friulbahn ha scritto:
Non conoscendo la reale funzione della cassa delle batterie (sicuramente insufficiente per alimentare un compressore frigorifero dell'epoca) e vista la quasi sicura impossibilità di reperire altre foto e informazioni anche dall'Azienda, la Motta come tale non esiste più da decenni, sopravvive solo il Marchio (come decine di altre gloriose realtà industriali italiane del passato).... Da figlio di gelataio che lavorava già in quel periodo, posso però dare un contributo per spiegare come fosse possibile trasportare in sicurezza il gelato anche per 48-72 ore.
Ghiaccio secco! Mio padre preparava delle scatole di polistirolo di 15 mm di spessore, ben sigillate con nastro adesivo, che con pochi pezzetti di ghiaccio secco consentivano di mantenere un paio di chili di gelato anche per tre giorni, duro come il cemento....
Si potrebbe chiedere alla società Ghiaccio Secco di Milano, fornitrice delle gelaterie artigianali del periodo e ancora attiva, se fosse anche fornitrice della Motta.
Saluti "refrigerati"...
Ennio
L'avevo ipotizzato pure io, ma il ghiaccio secco nelle ghiacciaie era un po' pericoloso per gli operatori: avrebbe trasformato il carro in un
gaswagen.
Quanto postato in precedenza pareva proprio una risposta all'ipotesi "ghiaccio secco". Si è visto due pagine prima che quei carri montavano le c.d. piastre eutettiche, contengono soluzioni specifiche per restare a una specifica temperatura e si usano ancora: sono usate anche nei contentori per surgelati che arrivano ai supermercati.
Di chi è la Motta oggi? So che per un certo periodo fu addirittura statale.