, unici specialisti di quest'arte), e con l'ombrggiature delle lettere e dei numeri. Per mia fortuna tovai delle decals di aerei della Luftwaffe che sembravano fatte ad arte.
Le applicai, poi ricoprii il tutto con leggerissimi strati di semigloss trasparente.

Le ruote e la motorizzazione a 20v erano in buono stato e non richiesero molti interventi, per quanto riguarda la cavetteria, da un amico che riparava radio d'epoca mi feci regalare degli spezzoni coevi ricoperti in tela. Ora il pezzo fa ancor bella mostra nella bacheca del mio amico, e se non siete degli esperti in materia, non vi accorgerete del restauro.

Seguono foto di altri modelli

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Bing George The Fifth 2663 Spur 0
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Bing Spur 0 E-Lok 30er Jahre mit Uhrwerk #561
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I modelli a molla sono i miei preferiti perchè fin da piccolo mio padre, che aveva l'hobby dell'orologeria, m'insegnò a riparare le sveglie, ed i motori dei treni sono proprio simili a quelli delle sveglie.

Qui ve ne mostro alcuni molto semplicistici

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Quelli più complicati e costosi sono dotati di una grande molla avvolta in un bariletto per ottenere una marcia più prolungata, e di un vero e proprio cambio di velocità la cui leva di azionamento sporge dalla parte posteriore della cabina, vicino a quella dell'inversione di marcia. Ovviamente, come tutti gli altri, hanno un freno che può agire sulle ruote oppure sullo scappamento.
Purtroppo non ho trovato una debita foto

Alcuni dei problemi che affliggono questo tipo di motori sono facilmente risolvibili, come ad esempio la rottura della molla (se ne dovete riparare una rivolgetevi alle forniture per orologeria, le migliori ne hanno un vasto assortimento tra cui potrete trovare quella che fa al caso vostro), oppure lo sganciamento della stessa dal proprio ritegno.

Altri, irrimediabili se non siete dotati di particolari attrezzature, si riscontrano nei meccanismi d'infimo ordine quando la ruota dentata principale (planche), collegata all'asse della molla e fatta d'acciaio sottile, muovendosi scava un vero e proprio solco nel pignone (rocchetto) su cui ingrana, a sua volta costruito in tenero ottone, fino al punto da non far più presa e di girare a vuoto.
In questo caso non vale la pena ripararli.

Qui vedete un movimento cheap smontato
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segue


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 2 maggio 2014, 16:19 
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Termino la disamina Bing ricordando i treni elettrici

Bing Railways
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Bing Electric Trains, mains connection diagram
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la motorizzazione
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Per il mercato americano

Bing's Mechanical Toys, US advert (PopM 1915-12)
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una loco estremamente rozza
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Per quello continentale

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Bing Gauge 1 4-4-0 Loco and Tender L&NWR black QUEEN MARY No.326, 3-rail Electric.
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Bing-18-Volt-Elektrolokomotive-11-881-in-braun
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bing E-lok 1930
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Termino con la già menzionata "Table Railways" in scala 00, che dal 1921 fu disponibile nelle versioni carica manuale ed elettrica

l'impianto ideale
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una confezione immacolata della versione manuale
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le loco

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versione elettrica
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i cataloghi
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gli accessori

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Qui finisce la storia della gloriosa Bing, riserviamole un posticino nei nostri cuori perchè le siamo debitori delle scale 0 e 00.

Nelle prossime puntate tratteremo gli altri "Nürnberger Boys" (ragazzi di Norimberga).


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 2 maggio 2014, 16:25 
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Fantastico !!! Da pelle d'oca.. Chi sa cosa penseranno dei nostri modelli odierni, tra un centinaio d'anni.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: venerdì 2 maggio 2014, 19:53 
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Ma veramente : meraviglie delle meraviglie !

Mario


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 3 maggio 2014, 9:54 
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Belli,sono treni ma ci vuole passione a parte dei soliti modelli,un amico proprietario di un negozio di modellismo nella capitale,grande appassionato di giocattoli in latta,ha allestito una vetrina che sembra il paese dei balocchi, :wink: :wink: :wink: :wink: saluti.


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: sabato 3 maggio 2014, 19:15 
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KBN - Karl Bub Nürnberg

La storia

L'azienda Karl Bub fu fondata nel 1851 a Norimberga da Sigmund Paul Bub per produrre, nella fabbrica situata in Gostendorfer Hauptstrasse al n.48, varie tipologie di giocattoli di latta (dapprima colorati a mano mediante smalti, in seguito mediante litografia), riproducenti anche mezzi di trasporto.

