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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 17:12 
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Iscritto il: venerdì 4 aprile 2008, 11:13
Messaggi: 24
Egr. Sig. Voltan,
a proposito di cultura ferroviaria, le chiedo cortesemente di indicarmi la data di uscita del Suo Volume relativo alle Carrozze F.S. previsto per fine 2008, poi per marzo 2009, poi per aprile ed ora che siamo a fine maggio non se ne sa ancora nulla.
Ecco anche da queste piccole cose, che ritengo non dipendano da Lei, si possa migliorare l' interscambio di informazioni.
Cito ad esempio i Volumi di Eisenbahn Kurier: ne sono previsti almeno una decina di nuovi titoli all'anno, le date di uscita sono riportate sul loro catalogo ad inizio anno e puntuali arrivano nelle librerie ferroviarie d' oltralpe (purtroppo solo lì).
Orbene lei mi dirà, altro paese, altro tipo di cultura ferroviaria, un elevato numero di appassionati, ma le date di consegna sono rispettate (nei limiti del possibile ovviamente, visto che comunque non si tratta di medicinali salvavita).
Per migliorare comunque il livello di cultura ferroviaria c' è bisogno di persone come Lei che passano parte del tempo libero a scrivere di cose e vicende ferroviarie italiane.
Mi creda mi capita sovente, quando ho la possibilità di leggere nuove opere sulle ferrovie italiane, di trovare spesso argomenti mai conosciuti non solo nei dettagli (e questo è ovvio) ma anche a livello ampiamente superficiale.
E' probabilmente questo la molla che spinge Lei ed altri autori a proporre scritti sempre inediti pur nel ristretto ambito delle ferrovie italiane.
Ancora grazie per la sua attività e mi raccomando: consegne puntuali!
Nicolò


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 17:28 
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Iscritto il: mercoledì 22 novembre 2006, 11:04
Messaggi: 1135
Località: Svizzera
andez8 ha scritto:
....
mi presento: io sono uno che principalmente con i trenini ci gioca;
per me e' un passatempo e come tale desidero che rimanga;
prediligo l'epoca II ma se vedo qualcosa che mi piace, anche se di moderno, lo compro.
...
Andrea


mi sento in obbligo di sostenere Andrea.

Ho gia un Lavoro, una Famiglia, un Impegno Politico.....non sento il bisogno di fare Cultura (le maiuscole sono intenzionali e marcano un ‘serioso impegno’) anche ‘giocando’ al trenino.

Per me é un gioco, un piacere, un’attività rilassante e libera e tale deve restare.

In questo (e altri fori) invece ci trovo spesso un tono da missionario che cerca di convertire, quasi minacciando le ‘pene dell’inferno’ a chi rimane nel vizio e non riconosce il ’verbo’. (Qui aggiungere tutti gli smiles necessari x sdrammatizzare...)


Per lo stile ‘italiano’ tematizzato da Voltan:

Frequento vari fori di varie nazioni (I, F, CH, D, USA) e ho letto riviste da tutto il mondo.
Vorrei dire che il fermodellismo italiani ha un tocco di elitarismo e di concentrazione su alcuni aspetti dei molteplici possibili che non é così marcata in altre nazioni.

Elitarismo: se uno non fa ‘autocostruzione’, non ‘muove le manine’ non é uno “vero”....E’ un messaggio che ripetutamente passa nei fori come questo...
Ma qualcuno si é giâ chiesto se l’artigianato mi piace, mi interessa, ci sono dotato, prima di farmi questo rimprovero? Magari l’ora di ‘lavoro manuale’ (in svizzera c’era...) era quella che detestavo peggio di francese....

Se sono un collezionista e sono fiero di aver trovato quel modello di un’artigiano sparito da 30 anni... non mi occupo di ferrovie in miniatura? Se sono riuscito a riprodurre la compo treno 52b tra Milano e Berlino nella primavera 1933, non faccio cultura ferroviaria???

Forse il problema sta già nel nome : il termine italiano ‘Fermodellismo’ sembra implicare il fare modelli (in proprio??).... mentre che in tedesco i clubs si chiamano ‘Clubs degli amanti dei treni in miniatura’ lasciando aperta la questione se questi sono acquistati o auto costruiti... e sono in generale aperti a tutte le sfumature del modellismo ferroviario, e forse anche più ‘popolari’ nell’approccio.

