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MessaggioInviato: sabato 30 maggio 2009, 14:59 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 17:39
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Località: San Martino Buon Al.
Ottimo spunto questo per mettere a confronto le idee che avete espresso tutti fin qui. In quest'ultimo trafiletto di Antonello vedo riflesso ciò che succede nella nostra esperienza modellistica, la nostra passione, i nostri sogni. Ma per una volta tanto, che si scriva in perfetto italiano o in chiave dialettale, o in qualunque altra maniera, ciò che importa è il sentimento che si esprime! O che per caso Ligabue, quando dipingeva, parlava con grande retorica ciceroniana? Comunque sono perfettamente d'accordo che non ci si può inventare la passione da un giorno all'altro, se uno non sente dentro quello che fa. Ha ragione Benedetto, finiamola con i pedantismi e ritorniamo all'amore primitivo per quello che sentiamo essere la nostra versatilità. In quanto agli studi dei nostri figli si potrebbe parlare a lungo delle inefficienze (o "inefficenze?") della scuola, ma è così anche in tutti i settori dell'attvità pubblica e privata italiana.
L'amore per le ferrovie mi è venuta da bambino, quando mio padre mi parlava di aver lavorato in ferrovia, ma fu licenziato dopo un anno per l'avvento del "regime". L'amore per quelle in miniatura invece sopraggiunse quando vidi per la prima volta, a Vienna da parenti, un plastico che allora mi pareva immenso. Tutto rigorosamente KLEINBAHN. Parlo degli anni '60. Io non potevo permettermelo, non avevo quattrini, né avevo genitori benestanti, ma di tanto in tanto ricevevo qualche pensiero ferroviario (una locomotiva a molla, ma in plastica, con binari tutti in plastica), che a me bastava e mi rendeva felice. Da allora non ho fatto altro che desiderare di possedere dei modelli e forse è stata questa la molla che poi mi ha spinto al passo definitivo: l'autocostruzione. Comunque se avessi potuto disporre di fondi come tanti miei coetanei, molto probabilmente non sarei qui a parlarne, ma non avrei avuto neanche la possibilità di capire cosa mi fossi perso. Torno al messaggio di Voltan che mi sembra illuminante; sosteniamo coloro che iniziano un'attività modellistica, qualunque essa sia, perché se non ci concediamo al gioco come facevamo da bambini rischiamo di inaridire e di far inaridire tutti i nostri sentimenti. Diceva Lord Baden Powell: "La vita è un gioco, l'importante è giocarla con dignità ed onore"(cito a memoria, ma forse qualcuno saprà correggermi).
Saluti.


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MessaggioInviato: sabato 30 maggio 2009, 16:36 
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Iscritto il: venerdì 27 gennaio 2006, 19:59
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Località: roma
Antonello ha scritto:
Anche io ero sobbalzato dalla sedia ricordando l'antico "preceduto da vocale rimane tale e quale", poi mi sono informato meglio.

Da forum.accademiadellacrusca.it

Plurali di -cia/-gia con ‘i’ atona
Mi permetto solo di osservare che la regola secondo la quale ‘provincia’ fa al plurale ‘province’ è una regola “empirica”; è sempre possibile – sebbene sia una scelta ormai minoritaria – rifarsi al criterio etimologico:
«Ma questa non deve considerarsi una regola; è solo un pratico accorgimento, che semplifica un criterio etimologico, storicamente più fondato ma anche molto più difficile da applicare, secondo cui nel plurale dei nomi in ‘-cia’ e ‘-gia’ si conserva la ‘i’ delle parole di origine dotta (latinismi e grecismi), mentre si sopprime la ‘i’ delle parole di origine popolare. I due criteri, quello pratico e quello etimologico, in realtà possono coesistere: nel senso che i casi di contrasto sono pochi, mentre numerosissimi sono quelli di reciproco accordo.» (Dàrdano-Trifone, Grammatica italiana, Bologna, Zanichelli, 1989.)
Non è quindi scorretta la grafia ‘provincie’ (registrata dai migliori dizionari), poiché la ‘i’ aveva in questo caso, come lei sa, valore sillabico in latino.