Oggi è annoverata tra i grandi pionieri del modellismo ferroviario, ma a quei tempi il ruolo non le era riconosciuto perchè comparve in relativo ritardo nello specifico mercato: infatti solo nel 1903 Bub presentò il suo primo treno a molla che correva lungo il pavimento, nel 1905 il primo dotato di binari, e nel 1912 il primo trenino elettrico.
Non costruì mai locomotive a vapore vivo; da segnalare il fatto che fu una delle prime ditte ad utilizzare la pressofusione per forgiare i propri modellini.

I suoi treni realizzati in scala I e 0 nel tipico “Nürnberger Stil“(che ebbe in tutto il mondo una grande influenza sulla qualità della produzione di giocattoli), erano costituiti da locomotive a vapore essenzialmente di rodiggio 2-2-0, da vetture passeggeri e vagoni merci.

Alla morte di Sigmund, Albert Huck che aveva sposato la di lui figlia Emma, assunse la gestione di KBN; costui sviluppò una partnership con Bing, Issmayer e Carette che permise alle quattro aziende di produrre modelli molto simili, che spesso differivano solo nel logo.

Non dobbiamo stupirci di questa promiscuità: per sopravvivere in un mercato congestionato e nel contempo finanziariamente depresso, si doveva ricorrere a fusioni (Schuco), ad alleanze eterogenee ed a fornitori esterni di accessori come “Kindler & Briel” ( Kibri ) di Böblingen e “Carl Bochmann” ( Cabo ) di Dresda.

Heinz, figlio di Albert ed Emma iniziò a lavorare nell'impresa di famiglia fin da giovanissimo, dimostrando un notevole talento nel design dei giocattoli.

Nei primi anni 1920 Bub, che già produceva modelli americani ed inglesi nelle livree di LNWR e GN ed in seguito (1923) LNER e LHS, mise in catalogo locomotive elettriche, copie di prototipi contemporanei tedeschi e svizzeri, funzionanti sia a molla che con la corrente. Dal 1925 in poi anche locomotive a vapore tedesche nel classico stile Reichsbahn standard di Robert Garbe.

Nel 1932 rilevò il tooling di Bing, le sue filiere e la sua organizzazione di vendita: ciò spiega il perchè molti dei prodotti Bub, posteriori a tale data, furono venduti con i marchi congiunti delle due società.

Per mantenere il mercato inglese acquisito da Bing con le sue scale 0 e 00, per KBN più rilevante di quello americano ormai dominato dalle imprese locali, e per ovviare alle conseguenze della crescita delle tasse d'importazione in Gran Bretagna, qui aprì uno stabilimento ad Aylesbury col marchio “KB -Toy”, il suo secondo dopo quello principale di Gostendorfer Hauptstrasse .

Lo fece in stretta alleanza e cooperazione con un altro noto produttore di giocattoli di latta di Norimberga, vale a dire con quell' Ullman che aveva fondato in patria la società “Tippco ( TCO )” , e che in Inghilterra si era rifugiato nel 1930, dove aveva aperto la “Mettoy”.
Nel 1939, con l'inizio della WWII ed il bombardamento delle città inglesi, Heinz Huck ed Ullman vennero entrambi espropriati dal governo britannico.

Bub fu in grado di mantenere bassi i costi di produzione durante il periodo della depressione perché utilizzava lamiera estremamente sottile.

Nel 1934 riavviò la fabbricazione dei modelli Bing per il mercato tedesco, costituita per la maggior parte da bellissimi carri merce (talvolta scopiazzati da quelli di Fandor ed Ives), e da stupende carrozze che ancor oggi meravigliano per la loro squisita fattura.

Raggiunse il massimo splendore nel periodo tra le due guerre mondiali: in quegli anni l'azienda era famosa per i suoi impianti ferroviari completi di accessori, nonché per le sue eccezionali vetture di latta.

Albert Huck scomparve nel 1938 ed Heinz ereditò l'azienda, ma fu costretto a cederla alla “Keim & Co” per evitarne la equisizione da parte dei nazisti.

Durante la guerra, l'intera fabbrica fu completamente distrutta dai bombardamenti aerei, e la produzione fu provvisoriamente trasferita in Elsner Straße 9, vicino alla sede storica di Gostendorfer Hauptstrasse

Segue


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: domenica 4 maggio 2014, 14:53 
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Verso la fine del 1945 Bub riprese l'attività, ed avviò una produzione di treni in scala S (1:64 scartamento 22.5 mm che andava per la maggiore negli USA), ma questa scelta non fu affatto gradita in patria ove non poteva certamente competere con il trend di crescita dell'H0: di conseguenza l'iniziativa fu un completo fallimento commerciale.

L'azienda tentò allora di ricuperare fatturato aggredendo il mercato continentale con prezzi estremamente allettanti. I prodotti Bub furono venduti anche in Italia ed alcuni di voi, miei coetanei, li avranno certamente visti esposti nei grandi magazzini.

Negli anni '50 commise l'errore fatale di ostinarsi ad utilizzare la latta ed il diecast, mentre gli altri concorrenti Märklin, Fleischmann e Trix si erano già convertiti alla più economica e duttile plastica.