Contachiodi’ , ‘Vetrinismo’ e ‘non é un gioco: i tre temi penso vanno a bracetto. Sembra che in Italia la maggioranza non può/vuole impegnarsi nella costruzione di plastici funzionali e magari spesso anche giocattolosi, come malgrado tutto sono la maggioranza in svizzera o anche in Germania, (cominciando dal binario Maerklin e dalle curve di 365 mm/raggio).

Quindi tutto l’interesse si concentra sul modelo di loco/carrozza, che viene però sezionato sotto al microscopio, ed i particolari vengono sviscerati su kilometriche discussioni come sono alquanto rare da trovare in p.es. Svizzera. Tranne poi trovarsi con modelli perfetti ma praticamente impossibili da prendere in mano per fragilità, e dal più che dubbio funzionamento...

Penso quindi non sia a caso che l’Italia ha ACME e la Svizzera HAG (e tanto maerklin ...).

per oggi basta cosi....

sebastiano

p.s. per trovarsi le info sulle Ferrovie italiane... cominciando da poco ad interessarmi per le FS mi sono comperato 20 kg di vecchie riviste (di vari editori).

Però ho dovuto fare l'esperienza che é molto difficile sulla base di queste pubblicazioni farsi una cultura 'organica'.... tante piccole informazioni ma molto, troppo slegate fra loro e spesso 'senza capo ne coda'.
Solo con monografie e libri si riesce a dare dei fondamenti, ma trovarle richiede sempre un colpo di fortuna e una potenza finanziaria non da tutti..... dopo ave risolto il primo problema che é cominciare a sapere cosa cercare!


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 18:17 
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Iscritto il: sabato 6 maggio 2006, 15:55
Messaggi: 1617
Località: bologna
Sono costretto a quotare sebamat ed Voltan al 101%.
E prima che si possa pensare ad una mia esagerazione: nella mia città
passo per una storico non da poco,ho cominciato vedendo girare in ovale
un 424 lima e, le mani le muovo, MA...UN FORUM DEVE ESSERE DEMOCRATICO; purtroppo l' animo umano è imperfetto.
PS sono e sono stato iscritto a molteplici gruppi ed associazioni ed il
problema prima o poi si è sempre presentato


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 19:02 
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Iscritto il: lunedì 5 febbraio 2007, 15:58
Messaggi: 750
1 - risposta a mammut: il caso da te segnalato è uno dei tanti.....
2 - risposta a chi chiede puntualità nelle consegne: ha ben detto che non dipende da me............
3 - il 3D non vuole essere nè offensivo nè classificatorio nei confronti di nessuno.
Ma se sono riuscito a svegliare la coscienza di qualcuno....forse va bene.....

avanti con la discussione, che mi piace........


Saluti a tutti. L.Volt.


Ps: oh, spero che mi mettiate tra quelli che le spiegazioni le danno senza sfoggi o altre pecche del genere. in caso contrario, correggetemi!


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 19:32 
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Iscritto il: domenica 4 gennaio 2009, 9:25
Messaggi: 640
Località: Roma
G-master ha scritto:
E pensare che da bambino, vedendo un 428 prima serie al passaggio a livello, pensai: che ci fa un locomotore della Pennsylvania Railroad a Firenze?
Merito del catalogo Lima, perché associai l'idea di un locomotore marrone e massiccio alla foto del modello.
Cercare notizie sull'internete?
Fondamentale, si trovano cose inaudite fino a pochi anni fa.
E vengono voglie e curiosità che spesso si traducono in una gita o nella ricerca di un libro o di un modello che non si conoscevano.
Per non parlare dei consigli e delle informazioni: non ci fosse il forum, molti di noi su certe cose sarebbero ancora a brancolare nel buio.
Mentre i sapienti, Sommi Sacerdoti della Confraternita dei Contachiodi, elargirebbero malvolentieri e stizzosamente le loro perle di saggezza a un pubblico ristretto.
Ovviamente mi riferisco a chi risponde a una domanda qualsiasi col tono da "come osi, profano, chiedere una cosa del genere? vattela a cercare per conto tuo!".


vorrei dire la mia. Anche perche' non e' da tanto che frequento il forum ferroviario (e' da poco che mi sono riavvicinato alla mia vecchia passione per i treni e trenini) anche se ho qualche esperienza di forum internettiani.

Io non ho problemi a dire che sono ignorante in materia.
Per farvi rendere conto e' grazie ai tanto disprezzati cataloghi che ho elemosinato ai vari negozianti a cui lasciavo centinaia e centinaia di euro che ho "imparato" a distinguere una tipo 59 da una Y o da una X .