A Roma, infatti, viale delle Provincie e piazza delle Provincie rispettano il 'latinismo'.
Per fortuna la toponomastica 'datata' ci offre l'occasione di vedere cose bellissime, nella Capitale.
Oggi, al contrario, è meglio sotterrare tutto sotto tre metri di terra...


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 Oggetto del messaggio: Re: Fermodellismo italiano: quale approccio e quale cultura?
MessaggioInviato: sabato 30 maggio 2009, 17:51 
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Iscritto il: sabato 4 marzo 2006, 14:39
Messaggi: 447
Località: Monselice (PD)
Benedetto.Sabatini ha scritto:
Cita:
Rispuntano i talebani dell'integralismo fermodellistico, unici detentori dell'etica fermodellistica.
E' più importante che ci sia un maggior coinvolgimento di persone che amano i treni e le ferrovie in almeno uno dei suoi molteplici possibili aspetti (sia reali che modellistici) oppure deve prevalere il verbo, a volte schizofrenico, dei contachiodi?
No, caro. La quantità non è sufficiente. Ci deve essere anche la qualità.
La passione per i treni si può esprimere in tanti modi, ma una pasisone va a braccetto con l'interesse e la curiosità.
Ho forse scritto il contrario? E' però innegabile che in mezzo alla quantità é più probabile trovare anche la qualità.
A meno che non si voglia considerarla una passione d'elite, ma allora è meglio che ognuno si faccia la propria miserrima congrega.
Benedetto.Sabatini ha scritto:
E' il differenziale che conta: non accontentarsi di quello che si sa, andare tra i rovi col Tordoni a cercare un binarietto sperduto nell'amiata, rimbecillire tra le scartoffie dell'archivio di stato a Campobasso per trovare le tracce del progetto dell'estensione Molisana della FAA, cercare libri e riviste... da leggere...
Più di qualche anno consumate tutte le ferie estive (e non solo quelle) per fare "pazzie" del genere in giro per l'Italia e qualche volta all'estero.
Nonostante tutto il mio cuore esulta anche ogni volta che conosco qualcuno a cui i treni piace solo fotografarli.
Non sarà un fermodellista, ma potrebbe anche diventarlo, se non verrà spaventato.
Sergius


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MessaggioInviato: domenica 31 maggio 2009, 0:18 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 10:06
Messaggi: 2935
Cita:
A meno che non si voglia considerarla una passione d'elite, ma allora è meglio che ognuno si faccia la propria miserrima congrega.


Questo è un discorso vecchio e che non ha mai portato a nulla, tranne a estenuanti discussioni tra ottuagenari nei club. Abbassarsi le braghe nella speranza di avere una maggiore diffusione di una passione di nicchia (più che di elite parlerei di nicchia) è controproducente.
Un plastico orrendo non attira nuovi fermodellisti, ci fa solo considerare solo dei deficienti che si baloccano coi trenini per non precisate carenze affettive infantili. Farlo orrendo perche si pensa sia visto come "non irraggiungibile" per me è una castroneria spropositata. Meglio proporre obiettivi semplici, ma non sgradevoli. Non è volersi chiudere in una elite ma il voler mostrare quanto affascinante possa essere ogni aspetto della nostra meravigliosa passione.

Poi le discussioni se sia giusto o meno aiutare i neofiti le trovo stucchevoli come quelle dei politici che dicono che sono "per il bene della gggente". C'è qualcuno che ha il coraggio di essere per il male della gggente o per non aiutare i nuovi arrivati?
Però c'è modo e modo di aiutare. Io penso, per la mia esperienza, che il modo migliore sia presentargli le opportunità che hanno per conoscere e documentarsi, soddisfacendo le curiosità immediate e ponendo le basi per un approfondimento eventuale, che io spero vivamente che ci sia.