Nel 1964 l'azienda fu costretta per il riassetto urbano di Norimberga a trasferirsi in Wallensteinstraße 153.

Sempre nel 1964 progettò di intraprendere una nuova produzione di locomotive nelle scale H0 ed N, dotate di motori sperimentali ideati da Heinz Huck stesso; ma era ormai troppo tardi e la gloriosa Bub chiuse definitivamente i battenti nel 1966.


Nel 2002 Bub è tornata alla ribalta presentando alla Fiera di Norimberga degli articoli nelle scale H0 , 0 ed I. Oggi l'assortimento è imperniato sull' 1:87 .

Alla Fiera Internazionale del Giocattolo del 2009 Bub ha annunciato una nuova linea: la " BUB Classics", dedicata alla riedizione di classici giocattoli di latta prodotti in edizione limitata.


Nel 2002 è comparsa dal nulla una nuova azienda produttrice di trenini in H0 col marchio storico Bub, che però non ha nulla che fare con la vecchia e la nuova Bub: i suoi prodotti sono fabbricati in Cina, anche se la sede si trova a Norimberga .


I vecchi treni Bub, in ottime condizioni, non sono facilmente reperibili, di conseguenza sono molto ambiti dai collezionisti e nel tempo continuano a rivalutarsi. Set completi di questi treni raramente appaiono sul mercato, tranne che nei cataloghi delle case d'asta più prestigiose, allorquando viene dispersa una vecchia collezione.

Anche i cataloghi emessi da Bub sono molto rari, perché come succedeva con altri produttori di Norimberga, questi venivano consegnati in esiguo numero di copie esclusivamente ai rivenditori ufficiali .

Non so se vi sia mai capitato di vedere un modello Bub, comunque, per un'eventuale datazione, vi mostro le tipologie di marchio in ordine cronologico: KB, KBN, KB / BW, KB

1 stile floreale nell'800
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2 dal 900 fino alla fine degli anni '30
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3 dal 1932, quando dopo l'acquisizione del tooling di Bing l'azienda appose il doppio marchio KB / BW. Bing si oppose e denunciò tale pratica, pertanto dal 1937 dovette abbandonarlo e passare al 4 tipo con solo la sigla KB
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4
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Qui finisce la storia della Karl Bub Nürnberg, tuttavia mi resta una grande incognita che nessuno mi ha mai saputo spiegare: ma chi era Karl Bub?


Bibliografia

- Bings Table Railway, Jeff Carpenter, 1996, Diva Publishing, Sawbridgeworth, Herts. CM21 9JX

- Märklin Die kleinen Spurweiten 00/H0, Claude Jeanmaire-dit-Quartier, Carlernst Baecker, Dieter Haas, Archiv Nr. 110, 2. Auflage 1979 Verlag Eisenbahn, Villingen, Schweiz

- Mit Uhrwerk, Dampf und Strom, Gustav Reder, Alba Verlag

- Elektrische Miniatureisenbahnen, Otto’s Bildfibel, Otto’s Fibelverlag, Berlin 1982

- Blechspielzeug. Mechanische Spielwaren aus der ersten Hälfte des 20. Jahrhunderts, P. Ertel, A. Kärner, K.D. Wittmann, Sonderausgabe für Gondrom Verlag GmbH & Co. Kg, Bindlach 1994, © 1991 transpress Verlagsgesselschaft mbH, Berlin

- Modellbahnknüller von damals, Hans Zschaler, Miba Miniaturbahnen 12/2000, S.43 ff

- Die Bub H0-Bahn 2.Teil, Dieter Käßer, Andreas Freund, Tin Toy MAGAZIN Heft 2/96, DK-Verlag, Mannheim

- Karl-Bub Kataloge und Druckschriften


Nella seconda parte analizzeremo le varie tipologie di treni Bub


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 Oggetto del messaggio: Re: Treni di latta: che passione!
MessaggioInviato: domenica 4 maggio 2014, 15:18 
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Ma nel 1964, ancora dovevano completare il riassetto urbano di Norimberga? Mamma mia, ci hanno messo una vita..


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MessaggioInviato: domenica 4 maggio 2014, 16:41 
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Si dovette spostare a causa della ristrutturazione dell'intero Plärrer, attuata per favorire la costruzione della metropolitana inaugurata nel 1972

http://translate.google.it/translate?hl ... 6bih%3D590

http://it.wikipedia.org/wiki/Metropolit ... Norimberga


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MessaggioInviato: domenica 4 maggio 2014, 16:58 
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Ho frainteso io cross.. Pensavo che ci si riferisse ancora al riassetto urbano del dopo guerra.

Grazie comunque per l'approfondimento fuori programma, interessante ed utile da leggere e conoscere.

Luigi


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