Non odio i libri, se posso li compro anche se preferisco sempre sfogliarli prima perche' voglio essere sicuro che il libro mi dia le informazioni che cerco o che mi piaccia a livello di sole fotografie perche' no.

Per ora pero' preferisco spendere piu' per i modelli. Per cui essendo venuto a conoscenza di questo forum mi viene spontaneo porre domande da newbie. Sia ben chiara una cosa: non pretendo risposte, se uno legge la mia domanda e vuole e mi risponde mi fa un gran piacere e lo ringrazio sempre.

Non mi piace pero' chi, e non sempre sono utenti newbie come me, da risposte - consentitemi - un po' cretine del tipo "ne abbiamo parlato gia' su questo forum" senza poi dare nessuna indicazione sul come reperire il giusto thread (MICA GLI CHIEDO DI RICOPIARE O RISCRIVERMELO!)
E che io devo essere a conoscenza di tutti i thread del forum? :evil:
Ma piuttosto che leggere una simile risposta inutile preferisco che non mi si risponda affatto.


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 19:36 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 9:24
Messaggi: 3362
Località: Roma
il 29 aprile su “City” (quotidiano a distribuzione gratuita) appariva una lista di “tipi da forum” redatta da una rivista americana e che riguarda i forum di ogni tipo e di ogni luogo;
in particolare la lista riguardava le 12 tipologie più antipatiche di personaggi da forum; me ne ero fatto una copia sicuro che prima o poi sarebbe tornata utile:

mr primo colui che posta per primo i commenti riguardo ogni cosa

il forumista il cui scopo è promuovere se stesso o le proprie attività

il predicatore la coscienza morale del forum

mr credenziali colui che correda i suoi interventi di link e citazioni

l’antagonista colui che ama la polemica a prescindere

il diplomatico che risolve conflitti e battibecchi

il pacifista promuove la quiete e la civiltà ... anche troppo

il saccente il cui scopo è quello di correggere gli errori degli altri

il fan che commenta solo prodotti che ammira

il complottista che vede intrighi ovunque

il forumista dalla firma lunga che tiene più all’apparenza che al contenuto

chi disprezza compra i cui commenti sono concisi e distruttivi ma...

se riuscissimo a riconoscere a quale categoria (o categorie) apparteniamo potremmo sicuramente trarne tutti vantaggio;
mi trovo d’accordo con molti degli interventi fin qui scritti ma in particolare con quelli di Luigi, Benedetto e Sebamat;
inoltre, come James, conosco dei giovanissimi appassionati che sono soliti mettere a disposizione degli altri le proprie conoscenze e che con vera passione e con ogni mezzo “predicano” il loro amore per i treni; secondo me da loro abbiamo tutti da imparare e dovremmo considerare che dare una risposta spesso comporta lo stesso tempo che si usa per scrivere “ma vattela a cercare”...

finisco con la mia esperienza sui cataloghi: la prima volta che sono stato in Belgio mi sembrava di stare dentro un Catalogo (con la C volutamente maiuscola) Lima degli anni 80 ... le fantasie diventavano realtà :wink:


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 21:05 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 10:05
Messaggi: 1680
Località: Roma
Discussione interessante.
Mi ritrovo un po' con gian paolo cardelli, senza una definizione assolutamente valida, perentoria e riconosciuta da tutti di fermodellismo, un po' tutte le sfumature sono valide e nessuna si puo' dire di maggiore valore intrinseco dell'altra.

Punto di partenza : il fer-modellismo si basa sulla riduzione in scala di un prototipo esistente. Potrei allora dire di essere un po' contachiodi/collezionista; in base a questa definizione il punto da raggiungere e' quello della massima fedelta' all'originale; inteso sia come fedelta' al rotabile singolo che al treno completo, comprendendo quindi anche il realismo delle composizioni riferite ad un dato istante temporale.
Fatto che rende piu' difficoltoso l'esercizio in movimento.
Infine, credo si possa essere d'accordo sulla definizione di "modellista": colui che crea l'oggetto; se mi limito a comprare modelli sono un "acquirente di modellini" ma non un modellista, cosi' come non divento un pittore comprando un quadro.

Prendendo in esame l'aspetto della circolazione o anche del gioco puro e semplice, questo richiede minori o maggiori compromessi sul livello di rispetto della scala, che siamo piu' o meno propensi ad accettare in base a questioni di abitudine, di necessita' o altro. Qui posso dire di essere un
plasticista/giocatore perche' mi piace vedere il treno che gira, la passione, nel mio caso, e' nata dal giocattolo prima che dal treno vero.
In questo caso posso definirmi modellista nel caso realizzi da me il plastico, gli impianti, ecc.