Esempio: alla domanda di un povero ragazzetto che non ne ha mai sentito parlare che chiede innocente se è mai esistita la E 326 si può rispondere:

1) imbecille non sai cosa è la E 326 vergognati, vai a zappare che ci fai qui

2) scrivere un trattato di 35000 battute magari copiandolo da destra e manca

3) dire che sì, le E 326 sono esistite, sono un gruppetto poco fortunato di 12 macchine dalla storia travagliata, nate ai primordi della trazione elettrica 3kV cc italiana, con rodiggio 2'Co2'. Puoi trovare maggiori info su TTXXX e sul libro di erminio mascherpa edito da ETR


Ecco, io penso che la soluzione giusta sia la 3.


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MessaggioInviato: domenica 31 maggio 2009, 11:04 
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Iscritto il: lunedì 5 febbraio 2007, 15:58
Messaggi: 750
Tuttavia i problemi legati alla scarsa cultura sono molteplici.

A quanti è capitato di comperare qualche locomotiva o carrozza o carro solo perchè ben pubblicizzato, e poi, magari dopo qualche tempo trova l'amico che ne sa un po' di più e gli spiega che ha buttato decine di euro in un qualcosa che non ha nulla o poco a vedere con la realtà?
Questo può essere un forte deterrente per chi inizia, e che si trova di fronte ad un argomento assai vasto da affrontare viste le competenze in suo possesso.
Questo lo dobbiamo evitare, acculturando, ma anche acculturandoci.
La conoscenza costa, lo so, ma alla lunga è un gran investimento che riempie di sodisfazione, specie in un hobby come questo.

Siete d'accordo?


L.Volt.


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MessaggioInviato: domenica 31 maggio 2009, 11:19 
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Iscritto il: lunedì 30 gennaio 2006, 19:38
Messaggi: 134
Località: bergamo
Le diverse peronalità che contraddistinguono i frequentatori di un forum non sono diverse da quelle che contraddistinguono tutti gli altri rapporti sociali.
Nelle relazioni con le persone ci si imbatte in tantissime personalità diverse l’una dall’altra così è ed è sempre stato.
Quello che però ritengo di dovere evidenziare è l’importanza nell’uomo del desiderio di evolvere, ricercare, conoscere al fine di migliorare la propria condizione (ovvero credendo di migliorarla ,ma questo non è il punto).
Lo scambio di informazioni è fondamentale;
non lo dico io, bensì persone molto competenti che hanno dedicato una vita allo sviluppo di importanti teorie matematiche e sociologiche sull’argomento dello scambio di informazioni.
In altre parole non siamo esseri “statici” ma tendiamo a evolvere (nel bene e nel male).
Chi sostiene di cercare e trovare nei treni in miniatura un momento di svago e divertimento senza volersi dedicare alla ricerca e alla documentazione credo che semplicemente - per plurimi impegni di altra natura - indirizzi le proprie energie e il proprio tempo (che non sono infiniti) verso detti impegni.
Non credo si debba giudicare negativamente un appassionato di treni (perché è indubbio che lo sia, altrimenti giocherebbe con i soldatini) di questo tipo, semplicemente non si può pretendere che sviluppi una la nuova tecnica per riprodurre un ciuffo di erba ovvero per rendere al meglio l’effetto “ruggine” o ancora che pubblichi una ricerca su un determinato gruppo di locomotive o su un tratto di linea.
Ma ciò non perché non sia in grado rispetto ad altri, ma semplicemente per i motivi sopra accennati.
Quindi deve essere trattato con rispetto (cosa peraltro che vale in tutte le situazioni), cosa che oltretutto mi pare accada su questo forum, salvo alcune eccezioni che però in quanto tali confermano la regola.
Personalmente, come appassionato di treni, preferisco (con fatica), informarmi, fare ricerca e sperimentare.