Infine, il livello di coinvolgimento/passione nell'hobby (punto soggettivo) definisce fin dove si vuole approfondire culturalmente.
Da parte mia e' una cultura "lacunosa" perche' mi faccio trasportare da cio' che mi piace di piu' per trascurare elementi per me di minore interesse. Riconosco pero' sempre l'importanza della buona documentazione ed un bel libro lo apprezzo piu' di molti rotabili.
Inoltre, ma questa e' inclinazione personale, il sapere non fa mai male, e' positivo in se', quindi vale sempre la pena di investire il proprio tempo per conoscere di piu', in qualsiasi campo; e qui mi ritrovo con la frase di mussinato riportata da alala' pocanzi.

Per finire: "appassionato di ferrovie modello" alla tedesca come detto da sebamat e' una definizione piu' rilassata e che mi sento di abbracciare.
Visto che da parecchi punti di vista non rientro nella categoria, non chiamatemi piu' fermodellista ! :D :D :D
(Almeno finche' non definiremo fermodellismo = attivita' hobbystica legata alla passione per le ferrovie in scala).
Scusate la lunghezza e la scrittura "di getto". Oltre ai treni modello, anche lo scrivere sui forum non mi dispiace, ho solo sottratto tempo ad un hobby per coltivarne un altro, ne ho tanti... :wink:


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 21:06 
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Iscritto il: lunedì 23 gennaio 2006, 22:08
Messaggi: 4549
Località: Ovunque, in sella alla vespa...
In tutto e per tutto d'accordo con Sebamat.
A Sergio dico invece che nessuno nasce Imparato. Eccetto il mio compagno di banco alle medie, che di cognome faceva proprio così.
Quello che non si sa, si chiede. Trovando le fonti ci si documenta.
Ma si sa: chi sa tace, chi non sa insegna.


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 23:14 
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Iscritto il: lunedì 30 gennaio 2006, 16:32
Messaggi: 104
Località: Roma
Riccardo Giangualano ha scritto:
Discussione interessante.
Mi ritrovo un po' con gian paolo cardelli, senza una definizione assolutamente valida, perentoria e riconosciuta da tutti di fermodellismo, un po' tutte le sfumature sono valide e nessuna si puo' dire di maggiore valore intrinseco dell'altra....


Infatti il nocciolo sta proprio qui: non esiste e non puo' esistere una definizione unica di fermodellismo, visto che l'hobby conta tre ingredienti che lo compongono, per come la vedo io, il collezionismo, il modellismo vero e proprio e l'esercizio.

Penso che i motivi di "screzio" (virgolette semiserie) nascano dal fatto che ognuno dosa i tre componenti nella misura che lo soddisfino di piu' e soprattutto che nessuna "miscela" possa essere quella giusta per definizione ovvero per diritto divino: chi predilige l'aspetto collezionistico difficilmente andra' d'accordo con chi vuole vedere i "trenini" che girino, cosi' come quest'ultimo sara' poco interessato a riprodurre un esercizio in scala con tabelle orarie, manovre ecc.

Ribadisco quindi che l'importante e' che l'hobby sia tale, che cioe' lo si viva come un momento di riossigenazione del cervello e dello spirito: poi ognuno e' libero di concretizzarlo come meglio crede.


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MessaggioInviato: venerdì 29 maggio 2009, 23:40 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 20:24
Messaggi: 1503
Località: Pescara
Tornando alle origini, ovvero al "Manuale del Fermodellista ad uso degli appassionati di ferrovie in miniatura" di Italo Briano
riscopriamo appunto quello che noi siamo "appassionati di ferrovie in miniatura" in tutte le coniugazioni possibili.

E' solo il fatto di essere italiani che automaticamente ci porta ad essere guelfi e ghibellini, lambrettisti e vespisti, commodoriani e applesiani,
plasticisti e collezionisti e via andare.

Ma in fondo in fondo e' uno dei piu' bei giochi degli ultimi cent'anni !

Antonello


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MessaggioInviato: sabato 30 maggio 2009, 0:05 
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Iscritto il: mercoledì 11 gennaio 2006, 21:48
Messaggi: 870
Località: Regno di Trevi (PG)
Antonello ha scritto:

E' solo il fatto di essere italiani che automaticamente ci porta ad essere guelfi e ghibellini, lambrettisti e vespisti, commodoriani e applesiani,
plasticisti e collezionisti e via andare.