Cordiali saluti

gabriele forcella


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MessaggioInviato: domenica 31 maggio 2009, 18:32 
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Iscritto il: venerdì 13 gennaio 2006, 12:57
Messaggi: 182
Località: Provincia di Cremona
Grazie a Voltan per avere "innescato" un 3D che, finalmente, ci consente di confrontarci educatamente e con rispetto delle diverse opinioni!
E grazie perchè ci ha consentito di "rivedere" , oltre al mitico Alala, tanti amici che da un pò di tempo "disertavano".....
Ciaoooo
FRANCO V


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MessaggioInviato: domenica 31 maggio 2009, 21:22 
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Iscritto il: sabato 14 gennaio 2006, 17:39
Messaggi: 851
Località: San Martino Buon Al.
Vorrei aggiungere questo a quanto scritto da Benedetto. Chi è curioso per sua natura ha certamente un vantaggio rispetto alla media degli individui, sia giovani che adulti. Ciò non toglie che chi trova uno stimolo possa iniziare in un determinato momento della vita a percorrere una strada che forse non aveva mai pensato di intraprendere. Io parlo per la mia esperienza, in verità, dato che al tempo in cui iniziavo io non sapevo nemmeno che esistesse una rivista di modellismo ferroviario quale era ITALMODELL Ferr.del compianto E. Milan. Già ero attivissimo nella manualità, ma non ero cosciente delle varie possibilità esistenti. Non avendo fonti di espansione per la mia curiosità cercavo di sfogarmi con i lavori di traforo su compensato. Chi ha cominciato così? Poi le scatole di montaggio dell'AIRFIX, ecc. Insomma, l'approccio era casuale, non esistevano forum, la bibliografia si poteva apprendere solo se si frequentavano gli ambienti giusti. Oggi la cosa è, come dice Benedetto, imperdonabile vista la grande eco di giornali, mass-media, ecc. Quando vedo i video clip dei modellisti tedeschi o d'oltralpe in genere, osservo come tanti siano i ragazzini di 10-12 anni al seguito dei gruppi nelle mostre e fiere varie. Ma qui, ritenete che ci sia lo stesso seguito, a parte la curiosità che può suscitare una kermesse come Milano o Verona?.
Cosa può spingere un neofita a sviluppare una sua curiosità se non ha stimoli e supporti significativi?
Saluti.


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MessaggioInviato: domenica 31 maggio 2009, 22:47 
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Iscritto il: lunedì 16 gennaio 2006, 11:10
Messaggi: 748
Località: Montescudaio (PI)
La discussione è molto interessante. Che posso dire al proposito? Non lo so, ma mi sento di intervenire solo per il fatto di identificarmi, quando con qualcuno, quando con altri. In fondo le nostre esperienze si sovrappongono almeno in parte.

Credo che la nostra passione faccia parte di una sorta di "imprinting" che abbiamo ricevuto da piccoli. Credo di appartenere a coloro che hanno ricevuto questo imprinting con un trenino Lima. Il più improbabile, credo, locomotiva a vapore a due assi e sequenza di carri tutti diversi tra di loro, senza alcun nesso logico, solo per il fatto di avere un gancio ad occhiello davanti e uno dietro. Fine.

I miei primi treni "veri", alla stazione di Saline di Volterra: ALn772 e ALn990. Ma solo molti anni dopo capii che quei numeri e lettere facevano parte di una anagrafe, ferroviaria, dove una coppia di numeri erano come un nome ed un cognome.

Quei nomi e cognomi hanno cominciato a far parte di una mia "cultura" quando ho cominciato a comprarmi le riviste, anno 1991 circa. Pezzo a pezzo, tassello dopo tassello. Ogni frase letta con avidità ed attenzione; finito il numero, cominciava l'attesa per il successivo "che ci sarà nel prossimo mese?"