Scusa se mi intromentto ma ti sei dimenticato due categorie del settore più diffuso in Italia : Alfisti ed automobilisti

NB: la categoria Alfisti è riservata alla trazione posteriore.

ciaociao
:shock: :shock: :shock:

PS: scusa ma non sono riuscito a trattenermi :roll:


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MessaggioInviato: sabato 30 maggio 2009, 0:28 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 19:16
Messaggi: 5159
Località: Roma
Cita:
Caro Miura...posso dirti che hai ragione solo su una cosa.

Non ho capito quale, ma fa lo stesso.
Cita:
Lasciare andare le cose per conto loro ci ha portato ad un gap culturale ( in generale) rispetto alle altre Nazioni europee , secondo me , incolmabile.
Infatti , ognuno di noi , quando oltrepassa le Alpi , rimane sempre un pò a disagio quando torna e dopo un pò , rientrando in questo circo..opss , paese ( comunque sempre volutamente in minuscolo e paese! ) dimentica.
Nessuno si deve sentire attaccato se non partecipa al " fare cultura", ma la cultura si fà in qualunque minuto della nostra giornata, al lavoro , con gli amici,cion i propri figli , anche da soli , leggendo un libro o cercando delle foto.
Ecco, se non ci sforziamo anche nel nostro hobby,verrà meno un altro piccolo pezzo di quel baluardo, ormai molto provato chiamato cultura,e possiamo tranquillamente dire di contribuire all'ulteriore allontanamento rispetto alle Nazioni a noi vicine.
Il fermodellismo con un approccio culturale non aiuterà a liberarci dai nani ,ballerine, papi di turno etc , ma forse aiuterà qualche ragazzino a spingersi un pò più in là del semplice aspetto ludico e a informarsi,ripercorrere una storia recente,magari cercando foto della stazione di Bologna imbattersi in quella tragedia dell'attentato e ragionare e pensare...

Anche all'Università, se oggi le cose non sono cambiate, si studiano prima i fondamenti del proprio corso di laurea e poi le materie specialistiche.
Sinceramente mi lascia molto perplesso il fatto che ci si preoccupi più per la mancanza di cultura ferroviaria che per l'incapacità manifesta da parte di molti , qui nel forum come altrove, di saper parlare e scrivere in un italiano corretto. Non mi sembra infatti che ci siano stati altrettanti richiami per questo, rispetto a quante siano le ripetute, esasperanti lamentazioni sulla mancanza di cultura ferroviaria, da parte delle prefiche fermodelliste. Anzi le rare volte che qualcuno lo fa viene accusato di pedanteria, mentre se al contrario il richiamo è sulla cultura ferroviaria, spesso da parte dei soliti "Soloni", la piaggeria si spreca.
Se si parla di cultura in questo paese, sicuramente concordo sul fatto che ormai siamo una nazione culturalmente arretrata (grazie appunto ai nani, papi ecc. che hanno tutto l'interesse a far sì che ciò accada e, cosa ancor più grave, al giorno d'oggi non limitandosi più all'istupidimento di massa tramite il tubo catodico, ma legiferando per distruggere i resti dei pochi centri di cultura rimasti), ma mi preocupperei di più del fatto che l'italica gioventù non sappia coniugare i verbi o fare una divisione o conoscere quali sono, non dico le provincie, ma almeno le regioni italiane, piuttosto che saper distinguere un 428 da una 636 o sapere se quel bagagliaio in ardesia può star bene con una carrozza XMPR. Certo è cultura anche quella, ma è settoriale e specialistica, preferisco che nelle scuole insegnino prima l'italiano, a far di conto e, soprattutto, a ragionar con la propria testa.
Io chiedo quanti di voi pretenderebbero che i propri figli conoscessero tutti i postulati della fisica quantistica, oppure quali sono tutte le opere composte da Mozart (già se scrivessi Mahler o Borodin qualcuno potrebbe avere qualche incertezza) o quali sono le regole della pallacanestro?
Forse sono meno importanti? Non credo. Ognuno di noi sviluppa le proprie attitudini in un campo o in un altro, ma è una cosa estremamente personale che può essere risvegliata da uno stimolo esterno, ma che ha bisogno sempre di un "quid" interiore che varia in ognuno di noi. Per questo dico non vi tormentate che ci sarà sempre qualcuno a cui lo sferragliare di una locomotiva sui binari susciterà una strana passione per cui vorrà saperne di più, fino ad arrivare a:
"INGEGNERI.............T R E N O!"
Si vuol essere talebani della cultura? Benissimo, non chiedo di meglio, ma allora lo si faccia cominciando dalle conoscenze fondamentali.