E poi capisci che altre persone hanno pubblicato libri, li cerchi, li trovi per caso e i tasselli appresi sulle riviste cominciano a legarsi tra di loro, i buchi si colmano e le cose quadrano. I numeri, o i nomi e i cognomi, diventano storie di persone, società, evoluzione tecnica, storia di un Paese.

Ecco, ancora più che "fermodellista", io preferirei definirmi "appassionato di treni". Definizione più generale e pertinente che non "modellista", "plasticista", "contachiodi", "vetrinista" o quant'altro.

La passione non è la misura del quanto sappiamo od abbiamo o abbiamo costruito o collezionato, bensì della curiosità e della voglia di approfondire in misura sempre maggiore la nostra "cultura", il nostro bagaglio di conoscenze.

E' in buona sostanza quel grado di "lesione mentale" di cui parliamo nei nostri ritrovi, di quella "insanità mentale" che ci differenzia notevolmente da quelle persone, che in qualche modo invece compatisco, che non hanno curiosità verso nulla, che non si sono mai sforzati di sapere niente di più di quanto non serva per la sola ed esclusiva vita materiale. Che credo sia il più alto grado di miseria. Mentale.

Il senso del mio intervento? Non lo so. So soltanto che molto spesso le cose che ci portiamo dentro sono frutto di anni di letture e che magari ci possono girare le scatole quando qualcuno pretende di sapere in quattro e quattro otto quello che abbiamo impiegato anni per poterlo apprendere.

Ma credo anche che faccia molto piacere poter comunicare con altre persone che si interessano alla stessa cosa.

Secondo me, quindi, credo che esista una sorta di "codice di comportamento", non scritto. Che ci impone una misura di rispetto, sia quando chiediamo che quando rispondiamo.

Da un lato, se siamo appassionati, poter trasmettere qualcosa agli altri è bellissimo. Personalmente, non riesco a godermi appieno una cosa da solo. La gioia si moltiplica a dismisura quando è condivisa.

D'altra parte, mi piace capire le cose da solo, ricevere pappe scodellate lo trovo maledettamente noioso. E la ricerca personale invece appassionante.

Penso che la finalità di un forum di appassionati vada ben oltre il dare le notizie di base, che per la generalità degli argomenti sono reperibili digitando semplicemente su un motore di ricerca.

Ben diverso è un approccio del tipo "mi interessa la cosa X, in rete ho trovato solo queste notizie, sapete dirmi dove posso trovarne altre?"

Questa è la vera passione, il non sapersi fermare al primo aspetto, alla consumazione mordi e fuggi dell'informazione generica.

Passione è anche il saper aspettare, il costruirsi il proprio bagaglio, la ricomposizione dei tasselli, il farsene una propria personale visione.

Vabbè, mi viene sonno. Penso anche a voi, a questo punto.

Perciò, buona notte e buoni treni

ciao

Marco


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MessaggioInviato: lunedì 1 giugno 2009, 16:45 
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Iscritto il: venerdì 27 gennaio 2006, 19:59
Messaggi: 625
Località: roma
Mi dispiace dissentire, forse susciterò le ire di qualcuno.
Ma non giudico corretto ripetere sino alla noia la minestra riscaldata della cultura che si crea con anni di certosina lettura e metabolizzazione dei sacri testi.
Dove saranno mai tutti 'sti libri? Buh?
Avete mai visto la letteratura che si sforna oltreconfine, relativamente al nostro hobby? Allora si, allora ci sarebbe da studiare veramente.

Ma... Se qualcuno chiede una cosa... Rientra, a mio modo di vedere, nella normalità della vita. E fin qui parliamo di approccio alla nostra passione
Anche se il qualcuno non ha voglia di ammuffire nelle biblioteche tra incunaboli e trattati o non ha idea che, così facendo, profanerà il sapere del saccente di turno, stizzito dalla domanda.
Non c'è obbligo di risposta, badate bene, e quindi... avendone voglia gli si consiglierà di andare nella rivista 'X' o nel libro 'z' oppure, con due parole, si proverà a dare una risposta e a stimolare un dialogo che, mai come in un hobby, ha il solo scopo di far passare il tempo.

Far passare il tempo... Altrimenti diventa una professione.

Ho frequenti scambi di opinioni con chi inizia il mestiere che faccio io.
Ho impiegato più di dieci anni per acquisire le nozioni e la tecnica che devo applicare ogni giorno in quello che faccio.
E... se quacuno mi chede un consiglio, che faccio? Gli dico di andare a studiare per scalare le vette della conoscenza?

Preferisco parlare. E qui, nel forum, si parla di cultura (modellisticamente parlando).

"Io ho quello che ho donato" (Seneca - D'Annunzio)

Saluti a tutti

Nicola


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MessaggioInviato: lunedì 1 giugno 2009, 19:55 
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Iscritto il: sabato 23 settembre 2006, 13:40
Messaggi: 144
Sapete come si dice... un consiglio ''appassionato'' non lo si può negare a nessuno, anche se fosse solo un invito a guardare meglio da qualche parte.

Sono d'accordo sul fatto che i libri siano importanti e insostutiubili, ma ricordo anche che i consigli e le spiegazioni date dai professori a scuola spesso erano importanti: introducevano gli argomenti, li rendevano meno pesanti, ti consentivano di scremare quei particolari meno fondamentali. Poi se uno era interessato all'argomento era libero di appronfondirlo per mera curiosità, che è la base dello studio. Con questo non voglio dire che il rapporto tra appassionati debba essere professore-studente, ma semplicemente di amichevole scambio di informazioni e soprattutto consigli che sappiano infondere la curiosità e instradare verso l'approfondimento personale.

In sostanza reputo sia i libri che lo scambio di informazioni due fattori importanti per mantenere viva una passione.

Per quanto riguarda gli appassionati di fermodellismo (e non solo quello) italiani... bè... c'è un pò da mettersi le mani dei capelli quanto a rapporti... e a tal proposito ho brutti ricordi circa un paio di vicende vissute a Novegro quando ancora ero un bambino... mi piacerebbe raccontarli, ma temo di finire in OT.

Saluti, Bri


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MessaggioInviato: mercoledì 3 giugno 2009, 22:08 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 10:06
Messaggi: 2935
tiro su perché.... beh, in questi giorni mi sono messo a ripercorrere un po' le mie origini.

ebbene, si, il primo approccio erano i cataloghi. Ma che cataloghi!
Il catalogo LIMA, che pure era molto "leggero" e votato alla presentazione commerciale, aveva un costo modesto, una presentazione tutt'altro che sontuosa, ma le quattro pagine introduttive sulla ferrovia vera davano quella infarinatura di base (negli anni 70 erano scritte da Ivo Angelini) che permetteva all'appassionato di affacciarsi alla letteratura specializzata (scarsissima e poco diffusa) con maggior sicurezza. Il catalogo RR, più costoso e dettagliato non era da meno. Ecco il modellismo portava alla conoscenza di base terra terra della ferrovia vera.

Oggi i cataloghi ti dicono solo di quanto "so' belli li scarrafoni" della ditta, che hanno tante belle particolarità, ma.... nulla più. Nemmeno su come fare plastici o usare i prodotti delle ditte stesse!

Mi metto nei panni di un ragazzino di oggi. Sente alla TV parlare di locomotrici, vagone passeggeri, della roma viterbo ancora a monorotaia, del macchinista che è passato col giallo e ha fatto l'incidente... ovvio che assorbe quelle info assurde e le assimila e poi quando si affaccia tra gli appassionati navigati... si sente a disagio.