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MessaggioInviato: sabato 30 maggio 2009, 10:53 
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Cita:
Elitarismo: se uno non fa ‘autocostruzione’, non ‘muove le manine’ non é uno “vero”....E’ un messaggio che ripetutamente passa nei fori come questo... ...Se sono un collezionista e sono fiero di aver trovato quel modello di un’artigiano sparito da 30 anni... non mi occupo di ferrovie in miniatura? Se sono riuscito a riprodurre la compo treno 52b tra Milano e Berlino nella primavera 1933, non faccio cultura ferroviaria???


Cita:
‘Contachiodi’ , ‘Vetrinismo’ e ‘non é un gioco: i tre temi penso vanno a bracetto. Sembra che in Italia la maggioranza non può/vuole impegnarsi nella costruzione di plastici funzionali e magari spesso anche giocattolosi,


Dico l'ultima cosa e poi me ne sto zitto perché gli interventi si stanno allungando troppo e volano verso estremismi teorici che non portano a nulla di concreto. Non c'è e non ci deve essere la patente di fermodellista o di appassionato. La passione di evolve in mille e mille modi. Si cerca solo di trovare dei moduli di comunicazione tra le persone appassionate in modo che l'interscambio di info e interessi ci dia la massima soddisfazione.

Si può essere tutto quello che ci piace essere, la passione non si guida: è lei che guida noi! Dal contachiodi al vetrinista, dal plasticista a oltranza all'appassionato di archeologia industriale. Ma quando si sta insieme, per diana, buon senso. Se uno è orgoglioso e un po' se la tira perché ha fatto un capolavoro, non smerdiamolo! condividiamo un po' con lui la sua soddisfazione. Se un altro ha scoperto che su un esemplare dia locomotiva c'era una presa d'aria sconosciuta e vuol far sapere a tutti la sua scoperta, cerchiamo di apprezzare anche se ce ne importa poco...

Poi certo, se si parla di cultura ferroviaria, allora dobbiamo fare dei distinguo. Se ho una bella vetrina dove ricostruisco una storia (che ne so... un classico: i treni TEE, la trazione trifase) o delle composizioni di treni nazionali famosi, beh, c'è ricerca, c'è cultura.
Se metto insieme una sul plastico una loco Santa Fe con un carro SV o prende la IVh del baden con le silberlinge e un caboose in coda e lo espone in vetrina.. beh... permettete che un appassionato possa almeno mostrare un minimo di stupore? Poi magari si scopre che è una raccolta con un senso anche quello (che ne so... i primi modelli di una ditta con tmapografie a 6 colori... capite quello che voglio dire?)... insomma se le vie del signore sono infinite quelle del fermodellismo non lo sono poi tanto meno....


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MessaggioInviato: sabato 30 maggio 2009, 11:02 
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Località: venezia
provincie o province ?

(riferito a 2 interventi più su )


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MessaggioInviato: sabato 30 maggio 2009, 11:19 
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Messaggi: 1503
Località: Pescara
Anche io ero sobbalzato dalla sedia ricordando l'antico "preceduto da vocale rimane tale e quale", poi mi sono informato meglio.

Da forum.accademiadellacrusca.it

Plurali di -cia/-gia con ‘i’ atona
Mi permetto solo di osservare che la regola secondo la quale ‘provincia’ fa al plurale ‘province’ è una regola “empirica”; è sempre possibile – sebbene sia una scelta ormai minoritaria – rifarsi al criterio etimologico:
«Ma questa non deve considerarsi una regola; è solo un pratico accorgimento, che semplifica un criterio etimologico, storicamente più fondato ma anche molto più difficile da applicare, secondo cui nel plurale dei nomi in ‘-cia’ e ‘-gia’ si conserva la ‘i’ delle parole di origine dotta (latinismi e grecismi), mentre si sopprime la ‘i’ delle parole di origine popolare. I due criteri, quello pratico e quello etimologico, in realtà possono coesistere: nel senso che i casi di contrasto sono pochi, mentre numerosissimi sono quelli di reciproco accordo.» (Dàrdano-Trifone, Grammatica italiana, Bologna, Zanichelli, 1989.)
Non è quindi scorretta la grafia ‘provincie’ (registrata dai migliori dizionari), poiché la ‘i’ aveva in questo caso, come lei sa, valore sillabico in latino.


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