E allora? Che si fa?
Proposte? un glossario? Su TTM le FAQ hanno avuto un discreto successo.... ne facciamo ancora? sotto con le domande....


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MessaggioInviato: mercoledì 3 giugno 2009, 22:17 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 8:53
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Località: Bruschi
si potrebbero raggruppare le faq per argomento e tirare giù un paio di facciate a tema , da staccare e raccogliere, in maniera da fare un piccolo breviario , senza foto e fronzoli , molto sintetico ma stimolante per approfondimenti, con rimandi ad articoli trattati sulle riviste del gruppo ( un pò di marketing non fà mai male...)
L'appassionato smaliziato può trovarci spunti di riflessione e il neofita ( quasi ) le tavole della legge.
Chi vuole privilegiare l'aspetto puramente ludico , passa oltre...
saluti


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MessaggioInviato: giovedì 4 giugno 2009, 7:47 
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Iscritto il: domenica 4 gennaio 2009, 9:25
Messaggi: 640
Località: Roma
Benedetto.Sabatini ha scritto:
Cita:
A meno che non si voglia considerarla una passione d'elite, ma allora è meglio che ognuno si faccia la propria miserrima congrega.


Questo è un discorso vecchio e che non ha mai portato a nulla, tranne a estenuanti discussioni tra ottuagenari nei club. Abbassarsi le braghe nella speranza di avere una maggiore diffusione di una passione di nicchia (più che di elite parlerei di nicchia) è controproducente.
Un plastico orrendo non attira nuovi fermodellisti, ci fa solo considerare solo dei deficienti che si baloccano coi trenini per non precisate carenze affettive infantili. Farlo orrendo perche si pensa sia visto come "non irraggiungibile" per me è una castroneria spropositata. Meglio proporre obiettivi semplici, ma non sgradevoli. Non è volersi chiudere in una elite ma il voler mostrare quanto affascinante possa essere ogni aspetto della nostra meravigliosa passione.

Poi le discussioni se sia giusto o meno aiutare i neofiti le trovo stucchevoli come quelle dei politici che dicono che sono "per il bene della gggente". C'è qualcuno che ha il coraggio di essere per il male della gggente o per non aiutare i nuovi arrivati?
Però c'è modo e modo di aiutare. Io penso, per la mia esperienza, che il modo migliore sia presentargli le opportunità che hanno per conoscere e documentarsi, soddisfacendo le curiosità immediate e ponendo le basi per un approfondimento eventuale, che io spero vivamente che ci sia.

Esempio: alla domanda di un povero ragazzetto che non ne ha mai sentito parlare che chiede innocente se è mai esistita la E 326 si può rispondere:

1) imbecille non sai cosa è la E 326 vergognati, vai a zappare che ci fai qui

2) scrivere un trattato di 35000 battute magari copiandolo da destra e manca

3) dire che sì, le E 326 sono esistite, sono un gruppetto poco fortunato di 12 macchine dalla storia travagliata, nate ai primordi della trazione elettrica 3kV cc italiana, con rodiggio 2'Co2'. Puoi trovare maggiori info su TTXXX e sul libro di erminio mascherpa edito da ETR


Ecco, io penso che la soluzione giusta sia la 3.


si ma al ragazzetto, se molto interessato, farebbe comodo anche la soluzione 2.


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MessaggioInviato: giovedì 4 giugno 2009, 8:03 
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Iscritto il: giovedì 12 gennaio 2006, 10:06
Messaggi: 2935
Cita:
si ma al ragazzetto, se molto interessato, farebbe comodo anche la soluzione 2.


certo, e a ogni ragazzetto che fa una domanda ci mettiamo a leggere, riassumere o copiare un libro sul forum? Wow... facile vero? sai quante volte vengono poste le stesse domande? decine e decine di volte. E anche se le domande sono diverse.... Ok dare una info veloce, ma passare delle giornate a scrivere trattati sui forum proprio no!


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